Vittoria bella e netta per Mathieu van der Poel nella quarta tappa del Belgium Tour
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Van der Poel ci mette il solito carico da 11

Mathieu attacca dalla distanza e conquista la quarta tappa del Belgium Tour, rafforzando la propria leadership in classifica. Thibau Nys secondo di giornata, nei dieci Christian Scaroni, Vincenzo Albanese e Lorenzo Rota

17.06.2023 17:55

Al Tour de France mancano due settimane esatte e c'è qualcuno che pare aver fatto piuttosto bene i conti per arrivarci come meglio non si potrebbe. Quel qualcuno è Mathieu van der Poel, che già ieri aveva conquistato la maglia di leader al Giro del Belgio, ma che voleva mettere insieme anche una bella vittoria di tappa. Non una vittoria qualsiasi, ma una delle sue. Una di quelle per ottenere le quali il ragazzo si mette in viaggio a qualche decina di chilometri dal traguardo, per intenderci. Oggi, che era forse meno fiducioso del solito, si è mosso ad appena 37 km dalla fine, avrebbe onestamente potuto fare di più ma non chiediamogli la luna…

No, a parte gli scherzi, oggi Van der Poel ha esibito alcuni dei migliori prodotti della casa: lo scatto su uno strappetto, la tenuta sulla distanza, la capacità di rilanciare la propria azione quando sembra assopirsi un po', la pervicacia nell'inseguire la vittoria. Non è tipo per il quale venga naturale numerare i successi, la contabilità non fa per Mathieu, lui è più per la memorabilità delle affermazioni. E in effetti questa qui di Durbuy è appena la terza stagionale. La prima è stata la Sanremo. La seconda è stata la Roubaix.

La quarta, se non ci saranno sconvolgimenti che la solidità della Alpecin-Deceuninck vista in Belgio tende a farci escludere, sarà la classifica generale della corsa che si chiuderà domani a Bruxelles (oddio, se Mathieu vince pure la tappa finale, saliamo a cinque; ma vedrete che domani lavorerà per il compagno Jasper Philipsen). Dopo le due volate d'apertura, la corsa si è sostanziata nella crono di ieri e nelle piccole côte di oggi; oltre a MVDP stiamo apprezzando tra gli altri l'assai referenziato Søren Wærenskjold (secondo della generale) e il più che rampante Thibau Nys (oggi secondo di tappa). Per noi avidi cercatori di giovani promesse di cui pregustare i trionfi del domani, corse come il Belgium Tour sono dolcissimi appuntamenti. Se poi in mezzo alle speranze sbuca il numero del Fenomeno di turno, tanto meglio!

Belgium Tour 2023, la cronaca della quarta tappa

I 172.8 km con partenza e arrivo a Durbuy, componenti la quarta tappa del Belgium Tour 2023, promettevano sulla carta più battaglia di quanta effettivamente non ce ne sia stata nei tre ampi giri di circuito che costituivano la frazione. Un po' di battaglia per beccare la fuga giusta, i primi a provarci, dal km 4 al 15, sono stati Sven Erik Bystrøm (Intermarché-Circus-Wanty), Aaron Gate (Bolton Equities Black Spoke) e Lucas Janssen (BEAT); maggiore agio hanno avuto i 5 che si sono mossi poco dopo, ai -154, ovvero Asbjørn Hellemose (Trek-Segafredo), Aaron van Poucke (Flanders-Baloise), Ceriel Desal (Bingoal WB), Logan Currie (Bolton Equities) e Andreas Goeman (Tarteletto-Isorex); David Martín (Eolo-Kometa) ha mancato la fuga ed è rimasto per un po' a bagnomaria mentre i battistrada raggiungevano un vantaggio massimo di 2'30" circa ai -120.

Van Poucke ha fatto incetta di punti ai vari traguardi volanti e la fuga ha proceduto senza grossi sussulti; sussulti che invece ci sono stati in gruppo quando ai -80 Lorenzo Rota (Intermarché) ha infiammato la contesa con un'accelerazione che a lungo andare ha prodotto un frazionamento netto, lasciando indietro mezzo plotone che non sarebbe più rientrato sui primi. Qualche schermaglia, allunghi di Ben Hermans (Israel-Premier Tech) ai -71, poi di Aimé de Gendt (Intermarché) e Florian Vermeersch (Lotto Dstny) poco dopo. Nulla di fatto, se non che i fuggitivi della prima ora sono stati raggiunti in queste circostanze.

La Alpecin-Deceuninck ha allora preso con sempre maggior convinzione le redini della corsa, c'era un Mathieu van der Poel che scalpitava e in effetti dopo l'ultimo passaggio dal traguardo del Mur de Durbuy ai -44 il forcing dei blu si è fatto sempre più sostenuto, in particolare con Dries de Bondt. Lo scenario dell'attacco di MVDP era stato individuato nella Petite Somme ai -37: su questa salita, dopo un accenno di progressione di Toms Skujins (Trek-Segafredo), Mathieu ha preso ed è andato, senza guardare in faccia a nessuno.

Casper Pedersen (Soudal-Quick Step) e Lorenzo Rota hanno provato a inseguire ma non c'è stato niente da fare, anche Søren Wærenskjold (Uno-X), secondo della generale alle spalle del Fenomeno, si è ritrovato a corto di gambe. Fatto sta che nel giro di un paio di chilometri WonderPoel aveva già 20" sul primo pezzo di plotone composto da meno di venti unità, drappello in cui Yves Lampaert (Soudal) e Thibau Nys (Trek) erano tra i più attivi nel provare a promuovere un inseguimento che in ogni caso aveva quasi zero possibilità di riuscita.

C'erano nel gruppetto diversi rivali di classifica di Mathieu, la Trek aveva tre uomini accanto a Jasper Stuyven (Skujins, Nys e Mathias Vacek); con Wærenskjold c'era il compagno Jonas Abrahamsen; di Lampaert (al servizio di Pedersen) abbiamo già detto; Rota era insieme a De Gendt; Florian Vermeersch con Jasper De Buyst; Hermans era con Marco Frigo, e per l'Italia c'erano pure Christian Scaroni (Astana Qazaqstan) e Vincenzo Albanese (Eolo); completavano il drappello Elias Maris (Flanders) e la coppia Alpecin Jasper Philipsen-Gianni Vermeersch, che ovviamente andavano a rompere i cambi degli altri, favorendo l'aumento del margine per Van der Poel, che intanto si attestava a +30" ai -30.

Con sforzo supremo e contando sulla Côte de Bende, su cui Mathieu è salito con le marce ridotte, il drappello è arrivato quasi a sfiorare il battistrada, 12" soli ai -22. Ma più di così dietro non si potè, poi è cominciato qualche scattino a rompere gli equilibri, e invece Vedepé continuava a mulinare come il matto che è, e allora ha riallungato in maniera definitiva. Ai -19 Albanese ha accennato un contrattacco, ma Van der Poel era di nuovo a 40" di margine; è uscito con più decisione Vacek ai -17, ma anche per lui il destino parlava di ragni nel buco e di impossibilità di cavarli fuori da lì.

Ai -11 il magnifico fuggitivo ha approcciato la Côte de Hermanne e con essa il Golden KM, i famosi tre sprint con abbuoni di fila. Sui primi due il passaggio è stato Van der Poel-Vacek-Stuyven, sul terzo Casper Pedersen ha anticipato il resto (dei resti) del gruppo, comunque un secondino in più o in meno a questo punto contavano giusto per i piazzamenti di rincalzo in classifica, dato che l'uomo in fuga era pure quello vestito del violetto del liderato (maglia conquistata dopo la crono di ieri). Comunque 9" di bonus messi in banca per il battistrada: male non gli facevano.

Ai -7.5 Pedersen ha preso Vacek e tutti e due sono stati raggiunti da Wærenskjold e Nys, un attimo dopo Vacek è scoppiato (eravamo sulla Côte Grand Houmart) ma tutto ciò accadeva in una sottodimensione rispetto a quella in cui il Fenomeno nato a Kapellen continuava ad assestare metaforici sberloni, decine di secondi più avanti. Dal gruppetto dietro è uscito pure Ben Hermans, marcato da Gianni Vermeersch, ma il loro ricongiungimento con il terzetto avanti a loro non si è mai concretizzato.

Qualche assestamento è stato demandato all'ultimo Mur de Durbuy, quello dell'arrivo: Van der Poel ha controllato o forse ha quasi finito le energie, fatto sta che dei 30-40" di poco prima gliene son rimasti solo 16, quelli cronometrati al traguardo tra lui e Thibau Nys, che sul muro ha staccato tutti gli altri. Pedersen (terzo a 18") è risalito davanti a Wærenskjold, piazzato a 20" e senza abbuoni; a 26" i primi del gruppo sono stati De Buyst e Scaroni, con Albanese a 28" e Rota decimo a 32".

Il secondino di margine che Mathieu aveva ieri in classifica su Wærenskjold sono diventati oggi 40", si fosse trattato di titoli azionari da stasera avremmo qualche nuovo miliardario in giro; Pedersen ha superato il compagno Lampaert ed è terzo a 53", da Stuyven quinto in giù siamo già oltre il minuto di ritardo; gli italiani tutti fuori dai dieci. Domani si chiude nella capitale, quinta tappa Bruxelles-Bruxelles di 194.8 km, un giro largo e poi due tornate di circuito intorno alla città; qualche salitella pure c'è, ma l'impressione è che quel che doveva succedere in questo Belgium Tour 2023 sia già abbondantemente successo tra ieri e oggi.

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Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!