Marco Frigo alla Vuelta a España 2025 ©noa_toledo_arnonphoto
Professionisti

Marco Frigo: “Dopo la protesta volevo tornare a casa. La testa era via, oggi un bel riscatto”

Il corridore veneto, secondo a Cerler alle spalle di Ayuso, racconta le difficoltà dopo la protesta che ha interrotto la cronosquadre: “Non mi interessava più continuare”

La settima tappa della Vuelta a España 2025 ha avuto due protagonisti: il vincitore Juan Ayuso (UAE Emirates), che ha centrato il primo successo spagnolo in questa edizione, e Marco Frigo (Free Palestine–Premier Tech), capace di resistergli più a lungo di tutti sull’ascesa finale di Huesca La Magia e chiudere al secondo posto, a 1’15” dallo scatenato iberico. Un risultato che vale come una liberazione personale per il corridore veneto, reduce da giornate difficili non tanto sul piano sportivo...

La protesta di Figueres

Due giorni fa, infatti, la cronosquadre di Figueres era stata interrotta da una protesta pro-Palestina che aveva visto un gruppo di attivisti bloccare la strada proprio mentre passava la formazione israeliana. I manifestanti avevano costretto i corridori a frenare bruscamente, con il rischio concreto di cadute, anche se nessuno si era poi fatto alcunché. La corsa era poi ripresa e i tempi erano stati corretti dagli organizzatori che poi avevano sporto denuncia contro i manifestanti. La vicenda aveva però lasciato strascichi sul morale dei corridori del team israeliano, che in un comunicato aveva chiesto rispetto per i propri atleti.

La Free Palestine-Premier Tech fermata dai manifestanti durante la cronosquadre dellaVuelta a España 2025  ©Ciclo 21
La Free Palestine-Premier Tech fermata dai manifestanti durante la cronosquadre dellaVuelta a España 2025  ©Ciclo 21

“L'altra sera volevo solo andare a casa. La testa era da un’altra parte”

Frigo non lo ha nascosto, ammettendo al traguardo di Cerler quanto sia stato complicato tornare a concentrarsi sulla gara:
“È stata veramente dura ha confessato a Eurosportla sera sul lettino dei massaggi volevo solo andare a casa. Non mi interessava più continuare, è stata una brutta giornata e non c’era molto da dire. La testa era da un’altra parte.”

Nonostante lo shock, il 25enne veneto ha ritrovato energie e motivazioni sulle strade dei Pirenei. Prima è stato l'unico a riuscire a stare con Juan Ayuso dopo il suo attacco a 11 km dall'arrivo in salita, poi si è riuscito a resistere al ritorno compagni di fuga, confermando di avere ottime gambe:
“Ayuso si sa che corridore è, fortissimo. Su queste pendenze aveva qualcosa in più, ma io ci ho provato. Oggi il risultato è un bel riscatto. Solo la gamba mi ha tenuto su negli ultimi due giorni, perché la testa era ancora altrove. Però se torna anche la testa, possiamo essere competitivi.”

Dopo il terzo podio di tappa in carriera in un Grande Giro, il veneto guarda avanti con fiducia: “Siamo qui alla Vuelta per provarci, e se le gambe continuano a rispondere ci riproveremo.”

Vuelta a España 2025, 8a tappa: volata incredibile ma vera
Pellizzari si gode la maglia bianca alla Vuelta: “Ma il mio obiettivo è un altro”