Shari Bossuyt, sospesa per due anni per la positività al letrozolo ©Canyon SRAM Racing
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Shari Bossuyt sospesa per due anni: "Niente ricorso, non posso provare cosa mi ha contaminato"

La belga commenta la sentenza della AFLD sulla sua positività: "Riconoscono che c'è stata contaminazione, ma non possiamo dimostrare con certezza la fonte. Non ho più la forza e i soldi necessari, sono stata lasciata sola"

11.01.2024 21:18

Dopo un lungo silenzio, Shari Bossuyt torna ad esporsi sul caso di doping che la riguarda, con un lungo comunicato sui propri profili social, in seguito alla decisione dell'agenzia antidoping francese. La belga classe 2000 è sospesa dallo scorso 4 giugno in seguito alla positività al letrozolo, riscontrata in un controllo del 19 marzo al Tour de Normandie. Dopo la sospensione immediata da parte della sua squadra, la Canyon//SRAM, Bossuyt si è subito dichiarata innocente, sostenendo che si trattasse di una contaminazione, versione confermata dalla AFLD, che ha comunque confermato la sospensione per due anni

Le analogie con il caso Toon Aerts

Un caso analogo a quello del ciclocrossista Toon Aerts, che già si era espresso in favore della collega, e che tornerà a correre tra poco più di un mese, alla scadenza del periodo di sospensione. Proprio nella analogia con il caso Aerts, Bossuyt si era dichiarata pessimista già nei mesi scorsi, dicendosi ormai rassegnata a dover rinunciare alle prossimi Olimpiadi, dove avrebbe dovuto gareggiare nella madison insieme a Lotte Kopecky. Ora la conferma definitiva, a seguito della quale la belga ha deciso di non presentare ricorso, motivando la sua decisione nel seguente comunicato.

“Non possiamo provare la fonte della contaminazione”

Dopo qualche tempo di silenzio e attesa, voglio rispondere al verdetto della AFLD. Il 4 dicembre ho ricevuto la sentenza sulla proposta di sospensione nei miei confronti, che, come previsto era di 2 anni di squalifica. La AFLD conferma e riconosce che la contaminazione sia stata non intenzionale, ma come nel caso di Toon Aerts non possiamo provare con esattezza la fonte della contaminazione, e di conseguenza il quadro normativo non consente loro di darci un ulteriore sconto di pena

E qui tutta la vicenda mi rende immensamente frustrata! Nessuna umanità o nuance, tantomeno un consulto. Spiegatemi allora, come un atleta dovrebbe essere in grado di provare una contaminazione da cibo? Il caso Clenbuterolo 2.0 è in pieno svolgimento.

Mettendo insieme i pezzi, ora sappiamo quasi con certezza da dove è venuta la contaminazione, ma sfortunatamente non possiamo provarla in modo ufficiale. Per farlo, servono report ufficiali, che possono essere stilati solo da organismi ufficiali come la Food Safety Agency, o dopo uno studio completo condotto da un laboratorio universitario. Sfortunatamente, questi studi costano molti soldi e richiedono tempi molto lunghi, e consultando agenzie di sicurezza alimentare, risulta che non fanno test sul letrozolo, perché in Europa è una sostanza proibita. 

Nel documento ufficiale dell'AFLD, accettano completamente la nostra versione e le prove portate a sostegno. Cito testualmente: “Lo scenario di una contaminazione tramite latticini deve essere presa in considerazione molto seriamente”. Per verificare ciò, la AFLD chiama in causa un certo Professor Saugy, che in qualità di esperto dà la sua opinione sul nostro caso. In conclusione, ha archiviato in modo completamente unilaterale la nostra spiegazione, affermando che “non ci sono documenti ufficiali in merito." Si, siamo arrivati a questo punto: non ci sono report, quindi il problema non esiste.

Nonostante questo, affermano chiaramente che 200 ml di latte contaminato possono portare a un test positivo. “200 ml di latte contenente 26 ng/ml di letrozolo corrisponderebbero a una dose di letrozolo di 5.200 ng (cioè 0,0052 mg). Ciò corrisponde ad una dose 100 volte inferiore alla dose terapeutica più bassa testata. Il soggetto che ha assunto questa singola dose di letrozolo ha mostrato una concentrazione massima del metabolita del letrozolo pari a 192 ng/ml. Possiamo quindi ipotizzare che un'assunzione 100 volte inferiore (0,0052 mg) potrebbe dare una concentrazione massima teorica di 1,9 ng/ml del metabolita letrozolo nelle urine, ovvero circa la concentrazione riscontrata nelle urine dell'atleta (1,8 ng/ml dopo correzione con peso specifico).”  Per questo non serve essere esperti per collegare le cose, no?

Inoltre, sosteniamo anche che il letrozolo non abbia alcun effetto di aumento delle prestazioni nelle donne, ma il Professor Sauge ha subito smentito con la seguente affermazione: “Sebbene non siano stati condotti studi sulle atlete per testare l'aumento delle prestazioni (attraverso cambiamenti ormonali positivi), c'è il sospetto che possa essere il caso." Per cui, sulla base di un sospetto, si può essere sospesi per due anni…

Capisco che si tratta di una sostanza proibita e non ci debbano essere tracce nel corpo di un atleta, ma qui non c'è spazio per sfumature di nessun tipo. Come atleti, si è completamente abbandonati a sé stessi. A volte ricevo messaggi con buone intenzioni, ma non c'è nessun tipo di supporto organizzato da nessuna Federazione, da NADO Flanders, dal CPA, dall'UCI o da chiunque altro. Forse non è abbastanza importante.

Sono una ragazza di 23 anni che è riuscita a trasformare la sua passione in un lavoro. Non sono una dopata e non l'ho mai preso in considerazione in nessun momento. Continuerò a ripeterlo finché un giorno non verrà fuori!

Ho ancora la possibilità di fare ricorso in appello, ma semplicemente non ne ho la forza e i soldi necessari. La sensazione di dover combattere una battaglia persa, le notti insonni per le continue preoccupazione e il dover spendere altre decine di migliaia di euro per una causa persa in partenza mi hanno portato a decidere di lasciar perdere. Dopotutto, perché dovrebbero fare un'eccezione alla normativa se non posso provare la fonte della contaminazione?

Nessuno sembra rendersi conto dell'impatto che questo può avere sulla salute mentale. Il mio sogno Olimpico è andato distrutto e devo convivere ogni giorno con l'etichetta di dopata. Tutto questo è insopportabile. Fortunatamente, ho trovato il supporto di persone che mi ascoltano veramente e credono a me, e continuo a fare sport perché mi fa stare bene. Dimostrerò che posso tornare più forte!

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