Brandon McNulty batte Ben Healy e Marco Frigo a Bergamo © Giro d'Italia
Giro d'Italia

Il sole bacia finalmente il Giro e scalda McNulty

Un altro finale palpitatante tra i fuggitivi, Brandon batte Ben Healy e un tenacissimo Marco Frigo; e un altro quasi no contest tra i big della classifica: attacchino di João Almeida ma di fatto non cambia nulla

21.05.2023 17:48

Continua la lunga serie di poco contest (non proprio no contest, insomma, ma niente di che) tra i big del Giro d'Italia 2023, e continua di converso la lunga serie di fughe che vanno all'arrivo regalando grande spettacolo per i successi parziali della corsa rosa. A Bergamo si è rivisto un Ben Healy a tratti incontenibile, si è visto un Marco Frigo quasi commovente nella sua tenacia e nella capacità di inventarsi una quasi vittoria che ricorderà a lungo (poi ha chiuso terzo), e si è visto Brandon McNulty ottenere il primo successo in un grande giro.

A 25 anni il ragazzo di Phoenix non ha ancora chiarito a se stesso cosa farà da grande, e se consideriamo che già nel 2020 ottenne due podi di tappa al Giro possiamo dire che è rimasto un po' lì, una grande promessa mai del tutto sbocciata. Certo vincere al Giro è un'altra cosa che c'entra poco col fare secondo. Dopodiché, lui per primo sa che da martedì il suo compito sarà lavorare (e non poco) per João Almeida, ma certamente lo potrà fare a cuor leggero, anzi leggerissimo.

Il Giro, in generale, dà l'impressione di non essere ancora cominciato, e dire che in queste due settimane che si chiudono oggi sono successe tante cose, ma sostanzialmente tutte negative per lo spettacolo d'alto livello che gli appassionati sognavano: dal ritiro di Remco Evenepoel in giù è stato tutto un franare, in una seconda settimana che ha mortificato le speranze di vedere del bel ciclismo da parte dei protagonisti della classifica. Quel bel ciclismo che giorno per giorno i fuggitivi garantiscono eccome, ma chiaramente nel bilancio di un GT non basta questo per lasciare tracce negli annali. Ci sono ancora sei tappe per raddrizzare la barra, già martedì sul Bondone ci renderemo conto se il mood continuerà a essere questo (e quello del 2022, aggiungeremmo) o se qualcuno invertirà la rotta. L'impressione è che basti davvero poco per far saltare il tappo, ma è quella tipica lira che manca per fare un milione, diciamo.

Giro d'Italia 2023, la cronaca della quindicesima tappa

Il Giro d'Italia 2023 è arrivato oggi alla 15esima tappa, Seregno-Bergamo di 195 km con quattro salite degne di un Lombardia strada facendo. La notizia più sconvolgente della mattinata era l'assenza della pioggia; nel corso della frazione addirittura sarebbe uscito infine un bel sole. La fuga del giorno è partita presto e a innescarla sono stati Ben Healy (EF Education-EasyPost) e Simone Velasco (Astana Qazaqstan) dopo 5 km di tappa e a 190 dalla fine; 13 km più avanti ai due si sono accodati altri 13 uomini, ovvero Davide Ballerini (Soudal-Quick Step), Andrea Pasqualon (Bahrain-Victorious), François Bidard (Cofidis), Vincenzo Albanese e Francesco Gavazzi (Eolo-Kometa), Niccolò Bonifazio e Laurens Huys (Intermarché-Circus-Wanty), Sebastian Berwick e Marco Frigo (Israel-Premier Tech), José Joaquín Rojas (Movistar), Alberto Dainese (DSM), Bauke Mollema (Trek-Segafredo) e Brandon McNulty (UAE Emirates); ancor più indietro - mancato il treno giusto - anche Einer Rubio (Movistar) e Martin Marcellusi (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) hanno provato ad aggiungersi al novero dei fuggitivi.

Il colombiano ha centrato l'obiettivo staccando Marcellusi appena la strada s'è messa all'insù prima dell'inizio della Valcava ai -165 e giovandosi dell'aiuto del compagno Rojas, che l'ha aspettato e l'ha aiutato a rientrare ai -160. In quel momento il gruppo veleggiava a 5'30", controllato senza gran mordente dalla Groupama-FDJ della maglia rosa Bruno Armirail. C'era margine per il francese, dato che il più vicino in classifica tra i battistrada era proprio Rubio, 18esimo a 11'04".

Ai -155, tre chilometri dopo l'approdo alla Valcava vera e propria, anche Marcellusi è riuscito infine a riportarsi sul primo gruppo; 6'20" il margine sul plotone a quel punto, e i fuggitivi avrebbero preso un ulteriore minuto da lì alla vetta (ai -148), laddove Healy e Rubio avrebbero letteralmente fatto a spallate per prendersi i punti Gpm (avrebbe avuto la meglio l'irlandese). Dainese, staccatosi sull'allungo di Rubio che aveva aperto le ostilità, è rientrato poi in discesa ai -136, ma naturalmente tra i battistrada c'erano diversi intrusi, dato il percorso.

Sufficienti però le forze delle ruote veloci presenti nel primo gruppo per giocarsi il traguardo a punti di Nembro ai -108, conquistato da Ballerini su Dainese e Marcellusi; non è che sia successo tanto sull'immediatamente successivo Selvino, fatto sta che Healy ha preso pure questo Gpm (-96) dopo che lungo la salita si erano staccati Dainese (irrimediabilmente: sarebbe stato presto raggiunto dal plotone) e Marcellusi (rimasto per un po' a mezza strada, poi ripreso pure lui). Al Gpm si sono urtati Velasco e Berwick, finiti per terra per fortuna senza conseguenze.

Sul successivo Miragolo San Salvatore ha perso contatto dai primi Ballerini (ai -87), poi al Gpm dei -84 per una volta Rubio è riuscito ad anticipare Healy; il gruppo veleggiava sempre a oltre sei minuti, sulla discesa del Miragolo è caduto Pavel Sivakov (INEOS Grenadiers), senza conseguenze. Ballerini è rientrato sugli altri fuggitivi, poi ai -70 Healy ha accennato una rasoiata, ma nulla di fatto. La salita di Bergamo Alta ai -57 ha fatto di nuovo male (ma solo temporaneamente) al canturino della Soudal e invece definitivamente a Gavazzi, staccato in maniera irrimediabile; in compenso Bonifazio ha piazzato un allunghetto che gli ha permesso di starsene da solo al comando per una quindicina di chilometri, mettendo più di un minuto tra sé e gli altri fuggitivi.

Purtroppo per il ligure, il massimo che è riuscito a ottenere è stato il traguardo volante di Almenno San Bartolomeo ai -41 (secondo Ballerini, terzo Velasco), dopodiché la Roncola ha diviso i buoni dai cattivi: dal gruppetto si sono staccati definitivamente Ballerini, poi Albanese, poi Velasco e Berwick, poi Pasqualon; il ritmo lo faceva Rojas,  almeno finché ai -37 (a 5 dalla vetta), Frigo è partito secco inseguito a distanza da McNulty; Bonifazio è stato ripreso qui, e subito staccato dai più forti in salita.

Ai -36 McNulty ha raggiunto Frigo e contemporaneamente Healy, dopo aver temporeggiato un po', ha staccato Rubio; un attimo dopo l'irlandese era già su McNulty, che nel frattempo averva staccato Frigo. Ma poi le pendenze della Roncola si addolcivano, sicché il bassanese della Israel è riuscito a rimettersi in scia ai due anglosassoni; ma l'equilibrio era lì lì per saltare, e ai -34.5, dopo un accenno di Brandon, è stato Ben a fare ciao ciao a tutti e a involarsi, ma senza fare il vuoto che avrebbe sperato; tant'è vero che McNulty è riuscito a tenerlo nel mirino per poi riprendergli la scia appena la strada s'è messa in discesa ai -29. Frigo seguiva ma sempre più lontano.

E il gruppo? A un certo punto, poco prima della Roncola, la Groupama-FDJ di Bruno Armirail aveva ceduto alla Jumbo-Visma l'onere di tirare ma ciò non ha significato alcunché per gli equilibri. Un po' di selezione naturale s'era pure creata strada facendo, ma voglia di sfidarsi a viso aperto da quelle parti non se ne vedeva ancora.

Era tutta tra i primi, quella voglia. Intanto Frigo, bravissimo, riusciva a recuperare uno svantaggio che sull'ultimo tratto della Roncola era quantificato in 40": ai -11 Marco si è riportato sui due avversari, ma un attimo dopo McNulty ha allungato alla chetichella ai -10. L'americano ha preso un buon margine ma Healy è stato strepitoso nell'accollarsi tutto solo l'inseguimento, andando ad annullare l'azione ai -7; poche centinaia di metri dopo Frigo ha azzardato uno controscatto ma senza esito: Ben era vigile più che mai.

Sulla Boccola (la salita verso Bergamo Alta) Healy ha forzato ai 3.6, poi ha aumentato ulteriormente l'andatura ma McNulty non gli ha mollato neanche un metro; l'italiano invece ha perso di nuovo contatto, ma non certo la tenacia di voler chiudere un gap superiore ai 10". E in effetti Marco è stato praticamente perfetto nel rimontare ancora una volta nella discesina verso il traguardo: ai 500 metri si è accodato alla coppia al comando e senza aspettare un attimo ha riallungato in contropiede, lanciando una volata lunga che per poco non l'ha premiato.

Ma di nuovo Healy ha chiuso, esponendosi però al migliore spunto di McNulty, che l'ha sorpassato a destra andando a conquistare la vittoria davanti all'irlandese e a un esausto Frigo. Alla spicciolata sono poi arrivati diversi altri nomi della fuga (sesto Velasco, settimo Pasqualon, nono Albanese), e intanto in gruppo finalmente qualcosa succedeva: sulla Boccola è stato João Almeida (UAE) a proporre un affondo ai 4 km, e la sua azione ha selezionato otto uomini che si sono leggermente avvantaggiati sugli altri: c'era Primoz Roglic (Jumbo), c'era Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) che sulla discesa ha tentato di forzare ulteriormente, c'era Andreas Leknessund (DSM), c'era un sempre solido Damiano Caruso (Bahrain), c'era un brillante Eddie Dunbar (Jayco AlUla), c'era un Ilan van Wilder (Soudal) in crescita, c'era pure Warren Barguil (Arkéa Samsic), ma in realtà il secondo gruppetto dei big, con Lennard Kämna (Bora) e Thibaut Pinot (Groupama) tra gli altri, è riuscito ad arrivare in scia a questi, a poco meno di 7' dal vincitore; Bruno Armirail ha pagato 25" ma conserva la maglia rosa con 1'08" su Thomas, 1'10" su Roglic e 1'30" su Almeida.

Domani il Giro d'Italia 2023 si godrà il secondo e ultimo giorno di riposo, si riparte martedì con la 16esima tappa, la Sabbio Chiese-Monte Bondone di 203 km, una cavalcata attraverso 5 Gpm di non trascurabile difficoltà, soprattutto l'ultimo.

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Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!