La parata degli Ineos... e quella degli Jumbo
In un Tour da dimenticare, la squadra britannica domina l'ultima tappa di montagna con Kwiatkowski e Carapaz. Landa unico a provarci, Roglic e i suoi lo neutralizzano
110 tappe di fila senza un successo nei grandi giri, da quella vittoria di Geraint Thomas all'Alpe d'Huez al Tour 2018 (nel giorno della caduta di Nibali), e oggi la Ineos ha interrotto questo digiuno in maniera spettacolare, con un arrivo in parata di Michal Kwiatkowski e Richard Carapaz, protagonisti di una splendida fuga su e giù per le montagne, conclusa da una non volata in cui i due sono arrivati abbracciati, il polacco venti centimetri più avanti del compagno, a ricevere un giusto premio alla carriera di gregario che in questi anni ha sempre caratterizzato le vittorie del team al Tour de France, rimandendo - lui - sempre a secco di soddisfazioni personali. Carapaz si consola ampiamente con la conquista della maglia a pois, avendo fatto razzia di punti sui vari Gpm di giornata.
Nel giorno della parata Ineos al traguardo di La Roche-sur-Foron, non si può non porre l'accento sulla... parata che Primoz Roglic e i suoi Jumbo-Visma hanno effettuato sul tentativo di Mikel Landa di "andare in gol" con un attacco sul Plateau de Glières. Un tentativo che vale allo spagnolo un paio di posizioni conquistate in classifica (lui ed Enric Mas) ai danni di Adam Yates e Rigoberto Urán, in una top ten che assumerà connotati definitivi sabato a La Planche des Belles Filles. Menzione d'onore per Damiano Caruso, autore di una prova maiuscola al servizio di Landa e capace di restare immediatamente a ridosso dei primi dieci nella generale.
La Ineos alla ricerca di una gioia parziale
La tappa era la 18esima del Tour de France 2020, da Méribel a La Roche-sur-Foron (175 km), ed è partita con 32 uomini in fuga, molti dei quali in realtà interessati giusto al traguardo volante di Aime al km 14. Sprint che è stato vinto come al solito da Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step) su Matteo Trentin (CCC) e Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), con la classifica a punti che ha assunto i seguenti connotati: 298 Sam, 246 Peter, 235 Matteo. La B&B Hotels-Vital Concept ha tirato il gruppo per provare a far rientrare Pierre Rolland nella fuga, ma i battistrada avevano ormai un paio di minuti di margine. Sulla Cormet de Roselend son ripartiti i movimenti in gruppo, coi tentativi di Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits), poi di Warren Barguil (Arkéa-Samsic), Mikaël Chérel (AG2R La Mondiale), Jan Hirt (CCC) e Damiano Caruso (Bahrain-McLaren), e tra questi il solo Caruso è riuscito a raggiungere i 18 battistrada superstiti, a 5 km dalla vetta (e 135 dal traguardo), e poi si è messo a tirare il drappello col compagno Pello Bilbao. Al Gpm (-130) Marc Hirschi (Sunweb) ha preceduto Richard Carapaz (Ineos-Grenadier), quindi i due hanno proseguito convinti in discesa, e in fondo alla picchiata (nonché ai piedi della Côte de la Route des Villes) sono stati raggiunti da Michal Kwiatkowski (Ineos), Nicolas Edet (Cofidis) e il citato Pello Bilbao.
Nel secondo gruppo procedevano, con Damiano Caruso, Nans Peters (AG2R), Bob Jungels (Deceuninck), Jonathan Castroviejo (Ineos), Sébastien Reichenbach e Rudy Molard (Groupama-FDJ), Dario Cataldo, Nelson Oliveira e Carlos Verona (Movistar), Simon Geschke (CCC), Jesús Herrada (Cofidis), Luis León Sánchez (Astana), Thomas De Gendt (Lotto Soudal) e Nicholas Roche (Sunweb); gli altri si erano dispersi sulla Cormet. Hirschi si è preso anche i due punticini al Gpm della côte (-108), dove i cinque al comando sono passati con un minutino sui 13 inseguitori e oltre quattro sul gruppo maglia gialla tirato senza eccessivi turbamenti dalla Jumbo-Visma. Un ritardo, quello del plotone, destinato ad ampliarsi sul successivo Col des Saisies.
Saisies sul quale, peraltro, anche tra gli intercalati c'è stata selezione, con diversi corridori che si sono via via staccati. A tre chilometri dalla vetta Edet ha perso contatto dai primi, e al Gpm (-83) i passaggi sono stati i seguenti: Hirschi-Carapaz, poi a 7" Bilbao-Kwiatkowski (staccati in volata), quindi a 1'40" Caruso, Verona, Geschke, Herrada, Sánchez, De Gendt, Peters e Reichenbach, con Edet "raccolto" strada facendo. A 5'40" è passato il gruppo.
In discesa Hirschi è subito scivolato in una curva a sinistra, restando poi a mezzo minuto dagli altri tre. Mezzo minuto che in salita, sul successivo Col des Aravis, è diventato un minuto intero: al Gpm (-58) Carapaz ha preceduto Bilbao e Kwiatkowski, proseguendo nel progetto di vestire la maglia a pois. Un'altra discesa veloce, ed ecco la salita più temuta della giornata, il Plateau de Glières.
Sul Plateau de Glières l'attacco di Landa sparpaglia il gruppo
Dopo una trenata di Trek-Segafredo e Movistar, la corsa ha preso fuoco sul Plateau. E chi l'ha accesa? Mikel Landa, partito forte con Wout Poels; più avanti i due Bahrain avevano Caruso e poi Bilbao, che intanto si staccava dal duo Ineos. Rigoberto Urán (EF) è stato il primo ad andare in difficoltà sull'attacco di Landa, imitato poco dopo da Adam Yates e Alejandro Valverde. Landa ha preso una ventina di secondi sul gruppetto maglia gialla, tirato dall'inesauribile Wout Van Aert, ma su un affondo di Enric Mas (Movistar) i big gli sono arrivati praticamente a un passo, mentre lui raggiungeva Caruso che lo aspettava nei pressi del Gpm.
L'attacco di Mas ha fatto fuori Van Aert e Tom Dumoulin (Jumbo-Visma), col solo Sepp Kuss rimasto accanto alla maglia gialla Primoz Roglic. Con loro c'erano, oltre a Mas, Tadej Pogacar (UAE Emirates), che per un attimo aveva tentato di rilanciare, e poi Miguel Ángel López (Astana), Richie Porte (Trek) e Marc Soler (Movistar). Landa (che salendo aveva recuperato praticamente tutti i superstiti della fuga) è stato raggiunto di fatto al Gpm ai -32, laddove Carapaz era passato per primo (assicurandosi i punti necessari per la pois) insieme a Kwiato, con 50" su Bilbao, 2'35" su Hirschi e 5'40" sul gruppetto dei big.
A quel punto non c'era discesa, ma un tratto in sterrato, e qui Porte ha forato, centrando per l'ennesima volta la botta di iella che storicamente lo tiene lontano dal podio del Tour. Pogacar ha tentato una nuova accelerata, e Kuss ha perso contatto, ma Roglic ha risposto benissimo alle sollecitazioni del connazionale. In ogni caso Kuss è rientrato in discesa. E sempre lungo la picchiata, Bilbao ha visibilmente rallentato per mettersi a disposizione di Landa che aveva l'occasione di distanziare Porte (oltre che Yates e Urán, molto più distanziati e davanti a Mikel in classifica alla partenza della tappa).
Il premio alla carriera per Kwiatkowski
Nella parte finale della discesa Porte ha trovato l'aiuto insperato di Van Aert e Dumoulin, che hanno collaborato al suo inseguimento (Caruso era con loro ma restava correttamente passivo), mentre davanti Landa non trovava la collaborazione di López (che teoricamente avrebbe dovuto essere interessato a tenere a distanza Richie, dal quale rischia di perdere il podio nella crono di La Planche des Belles Filles). Per sua fortuna, il capitano della Bahrain ha raggiunto Bilbao ai -15, trovando in lui l'aiuto che gli serviva. Ai 13 km Van Aert ha finito le energie e si è sfilato, ma Porte ha ripreso in mano la situazione e ha concluso felicemente l'inseguimento, rientrando ai -12, nello stesso momento in cui il gruppetto maglia gialla si portava su Hirschi.
Ai -5, mentre Carapaz e Kwiatkowski parlottavano forse per mettersi d'accordo per il finale, Van Aert è rientrato sul gruppetto nel tratto di discesa che portava all'arrivo, a confermare per l'ennesima volta la caratura sesquipedale di questa sua prestazione al Tour 2020.
I due Ineos al comando, come ampiamente spiegato in apertura, non hanno sprintato ma sono arrivati a braccetto, felici entrambi per questa loro bella giornata, con Michal Kwiatkowski che ha conquistato il primo successo in un grande giro, una perla che mancava al suo palmarès già molto affascinante. A 1'51" il gruppetto dei migliori è stato anticipato da Van Aert, con Roglic su Pogacar cronometrati a 1'53", seguiti a 1'54" da Porte, Mas, Landa, Caruso, Dumoulin, Kuss e López; a 2'04" Hirschi e Bilbao.
La generale cambia per le posizioni di rincalzo giù dal podio, ma Primoz Roglic resta saldo in sella con 57" su Pogacar, 1'27" su López e 3'06" su Porte; Landa sale al quinto posto a 3'28" dal primo, seguito da Mas a 4'19"; scendono Yates (settimo a 5'55") e Urán (ottavo a 6'05"), e la top ten è completata da Dumoulin a 7'24" e Valverde a 12'12", con Caruso 11esimo a 12'31". Domani non ci aspettiamo nulla di che, la 19esima tappa da Bourg-en-Bresse a Champagnole misura 166 km e sarà uno scarico per il gruppo, con una folta fuga che presumibilmente andrà all'arrivo. Tra gli uomini di classifica non dovrebbero esserci problemi sulle salitelle del percorso, e ogni animosità per loro è rinviata alla crono decisiva di sabato.