
Pogačar: "Non vedo l'ora che il Tour de France finisca, conto i chilometri che mancano"
Lo sloveno in conferenza stampo frena gli entusiasmi: “Non vedo l’ora che finisca, la priorità è il Tour, non vincere un’altra tappa”
Thymen Arensman ha centrato ieri la sua seconda vittoria al Tour de France 2025 con un attacco deciso sull’ultima salita verso La Plagne. La 19ª tappa ha visto un’azione iniziale di Primož Roglič sul Col du Pré, rivelatasi però controproducente: lo sloveno ha perso terreno e la top 5 della generale. Nel gruppo dei migliori, la maglia gialla Tadej Pogačar ha optato per una strategia prudente, controllando Jonas Vingegaard senza mai forzare più del necessario e limitandosi a difendere la maglia gialla (era di 4'26" il suo margine sul danese, che lo tallonava dall'inizio della tappa e poi lo ha battuto nella volata per il secondo posto), nonostante Arensman, arrivato esausto sul traguardo, sembrasse decisamente alla sua portata.

Tadej Pogačar:"Stavo contando i chilometri alla fine"
Il campione del Mondo non ha però cambiato passo per cercare di vincere la tappa: “Non so se potessi riprenderlo, stavo contando i chilometri che mancavano alla fine”, ha spiegato in conferenza stampa. “Arensman è andato fortissimo, io speravo di impostare un ritmo che mi facesse sentire a mio agio e che mi permettesse, se qualcuno avesse attaccato, di accelerare. Per questo ho dovuto tenere quella cadenza. Arensman è stato più forte. Ho dovuto fare l’andatura, quindi alla fine sono contento di come abbiamo corso oggi. Le montagne sono finite”.
Pogačar ha ammesso di aver provato a vincere anche oggi: “Nessuno voleva tirare, così ho attaccato e poi ho pensato che magari io e Jonas potevamo arrivare in cima insieme. Ho cercato di impostare un ritmo, ma Arensman era più forte”.
"Sono ovviamente stanco", ha ammesso. “Non è stato un Tour facile. Attacchi da tutte le parti, dal primo giorno fino alla fine. Restare concentrato, motivato. La priorità è la maglia gialla, quindi stavo contando i chilometri perché andavo al mio ritmo e speravo che nessuno attaccasse da dietro, tutto qui. A volte conti solo i chilometri”.
“Sono già soddisfatto della maglia gialla”, ha spiegato. "Non mi sento così pieno di energia adesso per pensare alla tappa di domenica. È un percorso davvero caotico, credo sarà dura. Vedremo cosa succede. Domani forse è il giorno più importante"
Già ieri, sempre in conferenza stampa, la maglia gialla aveva mostrato segni di stanchezza: "Mi chiedo perché sono ancora qui – è così lunga questa terza settimana. Conti i chilometri che mancano a Parigi e sì, non vedo l'ora che finisca, così potrò fare anche altre cose belle nella mia vita. È comunque bello correre, anche nella terza settimana, quando sei stanco e più o meno infastidito da tutti quelli che ti circondano, e sì, vuoi solo tornare a casa. Ma alla fine, quando pedali su queste grandi salite e la gente ti incoraggia e ti dà una motivazione extra, allora ti rendi conto che non è poi così male. Soprattutto se hai buone gambe, allora rende tutto abbastanza buono."
Mauro Gianetti: “Sono tutti stanchi, Vingegaard sperava nell'attacco di Tadej per riprendere Arensman”
Il suo team manager, Mauro Gianetti, ha sottolineato la fatica di tutti: “Sono tutti stanchi. Si è visto che oggi erano alla pari, un duello finale tra lui e Vingegaard. Credo che Jonas sperasse che Tadej attaccasse presto per riprendere Arensman, e forse Tadej pensava lo stesso. Ma nessuno dei due ha mosso un attacco decisivo e Arensman ha meritato la vittoria”.