Tom Devriendt si ritira dopo un lungo calvario: "Per me è una liberazione"
Il belga della Q36.5, affetto dal morbo di Crohn, mette fine alla sua carriera dopo due anni molto sofferti. "Andavo in bagno anche dodici volte al giorno"
Scorrendo i risultati della Parigi-Roubaix 2022, salta all'occhio un nome a sorpresa: è quello di Tom Devriendt. Belga, classe 1991, in quella edizione della corsa francese Devriendt si mise in luce perché fu l'unico fuggitivo a resistere nel gruppo dei favoriti, grazie a una condotta di gara tanto lucida quanto sorprendente. Un amaro 4° posto non spense le speranze di un finale di carriera brillante per Devriendt, che nell'estate 2022 lasciò la Intermarché-Wanty per sposare le ambizioni della neonata Q36.5, accarezzando il sogno di tornare a vincere e interrompere un digiuno in atto dal 2019.
I problemi intestinali e la diagnosi del morbo di Crohn: “Il mio corpo era distrutto”
Purtroppo, le cose sono andate diversamente. A due anni e mezzo di distanza da quella mitica giornata sulle pietre francesi, Devriendt ha annunciato il ritiro dal ciclismo professionistico. Ad interrompere la sua carriera è stato il morbo di Crohn, che gli è stato diagnosticato all'inizio di questa stagione dopo oltre un anno di calvario, come lui stesso ha raccontato.
“Tutto è iniziato a fine 2022, quando ho perso peso improvvisamente. La mia massa grassa era scesa al 4%. Alla Volta Valenciana di inizio 2023, poi, soffrivo il freddo come non mai, ma c'erano 17°C: un po' strano per un corridore da classiche. Alla fine ero molto stanco: dopodiché, non ho più raggiunto il mio livello. Dopo la primavera sono iniziati i problemi intestinali: per tutto il resto dell'anno andavo in bagno anche dodici volte al giorno giorno e notte."
A inizio 2024, dopo la diagnosi, le cose hanno preso una piega migliore, prima di degenerare in vista delle classiche del nord.
“A inizio marzo ho corso il GP Monseré, per poi passare due settimane fermo a letto. Con la squadra abbiamo deciso di correre il Giro delle Fiandre: sono rimasto in fondo al gruppo per un po', poi ho deciso di ritirarmi. Nel bus ho pregato la squadra di non convocarmi per la Parigi-Roubaix: il mio corpo era distrutto.”
“Per molti il ritiro è la fine, ma per me è una liberazione”
La decisione di ritirarsi è arrivata in estate, quando nonostante un lungo riposo Devriendt ha realizzato di non riuscire nemmeno ad allenarsi.
“Per me era impossibile anche seguire i miei compagni d'allenamento: così ho detto basta.”
A tre mesi di distanza dalla Druivenkoers-Overijse, l'ultima gara a cui ha preso parte, Devriendt è sulla via della guarigione ed è pronto a salutare il ciclismo con il sorriso.
“Per molti il ritiro è la fine, ma per me è una liberazione. Se la squadra mi avesse proposto il rinnovo, avrei rifiutato. Senza lo stress e gli sforzi a cui era sottoposto, il mio corpo si sta riprendendo. Sono ancora giovane, ho tutta la vita davanti a me.”