Ciclocross

Van Aert rimette in discussione il Superprestige

21.10.2017 15:57

Wout vince a Boom nel giorno in cui Van der Poel sconta una caduta dolorosa e noie meccaniche. E ora guida il SP


Nulla di sorprendente, amici. Ci sono quei giorni in cui si scende dal lato sbagliato del letto, quando ci si sveglia, e poi non ne va dritta una fino a sera. Forse è successo questo a Mathieu Van der Poel oggi a Boom, visto che il campioncino olandese, fin qui dominante sulle scene del cross di vertice, non ne ha proprio imbroccata una.

E nella terza tappa stagionale del Superprestige ha lasciato campo libero a un Wout Van Aert finalmente rinfrancato, già a segno un paio di giorni fa nel KermisCross di Ardooie, e oggi riuscito ad apporre il primo sigillo in una delle competizioni maggiori. Inutile stare a dire "se Van der Poel non fosse caduto...", perché i capitomboli fanno parte del gioco, e bisogna essere sempre bravi e attenti a non incapparci. Dopodiché, dire che Van Aert non abbia riempito gli occhi come ci si sarebbe forse aspettati, nei giri finali della gara di Boom, non è peccare di lesa maestà.

Ci sta che il ragazzo abbia gestito al meglio quella fase, evitando di spendere troppo in vista della Coppa del Mondo di Koksijde in programma domani. O ci sta che in questo momento non sia prepotentemente vorace come il suo alter ego, il quale - nel mentre che Wout vedeva la vittoria sempre più vicina - rimontava e rosicchiava secondi e posizioni, dopo averne persi tantissimi in occasione del ruzzolone al terzo giro.

Sia come sia, la gara odierna ci restituisce al suo meglio la rivalità del secolo. In classifica nel Superprestige c'è stato il ribaltone, col sorpasso di WVA ai danni di MVDP: 43 a 42, la lotta è accesissima come sempre. In gara, scopriremo già sulle sabbie di domani se Mathieu avrà superato gli acciacchi (male alla spalla picchiata), o se Wout avrà un'altra occasione per riequilibrare un po' il peso dei risultati stagionali.

 

Gara selettiva, Van der Poel e Van Aert subito scatenati
Un'altra giornata di sole sul ciclocross belga, e a questo punto gli appassionati avrebbero tutto il diritto di promuovere una class action, se solo sapessero contro chi attuarla... fatto sta che il bel tempo esagerato sta continuando a imperversare, svuotando in qualche modo il cross di uno dei suoi elementi peculiari (il fango, il freddo, le avversità ambientali).

Resta la prova di forza bruta tra i colossi della specialità, e restano percorsi che comunque sono tutt'altro che banali, anche con l'asciutto. Ad esempio quello di oggi a Boom ha permesso sin da subito una notevole selezione, coi suoi falsopiani erbosi a mettere in croce le gambe, e una sequenza sabbia-scalinata-sabbia che nel finale del circuito faceva naturalmente emergere i più potenti.

Inutile dire chi fossero, questi famosi "i più potenti". Sin da subito Mathieu Van der Poel ha imposto un ritmo esasperato, e solo Wout Van Aert ha risposto prontamente. Kevin Pauwels ha sputato l'anima per non perdere contatto dai due, effettivamente è riuscito (seppur con qualche decina di elastici) a stare con loro finché l'azione non si è esaurita, ma poi ha pagato gli sforzi in seguito, nella seconda parte di gara.

L'azione si è esaurita, dicevamo: in apertura di terzo giro sono rientrati Quinten Hermans, Laurens Sweeck e Jens Adams, quindi si è rifatto sotto anche un quartetto con Lars Van der Haar, Toon Aerts, Michael Boros e Michael Vanthourenhout. Questi ultimi due si sono staccati subito, al primo cambio di ritmo successivo, quindi, mentre Adams provava ad allungare, la caduta di Van der Poel ha cambiato volto alla gara.

 

Van Aert si invola, Van der Poel prova a rimontare
Adams, Hermans, Van Aert e Sweeck si sono avvantaggiati quando è caduto Van der Poel, quindi anche Van der Haar si è riportato su di loro ma poi è capitombolato pure lui (catapultato in avanti sulla sabbia), e da lì alla fine ha dovuto solo inseguire.

Al quarto giro, sul falsopiano erboso, Van Aert ha forzato e se n'è andato. Lui e Hermans avevano già preso qualche metro su Adams e Sweeck, quando l'iridato ha fatto partire di fatto il rullo dei titoli di coda sulla trasmissione; Sweeck è uscito bene a metà gara, si è riportato su Adams e Hermans e li ha staccati, restando da lì alla fine a inseguire solitario la lepre.

Intanto Mathieu Van der Poel, che aveva avuto fino a 50" di ritardo da Van Aert, era in pieno recupero: sulle prime anche sue fratello David gli ha dato una mano, tirando per un po' per lui; poi il Fenomeno si è messo in proprio, ha recuperato una quindicina di secondi portandosi a ridosso di un terzetto che si era formato con Hermans, Adams e Van der Haar, ma di nuovo un guaio: problema alla catena, nuova fermata, intervento manuale per sbloccare il marchingegno, e via ripartire provando di nuovo a recuperare. Ma ormai non c'era tempo: era l'ottavo giro, ne mancava solo uno alla fine.

 

Wout gestisce il finale. Bertolini ventesimo
Wout Van Aert ha gestito l'ultimo giro, pedalando con mezza gamba in meno; non poteva rilassarsi troppo perché Sweeck era sempre rimasto a una quindicina di secondi di distacco, per cui non andava sottovalutato. Al traguardo sono stati 9 i secondi che hanno diviso il Rollingstone di Herentals dal suo primo inseguitore. Il terzo posto, a 14", ha premiato lo spunto conclusivo del bel Van der Haar di questo scorcio di stagione; Mathieu è risalito fino al quarto posto (a 22"), precedendo Adams in volata; sesto Hermans a 49", settimo Aerts a 1'04", ottavo Pauwels a 1'24", nono Tim Merlier a 1'43", e decimo Boros a 1'43". Gioele Bertolini, unico italiano in gara, si è classificato 20esimo a 4'32"; di buono c'è che, a differenza della precedente uscita in SP, ha chiuso a pieni giri.

La classifica è uno stillicidio, ora Wout guida con 43 punti, Mathieu insegue con 42; a 38 ci sono Sweeck e Van der Haar, a 31 Hermans e a 26 Adams, e gli altri non li citiamo perché sono troppo lontani. Prossima tappa di Superprestige già domenica prossima, il 29 a Ruddervoorde.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!