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La rubrica pensieRosa #20 - Ceffoni pedagogici

02.06.2019 00:23

Pillole di Giro 2019 in libertà: i penultimi verdetti dalla strada, gli schiaffazzi sonori di López al tifoso scemo, Fausto che conquista (la Cima) Coppi, e altri scemi che spingono Roglic...


I promossi della Feltre-Croce d'Aune
Tappa con più di una fuga, più di un risvolto tattico, più di un su e giù di emozioni. Promuoviamo Pello Bilbao perché con oggi son due frazioni vinte, ma soprattutto perché per il successo odierno troverà poche righe dedicate (tutti parleranno d'altro). Promuoviamo Miguel Ángel López Skiaffazzy (cfr. infra), e promuoviamo Richard Carapaz, che il Giro bel bello se lo vince e ritrova pure la moglie - giunta dall'Ecuador - per festeggiare come si conviene!

A malincuore, qualcuno lo rimandiamo
Mikel Landa non ha avuto già abbastanza malumori per meritare pure questo? Eppure il suo attacco sul Croce d'Aune non ha avuto alcun senso tattico, lasciando solo capitan Carapaz per qualche pericoloso frangente. Rimandato con perdite Davide Formolo, tra i peggio rimbalzati della giornata, ritardo di 12'50" dai migliori e ciao ciao alla top ten; con Roccia c'era pure tra gli altri Jan Polanc, che è stato maglia rosa ma evidentemente ha speso tutto in quei giorni da leader, e ormai non gli son rimaste che le briciole (di energia).

La mala corre, il ciclista si ribella
Solitamente si empatizza coi corridori nel senso di condividerne idealmente gli sforzi, le fatiche, il sudore, il mal di gambe. E quando si tifa, proprio agli arti inferiori si fa riferimento: incitare un ciclista è un po' come pedalare al posto suo per un po', dirgli "forza, dài, da qui a lì sarò io le tue gambe". Oggi per la prima volta ci siamo trovati a stare non nelle gambe di un corridore, ma nelle mani. È successo quando Miguel Ángel López, tirato giù da uno sconsiderato a pochi chilometri dall'arrivo, ha reagito d'impulso prendendo a schiaffoni il soggettone. Siamo contro la violenza, però quella di oggi va rubricata alla voce "legittima difesa", e non del singolo contro il singolo, ma di una categoria intera - i ciclisti - contro la torma dei tifosi indisciplinati. Nessuno s'è fatto male e va bene così, l'irrequieto fan si è portato a casa la vergogna per aver causato un danno a un professionista nel momento del massimo impegno, e oltre a quella pure l'onta di essere stato così platealmente punito, come un qualsiasi adolescente scavezzacollo. E sicuramente la reazione di MAL non configurerà in futuro un deterrente per altri egocentrici cicloappassionati; ma se non altro, almeno oggi, ci ha regalato un minuto di liberatoria rivalsa.

Il Giro degli altri
Tutto un Masnada nella 20esima tappa del Giro, con il corridore dell'Androni che vola in classifica Gpm (Ciccone irraggiungibile e allunga a 267, ma Fausto mette in cassaforte il secondo posto a 115, con Caruso terzo a 84), vola nei traguardi volanti (scavalcato Cima, ora siamo a 88-83, terzo Maestri a 58) e si conferma nella combattività (74 punti per dominare su Cima che ne ha 58 e Ciccone che ne ha 57). Altre graduatorie: nulla cambia per la ciclamino, con Ackermann ormai in porto con 226 contro i 213 di Démare e i 104 di Cima; López cede qualcosina nella bianca, ora ha 1'53" su Sivakov e 8'39" su Carthy; Cima inamovibile dalla vetta delle fughe, 932 i suoi punti, 816 quelli di Frapporti e 742 quelli di Maestri; Movistar a dama tra i team, anche se si avvicinano seconda (Astana, a 17'53") e terza (Bahrain, a 19'23").

Fausto & Cima Coppi
La Cima Coppi è stata istituita nel 1965 e come tutti sapete celebra la vetta più alta di ogni edizione del Giro d'Italia. Curiosità delle curiosità: in 55 anni (compreso il 2019) quanti saranno stati i Fausto ad aver conquistato la Cima Coppi? Uno solo. Quando? Oggi: Fausto Masnada, è stato proprio lui a colmare questa bizzarra ma rilevante lacuna, sul Manghen, salita che ha ereditato il titolo dal previsto Gavia (saltato per neve). Una piccolissima storia nelle pieghe del Giro, ma una di quelle cose di cui tra 100 anni forse ancora si parlerà. O quantomeno ne parleranno i ciclonerds come noi.

Tifosi bizzarri, tifosi buzzurri
Che poi la vicenda López è l'ennesimo episodio di un certo tenore, e non possiamo certo dire di non averne ormai abbastanza. Dagli stupidissimi fumogeni ai corridori selfisti, dai costumi carnevaleschi agli spingitori di corridori. A quest'ultima categoria un paio di fan di Primoz Roglic, che l'hanno spinto per diversi secondi convinti di fargli un favore, e invece gli son costati una penalizzazione di 10" in classifica. Perché poi il dato che spesso unisce queste genti diversamente sfaccendate è che di ciclismo ne sanno abbastanza poco. Non a sufficienza da capire il danno che possono causare - direttamente o indirettamente - ai ciclisti impegnati in gara. Oddio, forse non dipende dal saperne o meno di ciclismo, ma dal saperne o meno sull'antica arte dello stare al mondo.
Notizia di esempio
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!