Professionisti

Roglic, un altro finale di fuoco sul San Luca

02.10.2021 20:54

Primoz conquista per la seconda volta il Giro dell'Emilia su Almeida, Woods e Yates. Evenepoel quinto dopo aver (come al solito) terremotato la corsa. Ulissi ottavo e primo degli italiani, Mavi García vince la prova femminile


Di nuovo San Luca, di nuovo Primoz Roglic. Al termine di un'edizione più che mai vibrante, con battaglia piena lungo tutti i passaggi sul mitologico Colle, il Giro dell'Emilia ritrova nel suo albo d'oro un nome che già l'aveva frequentato, precisamente nel 2019. Stagione in cui il nostro eroe aveva pure conquistato la crono d'apertura al Giro d'Italia, proprio sul San Luca. Insomma per Roglic c'è quasi quasi aria di casa in quel di Bologna, e in particolare quella rampa che fa parte della storia del ciclismo sembra disegnata appositamente per le sue ruote. La progressione con cui oggi ha stroncato avversari del calibro di João Almeida, Michael Woods, Adam Yates e un generosissimo e come sempre folle Remco Evenepoel, è un pezzo di bravura che fa parte delle specialità della casa, certo ogni volta che vediamo un'azione di tale bellezza restiamo giustamente a occhi spalancati.

Una partecipazione di gran livello, uno spettacolo sportivo che ha onorato la tradizione di questa corsa, un finale palpitante e di infrequente bellezza, non poteva esserci prologo migliore per la lunga infilata di classiche italiane che punteggeranno quasi interamente la prossima settimana (il culmine, come sappiamo, il Lombardia).

Il Giro dell'Emilia 2021, edizione numero 104 della corsa, misurava 195.3 km, con partenza da Casalecchio di Reno e traguardo sul San Luca, muro su cui i corridori avrebbero dovuto transitare altre quattro volte prima dell'arrivo. Al km 15 è partita una fuga di nove uomini composta da Natnael Tesfatsion (Androni-Sidermec), Andrea Garosio e Giovanni Carboni (Bardiani-CSF), Davide Bais (Eolo-Kometa), Joab Schneiter (Vini Zabù), Lorenzo Milesi (Beltrami TSA-Tre Colli), Matteo Baseggio (General Store Essegibi), Paul Wright (Mg.K Vis VPM) e Filippo Dignani (Work Service Marchiol), poi è rientrato pure Ide Schelling (Bora-Hansgrohe) e il drappello è andato a prendere fino a 4'20" di vantaggio (al km 44). Qualche assestamento sulla salita di Ca' Bortolani (km 55), dove Dignani ha temporaneamente perso contatto, quindi un ottimo accordo con cui, malgrado qualche intoppo (una foratura di Bais), si è giunti alla salita della Medelana.

Qui il drappello si è selezionato e davanti sono rimasti i soli Garosio, Carboni e Milesi, poi in vista dello scollinamento dei -73 si sono riaccodati Schelling e Bais, e il margine sul gruppo a questo punto era già inferiore ai due minuti. Qualcosina i cinque hanno ripreso nell'avvicinare Bologna e il circuito finale, ma già sul primo passaggio per il San Luca il quintetto è diventato una coppia, nel senso che i due Bardiani, Garosio e Carboni, sono rimasti subito soli.

Dietro non si dormiva, dopo un forcing-allungo di Mauri Vansevenant (Deceuninck-Quick Step) un quintetto è uscito a fine salita in caccia dei primi (che avevano ormai poche decine di secondi di margine), e i nomi erano altisonanti: Remco Evenepoel e Fausto Masnada (Deceuninck-Quick Step), Adam Yates (Ineos Grenadiers), Sepp Kuss e Primoz Roglic (Jumbo-Visma), mancavano oltre 35 chilometri alla conclusione e a uno come Remco sarà parsa una gittata pure troppo ridotta per condurre un attacco. Fatto sta che i contrattaccanti già in discesa (ai -34) hanno raggiunto Garosio e Carboni, con un margine di 15" sul gruppo e con altre quattro scalate del San Luca da affrontare.

Sulla successiva si sono comprensibilmente staccati Garosio e Carboni, ma pure Kuss ha alzato bandiera bianca, lasciando per un attimo Roglic da solo. Dal gruppo (che praticamente si era rimesso in scia agli attaccanti) sono in compenso usciti in contropiede Jonas Vingegaard (Jumbo), pronto a rimpiazzare Kuss in quota giallonera, Clément Champoussin (AG2R Citroën), David Gaudu (Groupama-FDJ), Michael Woods (Israel Start-Up Nation), Pavel Sivakov (Ineos) e un altro Deceuninck, João Almeida, che in realtà è andato a prendere il posto di Masnada che si era appena staccato. Un forcing di Roglic ed Evenepoel ha respinto indietro Sivakov, e prima dello scollinamento abbiamo assistito a un allungo di Almeida, partito insieme a Vingegaard. La coppia è passata sotto lo striscione con 3" sugli altri attaccanti e una quindicina sul gruppo. Mancavano 28 km alla fine.

In discesa i primi si sono ricompattati, poi Gaudu ha forato ai -25 e si è ritrovato fuori dai giochi, dato che l'ammiraglia era lontana e lui s'è dovuto fermare. Dietro tirava la UAE-Emirates di uno spento Tadej Pogaçar (destinato a ritirarsi). Al terzo passaggio sul San Luca, ai -19, Almeida ha riproposto lo stesso attacco di prima, di nuovo contrato da Vingegaard, quindi Remco ha rilanciato, controllato da Roglic. L'effetto di queste botte è stato di far staccare pure Champoussin, che è stato poi raggiunto e superato da Steven Kruijswijk (Jumbo), il quale è rimasto a metà strada fino alla scalata successiva, mentre da dietro veniva fuori anche Daniel Martin (Israel).

L'irlandese ha staccato ai 10.5 Kruijswijk e si è impegnato nella proibitiva impresa di recuperare tutto solo quasi 40" ai sei battistrada. Quella che era la quarta e penultima ascesa al San Luca ha visto il solito forcing di Almeida verso la cima, ma a sorpresa a staccarsi è stato proprio il suo compagno Evenepoel con Vingegaard; i due poi sono rientrati, ma poco dopo Almeida ha rifatto il giochino, e di nuovo Remco e Jonas hanno perso contatto, per cui davanti son rimasti in quattro: Yates (transitato per primo in vetta), Almeida, Woods e Roglic.

Ai -7.5 i due staccati si sono accodati un'altra volta, e quel matto di Evenepoel è subito scattato in contropiede su una breve contropendenza nel mezzo della picchiata. Roglic l'ha francobollato subito, Almeida, Woods e Yates hanno risposto, e invece Vingegaard stavolta è saltato definitivamente. Remco ha insistito nella sua guerriglia che ha fatto venire il mal di testa a tutti (in particolare a João, che si è staccato e si è dovuto impegnare a fondo per chiudere il buco ai -3).

Tutti insieme hanno allora approcciato ai -2 l'ultima scalata al Colle, pronti a giocarsi il successo. Evenepoel ha continuato a fare il ritmo fino ai 1100 metri, allorquando sulla Curva delle Orfanelle Almeida è partito deciso. Woods è stato il primo a rispondere, poi Roglic e Yates hanno reagito, mentre Remco è rimasto staccato, ma con la rabbia e coi denti è rimasto più o meno a tiro. Una breve fase di studio ha preceduto l'affondo di Yates agli 800 metri, stavolta Roglic è stato il più reattivo, ma pure gli altri due son riusciti a superare indenni la rasoiata del britannico.

Ai 500 metri, si guardavano tutti, e allora Remco è rientrato e ha piazzato uno scatto assassino. Per un attimo ha pure fatto il vuoto, poi Roglic ha messo sul piatto una progressione spaventosa che gli ha permesso di chiudere sul fiammingo ai 400 metri; aveva a ruota Almeida, è volato via con lui, sfida a due e staccati tutti gli altri. O perlomeno, della sfida abbiamo avuto giusto una suggestione, finita subito nel momento in cui, ai 300 metri, il ritmo di Primoz ha letteralmente stroncato il portoghese, che si è dovuto sfilare dalla ruota dello scatenato sloveno.

Roglic ha concluso vittoriosamente il suo esaltante finale, 3" su Almeida, 5" su Woods, 10" su Yates, 28" su Evenepoel, praticamente tutti dispersi in meno di mezzo chilometro; a 1'23" ha chiuso Martin, a 1'45" Bauke Mollema (Trek-Segafredo) ha anticipato Diego Ulissi (UAE), ottavo a 1'46", Ben Hermans (Israel) a 1'50" e Nairo Quintana (Arkéa Samsic) a 1'59". 11esimo a 2'05" ha chiuso Alessandro De Marchi (Israel), che questa corsa l'ha vinta nel 2018.

Nella gara femminile, disputata su 87.2 km con arrivo sul San Luca (unico passaggio), successo per Mavi García (Alé BTC) che è partita a 500 metri dalla conclusione ed è riuscita a fare il vuoto. Alle sue spalle Arlenis Sierra (A.R. Monex) a 8", Rachel Neylan (Parkhotel Valkenburg) a 13", Rasa Leleyvite (Aromitalia-Basso Bikes) a 33", Silvia Zanardi (Bepink) a 35", Letizia Borghesi (Aromitalia) a 42", Greta Marturano (Top Girls Fassa Bortolo) a 46", Barbara Malcotti (Valcar-Travel&Service) a 52", Katia Ragusa (A.R. Monex) a 54" e Silvia Magri (Valcar) a 1' netto.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!