Martin Laas al Tour of Thailand 2018 © Team Illuminate
Mondo Continental

Martin Laas e la squadra costruita completamente per lui

La Continental estone Quick è stata creata in funzione del suo velocista, dopo un 2024 in cui ha conquistato vittorie a ripetizione. Quest'anno si è sbloccato al Tour of Lithuania

11.06.2025 22:40

Diciottesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Tour de Gyeongnam, Tour of Lithuania, Tour of Malopolska, Paris-Troyes e Martin Laas, indiscusso leader della Quick.

Le corse della settimana

Tour de Gyeongnam

Il podio finale del Tour de Gyeongnam
Il podio finale del Tour de Gyeongnam © Tour de Gyeongnam

In Corea del Sud è andato in scena il Tour de Gyeongnam, corsa a tappe di cinque giorni, che faceva quest’anno il suo esordio nel calendario UCI. Al via erano presenti ventidue squadre: venti Continental, una formazione dilettantistica locale e una selezione nazionale malese.

La prima tappa presentava un profilo abbastanza ondulato, con tanti strappetti brevi, ma dalle pendenze importanti, disseminati lungo il percorso. Dylan Hopkins (Roojai Insurance) si è involato in solitaria e ha conquistato la vittoria, indossando, ovviamente, la prima maglia di leader. A 1’13” dall’australiano, un gruppetto di una quindicina di uomini si è giocato il secondo posto: Andrea D’Amato (JCL Team Ukyo) ha avuto la meglio su Cameron Scott (CCACHE x BODYWRAP).

La seconda frazione era leggermente più difficile, con diverse salite di oltre 2 km e alcuni strappi più brevi, ma con forti pendenze. A poco meno di 20 km dal traguardo, inoltre, era situata l’asperità più impegnativa (2,4 km al 10,5%). Due corridori hanno fatto la differenza e si sono giocati il successo: Simone Raccani (JCL Team Ukyo) ha avuto la meglio su Adne van Engelen (Terengganu) allo sprint. A 54”, Andrea D’Amato si è preso la terza posizione. Dylan Hopkins, settimo, ha conservato la testa della classifica.

La terza tappa era nettamente più semplice delle precedenti, con la principale difficoltà altimetrica situata pochi chilometri dopo la partenza. Come da pronostico, la selezione è stata limitata e il gruppo di testa era composto da circa settanta unità. La CCACHE x BODYWRAP ha recitato la parte del leone e ha messo a segno la doppietta, con Cameron Scott vincitore davanti a Liam Walsh. Andrea D’Amato ha completato il podio di giornata. In classifica generale non ci sono stati cambiamenti.

La quarta frazione era più ondulata rispetto alla precedente, ma meno impegnativa delle prime due. In effetti il gruppo è rimasto abbastanza folto, anche se il numero di unità non superava le quaranta. Lo sprint ha visto ancora una volta trionfare la CCACHE x BODYWRAP, ma in questo caso a imporsi è stato Liam Walsh. Il ventiquattrenne ha battuto l’idolo di casa Kim Euro (LX) e il solito Andrea D’Amato. Nella generale non ci sono state variazioni.

L’ultima tappa era in assoluto la più facile della corsa: in stile criterium americano, era previsto un circuito di poco più di 3 km, privo di difficoltà altimetriche, da ripetere quindici volte, per un totale di soli 48 km. L’inevitabile volata finale ha premiato nuovamente Liam Walsh, abile a precedere Yevgeniy Gidich (China Glory-Mentech) e Andrea D’Amato, finito sul podio in tutte le giornate di gara, ma mai vincitore.

Dylan Hopkins (anche miglior scalatore della corsa) ha conquistato il successo finale, con 19” di margine su Simone Raccani e 23” su Adne van Engelen. Lim Jongwon (LX) è stato il miglior giovane, mentre il JCL Team Ukyo si è aggiudicato la graduatoria a squadre.

Tour of Lithuania

Il podio finale del Tour of Lithuania
Il podio finale del Tour of Lithuania © Tour of Lithuania

Dopo l’esordio nel calendario internazionale avvenuto nel 2024, il Tour of Lithuania, corsa a tappe di cinque giorni, è stato confermato anche per quest’anno. Le squadre al via sono state ben ventinove: quindici Continental, undici formazioni dilettantistiche e le selezioni nazionali di Estonia, Lettonia e Lituania.

La prima tappa non era particolarmente impegnativa e sembrava particolarmente adatta alle ruote veloci. Come da pronostico è stata volata e si è imposto il favorito della vigilia, Martin Laas (Quick). L’estone, primo leader della corsa, ha avuto la meglio sul duo della AIRTOX-Carl Ras composto da Stian Rosenlund, vincitore sullo stesso traguardo lo scorso anno, e Oliver Søndergaard.

La seconda frazione aveva un profilo abbastanza simile a quello della precedente, anche se l’arrivo era in leggera salita. Il gruppo si è presentato compatto al traguardo e lo spunto migliore è stato quello di Karl Kurits (Nazionale Estonia), che è riuscito a mettere nel sacco Martin Laas. Il corridore della Quick si è comunque piazzato secondo e ha conservato la testa della classifica generale. Al terzo posto ha concluso il norvegese Tobias Nakken (Ringerikskraft).

Anche la terza tappa non prevedeva alcuna difficoltà altimetrica di rilievo. La volata di gruppo è stata ancora una volta inevitabile e Martin Laas ha rimesso le cose a posto, mettendosi tutti alle spalle. Al secondo posto si è piazzato Yacine Hamza (Madar), al primo piazzamento di rilievo in Europa dopo un mese di febbraio da dominatore in Algeria, e al terzo Matias Malmberg (AIRTOX-Carl Ras).

La quarta frazione, esattamente come le precedenti, era sulla carta adatta alle ruote veloci e, senza sorprese, il pronostico è stato rispettato. Martin Laas si è imposto nuovamente, rafforzando la leadership in classifica generale. Karl Kurits si è dovuto accontentare del secondo posto, mentre a completare il podio di giornata è stato Oliver Søndergaard.

La quinta tappa non presentava grandi asperità, ma era comunque la più impegnativa della corsa. Effettivamente c’è stata molta più selezione delle giornate precedenti: davanti, infatti, sono rimasti circa venticinque uomini. La volata del gruppo di testa ha premiato Karl Kurits, che ha preceduto Morthen Wang Baksaas (Ringerikskraft) e Oscar Ulrik Winkler (Give Steel-2M).

Martin Laas ha conquistato il successo finale (e la classifica a punti), con 7” di margine su Karl Kurits, miglior giovane della corsa, e 30” su Oscar Ulrik Winkler. La Quick ha vinto la graduatoria a squadre, mentre Ole Theiler (REMBE|rad-net) si è imposto in quella degli sprint intermedi.

Tour of Małopolska

Alexander Konychev vince il Tour of Małopolska
Alexander Konychev vince il Tour of Małopolska © Tour of Małopolska

Si è disputato anche il Tour of Malopolska, una delle più importanti gare polacche. Corsa a tappe di quattro giorni, fa parte del calendario UCI da poco più di vent’anni, ma la prima edizione risale al 1961. Quest’anno al via c’erano ben ventinove squadre: quindici Continental, dodici formazioni dilettantistiche e due selezioni regionali (una polacca e una norvegese).

La gara si è aperta con un cronoprologo di 1400 metri interamente in salita per le strade di Cracovia. Il miglior tempo è stato realizzato da Nikiforos Arvanitou (Novapor Theseus). Il campione nazionale greco in linea ha preceduto di 2” il giovanissimo finlandese Kasper Borremans (Bahrain Victorious Development) e di 3” il messicano Edgar Cadena (Petrolike).

La prima tappa presentava un percorso ondulato e l’arrivo era situato in cima a una salita di quattro chilometri. Il gruppo si è spezzato in diversi tronconi e due corridori hanno fatto la differenza: la vittoria è andata ad Alexander Konychev (Vorarlberg), che ha avuto la meglio su Michael Kukrle (ATT Investments) e ha conquistato anche la maglia di leader. A 4” dal duo di testa è arrivato un drappello di dodici uomini, regolato da Marcin Budziński (ATT Investments).

Anche la seconda frazione presentava diverse asperità, ma le più difficili erano piazzate nella prima metà del percorso. Il gruppo è rimasto compatto e il più veloce allo sprint è stato Patryk Stosz (Voster ATS), che ha trovato, così, il primo successo stagionale. Il campione polacco Norbert Banaszek (ATT Investments) si è dovuto accontentare del secondo posto, mentre terzo è arrivato Carlos Garcia (Petrolike). Alexander Konychev ha conservato la testa della classifica.

Con una classifica ancora molto corta, l’ultima tappa aveva tutte le caratteristiche per essere decisiva: presentava, infatti, un finale durissimo, con l’arrivo di Przehyba situato in cima ad una salita di 8 chilometri con una pendenza media superiore all’8%. A causa di alcuni problemi di sicurezza, però, la corsa è stata neutralizzata poco dopo la metà del percorso e il gruppo si è rifiutato di riprendere la gara. In accordo con gli organizzatori, si è deciso di proseguire solo per la vittoria di tappa, senza che il risultato andasse a intaccare la classifica generale. Ad approfittare della situazione è stato Nikolaj Mengel (AIRTOX-Carl Ras), che era in fuga al momento della neutralizzazione. Il danese ha tagliato il traguardo davanti a Loïc Bettendorff (Hrinkow Advarics) e Peter Schulting (Diftar).

Alexander Konychev ha conquistato il successo finale (e la classifica a punti), con un margine di 3” su Kasper Borremans, miglior giovane della corsa, e Tomáš Přidal (Elkov-Kasper). Łukasz Owsian (Mazowsze Serce Polski) è stato il re degli scalatori, mentre la graduatoria a squadre ha premiato il Team Vorarlberg.

Paris-Troyes

Il podio finale della Paris-Troyes
Il podio finale della Paris-Troyes © Paris-Troyes/Belair Clap-BC Sport Agency

In settimana si è corso anche in Francia, dov’è andata in scena la Paris-Troyes, corsa in linea di 180 chilometri, giunta alla sessantasettesima edizione. La start list era composta da venticinque squadre: diciotto Continental e sette formazioni dilettantistiche.

Il percorso era ricco di strappetti, ma quelli più duri erano piuttosto lontani dal traguardo e le asperità situate nel finale erano troppo brevi per fare selezione. I primi tentativi di fuga non hanno avuto successo e a poco meno di 100 km dal traguardo si è formato al comando un gruppo di dieci corridori, che sono rimasti in testa fino ai -23. A 15 km dall’arrivo, un quartetto è partito all'attacco e ha mantenuto per diverso tempo un margine di 15” sul gruppo. Con il plotone che si stava avvicinando, Morten Aalling Nørtoft (ColoQuick) ha provato ad andar via da solo ai -3.

Il tentativo del danese si è esaurito a circa 300 metri dall’arrivo, quando da dietro è stata lanciata la volata: Juan David Sierra (Tudor U23) è partito lungo e nessuno è riuscito a superarlo. Il giovane italiano ha conquistato la seconda vittoria internazionale in carriera, battendo il britannico Alfred George (SCO Dijon-Matériel-Velo.com), che, curiosamente, aveva chiuso secondo anche in occasione dell’altro successo del lombardo. L’ex Cofidis Emmanuel Morin (Van Rysel Roubaix) si è piazzato in terza posizione, relegando ai piedi del podio Thom van der Werff (Development Picnic PostNL) e Ronan Augé (CIC-U-Nantes).

Le Continental tra i big

Jakob Omrzel, miglior giovane del Tour of Slovenia
Jakob Omrzel, miglior giovane del Tour of Slovenia © Tour of Slovenia/Sportida.com

Cinque Continental hanno partecipato al Tour of Slovenia: alle locali Adria Mobil, Factor e Pogi Gusto Ljubljana si sono aggiunte la slovacca Pierre Baguette e la tedesca Benotti Berthold. Il miglior rappresentante del ciclismo di terza divisione è stato, però, Jakob Omrzel, corridore della Bahrain Victorious Development in gara con il ramo WorldTour del team. Il diciannovenne ha chiuso quarto in classifica, con la maglia di miglior giovane. Fra le formazioni invitate, il migliore in classifica è stato il biker brasiliano Henrique Avancini: il brasiliano della Factor si è piazzato in ventisettesima posizione. L’Adria Mobil ha raccolto due top ten di tappa con il velocista Tilen Finkšt, che ha ottenuto un sesto e un settimo posto.

Le neerlandesi BEAT e VolkerWessels, la belga Tarteletto-Isorex e l’australiana Atom 6-Decca erano al via dell’Heistse Pijl. Nessuna formazione di terza divisione ha centrato la top ten, ma la VolkerWessels ci è andata vicina con Joppe Heremans, tredicesimo. Le stesse squadre, ad eccezione della Atom 6-Decca, hanno preso parte anche all’Antwep Port Epic. Ancora una volta la VolkerWessels ha fatto meglio delle compagini di pari livello, piazzando Joes Oosterlinck all’undicesimo posto. Il miglior Continental è stato, però, Gleb Syritsa: il portacolori della XDS Astana Development, in gara con il ramo WorldTour del team, si è classificato settimo.

Le principali novità di ciclomercato riguardano la Huansheng-Vonoa: la formazione cinese dovrà fare a meno del suo uomo simbolo Luis Carlos Chia, sospeso per una positività all’antidoping, e ha cercato di rinforzarsi pescando in Oceania: sono arrivati il ventisettenne australiano Oliver Stenning e il ventiseienne neozelandese James Krzanich. Può essere molto interessante la mossa della slovena Factor, che si è assicurata il filippino Nash Lim: pur avendo pochissima esperienza nel ciclismo su strada, il ventiduenne ha vinto quest’anno il titolo nazionale a cronometro.

Il ritratto della settimana: Martin Laas

Martin Laas al Tour of Lithuania
Martin Laas al Tour of Lithuania © Tour of Lithuania

Non sono molte le squadre che vengono costruite quasi interamente intorno a un solo corridore: nel ciclismo contemporaneo viene subito in mente la squadra attualmente conosciuta come Alpecin-Deceuninck, cresciuta insieme al suo leader Mathieu van der Poel, per dargli la possibilità di competere ai massimi livelli anche su strada, ma è difficile trovare altri esempi. Da quest’anno in gruppo c’è una Continental estone, la Quick, che è stata creata quasi totalmente in funzione del suo velocista, Martin Laas.

L’idea di costruire una squadra intorno al trentunenne è nata lo scorso anno, quando ha vinto a ripetizione con la maglia della Continental mongola Ferei Quick-Panda. Mihkel Räim, che aveva condiviso con lui l’avventura asiatica, ha lanciato il progetto estone, cercando di creare un team specializzato negli sprint, con Laas come finalizzatore. Per rinforzare il treno, è stato ingaggiato anche un altro corridore con esperienza tra i professionisti, Karl Patrik Lauk, che si è aggiunto a Gleb Karpenko e Oskar Nisu, già compagni dei due uomini di punta in Mongolia.

In realtà il 2025 del leader del team non era iniziato benissimo: al Tour de Taiwan non è mai entrato nella top ten, nonostante tre tappe fossero finite in volata, al Tour of Hainan, che lo aveva visto vincere una tappa lo scorso anno, non è andato oltre un quarto e un nono posto, e al Tour of Estonia si è ritirato. La scossa è arrivata al Tour of Lithuania: in cinque frazioni l’estone ha conquistato tre successi, (ed è finito secondo e quarto nelle altre due), portandosi a casa la vittoria finale e la classifica a punti. Le sue vittorie sono state le prime per la Quick, che, essendosi sbloccata, affronterà sicuramente i prossimi appuntamenti con maggiore serenità.

Martin Laas si appassionò alla bicicletta sin da bambino, ma, inizialmente, per lui il ciclismo era solo un divertimento. Cominciò a correre più seriamente al secondo anno tra gli juniores, quando approdò al Rein Taaramäe Jalgrattaklubi, la scuola di ciclismo fondata a Tartu dall’ex corridore di Cofidis e Intermarché, con cui ebbe la possibilità di disputare la sua prima gara internazionale di categoria in Polonia, La Coupe du Président de la Ville de Grudziądz.

Nel 2012 passò alla categoria under 23, ma non cambiò squadra, rimanendo nel club di Rein Taaramäe. Esordì a livello UCI in occasione della Scandinavian Race in Uppsala 1909-2012 e poi disputò anche il Riga GP e il Baltic Chain Tour. Non ottenne risultati particolarmente importanti, ma fece esperienza in una categoria nuova, di fronte ad avversari di tutto rispetto.

Il suo mentore Taaramäe lo mise in contatto con la Pro Immo Nicolas Roux e, così, Laas si trasferì in Francia, per cercare di salire di livello. Entrò nel giro della nazionale e fu convocato per diverse gare di Coppa delle Nazioni e per i Campionati Europei. Iniziò a far vedere le proprie doti da velocista in corse UCI, con i terzi posti al Riga-Jurmala GP e in una tappa del Baltic Chain Tour. A fine stagione, inoltre, trovò le prime vittorie nel calendario nazionale transalpino: si aggiudicò, infatti, il GP des Grattons à Châteaumeillant e il GP d’Issoire.

Nella stagione seguente rimase nella formazione francese e fece un notevole salto di qualità nel calendario nazionale, conquistando ben otto successi, tra cui il GP d’Issoire per il secondo anno consecutivo e il GP de Lignac. Nelle gare UCI chiuse in settima posizione una tappa del Tour of Estonia e ottenne i migliori risultati al Baltic Chain Tour, in cui ottenne tre top ten di tappa e il quarto posto in classifica generale.

Per l’ultimo anno da under 23, l’estone rimase alla Pro Immo Nicolas Roux e vinse, nel calendario francese, una tappa del Tour du Loiret. Con la maglia della nazionale, invece, si piazzò decimo alla Coppa dei Laghi-Trofeo Almar, gara di Coppa delle Nazioni, sesto nella prova under dei Campionati Europei e si aggiudicò una tappa e la classifica finale del Tour of Estonia. Questi risultati gli aprirono le porte di una formazione professionistica, il Team Marseille 13 KTM, con un contratto da stagista. Ripagò la fiducia del team, centrando diverse top ten, con un quarto posto di tappa la Tour of Hainan e uno al Tour of Taihu Lake come migliori risultati. Per la prima volta partecipò ai Campionati del Mondo, ma non concluse la prova under 23.

Nel 2016 ebbe la possibilità di passare professionista con la Delko Marseille Provence KTM (la squadra per cui aveva fatto lo stagista l’anno precedente). Per via di diversi problemi fisici e, soprattutto, di una mononucleosi diagnosticata in ritardo, non fu mai competitivo, ottenendo come miglior piazzamento un non indimenticabile settantaquattresimo posto allo Cholet-Pays de Loire.

Nella stagione seguente Laas superò i problemi di salute e ritrovò un buon livello, con quattordici piazzamenti in top ten, ma non riuscì a centrare successi. Fece le cose migliori al Tour of Hainan, ultima gara della stagione: chiuse ben quattro tappe in seconda posizione, ma trovò sempre sulla sua strada un imbattibile Jakub Mareczko. 

Nonostante gli ottimi risultati di fine stagione, non riuscì a restare fra i professionisti e fu costretto a scendere a livello Continental. Accasatosi al Team Illuminate, confermò il livello del Tour of Hainan e chiuse la stagione con ben cinque vittorie internazionali. Al Tour of Thailand si impose in tre occasioni, conquistando anche la classifica a punti, e si ripeté al Tour of Japan, in cui si aggiudicò l’ultima tappa. Ritrovò la via del successo anche in Europa: vinse, infatti, una frazione del Baltic Chain Tour, che riuscì anche a concludere con un buon quarto posto in classifica generale.

Confermato dal Team Illuminate, l’estone iniziò bene il 2019, chiudendo in seconda posizione una tappa del Colombia 2.1, in mezzo ai velocisti del WorldTour. In seguito vinse una frazione del Tour of Thailand e fu secondo al GP Minsk, prima di prendere il via del Tour of Taiyuan: nella corsa cinese non ebbe rivali in volata e conquistò ben quattro successi. Fu grande protagonista anche al Tour de Korea, in cui si prese tre tappe. 

Grazie agli ottimi risultati nel biennio al Team Illuminate, ebbe la possibilità di sbarcare nel WorldTour, con la maglia della BORA-hansgrohe. Nonostante lo scoppio della pandemia, disputò comunque un buon numero di corse e centrò due successi di tappa al Tour de Slovaquie, in cui vinse anche la classifica a punti. A fine stagione debuttò in un GT, disputando la Vuelta a España: nella gara spagnola fece parte del treno di Pascal Ackermann, che si impose in due frazioni.

Confermato anche per il 2021, Laas ripagò la fiducia della squadra con una vittoria di tappa all’Arctic Race of Norway, la seconda posizione nel prologo del Sibiu Tour e le terze nella Clasica de Almeria e nel Kampioenschap van Vlaanderen. Disputò nuovamente la Vuelta a España, in cui ebbe più libertà dell’anno precedente e ottenne un settimo e un ottavo posto. Con la maglia della nazionale, inoltre, conquistò un successo al Tour of Estonia, in cui fu anche secondo in classifica. A fine stagione partecipò per la prima volta alla prova in linea élite dei Campionati del Mondo.

Anche nell’anno successivo vestì la maglia della BORA-hansgrohe e iniziò molto bene la stagione, piazzandosi secondo nella prima tappa del Saudi Tour, sua gara di esordio. Quello fu, però, il suo miglior risultato in rappresentanza della formazione tedesca: in seguito non andò oltre il terzo posto nel prologo del Sibiu Tour, il quinto nel campionato nazionale e il sesto in una frazione della Volta a Catalunya. Con la maglia della nazionale centrò, comunque, due successi parziali (più la classifica a punti) al Baltic Chain Tour, che concluse in seconda posizione.

Terminata la sua esperienza con la BORA, l’estone rimase nel WorldTour, firmando con l’Astana, ma visse una stagione orribile: dopo i problemi di salute in fase di preparazione, fu condizionato da diverse cadute e non riuscì mai a essere davvero competitivo. Si tolse le uniche soddisfazioni al Tour of Sakarya, che disputò con la formazione di sviluppo del team kazako: nella corsa turca vinse una tappa e la classifica finale.

Non confermato dall’Astana, lo scorso anno, come già detto, è ripartito dalla Mongolia, con la maglia della Ferei Quick-Panda. Ha vissuto una stagione straordinaria, con ben dieci successi internazionali all’attivo: tre tappe al Tour of Poyang Lake, due al Tour of Lithuania e al Tour of Taihu Lake e una al Tour de Banyuwangi Ijen, alla Trans-Himalaya Race e al Tour of Hainan. In tre di queste corse (Banyuwangi Ijen, Poyang Lake e Taihu Lake) si è aggiudicato anche la classifica a punti. Oltre alle vittorie UCI, si è imposto anche a più riprese in gare dilettantistiche.

Come nel 2024, Martin Laas ha conquistato le prime vittorie dell’anno al Tour of Lithuania e magari raggiungerà la doppia cifra di vittorie anche quest’anno. Al momento non si conosce ancora il suo calendario per il resto della stagione, ma sicuramente disputerà delle gare in Cina in estate.

Mathieu van der Poel resta fedele ai suoi progetti MTB "Non mi preoccupo delle opinioni altrui"
Classe e motore: a Charantonnay tappa e maglia per Ivan Romeo