Professionisti

La prima dell'anno, la prima in Italia

08.03.2018 16:21

Marcel Kittel si sblocca a Follonica nella seconda tappa della Tirreno-Adriatico; terzo posto per Nizzolo, Bevin è il nuovo leader


Si è fatta un po' attendere, ma finalmente è arrivata la prima vittoria stagionale di Marcel Kittel: il velocista tedesco si è sbloccato oggi sul traguardo di Follonica nella seconda tappa della Tirreno-Adriatico dopo che era rimasto sorprendentemente a secco nelle prime due gare a tappa stagionale, Dubai Tour e Abu Dhabi Tour che pure presentavano parecchi arrivi adattissimi alle sue caratteristiche. Il passaggio al Team Katusha-Alpecin ha obbligato Kittel ed i suoi nuovi compagni di squadra a trovare il feeling nei finali di corsa: negli Emirati Arabi Uniti a volte è stato il suo treno a sbagliare, altre volte invece era stato lui stesso a perdersi per strada in maniera un po' ingenua, ma ad ogni si era riuscito a intravedere che la grande potenza del corridore tedesco era rimasta la stessa; insomma, la vittoria sarebbe arrivata presto ed infatti eccola puntualissima e anche in una gare più prestigiosa.

L'unica precedente partecipazione di Marcel Kittel alla Tirreno-Adriatico, nel 2014, si era conclusa senza acuti e l'unico ricordo che si aveva era della sua furia nei confronti della malcapitata bicicletta dopo un incidemente meccati a tre chilometri circa dall'arrivo di Cascina. Questa vittoria cancella quindi quella brutta immagine, ma si porta dietro anche un curioso dato statistico: oggi Marcel Kittel ha conquistato la sua prima vittoria da professionista sul suolo italiano e la prima di sempre in una gara in linea visto che da Under23 s'impose nel Memorial Fardelli a cronometro. E la quattro vittorie di tappa al Giro d'Italia? Tutte all'estero, due in Irlanda e due in Olanda.

A Bagioli l'unico gpm di giornata
La tappa di oggi, praticamente tutta in pianura, era partita proprio con l'unica asperità di giornata: subito dopo il via ufficiale, infatti, la strada ha iniziato a salire e al chilometro di gara 4.6 i corridori hanno incontrato il gran premio della montagna di Montemagno. Questo traguardo parziale era abbastanza ambito anche perché il primo a transitare avrebbe poi vestito la maglia verde sul podio della premiazioni: ed ecco quindi che le quattro formazioni Professional che hanno ricevuto una Wild Card per questa Tirreno-Adriatico hanno tutte mandato un loro uomo all'attacco con il plotone che ha lasciato fare.

A vincere il gpm di Montemagno è stato Nicola Bagioli che in questo inizio di stagione si è già reso protagonista di buone prestazione, su tutte il quarto posto al Trofeo Laigueglia ed un secondo posto di tappa al Tour du Haut Var: una volta raggiunto il suo obiettivo, il 23enne della Nippo-Vini Fantini non ha insistito nella propria azione e si è fatto riprendere dal gruppo principale mentre in fuga sono rimasti solo Alexander Foliforov (Gazprom-Rusvelo), Jacopo Mosca (Wilier-Selle Italia) e Guy Sagiv (Israel Cycling Academy). Dopo circa 80 chilometri dei 172 previsti oggi, il terzetto di testa ha toccato un vantaggio massimo di 7'10" con BMC Racing Team e Quick-Step Floors che fino a quel momento si sono limitate a tenere un ritmo regolare.

Un po' di vento non sorprede il gruppo
La prima decisa accelerazione del gruppo è arrivata una quindicina di chilometri più avanti portata dalla Quick-Step Floors e dalla Mitchelton-Scott. Superata Cecina, infatti, c'era un tratto di strada parallelo alla costa abbastanza ventoso e Niki Terpstra e Luke Durbridge hanno allungato abbastanza il plotone: nonostante ciò, nessuna squadra ha preso seriamente in considerazione l'ipotesi di provare a creare dei ventagli e dopo un po' da dietro hanno alzato il piede dell'acceleratore consentendo allo stesso tempo un più facile rientro a Rafal Majka che aveva forato in una fase di corse non certo ideale.

A 60 chilometri dall'arrivo in località Donoratico il vantaggio dei fuggitivi Foliforov, Mosca e Sagiv era già sceso sotto ai tre minuti ed a quel punto il loro destino era ormai segnato. Fino al circuito finale di Follonica c'è stato poco da segnalare in corsa: Mosca ha vinto i due traguardi volanti di giornata proprio a Donoratico e Follonica mentre in mezzo si sono verificate numerose forature nel gruppo, una anche per Chris Froome, ma tutti i coinvolti sono poi riusciti a rientrare prima dell'inizio della fase più delicata. Ai meno 25 chilometri, al primo passaggio sotto all'arrivo, il ritardo del gruppo nei confronti di Foliforov, Mosca e Sagiv era ridotto ad appena 35".

Un caduta nel finale attarda alcuni uomini di classifica
Il finale era caratterizzato da tre giri da 8.3 chilometri ciascuno: un circuito abbastanza variegato con tratti molto tortuosi alternati ad altri più filanti su una carreggiata abbastanza larga. A 12 chilometri dall'arrivo il gruppo è andato a riprendere Alexander Foliforov, Jacopo Mosca e Guy Sagiv che quindi hanno concluso la loro avventura con circa 160 chilometri in testa alla corsa.

All'inizio dell'ultimo giro, a circa 7 chilometri dall'arrivo, il plotone si è spezzato a causa di una caduta avvenuta attorno alla trentesima posizione: una bruttissima notizia per molti corridori, in particolare quelli di classifica, visto che ci si trovava fuori dalla zona di neutralizzazione dei distacchi e che l'elevata velocità non rendeva facile l'inseguimento. Alcuni tra coloro che sono rimasti ostacolati dalla caduta, come Bob Jungels, sono riusciti a salvarsi grazie al lavoro dei compagni di squadra, ad altri invece è andata peggio: Simon Spilak e Damiano Cunego hanno perso un minuto, Adam Yates ha preso 1'13", Primoz Roglic e Ben Hermans 1'42". Una tappa apparentemente innocua finirà quindi con l'avere un certo perso nell'economia generale della corsa.

Finalmente esulta Kittel, Nizzolo è terzo
Negli ultimi due chilometri la Trek-Segafredo ha provato a prendere la testa del gruppo con il suo treno per Giacomo Nizzolo ma stavolta il Team Katusha-Alpecin è riuscito a trovare il varco giusto al momento giusto e all'ultimo chilometro davanti c'erano quindi le maglie rosse con la grande K bianca: da quella posizione Marcel Kittel non poteva sbagliare e anche se Rick Zabel lo ha lasciato al vento con un attimo di anticipo, il tedesco ha avuto strada libera davanti a sé per sprigionare tutta la sua potenza e spegnere i sogni di rimonta di chi gli era a ruota. Secondo si è piazzato il campione del mondo Peter Sagan che aveva battezzato proprio la ruota di Marcel Kittel e che negli ultimi metri di volata ha anche provato ad uscire dalla scia del tedesco, ma lo slovacco della Bora oggi non è mai sembrato essere in gradi di poter lottare per la vittoria.

Buon terzo posto per Giacomo Nizzolo dopo tanto lavoro della squadra: forse la Trek è partita un po' troppo presto con il suo ottimo lavoro, ma perdere uno sprint da Kittel e Sagan è un risultato estremamente onorevole e che non può lasciare troppi rimpianti. Un po' sorprendente invece il quarto posto di Michal Kwiatkowski che si è lanciato nella mischia tenendo molto bene la posizione: il polacco della Sky è veloce ma ovviamente meno degli sprinter puri, magari al termine della tappa ha fiutato la possibilità di fare un test in vista della Sanremo o di provare addirittura a prendere un abbuono e allora ha fatto un tentativo. Tra gli italiani ci sono stati anche il sesto posto di Jakub Mareczko ed il decimo di Simone Consonni, solo settimo un altro grande favorito come Fernando Gaviria mentre non ha convinto Caleb Ewan che ha sprintato chiudendo solo 11°.

Patrick Bevin nuovo leader, ma da domani si fa sul serio
In classifica generale cambia il padrone della maglia azzurra, non per gli abbuoni ma per il gioco dei piazzamenti tra gli uomini della BMC Racing Team: il neozelandese Patrick Bevin ha infatti tagliato il traguardo in quinta posizione facendo meglio del compagno di squadra Damiano Caruso che comunque ha sgomitato tanto per rimanere davanti nel finale chiudendo quindicesimo di tappa.

Tuttavia la classifica sarà rivoluzionata domani nella terza tappa di questa 53esima edizione della Tirreno-Adriatico. In programma c'è una maratona di 239 chilometri tra Follonica e Trevi con un finale ricco di strappi e l'arrivo posto in cima ad una rampa abbastanza dura: gli uomini capaci di difendersi bene sulle salite brevi e con grandi doti di esplosività (ultimi 1500 metri all'11% medio, massima del 20%) avranno segnato questo traguardo già da tempo.
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