La Ruta del Sol si apre con la fuga: vince Herregodts. Bravo Covi ad anticipare il gruppo
Il sole della Spagna, una fuga che mette il gruppo nel sacco, una giovane promessa belga ad alzare le braccia al cielo (si chiama Rune Herregodts e ne risentiremo parlare) e una giovane promessa italiana che anticipa tutto il plotone sulla rampetta d'arrivo (si chiama Alessandro Covi e di sicuro l'avete già sentito nominare). Nel mercoledì in cui il grande ciclismo si trasferisce nella penisola iberica (in partenza pure la Volta ao Algarve nell'attiguo Portogallo), lo splendore dell'Andalusia accoglie giovani e meno giovani protagonisti.
Coi forfait tra gli altri di Vincenzo Nibali e Diego Ulissi, positivi al covid, e di Alejandro Valverde (per lui un semplice contatto con un positivo), la startlist ha perso qualche bel nome ma non manca il vincitore dell'edizione 2021 della Ruta del Sol, Miguel Ángel López (Astana Qazaqstan); presenti anche alcuni recenti vincitori di corse in Spagna, per esempio Alexey Lutsenko (Alexey) a segno nella nuova Clásica Jaén Paraiso Interior di lunedì e il già citato Alessandro Covi (UAE Emirates) che si è preso la Vuelta a Murcia sabato.
La Ruta, che ufficialmente si chiama Vuelta a Andalucía, è partita per la sua 68esima edizione con una tappa lunga e frastagliata, la Ubrique-Iznájar di 200.7 km molto ricca di saliscendi. Una frazione difficile da interpretare, e in questi casi a volte capita che vada bene alla fuga. Forse consapevoli di ciò, al km 3 son partiti in 8: Álvaro Cuadros (Caja Rural-Seguros RGA), Xabier Isasa (Euskaltel-Euskadi), Lindsay De Vylder e Rune Herregodts (Sport Vlaanderen-Baloise), Vojtech Repa (Kern Pharma), Ander Okamika (Burgos-BH), Mark Christian (Eolo-Kometa) e Stephen Bassett (Human Powered Health). Un tripudio di uomini Professional per un'azione che è andata subito a +14'40" (l'esagerato limite toccato dopo 25 km di corsa), nel mentre che Cuadros vinceva il primo Gpm (El Boyar al km 25) e Isasa che transitava in testa sul secondo (Algámitas al km 93).
Nella parte centrale della tappa il buon lavoro di UAE, Astana e poi pure Bahrain-Victorious ha permesso di abbattere il gap fino a circa 4' (ai -85), ma poi è successo il poco prevedibile: e cioè quei comprimari che si erano messi insieme per la fuga hanno ripreso vigore, in pratica bluffavano alla grande e si erano tenuti il grosso delle energie per il finale. Sicché è partito un braccio (anzi: un gamba) di ferro che ha riportato i battistrada a quasi 7' di vantaggio a 70 dalla fine, e quello (non i 4' di 15 km prima) è diventato il nuovo standard con cui il plotone era chiamato a confrontarsi. E ci si sono confrontati, gli inseguitori, e ne sono usciti con le pive nel sacco.
Mentre i fuggitivi si dichiaravano praticamente irraggiungibili, dietro si alzava comunque il ritmo e restava qualche episodio collaterale da citare, per esempio la caduta di Nate Brown (Human Powered Health) e Guy Niv (Israel-Premier Tech) ai -59, con quest'ultimo obbligato ad abbandonare la corsa.
Quando ai -20 Herregodts ha chiuso la stagione dell'accordo, scattando dal drappello di testa, si era ormai da tempo piuttosto certi che la fuga sarebbe andata all'arrivo, certo per il gruppo restava da lavorare per contenere il distacco (ammontante a 4'40" in quel momento) e non lasciar sfuggire via sin dal primo giorno le varie opzioni per la classifica generale; lo scatto di Rune è avvenuto proprio ai piedi dell'ultimo Gpm di giornata, l'Alto La Parrilla; a fare le spese del cambio di ritmo proprio l'indossatore in pectore della maglia di migliore scalatore, Cuadros, e Repa; in imbarazzo pure De Vylder (che aveva molto lavorato per il compagno) e Christian, ma loro son riusciti a rientrare presto sulla testa della corsa, mentre Isasa, Okamika e Bassett avevano risposto bene alla sollecitazione del belga.
La salita in questione era però lunga e pedalabile, ovvero quanto di meglio ci sia per un gruppo che deve inseguire un drappello in fuga da quasi 200 km; e infatti, tra Movistar e BikeExchange-Jayco hanno mangiato due minuti e mezzo negli otto chilometri di ascesa, mettendo un po' in discussione l'esito della tappa; poi ci si è messa pure la INEOS Grenadiers a trenare sul piano successivo, e i due minuti abbondanti sono diventati il minuto scarso con cui il sestesso ha preso il chilometro e mezzo conclusivo di nuovo in salita.
Poco prima, ai -6, Herregodts aveva proposto un accenno di sortita a cui Okamika e Bassett avevano ben risposto, poi erano rientrati pure Isasa e successivamente ancora De Vylder e Christian. Ma i 6, anziché spingere, si guardavano, rendendo plausibile il clamoroso comeback del plotone. E invece c'è da dire che i conti, davanti, li han saputi fare, ci doveva essere qualche diplomato in ragioneria nel drappello...
Infatti i primi sono arrivati con un margine di sicurezza ad affrontare la rampa verso Iznájar. Ancora Herregodts ha accennato ai 1300, poi è partito con maggiore convinzione Okamika ai 900, un attimo di sparpaglìo, poi il ricompattamento dei 6, poi di fatto la volata: a lanciarla ai 150 metri è stato Bassett, che per un attimo ci ha creduto seriamente, ma ha dovuto poi subire il ritorno di Herregodts, sempre lui, e il testa a testa tra i due è stato appassionante: affiancati dai 200 ai 100 metri, poi il piccoletto fiammingo ha messo la ruota davanti e ai 50 metri si è definitivamente involato verso il successo. Prima corsa dell'anno per lui e prima vittoria, ma seconda consecutiva, infatti aveva pure vinto l'ultima gara disputata nel 2021 (la Ronde van Drenthe a fine ottobre). Tra l'altro il ragazzo l'anno scorso chiuse al 13esimo posto la generale proprio della Ruta del Sol, vedremo se, come e quanto terrà stavolta (certo potrà pagare gli sforzi di oggi). Lo aspetteremo in ogni caso con curiosità sulle Ardenne.
I cronometristi hanno conteggiato 2" tra Herregodts e Bassett, a cui si è accodato Okamika per il terzo di giornata; a 12" ha chiuso Isasa, a 15" De Vylder, a 18" Christian. Poi il gruppo, che avevamo lasciato all'imbocco della rampa di Iznájar: Zdenek Stybar (Quick-Step Alpha Vinyl) aveva fatto uno scattino senza andare da nessuna parte; meglio si è mosso in contropiede Alessandro Covi, che ai 900 metri ha staccato tutti andando a "vincere" la tappa del plotone, a 31" da Herregodts; a 37" Gonzalo Serrano (Movistar) ha preceduto Matteo Trentin (UAE), un passo indietro a 38" Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën) ha chiuso la top ten. Classifica generale identica.
Domani la seconda frazione sarà la Archidona-Alcalá La Real, 150.6 km tutti un su-e-giù, 5 Gpm più il muro d'arrivo (il cui ultimo chilometro s'inerpica all'11%) più altre salite disseminate lungo il percorso, un leitmotiv che in questa corsa vedremo praticamente sempre. Lo scorso anno ci fu un identico arrivo alla Ruta e ci vinse Ethan Hayter staccando di pochi secondi Miguel Ángel López, ma il tracciato era diverso da quello di domani.