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18.07.2018 19:29

Tour de France, le tattiche adottate dalle squadre a La Rosière non convincono del tutto: Movistar, Bahrain e anche Sky, analizziamo come si sono mosse


Ma che razza di tattica è questa?

La fiera del nonsense raccolta in poco più di 100 km. Se la prima tappa alpina della Grande Boucle si è rivelata a dir poco soporifera, ecco che la seconda frazione sulle montagne transalpine ci regala sorprese a ripetizione con scatti e controscatti che è stato difficile comprendere. Sarà che siamo arrivati in quota (eppure non si è ancora superato quota 2000 metri sul livello del mare), o sarà la tensione per un Tour che finora è sembrato più che altro una gara a eliminazione tra cadute e “selezione da dietro” ma la sensazione è che oggi sia stata una giornata da bollino nero per i direttori sportivi degli uomini di classifica.

Più che una sensazione è praticamente una certezza; resta solo da capire se nei flop di oggi a livello tattico vada inserito il team Sky o meno.

Ehi Geraint! Ma cosa fai?
Fino alla penultima salita di giornata il copione era il solito con il gruppone guidato dal treno Sky che lascia spazio al solo Valverde in avanscoperta, evidentemente considerato il meno pericoloso del tris spuntato della Movistar. A un certo punto addirittura ecco che anche la Bahrain Merida di Nibali si mette a dar manforte a Froome e compagni, quasi per alleggerire il lavoro del team britannico. Basti pensare che nella discesa verso Bourg Saint-Maurice Les Arcs, dove a sorpresa si avvantaggia Tom Dumoulin, erano 7 i componenti del Team Sky nel gruppo dei migliori.

Tutto bene lungo la salita finale con i vari Poels, Moscon e un infinito Kwiatkowski a sfoltire il plotoncino e a rosicchiare secondi al fuggitivo della prima ora Nieve e a Dumoulin. Poi salta Bernal ed ecco che improvvisamente il treno Sky rallenta, fino al tentativo di Geraint Thomas. Il britannico saluta la compagnia lanciandosi all’inseguimento di Dumoulin ma lascia sorpreso Chris Froome che prima sembra fare il gioco del compagno di squadra, poi inizia a parlare animatamente all’ammiraglia tramite la radiolina. Il keniano bianco non può rispondere direttamente al compagno di squadra e sembra quasi elemosinare i tentativi di contrattacco dei suoi avversari.

A cascare nella rete tesa da Froome c’è un disperato Romain Bardet che sa bene di dover recuperare praticamente su tutti i big che puntano al podio. Froome risponde e poi contrattacca con una delle sue solite accelerazioni. Comportamento tutt’altro che logico da parte di chi ha davanti un compagno di squadra che ambisce non solo alla vittoria di tappa ma anche al podio di Parigi. Fatto sta che Froome riesce a raggiungere, assieme all’altra “preda di giornata” Daniel Martin, Thomas che intanto si era portato comodamente a ruota di Dumoulin. All’arrivo del compagno di squadra, ecco un nuovo scatto di Geraint Thomas che lascia nuovamente sul posto il compagno di squadra, Dumoulin e il fuggitivo della prima ora Damiano Caruso. Grazie alla progressione negli ultimi 700 metri Thomas riesce a riprendere Nieve arrivando a braccia alzate sul traguardo di La Rosière e conquistando anche la maglia gialla.

Per Froome ecco poi la terza posizione alle spalle di Dumoulin. Stando a guardare l’ordine d’arrivo sembra un trionfo per la Sky con due uomini nelle prime tre posizioni ma diversi passaggi della tattica del team britannico non tornano. Lo scatto di Thomas è stato un’improvvisazione del britannico in una situazione non prevista per la squadra o Froome non è abituato al ruolo di vedetta del compagno di squadra? In entrambi casi è assolutamente evidente come nel team le gerarchie non siano ancora definite. Sarà la strada a dirci chi sarà il capitano.

Nairo: datte 'na Movistar!
Se il team Sky ha due capitani in pectore, fino a 40 km dall’arrivo della tappa di oggi, nella Movistar ce n’erano ben 3! Poi ci hanno pensato prima Alejandro Valverde, con un’azione coraggiosa ma mal supportata dalla condizione, e poi Mikel Landa a togliere ogni dubbio alla squadra. Il capitano della Movistar in questo Tour 2018 è Nairo Quintana ma il colombiano fa di tutto per non dimostrarlo sulle strade alpine, suo terreno congeniale. Lo scalatore ventottenne è lontano parente di quello visto nel Giro 2014 o anche alla Vuelta del 2016 quando i tifosi colombiani si esaltavano di fronte alle accelerazioni del loro Nairoman. Oggi Quintana è sembrato attendista, come ormai ci abituato da almeno 20 mesi a questa parte, lasciandosi sfuggire Froome e Martin che si sono avvantaggiati in un tratto in salita di certo non impossibile.

La Mitchelton si scotta, due volte
La squadra australiana sbaglia la tattica e rimane con un pugno di mosche in mano. Mikel Nieve in avanscoperta è un cavallo di razza per conquistare la vittoria di tappa ma c’è anche una classifica generale da curare con Adam Yates che finora aveva fatto bene nella prima metà del Tour. Poi ecco che nell’ultima salita salta tutto con Adam che si stacca dal plotone a metà salita mentre Nieve un km più avanti cercava l’assolo verso il traguardo di La Rosière. Alla fine della frazione la classifica è impietosa con Yates che paga 4'42" dal vincitore Thomas e Nieve, mantenuto davanti nel tentativo di vincere la tappa, che si fa rimontare negli ultimi 300 metri chiudendo la gara al quarto posto.

Bahrain, a che serve tirare ai -40 km?
A chiudere la galleria degli orrori tattici di giornata ecco, infine, la Bahrain Merida che pensa bene di mettersi a tirare sulla penultima asperità facendo rifiatare i gregari della Sky. Come se non bastasse la frittata arriva poco dopo con l’allungo di Dumoulin in discesa (occasione che Vincenzo Nibali doveva cogliere), Gorka Izagirre che alza bandiera bianca preso dai crampi e Domenico Pozzovivo e Franco Pellizotti che cedono il passo sull’asperità finale lasciando il messinese da solo nel gruppetto dei migliori praticamente per tutta la salita che portava al traguardo di La Rosière.

Stasera ognuno dei top team dovrà ragionare sugli errori commessi nel corso della tappa. Finora a pagarne maggiormente le conseguenze è la Movistar che ha praticamente perso due dei suoi tre capitani nel giro di pochi km e che dovrà rivedere completamente tutti i piani in vista della seconda metà del Tour. Il tempo per rimediare non manca e l’auspicio è che già da domani possa esserci il riscatto da parte di alcuni dei team che oggi hanno clamorosamente fallito. Questo Tour così noioso ne ha certamente bisogno, anche per evitare l’ennesimo monologo del Team Sky.
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