Lo Squalo ritrova finalmente il suo mare
Bellissima vittoria di Vincenzo Nibali al Giro di Sicilia: conquista la tappa finale, ribalta Valverde e si prende anche la generale. Podio di giornata per Ravanelli e Covi, quest'ultimo è anche terzo in classifica dietro ai due "grandi vecchi"
Potevano passare due intere stagioni senza che Vincenzo Nibali, uno dei (tre-quattro) corridori simbolo di tutti gli anni '10, riuscisse a vincere almeno una corsa? In una fase evidentemente calante della carriera, i successi del grande messinese si sono diradati anche se hanno mantenuto un peso specifico altissimo (la Sanremo unico squillo nel 2018; la tappa di Val Thorens al Tour unico del 2019. Naturalmente non consideriamo i piazzamenti, su tutti il secondo posto al Giro 2019); poi la stagione stramba del 2020, concentrata in pochissimi mesi, è stata quella in cui in tanti hanno detto "Nibali è finito"; il Giro di quest'anno, anonimo e finito male (appena 18esimo della generale) ha per molti certificato l'assunto del declino irreversibile dello Squalo. Mettiamoci anche il passaggio a vuoto olimpico, le problematiche interne in casa Trek-Segafredo con la prospettiva di cambiare casacca a fine anno (nel 2022 tornerà all'Astana), e il quadro era completo.
Se non fosse che con l'orgoglio di un campione della levatura di Vincenzo non si può mai scherzare troppo, per cui ci sta che a un certo punto, a inizio autunno, con la fine della stagione ben visibile davanti a noi, il quasi 37enne siciliano trovi lo spunto e lo spirito per mettere a segno un colpo dei suoi, in questo caso doppio perché gli vale il successo di giornata ma pure quello della classifica generale. E per lasciare questa traccia, Nibali ha scelto proprio la corsa più di casa che poteva, il Giro di Sicilia. Era una delle vedette di una startlist che a qualcuno era sembrata un piccolo museo delle cere, tra Froome, Valverde e appunto lo Squalo; ma Alejandro aveva già vinto ieri, conquistando la maglia giallorossa di leader della corsa; Chris è andato in fuga oggi; e Vincenzo... Vincenzo ha vinto, punto.
Non conquistava una gara a tappe da quattro anni e mezzo, dal Giro di Croazia 2017, non alzava le braccia al cielo da 796 interi giorni, dal quel 27 luglio 2019 di Val Thorens. Difficile da digerire per un corridore di tale levatura, e ora non è che questa vittoria (doppia) di oggi a Mascali, questi 22 chilometri in solitaria, ci devono far fare chissà quali pensieri erotici, magari resterà un lampo occasionale, non lasciamoci prendere la mano da sogni di Lombardia o chissà cos'altro (la rinascita in maglia Astana!). Quel che la carriera di Vincenzo doveva dire e dare l'ha già detto e dato, non occorre davvero altro, e quel che resta è il semplice, rinfrancante piacere di vedere un colpo di classe qua e là, senz'altro chiedere a quelle gambe che tanta felicità hanno regalato, per tanti anni, a tanti appassionati di tutto il mondo.
Veniamo alla cronaca. Quarta e ultima tappa del Giro di Sicilia 2021, Sant'Agata di Militello-Mascali per 180 con salite lunghe (Portella Mandrazzi) o decisive (Sciara di Scorciavacca), prima ora a 47 orari a testimonianza di un ritmo molto alto, nessuna fuga e addirittura un attacco di Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) già sulla discesa di Tindari, a 130 km dal traguardo, con Romain Bardet (DSM) subito pronto a rispondere e il gruppo che nell'occasione s'è pure frazionato in un paio di tronconi; poi l'azione è presto rientrata, ma è rimasta a testimoniare delle intenzioni per nulla pacifiche dello Squalo.
Per veder partire la fuga si è dovuto attendere il km 66, si era ai piedi della lunghissima Portella Mandrazzi e Chris Froome (Israel Start-Up Nation) ha deciso di giocare il jolly, partendo con Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF), Julen Amézqueta (Caja Rural-Seguros RGA) e Joan Bou (Euskaltel-Euskadi). Poco dopo si sono accodati anche Marco Brenner (DSM), Edward Ravasi (Eolo-Kometa) e Riccardo Verza (Zalf Euromobil), quindi dal gruppo sono usciti pure i Gazprom-RusVelo Cristian Scaroni e Roman Kreuziger, il ceco a supporto, l'italiano con gli occhi sulla maglia pistacchio dei Gpm (Ben King della Rally guidava con 30 punti alla partenza, lui inseguiva a quota 20) ma pure un vago pensierino alla classifica, dato che - sempre Scaroni - stazionava in nona posizione a 13" dal leader Alejandro Valverde.
Per dirla tutta, King ha pure provato a reagire, uscendo a propria volta dal gruppo insieme ad Alessandro Monaco (Bardiani), ma poi è stato presto riassorbito; ben più efficace invece l'azione di Chris Hamilton (DSM), che sempre sulla Portella Mandrazzi è partito spedito e ha chiuso il minuto abbondante di gap rispetto ai battistrada, riportandosi davanti mentre dal drappello al comando perdevano contatto Verza e poi Tonelli e Kreuziger. Ricapitolando, davanti restavano Froome, Amézqueta, Bou, Brenner, Ravasi, Scaroni ed Hamilton. Questi ultimi due (nell'ordine) sono transitati per primi al Gpm dei -87, il gruppo è passato a 1'10", quindi - passata di slancio la picchiata - nel tratto di risalita verso Castiglione di Sicilia i battistrada hanno guadagnato un'altra trentina di secondi, finché dietro si è messa a lavorare in maniera efficace la Movistar di capitan Valverde, poi coadiuvata dalla UAE-Emirates del secondo della generale (Alessandro Covi), e il distacco dai primi è stato limitato in maniera evidente.
Hamilton s'è vinto il traguardo volante di Giarre ai -31, quindi ai -27 è stata approcciata la decisiva salita di Sciara di Scorciavacca con meno di mezzo minuto per i primi, che sull'ascesa si sono subito dissipati, primo tra tutti Froome; ai -25 è partito in forcing Ravasi con Brenner e Scaroni, ma il plotone era ormai quasi in scia ai primi, e da dietro è partito Thymen Arensman (DSM), che ha trovato subito l'appoggio di Hamilton e che, essendo in classifica (a soli 13" da Valverde), ha chiamato subito la reazione di Movistar e UAE. Tale reazione ha fatto piazza pulita di tutti quelli che erano davanti e ha lanciato un drappello guidato dal gran ritmo di David De La Cruz per il team degli Emirati, con Alessandro Covi in rampa di lancio. Con Valverde c'era il compagno Davide Villella, poi Bardet, quindi Vincenzo Nibali; più indietro un secondo gruppetto guidato da Lorenzo Fortunato (Eolo).
Villella ha presto mollato, lasciando al comando gli altri cinque, su cui ai -22 è riuscito a rientrare Fortunato con Simone Velasco (Gazprom) e ancora Arensman. Ma appena questo secondo terzetto si è accodato ai cinque, ecco lo scatto di Vincenzo Nibali, a cui Valverde non ha voluto o saputo rispondere in prima persona. Fortunato è uscito da solo all'inseguimento dello Squalo ma è rimbalzato; quindi si è mosso Bardet, con Valverde che ha raggiunto il corridore della Eolo alle spalle del francese; più indietro la coppia UAE De La Cruz-Covi.
Bardet non è però riuscito a chiudere sul solitario battistrada, sicché ai -20.5 si è ricomposto il quintetto alle spalle di Nibali, che difendeva una decina di secondi, non di più. De La Cruz ha accennato un allungo con Valverde e Bardet ai -20, quindi è partito in contropiede Covi e stavolta Don Alejandro non ha reagito, e intanto che ciò accadeva, Vincenzo metteva nel suo panierino un secondo dopo l'altro, incrementando il margine sugli immediati inseguitori. Valverde e gli altri hanno chiuso su Covi ai -19, a due chilometri dallo scollinamento, dopodiché non è successo più nulla fino al Gpm, su cui Nibali è transitato con 38" sul gruppetto del murciano in maglia giallorossa.
Il capitano della Trek ha volato i 10 km di discesa ed è approdato a fine picchiata con 48" sul gruppetto Valverde (da cui si era staccato De La Cruz); non ci sarebbe stato più spazio per recuperare, anzi al contrario addirittura altri corridori avrebbero raggiunto via via il quartetto inseguitore, con Simone Ravanelli (Androni-Sidermec) a suonare a più riprese la carica, ma senza che ciò potesse più cambiare l'inerzia della gara.
Al traguardo Vincenzo Nibali ha vinto con 49" su un gruppetto di 13 comprendente nell'ordine Ravanelli, Covi, Bardet, Jhonatan Restrepo (Androni), Valverde, Velasco, Fortunato, Arensman, De La Cruz (UAE), Villella, Niklas Eg e Antonio Nibali (entrambi della Trek) e infine Mikel Bizkarra (Euskaltel). La generale si chiude con la vittoria di Nibali con 46" su Valverde, 49" su Covi, 55" su Restepo, 58" su Bardet, 59" su Velasco, Arensman, Fortunato ed Eg, e 1'03" su Ravanelli, decimo. Cristian Scaroni ha vinto la maglia dei Gpm con 45 punti (32 Valverde, 30 Nibali e King), la classifica a punti è stata invece conquistata da Juan Sebastián Molano (UAE) che aveva vinto le prime due frazioni della corsa; infine, Covi è il miglior giovane con 10" su Arensman e Fortunato.
Con le copiose lacrime che Vincenzo ha versato subito dopo il traguardo di Mascali, sfogo necessario e irrefrenabile dopo tanto tempo di negatività, si chiude il Giro di Sicilia, una bella corsa che infoltisce il calendario italiano di fine stagione e che ci auguriamo resti un appuntamento fisso e sempre più frequentato dalle grandi ruote del gruppo.