Professionisti

In Vine veritas, in Remco auctoritas

27.08.2022 18:26

Ancora una fuga alla Vuelta a España, ancora uno straordinario assolo dello scalatore australiano. Solo Enric Mas e Primoz Roglic resistono ad un Evenepoel sempre più leader


Non erano un caso gli straordinari valori atletici che nel 2020 permisero di vincere la Zwift Academy, concorso ciclistico sui rulli, ad uno sconosciuto 25enne australiano di nome Jay Vine. Il premio per la vittoria era un contratto con il team professionistico ora denominato Alpecin-Deceuninck, e la storia ebbe inizio. Nella sua prima stagione da corridore professionista, l'anno scorso, Vine ha dimostrato di avere stoffa e talento in salita, conquistando un sorrendente secondo posto al Tour of Turkey e mettendosi in luce con le fughe alla Vuelta, la sua prima esperienza in un grande giro. A distanza di un anno Jay ritorna in Spagna, e ciò che riesce a fare è veramente sbalorditivo. Arriva oggi la sua seconda vittoria in questa Vuelta, seconda in tre tappe, e per giunta seconda vittoria professionistica in generale. Il talento del ragazzo, più volte in passato messo in discussione dagli scettici del ciclismo corso stando fermi, è ora sotto gli occhi di tutti e non può più essere negato.

Quando Vine ha deciso di aprire il gas in salita, per ora, nessuno è stato in grado di contenerlo, e l'azione odierna è quantomai emblematica, essendo i compagni di fuga demoliti dall'australiano tutt'altro che degli sconosciuti. E se le sue doti di scalatore sono ora acclarate, aumenta la curiosità per vederlo all'opera da uomo di classifica, e l'occasione potrebbe arrivare molto presto. In classifica generale invece Evenepoel dà dimostrazione di grande solidità impostando in prima persona un ritmo che mette in crisi molti rivali, ad eccezione di Primoz Roglic ed Enric Mas, che resistono sin sul traguardo al belga: la sfida per il podio sembra una cosa riservata a loro tre.

Il percorso della tappa odierna, l’ottava frazione di questa Vuelta a España, si presenta decisamente impegnativo nei 153 km da La Pola Llaviana all’arrivo in salita di Colláu Fancuaya. Le ascese di giornata sono addirittura 6, con la Colladona (6.4 km al 7%), Mozqueta (6.8 km al 6.6%) e Santo Emiliano (5.7 km al 5.3%) nella prima metà di gara, seguite poi dalle scalate di Tenebredo (5.3 km al 6.2%) e Perlavia (4 km al 7.7%) prima della battaglia finale che dovrebbe infiammare le rampe che portano all’arrivo. Nessuna delle salite in programma quest’oggi si presenta particolarmente proibitiva, ma la loro successione potrebbe mettere tanta fatica nelle gambe dei corridori, in attesa della lotta tra gli uomini di classifica sui 10.1 km all’8.5% finali, per una salita che presenta anche numerosi tratti in doppia cifra, procedendo in modo piuttosto irregolare.

Ma passiamo alla cronaca di questa ottava tappa in terra asturiana. Come prevedibile, quest’oggi la battaglia per la formazione della fuga si presenta infiammata sin dalle prime battute di gara, e neppure la salita della Colladona riesce a partorire un’azione convincente. Sono diversi i corridori che provano a prendere il largo in queste prime fasi, ma il tentativo buono avviene nel falsopiano successivo alla fine della prima discesa con la formazione di un gruppetto contenente Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Mikel Landa (Bahrain-Victorious), Jay Vine (Alpecin-Deceuninck), Marc Soler (UAE), Lucas Hamilton (BikeExchange-Jayco), Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty-Gobert), Bruno Armirail (Groupama-FDJ) ed Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan). Poco dopo, da un gruppo che sembra finalmente tornare alla calma fuoriescono Thibaut Pinot e Sébastien Reichenbach (Groupama-Fdj), che si gettano alla caccia dei battistrada con l’aiuto di Armirail, fermatosi ad attendere i compagni di squadra. Dopo una decina di chilometri all’inseguimento, il terzetto della Groupama-Fdj riesce a completare il ricongiungimento: sono ora 10 gli uomini al comando.

L’altissima qualità dei fuggitivi, tutti ottimi scalatori ad eccezione di Pedersen, impone al plotone trainato dalla Quick-Step AlphaVynil della maglia rossa Remco Evenepoel di impostare sin da subito un ritmo regolare, con il distacco che viene mantenuto appena al di sotto dei 4’. Si procede dunque a lungo con questo canovaccio tattico, e mentre Jay Vine fa il pieno di punti per la classifica dei GPM gli uomini della Groupama-Fdj si impegnano a fondo per mantenere sostanzialmente invariato il gap. Dietro invece continua il lavoro esclusivo della squadra del leader con Rémi Cavagna e poi Pieter Serry, mentre occorre ricordare che tra i battistrada il più pericoloso per la classifica generale è Mikel Landa, a 6’33” di ritardo dal primato. Con il passare dei chilometri la situazione si mantiene sostanzialmente invariata ma giunti sulla salita di Perlavia, la penultima di giornata, sembrano aumentare sempre di più le possibilità che il vincitore esca dai 10 all’attacco, vista l’assenza di altre squadre in gruppo interessate ad aumentare l’andatura.

Tra i fuggitivi quello in maggiore difficoltà pare essere ovviamente Mads Pedersen, bravo però a resistere fino allo sprint intermedio di Grado, suo vero obiettivo quest’oggi. Si arriva dunque alle pendici della salita finale con un gap di 3’30” tra testa della corsa e gruppo, mentre Pedersen e Armirail alzano definitivamente bandiera bianca. Nel frattempo dietro è la Ineos Grenadiers a prendere il comando delle operazioni, ma poco dopo ritorna in testa la Quick-Step AlphaVynil con il campione del mondo Julian Alaphilippe che si prodiga in una trenata che assottiglia notevolmente il gruppo ed il ritardo dagli 8 al comando, sceso a soli 2’20” a 6 km dal traguardo. Una prima accelerazione tra i fuggitivi arriva da Alexey Lutsenko, ma quello che accade poco dopo è emblematico: Jay Vine si toglie di ruota tutti i compagni d’avventura con una progressione che dimostra la propria netta superiorità in salita, già palesata nella sesta tappa. La situazione però si accende anche tra i big, in un gruppo sempre più ristretto da cui perdono contatto, tra gli altri, Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), João Almeida (UAE) e Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty-Gobert).

E mentre la corsa entra nelle nuvole, e le immagini televisive scompaiono, il gruppetto dei migliori si seleziona ulteriormente, finché con Remco Evenepoel rimangono solo Enric Mas (Movistar), Primoz Roglic (Jumbo-Visma), Carlos Rodríguez (Ineos Grenadiers) e Simon Yates (BikeExchange-Jayco), mentre più dietro ci sono Almeida, Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) e Juan Ayuso (UAE). Tornando davanti, invece, nessuno sembra poter fermare la cavalcata trionfale di Vine che, nonostante una buona rimonta di Soler, gestisce 30” di vantaggio nell’ultimo chilometro, potendo dunque assaporare il secondo successo in tre tappe. Vince dunque Jay Vine con 43” di vantaggio su Soler e Taaramäe, quarto a 47” Thibaut Pinot. Quinta posizione poi per la maglia rossa di Remco Evenepoel, che taglia il traguardo con 1’20” di ritardo dal fuggitivo e non riesce a scollarsi di ruota Enric Mas e Primoz Roglic. Più attardato, ad 1’33”, giunge Simon Yates con Carlos Rodríguez, mentre chiude la top10 di tappa a 1’42” Sébastien Reichenbach, reduce della fuga di giornata. La classifica generale subisce qualche cambiamento, pur non risultando rivoluzionata: Remco Evenepoel rimane saldo in maglia rossa con 28″ su Enric Mas e 1’01” nei confronti di Primoz Roglic (Jumbo Visma). Più dietro, a 1'47" sale al quarto posto Carlos Rodríguez, che ora precede il compagno di squadrae Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers) a 1'54", mentre Juan Ayuso scende in sesta posizione a 2'02". Segue poi un Simon Yates presente ma poco brillante, che paga 2'05", mentre più attardati ci sono João Almeida, ottavo a 2'44", Jai Hindley, nono a 2'51" e Ben O'Connor (AG2R Citroën) decimo a 2'59". Si allontana dalla top10 invece il migliore degli italiani Domenico Pozzovivo, che paga ora più di 6' dal leader.

Domani in programma la nona frazione, abbastanza simile a quella odierna, ma più focalizzata sulla salita finale, la classica “rampa di garage” spesso e volentieri proposta nella corsa spagnola. Nei 171 km da Villaviciosa a Les Praeres. Nava si susseguono Alto del Torno (7.6 km al 6%), Mirador del Fito (9 km al 6%), Alto de la Llama (7.1 km al 5.1%), La Campa (9.3 km al 4.1%) e la rampa finale di Las Praeres (3.9 km al 12.9%, con picchi massimi al 24%). Come si può constatare dalle pendenze, si tratta di tutte salite piuttosto pedalabili ad eccezione dell’ultima, dove con tutta probabilità saranno decise le sorti della tappa.
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