Alessandro Fancellu con la maglia di leader del Tour of Japan © JCL Team Ukyo
Mondo Continental

La rinascita di Alessandro Fancellu passa dal Giappone

Il lombardo, passato professionista con grandi aspettative, si è rilanciato al JCL Team Ukyo dopo quattro anni difficili. Al Tour of Japan ha conquistato le prime vittorie internazionali in carriera

28.05.2025 22:40

Sedicesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Giro Himledalen, Gran Premio New York City, Omloop der Kempen, Tour of Japan, Grande Prêmio Internacional Beiras e Serra da Estrela, Campionati Nazionali e Alessandro Fancellu, che si è finalmente sbloccato a livello internazionale.

Le corse della settimana

Giro Himledalen

Mads Andersen vince il Giro Himledalen
Mads Andersen vince il Giro Himledalen © Mads Andersen/Chris Lanaway

In Svezia è andata in scena l’unica gara UCI del paese (a eccezione dei campionati nazionali), il Giro Himledalen. Si tratta di una corsa di un giorno che faceva quest’anno il suo esordio nel calendario internazionale, dopo alcune edizioni come prova nazionale. Al via erano presenti venticinque squadre: nove Continental e sedici formazioni dilettantistiche.

Il percorso era composto da un tratto in linea iniziale, seguito poi da due giri di un circuito di 60 km, caratterizzato da diversi strappi, soprattutto nella parte finale. Anche l’ultimo chilometro tendeva costantemente all’insù. La selezione è stata abbastanza limitata, con il gruppo principale che era composto da circa cinquanta unità, ma nove corridori sono riusciti ad anticipare il plotone, seppur di pochi secondi. Il Team ColoQuick si è presentato in superiorità numerica nel gruppo dei battistrada, ma non è bastato.

Sullo strappo finale, infatti, Mads Andersen (AIRTOX-Carl Ras) si è dimostrato il più forte ed è riuscito a beffare ila sua ex squadra. Il Team ColoQuick si è dovuto accontentare del secondo posto del giovane Otto Schultz Jølving e del terzo di Morten Nørtoft. La Danimarca ha dominato la corsa, occupando l’intera top five: ai piedi del podio, infatti, hanno concluso Niklas Larsen (BHS PL Beton Bornholm), sempre protagonista in questa prima parte di stagione (staccato di 5”), e Benjamin Hertz (Give Steel-2M), che ha pagato 9”. Il primo dei corridori di casa è stato Paul Greijus (Motala AIF), vincitore della scorsa edizione, che si è aggiudicato la volata del gruppone a 15”, classificandosi in decima posizione.

Gran Premio New York City

Il podio del Gran Premio New York City
Il podio del Gran Premio New York City © Matt Van Aken/Gran Premio New York City

Negli Stati Uniti si è disputata la seconda edizione del Gran Premio New York City, corsa di un giorno vinta lo scorso anno da Tibor del Grosso, che quest’anno sta facendo bene fra i professionisti. Al via si sono schierate ventuno squadre: nove Continental, undici formazioni dilettantistiche e una selezione nazionale delle Barbados. Rispetto al 2024 il gruppo è stato, quindi, molto più folto, ma l’assenza di ProTeams (rispetto ai due della stagione passata) ha un po’ abbassato la qualità.

Il percorso presentava un chilometraggio non eccessivo, ed era piuttosto ondulato. Gli ultimi 1500 metri in costante salita rendevano impegnativo anche il finale. Rispetto al 2024, quando quattro uomini fecero la differenza e ci fu, in generale, molta selezione, quest’anno la corsa si è rivelata molto più bloccata e davanti è rimasto un gruppo abbastanza folto. La Nu Colombia ha provato a evitare la volata, ma l’ultimo tentativo è sfumato a 150 metri dal traguardo. 

Lo sprint non ha avuto storia: Sean Christian (Skyline) ha messo subito diversi metri fra sé e i rivali e si è imposto nettamente. Lo statunitense, al primo successo UCI in carriera, ha avuto la meglio sul colombiano Brayan Sánchez (Medellín – EPM) e sul danese Kasper Andersen (Swatt Club), che, un mese fa, si era aggiudicato il Giro della Provincia di Biella. Si sono dovuti accontentare di un posto ai piedi del podio, invece, il neozelandese Ben Oliver (MitoQ-NZ) e il canadese Noah Ramsay (Alpecin-Deceuninck Development), vincitore dell’ultima edizione della Zwift Academy.

VDL Groep Omloop der Kempen

Arne Santy vince l'Omloop der Kempen
Arne Santy vince l'Omloop der Kempen © Omloop der Kempen

Nei Paesi Bassi è andata in scena l’Omloop der Kempen, che ha celebrato la settantaseiesima edizione, nonostante l’imminenza del vertice NATO che ha portato all’annullamento di tante corse in territorio neerlandese. Quest’anno erano al via ventidue squadre: dodici Continental e dieci formazioni dilettantistiche.

Il percorso, con partenza e arrivo a Veldhoven, era del tutto privo di difficoltà altimetriche, ma le asperità consistevano nelle tantissime curve disseminate lungo tutto il percorso e in tredici tratti di pavé. Nonostante tanti tentativi di fuga, nessuno è riuscito ad avvantaggiarsi sul gruppo e il primo attacco di durata un po’ più lunga è stato quello di Kevin Nooijen (Dutch Food Valley), rimasto da solo al comando per circa 20 km e ripreso ai -50. L’azione che ha caratterizzato la gara è nata a 44 km dal traguardo, quando Bogdan Zabelinskiy (Atom 6-Decca) ha allungato: il cipriota ha messo in difficoltà il gruppo, che è riuscito a riprenderlo soltanto ai -4. Dopo il ricongiungimento ci sono stati diversi attacchi, ma l’evento decisivo è stato rappresentato da una caduta all’interno dell’ultimo chilometro.

Con il gruppo ridotto a meno di venti unità, lo spunto migliore è stato quello di Arne Santy (Tarteletto-Isorex), che ha giocato d’anticipo, imponendosi nettamente. Il ventiquattrenne, al primo successo UCI in carriera, si è messo alle spalle Roy Hoogendoorn (Metec-SOLARWATT) e Blake Agnoletto (Atom 6-Decca), con Rotem Tene e Thomas Vuerinckx (Lotto Development) a completare la top five.

Tour of Japan

I vincitori delle maglie del Tour of Japan
I vincitori delle maglie del Tour of Japan © Tour of Japan

In settimana si è disputata la ventottesima edizione del Tour of Japan, la più importante corsa a tappe del paese del Sol Levante, che ha una durata di otto giorni. A darsi battaglia sono state sedici squadre: un ProTeam (la Solution Tech-Vini Fantini), tredici Continental, una selezione nazionale nipponica e una formazione dilettantistica francese.

La corsa si è aperta con un cronoprologo totalmente pianeggiante di appena 2600 metri. La prova è stata vinta dal favorito Dušan Rajović (Solution Tech-Vini Fantini), che è salito, così, a nove successi stagionali. Il serbo ha vinto la concorrenza degli uomini della CCACHE x BODYWRAP, precedendo di 2” Liam Walsh e di 3” Cameron Scott.

La prima tappa prevedeva un circuito di 17 chilometri, con diversi strappi, da ripetere sei volte. Davanti sono rimasti circa cinquanta uomini e la volata ha premiato Atsushi Oka (Utsunomiya Blitzen), bravo a mettersi alle spalle Andrea D’Amato (JCL Team Ukyo) e Cameron Scott. Il giapponese ha conquistato anche la maglia di leader, agevolato anche dalla caduta che, a circa 15 km dal traguardo, ha coinvolto Dušan Rajović: il serbo è stato costretto al ritiro.

Il circuito che caratterizzava la seconda frazione prevedeva una salita abbastanza impegnativa da ripetere nove volte. Due corridori sono arrivati a giocarsi il successo: Alessandro Fancellu (JCL Team Ukyo) ha centrato la prima vittoria internazionale in carriera (ed è passato in testa alla generale), dimostrandosi molto più fresco di Mathias Bregnhøj (Terengganu), che nella volata ha perso ben 4”. Nicolò Garibbo (JCL Team Ukyo) ha completato il podio di giornata, con 22” di ritardo.

La terza tappa, più semplice delle precedenti, strizzava l’occhio ai velocisti, ma si è rivelata buona per la fuga di cinque uomini. Tre di loro si sono avvantaggiati ulteriormente, ma, nel finale, hanno giocato troppo tatticamente e hanno permesso il rientro degli altri due: proprio questi ultimi si sono dimostrati più forti in volata, prendendosi le prime due posizioni. Rui Udagawa (Aisan) si è imposto davanti ad Aiman Cahyadi (Terengganu), mentre Jon Knolle (REMBE|rad-net) si è dovuto accontentare del terzo posto. Alessandro Fancellu ha conservato la prima posizione in classifica.

La quarta frazione prevedeva un circuito di 12 chilometri da ripetere dieci volte, con all’interno una salita abbastanza impegnativa e una rampa di un chilometro che conduceva al traguardo. La corsa è decisa nell’ultimo giro, quando due corridori hanno preso vantaggio: Simone Raccani (JCL Team Ukyo) ha sfruttato il lavoro di Mark Stewart (Solution Tech-Vini Fantini), per poi attaccarlo negli ultimi 200 metri e staccarlo di 2”. Il ventiquattrenne si è preso, così, anche la maglia di leader. Valerio Conti (Solution Tech-Vini Fantini) ha regolato il gruppo, con un ritardo di 47”.

La quinta era la tappa regina della corsa, con la durissima scalata del Monte Fuji. Quest’anno era lunga poco più di 66 km e, come al solito, i distacchi sono stati importanti. Nahom Zeray (JCL Team Ukyo) si è dimostrato nettamente il più forte scalatore in gara: dopo aver lavorato per i compagni, ha avuto ancora la forza per riportarsi in testa e staccare tutti. L’eritreo ha tagliato il traguardo con 6” di vantaggio sul compagno Alessandro Fancellu, tornato in testa alla generale, e 23” su Benjamin Dyball (Victoire Hiroshima).

La sesta frazione non era particolarmente impegnativa, ma presentava un finale in leggera salita. È stata una giornata buona per la fuga, anche se il gruppo alla fine si è avvicinato moltissimo. Sullo strappo conclusivo, il quarantunenne spagnolo Benjamín Prades (VC Fukuoka) ha fatto la differenza sui compagni di avventura e si è imposto con 1” di margine su Shunsuke Imamura (Wanty-Nippo) e Jon Knolle. Il plotone è arrivato a 6” e in classifica non ci sono stati cambiamenti.

L’ultima tappa consisteva nel classico circuito di Tokyo, del tutto privo di difficoltà altimetriche. Come prevedibile tutto si è concluso in una volata di gruppo, che ha visto il trionfo della CCACHE x BODYWRAP. La formazione australiana ha centrato la doppietta con Liam Walsh vincitore davanti a Cameron Scott. Sul terzo gradino del podio è salito, invece, Andrea D’Amato. 

Il JCL Team Ukyo ha dominato la graduatoria a squadre, centrando la doppietta nella generale: Alessandro Fancellu ha conquistato il successo finale, precedendo di 21” Simone Raccani. Il podio è stato completato da Benjamin Dyball, al quarto podio consecutivo nella corsa nipponica, staccato di 1’09”. La maglia dei GPM è andata a un altro corridore del JCL Team Ukyo, Nicolò Garibbo, mentre Atsushi Oka (che correva nel team di matrice italiana lo scorso anno) si è aggiudicato la classifica a punti. A Maxence Place (Wanty-Nippo), infine, è andato il titolo di miglior giovane.

Grande Prêmio Internacional Beiras e Serra da Estrela

Alexis Guerin festeggia la vittoria del Grande Prémio Internacional Beiras e Serra da Estrela
Alexis Guerin festeggia la vittoria del Grande Prémio Internacional Beiras e Serra da Estrela © Grande Prémio Internacional Beiras e Serra da Estrela/Igor Martins

In Portogallo è andata in scena la settima edizione del Grande Prêmio Internacional Beiras e Serra da Estrela, corsa a tappe della durata di tre giorni, che quest’anno è tornata di categoria 1. Al via si sono schierate sedici squadre: quattro Pro Team (le quattro compagini spagnole di seconda divisione) e dodici Continental.

La prima tappa era la più semplice delle tre, con le principali asperità concentrate fra i -60 e i -45. Gli ultimi due chilometri, inoltre, tendevano costantemente a salire. La selezione è stata limitata e circa settanta corridori si sono giocati il successo allo sprint: Thomas Silva (Caja Rural-Seguros RGA) si è dimostrato superiore a tutti, battendo nettamente il compagno di squadra Fernando Barceló e il tedesco Bruno Kessler (REMBE|rad-net). Il campione uruguayano ha, ovviamente, indossato la prima maglia di leader.

La seconda frazione era molto più impegnativa, con un profilo molto ondulato e la presenza di salite anche abbastanza lunghe. Come nella giornata precedente, gli ultimi due chilometri tendevano all’insù. Circa trenta corridori sono arrivati a giocarsi la vittoria e Thomas Silva sembrava avere le carte in regola per vincere ancora: negli ultimi metri, però, è stato saltato da Jordi López (Euskaltel-Euskadi) e si è dovuto accontentare del secondo posto. Il podio di giornata è stato completato da Mikel Retegi (Kern Pharma), cronometrato a 3”. 

L’ultima tappa era caratterizzata dall’iconica scalata di Torre, che si conclude nel punto più alto del Portogallo. Una volta arrivati in cima, i corridori dovevano affrontare una lunga discesa, con la strada che tornava a salire leggermente nel finale. Due uomini hanno fatto la differenza sul resto dei rivali e si sono giocati il successo: Alexis Guerin (Anicolor/Tien 21) si è dimostrato il più forte ed è arrivato con 2” di margine su Jesús David Peña (AP Hotels & Resorts/Tavira). Artem Nych (Anicolor/Tien 21) ha completato il podio, con un ritardo di 1’25”.

Alexis Guerin ha conquistato il successo finale, precedendo di 6” Jesús David Peña e di 1’31” Artem Nych, che aveva vinto le ultime due edizioni. Daniel Dias (Rádio Popular-Paredes-Boavista) si è portato a casa la maglia dei GPM, mentre Ibai Azanza (Kern Pharma) è stato il miglior giovane. Francisco Pereira (Feirense-BEECELER), invece, è stato il re degli sprint intermedi. La Euskaltel-Euskadi, infine, si è aggiudicata la graduatoria a squadre.

Campionati Nazionali

Il podio del campionato argentino in linea
Il podio del campionato argentino in linea © Omar Azzem

Nonostante la stagione europea sia in pieno svolgimento, negli Stati Uniti si sono disputati i campionati nazionali, con l'assenza di quasi tutti i nomi più importanti. La prova a cronometro è stata vinta dall’unico rappresentante del WorldTour in gara, Artem Shmidt (INEOS Grenadiers). Il ventunenne ha preceduto di 6” Anders Johnson e di 18” Joshua Lebo. Solo nono, a 1’34”, l’altro professionista in gara, Tyler Stites (Caja Rural-Seguros RGA), che non ha confermato il podio del 2024. Fra gli under 23 si è imposto abbastanza nettamente Cole Kessler (Lidl-Trek Future), che ha rifilato 49” a Owen Cole e 1’ a Garin Kelley (XSpeed United). Nella prova in linea élite c’è stato il totale dominio di Quinn Simmons (Lidl-Trek), mentre Gavin Hlady (EF Education-Aevolo) ha vinto il titolo under 23 per la seconda volta consecutiva: il ventiduenne ha preceduto di 3” Dylan Zakrajsek (Competitive Edge) e Alfredo Bueno (L39ION of Los Angeles).

Tempo di campionati nazionali anche in diversi paesi sudamericani. In Argentina, Mateo Kalejmann (Supermercados Froiz) ha distrutto la concorrenza nella cronometro: il ventenne ha battuto Fausto Gómez (SEP San Juan) di 3’09” e Alejandro Durán di 4’23”. La prova in linea si è conclusa in volata, con il successo di Leonardo Cobarrubia (SEP San Juan) davanti al favorito della vigilia Nicolás Tivani (Aviludo-Louletano) e Omar Azzem.

In Perù, la prova contro il tempo ha premiato Robinson Ruiz (SEP San Juan), che ha avuto la meglio su Alaín Quispe per soli 4”. Bill Toscano, terzo a 18”, ha vinto in solitaria la gara in linea, arrivando sul traguardo con 17” su Sergio Farfan e Charles Gonzáles (Municipalidad de Pocito). Crono combattutissima in Paraguay, dove Francisco Riveros ha avuto la meglio su Carlos Acuña per questione di centesimi. Jonathan Monges ha completato il podio a 53”. Carlos Dominguez ha conquistato il titolo in linea con 12” su Monges e 1’17” su Acuña.

Le Continental tra i big

Kenny Molly ha indossato la maglia di miglior scalatore alla 4 Jours de Dunkerque
Kenny Molly ha indossato la maglia di miglior scalatore alla 4 Jours de Dunkerque © Marie Vaning/LNC

Le quattro Continental storiche francesi hanno preso parte alle due corse di Dunkerque. Nella Classique Dunkerque, la CIC-U-Nantes ha fatto meglio delle formazioni di pari livello, grazie a Ronan Augé, ventesimo. Il miglior rappresentante del ciclismo di terza divisione nella classifica finale della 4 Jours de Dunkerque è stato Nicolas Breuillard: il portacolori della St.Michel-Preference Home ha chiuso undicesimo. Il miglior piazzamento di tappa è stato, invece, della Nice Métropole Côte d'Azur, con Alexander Konijn, sesto nell’ultima frazione. Si è messa in luce anche la Van Rysel-Roubaix, con Kenny Molly che ha vestito per due giorni la maglia di miglior scalatore.

Al Tour de Hongrie hanno partecipato le tre Continental locali (Epronex-Hungary, Karcag e United Shipping), l’italiana MBH Bank Ballan e la slovacca Pierre Baguette. Pavel Novák ha ottenuto i migliori risultati: il giovane corridore della MBH Bank Ballan si è piazzato quarto nella tappa regina e sesto in classifica generale. Fra le formazioni di casa, la United Shipping si è messa in ottima evidenza con Bálint Feldhoffer, settimo in classifica, e Mihajlo Stolić, per tre volte in top ten nelle volate.

Tutte le Continental tedesche (a eccezione del vivaio Red Bull-BORA, vista la presenza della prima squadra) hanno partecipato alla Rund um Köln, insieme alla Visma|Lease a Bike Development e alla Vorarlberg. Il vivaio della WorldTour neerlandese ha vinto la gara, ma a imporsi è stato Matthew Brennan, corridore del team WorldTour. La Run & Race-Wibatech ha conquistato il miglior risultato, grazie a Bartłomiej Proć, quattordicesimo. Una posizione più avanti ha chiuso Sente Sentjens, portacolori della Alpecin-Deceuninck Development in gara con il ramo WorldTour della squadra.

Soltanto tre formazioni di terza divisione hanno preso parte alla Mercan’Tour Classic: alle locali Nice Métropole Côte d'Azur e CIC-U-Nantes si è aggiunta la colombiana Sistecredito. Nessuno ha centrato la top ten, ma Jaakko Hänninen ci è andato vicinissimo: il finlandese della Nice Métropole Côte d'Azur si è fermato all’undicesimo posto.

Recentemente c’è stata qualche novità di ciclomercato: la più importante è arrivata dall’Iran, dove la Tommi’s Radltankstelle ha ingaggiato la leggenda locale Hossein Askari. Il cinquantunenne ha un palmares di tutto rispetto: sei volte campione nazionale a cronometro, è stato campione asiatico (sia in linea che contro il tempo) nel 2015 e nel 2010 ha vinto il Tour of Qinghai Lake.

Il ritratto della settimana: Alessandro Fancellu

Alessandro Fancellu con la medaglia di bronzo ai Campionati Mondiali Juniores 2018
Alessandro Fancellu con la medaglia di bronzo ai Campionati Mondiali Juniores 2018 © Alessandro Fancellu

Dopo aver vinto il Tour of Japan nel 2024, il JCL Team Ukyo si è ripetuto quest’anno, portandosi a casa tre tappe con altrettanti corridori, centrando la doppietta in classifica generale e vincendo anche la graduatoria dei GPM e quella riservata alle squadre. La prestazione corale è stata di altissimo livello, ma un uomo si è messo particolarmente in luce: si tratta di Alessandro Fancellu, che si è portato a casa un successo parziale e quello finale, riuscendo, così, a sbloccarsi a livello internazionale, dopo tanti anni difficili.

Il venticinquenne era approdato tra i professionisti con grandi speranze, ma in quattro anni nella massima categoria non era mai riuscito a vincere. Quest’anno ha scelto di fare un passo indietro e scendere nel mondo Continental e i risultati sono stati subito eccellenti, con ottime prestazioni già prima del trionfale Tour of Japan. Nelle corse a tappe si è spesso messo in evidenza: è stato, infatti, ottavo all’AlUla Tour e dodicesimo alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali, prima di disputare uno splendido Giro d’Abruzzo, che lo ha visto chiudere in top ten tutte le frazioni (con il terzo posto nella prima come miglior piazzamento) e terminare in ottava posizione nella generale.

Classe 2000, Alessandro Fancellu iniziò a correre a tredici anni, dopo aver, in precedenza, giocato a calcio. Al primo anno tra gli juniores entrò nel giro della nazionale, partecipando al Trofeo Karlsberg, e si piazzò sesto in una gara internazionale, il Trofeo Città di Loano. Nel calendario italiano, invece, trovò anche la via della vittoria, aggiudicandosi il GP Caduti e Martiri Pinarolesi.

Nella seconda stagione nella categoria, vinse tre gare nazionali e si disimpegnò bene anche a livelli superiori, con il quinto posto al Trofeo Città di Loano e il sesto al Trofeo Emilio Paganessi. Salì sul podio di tappa alla Course de la Paix e al Giro della Lunigiana (due volte). Il suo risultato più importante arrivò, però, ai Campionati del Mondo: sull’impegnativo circuito di Innsbruck conquistò una splendida medaglia di bronzo, in una corsa dominata da Remco Evenepoel.

Per il primo anno tra gli under 23, il corridore lombardo scelse una formazione dilettantistica, la Kometa U23. Non disputò alcuna gara internazionale, concentrandosi totalmente sul calendario nazionale spagnolo. Conquistò la frazione più impegnativa e la classifica finale della Vuelta a León e fu protagonista anche in una gara di un giorno come la Loinatz Proba-Beasain, in cui fu secondo. Fece bene pure in altre corse a tappe come la Vuelta a Palencia e la Vuelta a Galicia (in entrambi i casi chiuse in quarta posizione).

Nel 2020 fu promosso nella Kometa Xstra, Continental della struttura in cui militava già nella stagione precedente. Iniziò l’annata alla grande, salendo sul podio finale del Tour of Antalya nel mese di febbraio. Lo scoppio della pandemia, però, lo danneggiò pesantemente: dopo la ripresa delle gare, disputò soltanto la Vuelta a Burgos e il Giro d’Italia Under 23, senza riuscire mai a lasciare il segno. Firmò un contratto da stagista con la Trek-Segafredo, ma non gareggiò mai con la WorldTour statunitense.

Nella stagione successiva, la Kometa Xstra diventò Professional con il nome EOLO-Kometa e Fancellu seguì la crescita del suo team, approdando al professionismo. Dopo un inizio di stagione privo di picchi (un quindicesimo posto di tappa alla Coppi e Bartali come miglior risultato), ebbe diversi problemi fisici, che lo costrinsero a fermarsi per diversi mesi dopo il ritiro al Tour of the Alps. Dopo aver ripreso gli allenamenti, fu coinvolto in un incidente con un suv, che mise fine alla sua stagione.

Dopo due anni difficili, nel 2022 riuscì a disputare una stagione intera e i risultati migliorarono. Fu tredicesimo all’Adriatica Ionica Race (con due top ten di tappa, il secondo posto nella classifica dei GPM e il terzo in quella a punti) e dodicesimo al Tour de l’Ain. In seguito fu convocato in nazionale per il Tour de l’Avenir: chiuse al sesto posto in classifica generale, centrò due top five parziali e sfiorò il successo nella graduatoria riservata agli scalatori. A fine stagione esordì in una classica Monumento, disputando Il Lombardia.

L’anno seguente il corridore comasco visse una stagione negativa: pur riuscendo a correre con continuità, non ottenne alcun risultato di rilievo. Finì soltanto tre volte nei primi venti: terminò in undicesima posizione una tappa del Tour of Slovenia, fu diciottesimo al Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria e chiuse al ventesimo posto il Giro dell’Appennino.

Non confermato dalla EOLO-Kometa, nel 2024 si è accasato alla Q36.5. Ha iniziato la stagione abbastanza bene, chiudendo decimo al Tour of Antalya (con tanto di terzo posto nell’ultima tappa) e dodicesimo a O Gran Camiño nel mese di febbraio. Nel resto dell’anno, però, non è riuscito a confermarsi, non andando oltre il nono posto nella classifica generale del Tour de Slovaquie. 

Con il passaggio al JCL Team Ukyo, Alessandro Fancellu sembra aver trovato quella continuità di risultati che da professionista gli era sempre mancata. Al momento non si conoscono le sue prossime corse, ma se confermerà il livello mostrato nella prima parte di stagione, potrà tornare nella massima categoria, seguendo le orme di Giovanni Carboni e Matteo Malucelli, ritornati tra i professionisti dopo un anno nella Continental nipponica.

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