Ciclocross

Guida galattica per ciclocrossisti

21.09.2018 17:40

Il compendio della stagione che sta iniziando: tra tradizione e cambiamento, Van der Poel, Van Aert e Cant i punti fermi. L'Italia cresce


Con l’ormai tradizionale trasferta oltreoceano apre i battenti la Coppa del Mondo di ciclocross, appuntamento UCI che, con questa edizione, festeggia il suo primo quarto di secolo. Prima di affrontare nel dettaglio le prove che gli atleti affronteranno è bene rinfrescare la memoria, annebbiata da tanta, troppa, astinenza (ribattezzata crosstinenza), su quanto avvenuto la scorsa stagione.

Ad aggiudicarsi la classifica generale in campo maschile è stato Mathieu van der Poel, a segno in ben sette delle nove gare disputate, in seconda posizione Wout van Aert, vincitore in due occasioni (Zeven e Namur), mentre in terza troviamo Toon Aerts, il quale, dopo un inizio terribile, si è rivelato il più costante tra i rivali dei due dioscuri, nonché l’unico in grado, talvolta, di impensierirli.

Tra le donne la vittoria finale è andata a Sanne Cant, protagonista di un dominio dalle dimensioni quasi vanderpoeliane (cinque successi parziali). A seguire l’americana Katie Keough, sugli scudi a inizio stagione, e la nostra Eva Lechner, autrice invece di un ottimo finale. Degne di menzione anche Katarina Nash, Maud Kaptheijns, Evie Richards e Katie Compton, capaci di salire sul primo gradino del podio rispettivamente a Iowa City, Koksijde, Namur e Nommay.

Ma veniamo all'edizione, la ventiseiesima, che comincia domenica
È una Coppa del Mondo che si presenta rinnovata, con un occhio alla tradizione. Infatti, il massimo circuito internazionale torna in paesi legati a doppio filo alla disciplina come Svizzera (con la prova di Berna del 21-10) e Repubblica Ceca (il ritorno in quel di Tabor è previsto per il 17-11). Sono confermati invece gli appuntamenti americani di Waterloo e Iowa City, il cui ordine è invertito rispetto allo scorso anno, e quelli belgi di Koksijde, Namur e Zolder. A chiudere la manifestazione la tappa francese, che, dopo il grande successo di pubblico di Nommay, si sposta a Pont-Chateau, e quella neerlandese, il consueto GP Adrie van der Poel di Hoogerheide.

Escono di scena Bogense, su cui poi torneremo, e la tedesca Zeven. Valkenburg, dopo lo splendido mondiale, ha optato per non riprendere il suo posto in Coppa del Mondo, in quanto troppo impegnata a leccarsi le ferite economiche lasciate dalla rassegna arcobaleno, lasciando tuttavia una porta aperta per il futuro.

Le novità non finiscono
Spostando la nostra attenzione verso il Belgio troviamo Superprestige e DVV un po’ diversi da come ce li ricordavamo, per motivi differenti: principalmente formali per il primo, sostanziali per il secondo. Il Superprestige conferma la composizione dello scorso anno, con un solo cambiamento rilevante: Zonhoven non si disputerà più a metà ottobre ma il 16 di dicembre, andando ad arricchire ulteriormente il periodo natalizio che da quest’anno porterà, vista la notevole quantità di gare, gli appassionati a rischio cross-overdose. Le novità riguardano l’assetto proprietario, con l’avvenuta acquisizione della storica challenge belga da parte di Flanders Classic.

Il DVV invece muta la sua struttura: escono Ronse ed Essen, passati sotto l’egida del Brico Cross e rientra dopo alcuni anni lo Jaarmarktcross di Niel. L’altro posto lasciato libero sarà occupato dal Bruxelles University Cross, che si svolgerà il 6 gennaio prossimo in una location del tutto inedita. Il resto rimane invariato, appuntamento il primo di novembre col Koppenbergcross.

E in Italia?
Il Giro d’Italia Ciclocross ritorna con sei tappe, dal 7-10 al 6-01, da Senigallia a Roma, nella cornice delle Capannelle, passando per Sappada, Lignano, Ferentino e Succivo, interessando la penisola da nord a sud.

Il Selle SMP Master Cross comincia a Cles il 21-10 per poi toccare Brugherio, Faé di Oderzo, Gorizia, con la conclusione prevista il 16-12 a Vittorio Veneto (data da confermare).

Affonda le sue radici nel nordest anche il decano dei circuiti italiani, il Trofeo Triveneto, alla sua trentanovesima edizione, il cui calendario prevede anche uno sconfinamento in Slovenia e una nuova prova a Bibione.

I campionati italiani si svolgeranno il weekend del 13 gennaio all'Idroscalo.

Europei e Mondiali
Il campionato continentale sarà ospitato da Rosmalen, località neerlandese situata nella municipalità di ‘s-Hertogenbosch, nota nell'ambiente per il GP van Brabant, dal 2 al 4 novembre.
I mondiali si terranno a Bogense, su di un percorso che, sferzato dal vento e dall'acqua del Mare del Nord, promette di regalare gare memorabili, il 2 e 3 febbraio 2019.

In prima fila ci sono loro, sempre loro: Mathieu van der Poel e Wout van Aert
Mathieu dopo la straordinaria campagna estiva (6 vittorie e argento europeo su strada, a cui aggiungere il bronzo mondiale XCO) ha optato per un periodo di riposo, rimandando la sua prima apparizione crossistica al 6 di ottobre, a Meulebeke. Il fenomenale figlio e nipote d’arte ha rinnovato il suo impegno coi colori della Corendon-Circus, prossima ad ottenere la licenza Pro Continental, fino al 2023, promettendo di non abbandonare il fuoristrada nelle prossime stagioni.

Chi rischia invece di essere all'ultimo inverno sui campi di gara è Wout van Aert. Il campione del mondo, dal 2020 vestirà la maglia Jumbo e potrebbe dover rinunciare a gran parte del suo calendario invernale (nei mesi che verranno lo vedremo al via di 30 gare), sacrificandolo sull'altare delle classiche del nord.

La stagione del Clark Gable van de cross non nasce sotto i migliori auspici: all'inopinato errore con conseguente rottura del deragliatore che gli è costata la vittoria a Geraardsbergen si è unita la brusca separazione con Sniper Cycling, causata dalle frizioni degli ultimi mesi (e da un rapporto non sempre dei più tranquilli anche in passato). Separazione che in queste ore si è arricchita di un nuovo capitolo, da affrontare in tribunale. Il sodalizio diretto da Nick Nuyens ha infatti citato in giudizio il corridore per la risoluzione anticipata del contratto.

Wout, che correrà da indipendente i prossimi cross, mostrando una maglia arcobaleno old school, priva di sponsor, è di sicuro uno degli atleti più attrezzati mentalmente per reggere questa situazione spiacevole ma è da vedere se e quanto impatterà sulle sue prestazioni.

Fuori dal Belgio (e Paesi Bassi)? Nessuna pietà
Lars van der Haar, dopo una seconda parte di stagione sottotono e falcidiata da malanni in serie è tornato in splendida forma, come testimonia la vittoria sul Kapelmuur, arrivata con una buona dose di fortuna, certo, ma guadagnata con un’ottima gestione delle forze e con una condotta di gara attenta, che lo ha portato a respingere l’attacco disperato di un WvA ferito e furente.

In casa Telenet-Fidea troviamo anche due corridori del calibro di Toon Aerts e Quentin Hermans.
Toon è stato uno dei pochissimi a giocarsela alla pari su determinati terreni, quelli fangosi e pesanti, con i due campionissimi, tuttavia, a una straordinaria potenza abbina delle capacità tecniche insufficienti per un corridore del suo livello. Se riuscirà a correggere questo difetto, potrà essere un cliente molto scomodo.

Quinten invece è stato la rivelazione dell’estate su strada, con le vittorie all'Oberosterreich Rundfahrt e al Giro di Vallonia, che gli sono valse l’attenzione non solo delle corazzate del ciclocross, ma anche di qualche compagine stradista. Atleta velocissimo e adatto a percorsi filanti è chiamato a confermare e migliorare la sua prima, buona, stagione tra gli élite, magari cominciando proprio da Waterloo (lo scorso anno concluse sul podio).

Laurens Sweeck e Daan Soete sono due nuove pedine della Pauwels-Vastgoedservice (nella squadra gemella, la Creafin, militerà da gennaio invece un altro nome in grande crescita, Tim Merlier). Entrambi sono dotati di tecnica sopraffina e trovano il loro terreno di elezione nella sabbia, Sweeck, in particolare, se in giornata, può puntare al bersaglio grosso, come testimoniato dal campionato belga di gennaio.

Per quanto riguarda la Marlux, per un Kevin Pauwels al passo d’addio, c’è un Michael Vanthourenhout con un nuova consapevolezza, frutto del magnifico argento mondiale, anticipato peraltro da una serie di prestazioni via via crescenti. Il biondissimo Michael dovrà imparare a frenare la sua foga e a correre in maniera più accorta, senza finire la benzina anzitempo, come a volte gli capita. Si concentrerà invece sul terzo titolo mondiale tra gli under Eli Iserbyt, il quale però non disdegnerà qualche capatina tra i grandi, come avvenuto anche l’anno scorso, in particolare nel Superprestige,

Latitano invece, almeno tra gli uomini élite, i protagonisti al di fuori del BeNe. La stessa cosa non si può dire delle categorie giovanili: al promettentissimo Pidcock, fresco di passaggio nella squadra che porta il suo nome, o meglio le sue iniziali, la TP Racing, si affiancano ragazzi di sicuro talento come il connazionale Ben Tulett (secondo junior primo anno a laurearsi campione di categoria, dopo MvdP, con cui condivide la militanza nell'accademia Iko-Beobank), il ceco Kopecky, lo svizzero Rouiller, l’americano Hecht e l’interessante pattuglia di francesi, capitanata da Benoist.

Gli italiani
Gioele Bertolini, nella ridente Valkenburg, ha colto i frutti di una stagione gomito a gomito con i migliori del mondo in CdM e nel SP, giungendo al traguardo in sesta posizione. Un risultato magnifico, nonché il migliore per un italiano da diversi anni, che ha cancellato la delusione per un campionato italiano sfortunato e, soprattutto, con un percorso inadatto a mostrare le qualità del valtellinese. Per lui anche diverse vittorie nel panorama italiano, tra cui un bellissimo Ciclocross del Ponte.

L'alfiere del Team Selle Italia-Guerciotti (da questa stagione squadra UCI) sarà ancora al via del SP (e delle gare di CdM), alla cui versione dedicata agli under, parteciperà il compagno Jakob Dorigoni, campione italiano di categoria e ottavo al mondiale. Il bolzanino, in palla nelle corse dilettanti su strada nostrane (due vittorie, a Lamporecchio e Briga Novarese), potrà continuare la sua crescita al cospetto dei migliori coetanei.

I gemelli Braidot, reduci da una buonissima campagna di mtb, e Fontana saranno sicuramente della partita in diverse occasioni internazionali e nazionali, così come i Samparisi bros, già in luce al Qiansen Trophy in Cina. Per Lorenzo sono arrivati due secondi posti, in entrambi i casi dietro al neerlandese Van der Meer, per Nicolas un terzo.

È giovanissimo invece, classe 2003, Lorenzo Masciarelli, terza generazione di una famiglia a vocazione ciclistica, da quest’anno tra le fila della Callant-Dolcini, formazione giovanile della Marlux. Il 15enne allievo abruzzese, alla sua prima gara in Belgio ha mostrato qualità non indifferenti, piazzandosi secondo a Geraardsbergen. Respirare l’aria del ciclocross al suo apice non potrà che fargli bene.

Il mondo femminile
Non ce ne vogliano gli amici maschietti ma le migliori speranze italiane di risultato risiedono nel settore femminile: Eva Lechner e Alice Maria Arzuffi fanno ormai parte dell'élite del ciclocross mondiale. La bolzanina, che dal primo ottobre vestirà la maglia della Creafin, a testimonianza di un fuoco per il cross che non ha smesso di ardere, anzi, tutt'altro, ha cominciato la stagione col botto, vincendo con uno splendido assolo il Brico Cross svolto sulle pendici della salita simbolo del Giro delle Fiandre.

Al secondo posto, a completare la festa tricolore, è arrivata proprio la Arzuffi. La brianzola, alla seconda stagione con la Steylaerts, ha conosciuto la gioia della vittoria internazionale sul finire del 2017, nella fangosissima Bredene e ha offerto una lunga serie di convincenti prestazioni tra cui spicca il bronzo europeo ottenuto a Tabor. Di solito confermarsi al top è la parte più difficile per uno sportivo, ma quello che è sicuro è Alice Maria ha tutte le carte in regole per essere nelle prime posizioni nelle gare che contano.

A capitanare le rivali delle nostre connazionali non può che esserci la fortissima Sanne Cant, la fortissima belga, reduce da una stagione clamorosa per continuità, che l’ha vista trionfare in 15 occasioni, oltre che nelle classifiche generali di CdM e SP. La perla della stagione è di certo la conferma mondiale, in una gara al cardiopalma, che sembrava persa, prima di una strepitosa rimonta su Katie Compton. La Cant, ancora in ritardo di condizione nella prima gara disputata, s'è anche disimpegnata bene su strada, con il terzo posto al campionato nazionale in linea.

Ad aggiudicarsi l’unica classifica generale sfuggita alle grinfie di Sanne è stata proprio l’americana Compton, reduce da una delle stagioni migliori della sua carriera, alle soglie dei 40 anni. Il segreto? Per la prima volta ha deciso di stabilire la sua residenza in Belgio, in modo da respirare l’essenza del cross. Scelta azzeccatissima.

Il cross femminile è senz'altro più democratico di quello maschile e presenta, nonostante una dominatrice chiara, diverse ragazze in grado di battagliare per i primi posti, in base al percorso che di volta in volta si presenta davanti a loro.

La già citata Compton, Nikki Brammeier, Ellen van Loy ed Helen Wyman danno il loro meglio su terreni resi pesanti dal fango e in presenza di dislivelli importanti, Maud Kapetheijns si esalta su percorsi tecnici e sabbiosi mentre la biker inglese Evie Richards, campionessa under 23, ha dato prova di un talento poliedrico, capace di portarla sul primo gradino del podio a Namur e sul terzo ad Hoogerheide, tracciati che più diversi non si può. Lo stesso si può dire dell’americana Keough, forte dappertutto.

Tra le altre atlete che lotteranno per le zone nobili delle classifiche, parziali e generali, vale la pena ricordare Lucinda Brand, Anne Marie Worst (neocompagna della Arzuffi), Sophie de Boer e l’immensa Marianne Vos (che sarà al via delle prove americane di Coppa del Mondo). Senza contare due come Pauline-Ferrand Prevot e Jolanda Neff, formidabili biker e ottime crossiste.

Tra le nuove leve meritano una menzione la neerlandese di natali dominicani Ceylin del Carmen Alvarado, le nostre Chiara Teocchi, che si appresta alle prime esperienze da élite, e Sara Casasola, la belga Laura Verdonschot e, soprattutto, la britannica Harriet Harnden, la quale, appena 16enne, s’è abbattuta come un uragano sul mondiale femminile under, gareggiando senza timore alcuno contro atlete anche di 5 anni più anziane.

Nota a margine per due ragazze, che difficilmente vedremo all'opera quest’inverno. La ex campionessa del mondo Thalita de Jong fatica a riprendersi dalla serie di infortuni patiti, ha lasciato l’Experza, il team che l’ha accolta dopo l’esperienza in Waowdeals, ed è attualmente senza contratto. La regina del Koppenberg, Jolien Verschueren, continua a combattere con il tumore al cervello che l’ha colpita all'inizio dell’anno. A lei vanno i nostri auguri, con l’auspicio di vederla combattere, sì, ma sulle arcigne pendenze del muro che l’ha resa famosa.

Chiudiamo con una notizia positiva: la Trek ha deciso di equiparare i premi delle gare maschili e femminili di Coppa del Mondo organizzate in Wisconsin. Un piccolo passo economico, un grande passo per la parità.
Notizia di esempio
Nicolae Tanovitchii declassato, la 3a tappa del Giro di Romania è di Jeen De Jong