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Mondiali su strada - Dieci nomi

24.09.2022 16:43

I favoriti dei Mondiali di Wollongong: Belgio centro della corsa, Pogacar, Van der Poel e Matthews i più temibili, la Francia ha uno squadrone da paura. Italia tra le outsider si affida ai numeri di Bettiol e Bagioli e all'esperienza di Trentin



Partenza: Helensburgh ore 02.15 (ora italiana)
Arrivo: Wollongong ore 08.30-08.50 (ora italiana)

Analisi del percorso: Il campionato del mondo australiano, lungo 266.9 chilometri, si può facilmente suddividere in tre parti: la prima e più semplice altimetricamente è quella che dalla partenza di Helensburgh porta sino alla linea d'arrivo situata su Marine Drive. Questo tratto, appena 27.7 km tutti pianeggianti, è l'unico in linea e molto probabilmente servirà solo per formare la fuga di giornata, spesso ricca di comprimari in cerca di attenzioni; il secondo segmento, che porterà fino al chilometro 62, si snoda su e attorno al Mount Keira (8.7 km al 5% medio e con punte al 15%), ma è facile che a causa della distanza dal traguardo la lunga salita risulti interlocutoria ai fini non solo del risultato finale, ma anche dello sviluppo tattico in corsa, anche perché verrà scalata solamente una volta; quando dalla discesa si sarà tornati a Wollongong, al traguardo mancheranno ancora 205 chilometri, buoni per ben dodici giri sul circuito finale da 17.1 km dove verosimilmente si deciderà il Mondiale. Osservandoli nel dettaglio, la prima parte è complicata planimetricamente, contiene molte curve e non è del tutto piatta, ma in gruppo si faranno ugualmente alte velocità, in particolare per mantenere la testa in vista degli strappi. Soprattutto nelle ultime tornate sarà infatti importante farsi trovare davanti all'imbocco del Mount Ousley (580 metri al 7.2%), perché la sua cima è molto vicina alle prime rampe del Mount Pleasant (1.1 km al 7.7% con punte oltre il 16%), dove partiranno molti attacchi degni di nota e meritevoli di considerazione. In cima a questo vero e proprio muro, i cui tratti duri sono posti all'inizio e alla fine, all'arrivo mancheranno ancora quasi otto chilometri, due dei quali in discesa. Solo ai -6 si tornerà in piano e, dopo un paio di curve tecniche e un cavalcavia, i corridori ritroveranno i lunghissimi rettilinei che portano fino ai -1500 metri. Qui un breve tratto in contropendenza precede il velocissimo ultimo chilometro, i cui primi 500 metri sono in leggera discesa. Sullo slancio si arriverà dunque all'ultima curva destra-sinistra e al rettilineo finale, circa 250 metri all'1/2%: i corridori veloci lo ameranno senz'altro.

1.Wout van Aert


Come quasi sempre accade nelle gare di un giorno, il favorito è WVA. Reduce da Amburgo, Plouay e Canada, ha palesato una condizione molto buona ma non eccellente, forse proprio in vista di questo appuntamento. Da vedere se il belga stavolta riuscirà a non subire il ruolo di faro e cogliere questa grossa opportunità di diventare campione del mondo. Una volata di gruppo nutrito (30-40) sarebbe forse la sua opzione migliore ma anche in caso di gara selettiva sarà difficile sbarazzarsene. Il rettilineo finale è molto adatto alle sue caratteristiche di sprinter e la vicinanza di Remco  gli farà bene in alcune situazioni di corsa, permettendogli magari di anticipare addirittura in prima persona.

2.Tadej Pogacar


Allo sloveno conviene accendere la miccia da lontano, ma come ha dichiarato lui stesso non lo farà in prima persona, conscio che l'azione decisiva si produrrà probabilmente negli ultimi due o tre giri. Polanc e soprattutto Tratnik rappresentano armi molto pericolose a disposizione della Slovenia e se usati in un tentativo dalla media distanza possono mettere sotto pressione tante altre nazionali e favorire un successivo attacco di Tadej, che sicuramente cercherà di sfruttare a proprio favore le pendenze del Mount Pleasant. In uno sprint ristretto rimane pericoloso, ma le alte velocità del finale non gli sono congeniali al 100%.



3.Mathieu van der Poel


Dopo un Tour complicatissimo Mathieu è riuscito a resettare tutto in due settimane e ripartire da zero. L'avvicinamento a questo appuntamento non è stato lineare e spedito, ma alla fine MVDP è arrivato in Australia sano e salvo, pronto per giocarsi la maglia iridata. I continui passaggi su una salita come Mount Pleasant dovrebbero normalmente esaltarlo, ma è possibile che stavolta rimanga più passivo e attenda che a muoversi siano altri, per poi seguirli o puntare forse su una volata dove non partirebbe battuto da nessuno. I Paesi Bassi possono contare anche sul vincitore della Roubaix Van Baarle per un'eventuale gioco di squadra. Da non escludere che l'andazzo porti l'alfiere della Ineos a tentare un colpo da finisseur.

4.Remco Evenepoel


Il grande quesito del Mondiale: cosa farà Remco? Difficile se non impossibile vederlo al completo servizio di Wout come a Lovanio, su questo sono stati molto chiari sia gli stessi corridori che il C.T. Vanthourenhout. Un attacco da lontano, a 50-60 chilometri dal traguardo, sarebbe sicuramente nelle sue corde, però Evenepoel ha dichiarato di voler attendere il più possibile per poter approfittare nel finale, dopo l'ultimo passaggio sul Mount Pleasant, della presenza di Van Aert nel gruppetto e anticipare gli altri, senza rischiare il tutto per tutto prima. Tra i favoriti è il meno veloce, però in caso di sprint a tre-quattro non va sottovalutato, soprattutto se dovesse partire lungo.



5.Michael Matthews


Il padrone di casa punta su questa rassegna da inizio stagione e ci arriva forte delle buone prestazioni fornite in Canada, dove ha confermato di essere in forma e di saper reggere dislivelli importanti, senza però avere la classe dei Van Aert o dei Van der Poel. Difficile dunque immaginarselo in un attacco di pochi eletti sul muro, ben più probabile figurarselo in un drappello all'inseguimento in attesa della volata. L'Australia proprio per questo gli ha costruito attorno un team di buoni passisti capaci di andare anche in salita (più O'Connor e Hindley) che possano anestetizzare la corsa il più a lungo possibile e trascinarselo allo sprint.

6.Biniam Girmay


Per l'eritreo il discorso è simile a quello fatto per Matthews: una volata ristretta è la sua migliore opzione dato il suo spunto veloce in finali filanti ma impegnativi come questo. La squadra a supporto è discreta ma non ottima e con ogni probabilità Biniam nel finale dovrà sperare che siano altre nazionali a lavorare per lui, un po' come faceva il Sagan dei bei tempi.



7.Julian Alaphilippe


Bicampione in carica, sottovalutarlo è facile più che mai, ma al contempo pericolosissimo. Una stagione travagliata avara di soddisfazioni l'ha portato sino alla Vuelta. La Spagna era la meta scelta per cercare di affinare la condizione e arrivare qui ancora una volta al top, ma la caduta nella tappa numero undici si è messa di mezzo e lo ha costretto a ripiegare su una preparazione casalinga sui rulli. Le pendenze del Mount Pleasant sarebbero perfette per Julian, ma in assenza di riscontri recenti è difficile dire che fattore sarà il transalpino stanotte. Solo un dato è certo: la Francia non punterà tutto su di lui.

8.Benoît Cosnefroy


Se Voeckler, commissario tecnico d'Oltralpe, ha optato per una formazione a più punte è perché è consapevole della schiacciante forza complessiva della propria nazionale. Cosnefroy, recentissimo vincitore in Québec, potrebbe essere l'uomo forte dei francesi nell'ultima tornata, ma in seno alla squadra campione in carica ci sono molti altri corridori fortissimi sugli strappi, in forma e anche capaci di digerire i chilometraggi di una prova mondiale: Valentin Madouas, protagonista del Giro del Lussemburgo, Pavel Sivakov e lo stesso Romain Bardet. Con un trio del genere è probabile che sarà proprio la Francia a smuovere le acque per prima, così da approfittare della propria forza di gruppo. In caso di gara piatta, Christophe Laporte e Florian Sénéchal assicurano comunque un buon piazzamento allo sprint.



9.Andrea Bagioli


La nazionale italiana non avrà certo il ruolo di faro della corsa e agli azzurri spetterà l'arduo compito di indovinare tutte o quasi le scelte tattiche per conservare qualche speranza di successo. La squadra di Bennati è strutturata in modo ben preciso: ci sono corridori come Rota e Battistella deputati a muoversi da lontano, altri come Affini e Conci a far il lavoro sporco e infine le tre più una (un Ballerini non al top) ipotetiche punte a cui sono affidate le non molte speranze di medaglia; Trentin per una volata e Bettiol e Bagioli per cercare di tallonare i favoritissimi sulla salita principale. Tra tutti, l'atleta che negli ultimi tempi è apparso più in palla è sembrato proprio il portacolori della Quick-Step, capace di arrivare con Pogi e Wout a Montréal e quasi di battere il belga allo sprint.

10.Alexander Kristoff


Tra i tanti nomi papabili per l'ultimo posto, tra cui vanno segnalati Fred Wright ed Ethan Hayter per la Gran Bretagna, la Danimarca tutta, Stefan Küng e Mauro Schmid per la Svizzera, Magnus Sheffield per gli Stati Uniti e molti altri outsider, Kristoff ha avuto la meglio. Il cagnaccio norvegese ha nella volata dopo una corsa dura e lunga la propria arma migliore e proprio in questo modo ha sfiorato la maglia iridata cinque anni fa a Bergen. La Norvegia, che vinse con Hushovd l'ultimo mondiale in terra australiana dodici anni or sono, può rendersi protagonista anche con un attacco dalla media gittata di Andreas Leknessund.


a cura di Pietro Mauriello

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