Mauro Berruto
La Tribuna del Sarto

Lo sport è entrato in Costituzione: evviva!

Con la legge approvata lo scorso 20 settembre e firmata da Mauro Berruto, ex ct della pallavolo e attualmente deputato, tutti gli italiani godono di un nuovo diritto. Una svolta da non sottovalutare

09.10.2023 06:05

Il 20 settembre 2023 è stata una data storica per lo sport italiano. Nella 165esima seduta pubblica della Camera dei Deputati (XIX legislatura) si è concluso l’iter legislativo del disegno di legge n. 715-B che inserisce lo sport in Costituzione. Dopo il precedente voto favorevole del Senato, in seconda lettura con 170 voti a favore ed un astenuto (17 maggio 2023), la Camera ha approvato all’unanimità la modifica all’art. 33 della Costituzione Italiana, introducendo il nuovo comma «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme».

Il momento è solenne e meritava un linguaggio adeguato, apparentemente freddo ma generatore di forti emozioni per ogni appassionato di sport. Il primo firmatario di questa legge costituzionale è Mauro Berruto, deputato del Partito Democratico, noto soprattutto per essere stato commissario tecnico della nazionale maschile di pallavolo.

L’intervento in parlamento dell’Onorevole Berruto prima della votazione è definibile senza retorica come storico, non solo per l’obiettivo raggiunto, ma per i contenuti espressi che riprendono le parole del comma in questione: educazione, sociale e benessere psicofisico. Giusto riprenderne i passaggi fondamentali.

Educazione

Lo sport come strumento educativo per il rispetto delle regole, dell’avversario e dell’ambiente, ovviamente per i più giovani, ma non solo, basti immaginare la forza che può avere una qualsiasi pratica atletica nell’ambito penitenziario. D’ora in poi lo Stato non può più esimersi dal dovere di dare ad ogni scuola un’area dove fare ginnastica, ad ogni città luoghi e spazi adatti e sicuri a svolgere attività fisica, a consentire percorsi di rieducazione anche di tipo sportivo nelle carceri.

Attualmente la metà delle scuole italiane non possiedono una palestra e, quando questa c'è, spesso rimane chiusa fuori dalle ore scolastiche. Sarà un compito della politica, un dovere, quello di aprire il più possibile al cittadino le porte dello sport, anche e soprattutto rimuovendo i troppi ostacoli economici che spesso sono da ostacolo.

Sociale

In ogni campo sportivo, le differenze economiche, di credo religioso, di colore della pelle, di regioni di provenienza vengono meno; in tutti questi luoghi c’è, esiste già un modello di società integrato, con un senso comune per il bene della propria squadra. Aggiungo che tutti noi sappiamo quanto il nostro paese manchi di “gioco di squadra” in moltissimi settori, non solo economici.

È proprio lo sport in questi anni a suggerirsi come esempio di modello di cittadinanza, superando sul campo, tra fatica e sudore, ostacoli di legge. Il cricket italiano è stato pioniere in questo, facendo della nazionale italiana un mix straordinario di giocatori immigrati da paesi con forte tradizione per questo sport, che si riconoscono come italiani, che vivono e parlano italiano, assieme a figli di emigrati italiani all’estero, che, avendo mantenuto nel tempo la nostra nazionalità, faticano a comunicare nella nostra lingua, ma vivono tutti un comune senso di appartenenza.

E non dovrebbe essere questo, un comune senso di appartenenza, il grande obiettivo di una legge sulla cittadinanza? Berruto sottolinea come quasi un milione di immigrati ha meno di 18 anni, 3 su 4 sono nati in Italia, abitano e vanno a scuola nel nostro Paese senza averne la cittadinanza, ed hanno ancora difficoltà nell'accedere allo sport; indipendentemente dal loro talento. La politica non può non far sognare loro di vestire la maglia azzurra.

Benessere psicofisico

La “cultura del movimento”, secondo colui che ha promosso la legge, è un investimento per il Paese. È pleonastico elencare i vantaggi dell’attività e dell’esercizio fisico per la salute. È noto che pur essendoci in Italia una delle più alte aspettative di vita, la qualità della salute nelle ultime decadi di questa è in genere molto bassa. Investire nell’attività fisica significa generare importanti risparmi per il Servizio Sanitario Nazionale, al fine di liberare risorse per il diritto alle cure in forma universale e gratuita, come dichiarato dall’articolo 32 della Costituzione.

I tre punti enunciati da Mauro Berruto (educazione, sociale e benessere psicofisico), come sopra riassunti, sono vere e proprie linee guida per la politica del Governo e Parlamento attuale e futuro. Un punto del nuovo comma costituzionale merita ancora di essere sottolineato: la scelta di scrivere “attività sportiva” e non semplicemente sport. Questo può sembrare un dettaglio, ma in realtà nasconde una filosofia, una cultura dello sport per tutti e non solo per i dotati, che forse la sola parola sport avrebbe inteso.

Per svolgere un’attività sportiva non deve essere necessario avere talento, doti fisiche straordinarie o capacità tattiche sopra la media; basta la volontà di indossare un paio di scarpe, inforcare una bicicletta, calpestare un tatami, o tutto ciò che permette ad ognuno di noi di vivere un movimento, di godere dei benefici psicofisici e sociali che lo sport offre.

Perché lo scopo dello sport deve essere soprattutto questo, come già è stato detto più volte nelle pagine della Tribuna del Sarto: essere ecologico ed umano, per tutti, nel rispetto della fragilità di ognuno di noi, contro il mito del superuomo, un costruttore di salute e felicità.

E quindi uno sport senza vittoria e competizione? Assolutamente no. Uno dei compiti pedagogici che lo sport meglio svolge è proprio la sua capacità di fare i conti con la sconfitta e con la fatica. Berruto nel suo discorso alla Camera dice: “Lo sport a qualsiasi livello insegna che la fatica è una medicina; lo sport a qualsiasi livello costringe a fare i conti con la sconfitta. Ogni sportivo, quando perde o vince, è consapevole che in un preciso momento - una partita, una gara, un campionato - è stato migliore o peggiore di qualcun altro, non in assoluto, non per sempre, soltanto in quella determinata occasione. Chi vince sa che, in qualsiasi momento, potrà perdere; chi perde sa che, faticando e migliorando, potrà vincere”.

Aggiungo, che proprio in questa tensione verso la vittoria, verso il migliorare se stessi, che risiede l’essenza e la grande forza dello sport; un’energia in grado di migliorare la società anche e soprattutto fuori dai campi di gara. La migliore metafora per esprimere la forza dello sport che mi viene in mente è un capolavoro di Giovanni Anselmo, “Verso oltremare”. L’opera è composta da una grande e pesante pietra di Luserna agganciata ad un cavo in acciaio, in tensione verso una porzione di muro dipinta dall’artista con blu oltremare.

Nello sport la tensione verso la vittoria, il continuo migliorarsi, conduce l’uomo in direzione di un “oltre”, che può essere un ideale di superuomo, oppure una società ecologica ed umana. Come la grande pietra di Anselmo suggerisce, la scelta del colore verso cui dirigere la forte tensione naturale dell’opera è e rimane umana, artistica; buona o cattiva che sia.

Il nuovo comma costituzionale non è solo scritto bene, ma anche collocato bene. Si poteva pensare di privilegiare gli aspetti benefici per la salute, inserendolo quindi nell’articolo 32, oppure quelli educativi, quindi all’interno dell’articolo 34, per il diritto allo studio. Invece si troverà giusto idealmente in mezzo a questi due nobili passaggi della nostra Carta Costituzionale, associandosi a due aspetti garantiti dalla nostra Repubblica, l’arte e la scienza.

E cosa c’è di più artistico di un gesto sportivo per un appassionato? E quanta scienza c’è nello sport! La scienza dello sport, una vera e propria nuova branca scientifica, a volte anche con distorsioni, è una spinta al progresso medico e tecnologico, con benefici che ricadono su ognuno di noi.

In conclusione, dal 20 settembre 2023 lo sport è entrato nella legge madre della nostra Repubblica, ora è la Costituzione che deve entrare nelle palestre, campi, strade, scuole, ovunque si pratichi qualsiasi attività sportiva, così come fu nel 1970 quando lo Statuto dei Lavoratori permise alla Costituzione di varcare i cancelli delle fabbriche.

Toccherà alla politica e a ogni cittadino far sì che questo comma non rimanga semplice inchiostro su carta. Così come sono state scritte, queste poche nuove parole della Costituzione ci offrono la possibilità di ribaltare il significato dello sport, da esercizio elitario per dotati dal quale cadono briciole a tutto il resto, ad una pratica sportiva per tutti e di tutti dalla quale emerga il talento, la cui vittoria avrebbe maggior prestigio e valore.

In merito vorrei concludere con le parole che Piero Calamandrei pronunciò agli studenti milanesi nel 1955: “La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l'impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l'indifferenza alla politica”.

Dal 20 settembre 2023 la Politica, con la P maiuscola, non può più essere indifferente allo sport, è solo l’inizio, un colpo di pistola, lo start di una gara, che richiederà tanto lavoro al fine di garantire questo nuovo diritto costituzionale a tutti i cittadini, nessuno escluso.

Quale sport per le atlete transgender? Il ciclismo risponde così
Niente Lombardia per Giulio Ciccone