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George B. Show

12.08.2020 18:44

La Jumbo-Visma fa paura: il neozelandese Bennett vince il Gran Piemonte davanti a Diego Ulissi che arriva ad un passo da un sorpasso clamoroso; terzo Van der Poel


Il Team Jumbo-Visma continua ad impressionare in questa estate e continua a lanciare messaggi incredibilmente battaglieri in vista del Tour de France: poche ore dopo la vittoria di Wout van Aert al Giro del Delfinato, la squadra giallonera si è ripetuta in Italia con George Bennett che si è imposto in grande stile al Gran Piemonte. Il 30enne neozelandese ha attaccato sulla penultima salita e poi, pur con qualche brivido, si è difeso tutto da solo fin sul traguardo: la sua unica vittoria da professionista era stata la classifica generale del Tour of California 2017, ma adesso si candida ad un ruolo di grande favorito per Il Lombardia di sabato prossimo.

Quattro in fuga da lontano, nessun italiano
In gara oggi in questa edizione numero 104 del Giro del Piemonte, o Gran Piemonte secondo l'attuale denominazione ufficiale, c'erano 18 formazioni ed un totale di 124 corridori. Il primo a provare la fuga fin dai primissimi chilometri è stato il russo Petr Rikunov (Gazprom-Rusvelo) che aveva provato ad approfittato di un breve tratto iniziale in pianura ma essendo da solo non è andato molto lontano. Dopo 10 chilometri però la corsa ha incontrato la salita di Rocchetta Palafea e qui la situazione è cambiata leggermente con l'allungo dal danese Mikkel Honoré (Deceuninck-QuickStep) e dell'australiano Callum Scotson (Mitchelton-Scott): i due hanno preso 20" di vantaggio, ma hanno dovuto attendere fino al chilometro 25, con l'arrivo in testa di altri due uomini, per vedere finalmente lievitare il loro vantaggio.

I due corridori che si sono uniti in un secondo momento a Honoré e Scotson sono stati il tedesco Philipp Walsleben (Alpecin-Fenix) e l'americano Joey Rosskopf (CCC Team): in pochi chilometri il vantaggio del quartetto di testa superato i cinque minuti, stabilizzandosi poi a lungo attorno ai 5'45". Ma il vantaggio massimo la fuga lo ha toccato un poco più avanti, nei pressi nel rifornimento fisso posizionato attorno al chilometro 95 di corsa: qui Honoré, Rosskopf, Scotson e Walsleben erano cronometrati con un gap di 6'15", ma la tendenza ha iniziato a cambiare in vista del primo passaggio da Barolo, e quindi all'inizio del primo dei due giri finali da 44 chilometri, con il gruppo che ha iniziato a riavvicinarsi.

Kristian Sbaragli e Dion Smith a terra ai meno 20 km
Con la Alpecin-Fenix del grande favorito Mathieu van der Poel presente con un uomo nella fuga di giornata, le squadre che si sono fatte carico del lavoro di inseguimento nel gruppo sono state l'Astana Pro Team, la Trek-Segafredo ed il Team Jumbo-Visma che a metà del primo giro, a circa 60 chilometri dal traguardo, avevano già abbattuto il ritardo a quattro minuti. Sulla salita de La Morra, ai meno 52 chilometri, i fuggitivi sono rimasti in quattro: dopo aver superato un precedente momento di appannamento, l'australiano Scotson è stato addirittura costretto a fermarsi a bordo strada, completamente prosciugato di energie dal grande caldo (temperature attorno ai 30 gradi) che anche oggi è stato un fattore importante sulla corsa.

All'inizio dell'ultimo giro attorno a Barolo, a 44 chilometri dall'arrivo, il vantaggio di Honoré, Rosskopf e Walsleben era di 2'20" ed erano sempre le stesse squadre a ruotare nelle prime posizioni del plotone. Prima del gran finale con la salita di La Morra e lo strappo finale di Barolo, il circuito prevedeva anche il lungo falsopiano di Monforte d'Alba che non ha avuto effetti sullo sviluppo della corsa se non quello di mettere più fatica nelle gambe dei corridori: purtroppo in discesa a 20 chilometri dall'arrivo s'è verificata una caduta che ha coinvolto cinque o sei corridori tra cui l'italiano Kristian Sbaragli (Alpecin) e due uomini che si erano ben comportati alla Milano-Sanremo, lo statunitense Matteo Jorgenson (Movistar) e soprattutto il neozelandese Dion Smith (Mitchelton) che su questo finale poteva fare molto bene.

Lo scatto di George Bennett sullo strappo di La Morra
L'azione dei tre fuggitivi si è esaurita a 8.5 chilometri dall'arrivo quando il gruppo era già sulla salita di La Morra, con un Team Jumbo-Visma anche qui protagonista con l'obiettivo di rendere la corsa il più dura possibile. Il ritmo del gruppo era qui estremamente elevato e c'è stata una discreta selezione visto che comunque si trattava di una salita di tre chilometri con una pendenza media attorno al 6%, ma è stata l'accelerazione di Vincenzo Nibali a 7.7 chilometri dal traguardo a far esplodere il gruppo. Lo Squalo dello Stretto si è messo a disposizione dei compagni di squadra, ma lo scatto vero è stato quello del neozelandese George Bennett che s'era visto in condizioni fisiche ottime sia alla Vuelta a Burgos che al Tour de l'Ain.

L'unico che ha provato a prendere la scia dello scatenato George Bennett è stato il trentino Gianni Moscon che però proprio in vista dello scollinamento ha dovuto alzare bandiera bianca ed è stato superato da un Mathieu van der Poel che, dopo aver perso il momento sul primo scatto, si è gestito bene salendo del proprio passo. In discesa i corridori hanno trovato anche qualche goccia di pioggia che non ha spaventato Bennett: il corridore della Jumbo-Visma è riuscito addirittura a guadagnare terreno sui primi inseguitori, un drappello di sei uomini che comprendeva Van der Poel, Moscon, Izagirre, De Marchi, Valter e Stannard. A due chilometri e mezzo dall'arrivo Bennett aveva 15" di vantaggio, tanto che sui sei è rientrato un altro gruppetto di una dozzina di unità: Alessandro De Marchi ha provato quindi a fare tutto da solo lanciandosi al contrattacco senza fortuna.

Bennett trionfa, Ulissi ad un passo dal capolavoro
Sullo strappo finale di Barolo, che non era stato affrontato nei giri precedenti, George Bennett è andato in difficoltà ma per pochissimi metri è riuscito a salvare la vittoria: clamorosa è stata infatti la rimonta di Diego Ulissi che ha lanciato una volata lunghissima negli ultimi 250 metri schiantando addirittura Mathieu van der Poel ed arrivando ad un soffio dalla vittoria. A 4" di distanza dai primi due lo stesso Van der Poel è comunque riuscito a salire sul podio, il primo per lui di questa estate in cui non è ancora riuscito a trovare la brillantezza sperata.

In quarta posizione è arrivato lo scalatore russo Alexander Vlasov, poi a seguire si sono piazzati Simon Geschke quinto, Alex Aranburu sesto e Dries Devenyns settimo tutti cronometrari a 4" di ritardo. Gap di 7" invece per Robert Stannard, Giulio Ciccone e Attila Valter che hanno completato la top10 dell'ordine d'arrivo.
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