Arensman precede Vingegaard e Pogačar sul traguardo della 19esima tappa del Tour de France 2025 ©Le Tour via X
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A La Plagne il coraggio paga Arensman e tradisce Roglič, a Pogačar basta il controllo

Secondo successo al Tour de France 2025 per il neerlandese. Roglič ci prova ma rimbalza, Lipowitz difende il podio, la maglia gialla non forza

Thymen Arensman, già vincitore pochi giorni fa, si è confermato a La Plagne con un’azione che è parsa tanto coraggiosa quanto lucida. Ha scelto il momento giusto sull’ultima salita, quando la corsa si era sfilacciata e le gambe dei big cominciavano a pesare. All'inizio della frazione, accorciata per una scelta dell'organizzazione, Roglič ha provato a sparigliare le carte sul Col du Pré, ma la sua iniziativa gli si è ritorta contro e gli è costata la top 5 della classifica.

Arensman esausto sul traguardo di La Plagne al termine della 19esima tappa del Tour de France 2025 ©Le Tour via X
Arensman esausto sul traguardo di La Plagne al termine della 19esima tappa del Tour de France 2025 ©Le Tour via X

In controllo, come poche volte lo abbiamo visto, Tadej Pogačar: il campione del mondo non ha forzato oltre il necessario, limitandosi a difendere la maglia gialla e a marcare Vingegaard. Notevole la prova di Lipowitz, forse la sorpresa più grande di questo Tour, che in un chilometro è passato dal rischiare nuovamente di perdere podio e maglia bianca a sconfiggere il rivale Onley reggendo il passo dei due extraterrestri fino all'ultimo chilometro.

Tour de France 2025, la cronaca della diciannovesima tappa

Dopo l'arrivo di ieri a Courchevel, il Tour de France 2025 lasciava spazio a un’ultima frazione alpina più corta del previsto: da Albertville a La Plagne, 95 km e oltre 3000 metri di dislivello. Il Col des Saisies è stato escluso per motivi sanitari (la scoperta di un focolaio di dermatite nodulare contagiosa che ha colpito un allevamento bovino), ma il tracciato è rimasto durissimo. Dopo un tratto in salita verso Beaufort, iniziava il Col du Pré (12.6 km al 7.7%), con una sezione centrale micidiale di 7.5 km al 9.4%. Una breve discesa conduceva al Col de Méraillet e al Cormet de Roselend (5.9 km al 6.3%), sfiorando i 2000 metri. Dopo la lunga discesa verso Bourg-Saint-Maurice e un veloce fondovalle, i corridori affrontavano la salita finale verso La Plagne: 19.1 km al 7.2%, molto regolare, con tratti fino al 10% prima degli ultimi chilometri più dolci.

Milan blinda la maglia verde

Come nella frazione di ieri, la Lidl-Trek ha deciso di bloccare la corsa dall'inizio fino al traguardo volante, posto a Villard-sur-Doron, 12 km dopo il via, per blindare la maglia verde di Jonathan Milan. Il friulano ha dunque incamerato i 20 punti che gli hanno garantito 95 punti di vantaggio su Tadej Pogačar (UAE Emirates-XRG). Dopo di lui, si sono piazzati di nuovo Biniam Girmay (Intermarché - Wanty) e Anthony Turgis (Team TotalEnergies). 

A quel punto Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), che era transitato quinto allo sprint intermedio, è stato il primo a dare il la ai tentativi di fuga, cercando di anticipare il Col du Pré. Il suo tentativo non è durato molto, perché appena iniziata la salita Alex Baudin (EF Education - EasyPost) ha promosso un'azione a cui si sono accodati Lenny Martinez (Bahrain - Victorious), Primož Roglič (Red Bull-BORA-hansgrohe) e Valentin Paret-Peintre (Soudal Quick-Step), Thymen Arensman, Tobias Foss e Axel Laurence (INEOS Grenadiers), Einer Rubio (Movistar), Harold Tejada (XDS Astana) e Michael Storer (Tudor). Li avevano raggiunti anche Victor Campenaerts e Sepp Kuss (Visma-Lease a Bike), ma presto il tentativo è stato ripreso grazie soprattutto agli uomini della Pic-Nic PostNL.

Primož Roglič promuove l'azione di giornata

Quando mancavano circa sette chilometri allo scollinamento, Primož Roglič, quinto in classifica, ha allungato di nuovo, seguito da Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale), Valentin Paret-Peintre, Martinez e Rubio. Martinez si è poi avvantaggiato ai -5 insieme a Roglič mentre Campenaerts si riportava sugli altri tre. Il gruppo inseguiva sempre a meno di un minuto dalla testa della corsa. Martinez completava poi l'obiettivo di scollinare per primo il Col du Pré nel tentativo di rimontare Tadej Pogačar nella classifica dei Gpm: alla sua ruota c'era sempre Roglič, ma si era riaccodato anche Paret-Peintre. Dal gruppo della maglia gialla di Pogačar perdeva contatto Kévin Vauquelin (Arkéa - B&B Hotels), settimo in classifica, che veniva distanziato grazie al lavoro di Andreas Leknessund (Uno-X Mobility), che cercava così di migliorare la posizione nella top ten del suo capitano Tobias Halland Johannessen, stamattina ottavo a 18'31" da Pogačar e a 2'16" da Vauquelin.

Per il francese c'era poco spazio per recuperare, perché la strada risaliva subito verso la Cormet de Roselend. Negli ultimi chilometri di salita Martinez perdeva qualche metro da Roglič e Paret-Peintre, ma riusciva caparbiamente a tornare su di loro in vista dello sprint per il traguardo della montagna, dove transitava ancora per primo. In discesa Paret-Peintre provava un allungo, ma Roglič e Martinez rientravano su di lui, con lo sloveno che allungava inseguito a distanza dal vincitore del Mont Ventoux, che a sua volta aveva alle spalle Martinez: entrambi i francesi erano destinati a essere riassorbiti al termine della discesa.

Roglič rimbalza

Nel fondovalle, a circa 35 km dall'arrivo a La Plagne, il meteo peggiorava bruscamente e una fitta pioggia si abbatteva sui corridori, mentre Tim Wellens (UAE Emirates) guidava l'inseguimento del gruppo della maglia gialla a Roglič, raggiungendolo ai piedi della salita finale. Il gruppo con Vauquelin era a quasi 2' quando la Decathlon AG2R La Mondiale prendeva il comando delle operazioni per mettere in difficoltà Primož Roglič e cercare di strappargli il quinto posto in classifica in favore di Felix Gall. Lo sloveno perdeva presto le ruote del gruppo dei migliori scivolando inesorabilmente.

Quando intorno ai - 14 km dall'arrivo Callum Scotson si faceva da parte notando il suo capitano in difficoltà, così Tadej Pogačar, rimasto senza gregari, seguiva un debole attacco di Thymen Arensman e lanciava la sua accelerazione, seguito dal solo Jonas Vingegaard (Visma-Lease a Bike). 

Il campione del mondo, con il danese passivo alla sua ruota, rallentava poi vistosamente, permettendo al neerlandese della INEOS di rientrare e addirittura rilanciare, guadagnando una decina di secondi, che diventavano 30" ai -10 km dall'arrivo, quando sui due più forti del Tour si erano riportati Florian Lipowitz (Red Bull-BORA-hansgrohe), Oscar Onley (Picnic PostNL), Felix Gall, Ben Healy (EF Education-EasyPost) e Tobias Halland Johannessen. Roglič a quel punto era scivolato a più di 4' da Arensman e aveva già perso il quinto posto virtuale in favore di Gall, mentre poco più avanti a lui c'era Vauquelin. Nel gruppo dei migliori a fare il ritmo era il solo Tadej Pogačar, che ai -7 km dava una nuova accelerata restando con i soli Vingegaard e Onley: Lipowitz, dopo aver perso qualche metro, rientrava caparbiamente su Onley difendendo il podio con le unghie. Dietro, Healy perdeva contatto da Gall e Johannessen, mentre il margine di Arensman in testa lambiva i 20" ai -4 km dall'arrivo. 

Il ritmo di Pogačar restava costante, con gli altri tre migliori in classifica a ruota. Ai -2 km dal traguardo però era Oscar Onley a dare segni di cedimento, vedendo sfumare le sue chances di podio e maglia bianca, perché Lipowitz a quel punto passava addirittura in testa aumentando il ritmo e avvicinandosi ad Arensman, che arrivava allo striscione dell'ultimo chilometro con 15" di vantaggio. Il suo margine calava, ma non abbastanza per permettere il rientro degli inseguitori. Il neerlandese coglieva così il secondo successo a questa Grand Boucle dopo quello a Superbagnères. Dietro di lui Vingegaard vinceva, a 2" dal vincitore, la volata per il secondo posto, battendo Pogačar, mentre a 6" si piazzava quarto Lipowitz, ormai certo di podio e maglia bianca. Dietro arrivavano Onley a 47" e  Gall a 1'34", davanti a Johannessen (1'41") Healy (2'19"). 

La nuova e probabilmente definitiva classifica generale di questo Tour de France 2025 vede dunque Gall salire al quinto posto e Johannessen al sesto, mentre Kévin Vauquelin, pur arrivato a 6'18" dal vincitore, resta settimo, perché Primož Roglič, che ha lasciato sul terreno ben 12'39" all'arrivo, è ora ottavo a 25'30" dalla maglia rosa.

La maglia a pois resta teoricamente ancora alla portata di Vingegaard, che ha dodici punti di svantaggio da Pogačar (è 14 il massimo cumulabile rimasto), mentre Lenny Martinez, ora a 20 punti, è prmai fuori dai giochi.

Domani ultima chiamata per le fughe

Domani il Tour de France 2025 ripartirà con la ventesima e penultima frazione da Nantua a Pontarlier  (184.2 km): una salita di seconda categoria a inizio tappa e altri due Gpm più dolci lungo il percorso promettono terreno buono per i fuggitivi.

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