Corse

Tour de Romandie 2024 - Analisi del percorso

Percorso molto esigente che ogni giorno potrebbe smuovere la classifica; la tappa di muri a Friburgo, la cronometro e gli arrivi in salita a Les Marecottes e Leysin sono i punti salienti

23.04.2024 09:00

È stato presentato nei giorni scorsi il percorso della prossima edizione del Tour de Romandie 2024, una delle più importanti brevi corse a tappe del calendario. Il tracciato non si discosta dalla formula degli ultimi anni, con due cronometro e una tappa di alta montagna intervallate da giornate più o meno mosse. La tappa regina sarà particolarmente impegnativa e riproporrà a grandi linee il tracciato del 2021, con l'interminabile arrivo in salita di Thyon 2000. 

 

Le tappe nel dettaglio

Martedì 23 aprile - Prologo: Payerne - Payerne (Cronometro individuale - 2.3 km)

Altimetria Prologo

Si parte con un prologo cortissimo a Payerne, con partenza dallo stadio municipale e arrivo nel centro storico. Tutto il percorso è ricco di curve e rilanci ma è soprattutto la parte finale intorno all'abbazia che racimola un cambio di direzione dietro l'altro senza che ci sia spazio per dare continuità all'azione. Conterà moltissimo l'abilità di guida. In ogni caso in 2 km non dovrebbero esserci grandi distacchi ai fini della classifica.

 

Mercoledì 24 aprile - 1a tappa: Château d’Oex – Fribourg (165.7 km)

Altimetria 1a tappa

La prima tappa in linea è subito molto nervosa: pur non essendoci lunghe salite, di pianura se ne incontra pochissima e già si potrebbe vedere qualche movimento. L'avvio è subito ondulato, seguito però da una trentina di km piuttosto semplici; poi inizia la salita più dura del giorno verso Sorens (4.4 km al 7.4%, max 15%), che apre le danze per il finale nervoso. Si sale una prima volta ad Arconciel (ignorando il dato ufficale, 1.8 km al 7.3%, max 13%) per transitare dal traguardo di Friburgo ed iniziare la prima delle due tornate del lungo circuito finale quasi privo di pianura. Si ripeteranno dunque per due volte il durissimo strappo in pavè di Chemin de Lorette (800 metri al 12.5%, max 15%; secondo passaggio a 36.3 km dall'arrivo) e ancora la salita di Arconciel (terzo passaggio a soli 9 km dal traguardo). Non inganni quella specie di risciacquo a ridosso del traguardo: è un refuso non corretto di un alto viadotto sul fiume Sarine e in verità gli ultimi km sono pressoché pianeggianti.

 

Giovedì 25 aprile - 2a tappa: Fribourg – Salvan/Les Marécottes (171.0 km)

Altimetria 2a tappa

Prima tappa di montagna di questo Romandia, che focalizza l'attenzione sull'ascesa conclusiva. Dopo un avvio vallonato, la prima reale difficoltà è rappresentata dal Col des Mosses, salita di 13.4 km al 4.1% di media che alterna falsopiani a tratti di salita più marcata (6/7%). Una lunga discesa porta a Aigle, quindi una trentina scarsa di km in fondovalle conducono alla salita finale verso Les Marecottes (7.8 km al 7.3%): la salita alterna tratti tosti ad altri un po' più pedalabili, con in particolare un paio di km al 9% a 3 km dall'arrivo e un altro strappo duro (max 13%) intorno all'ultimo km.

 

Venerdì 26 aprile - 3a tappa: Oron - Oron (Cronometro individuale - 15.5 km)

Altimetria 3a tappa

Prima della tappa di montagna la classifica sarà ulteriormente scossa da una cronometro di 15.5 km, che però non dovrebbe essere particolarmente ostica ai meno specialisti, considerando che per buona parte è divisa tra salita e discesa. Sono all'insù i primi 4 km verso Maracon (media 5%), poi un tratto ondulato conduce al rilevamento tempi posto a metà tappa. Qui si incontra una prima discesa di circa 1.5 km e poi un tratto lineare di circa 4 km adatto agli specialisti. Infine un'ultima discesa porta direttamente agli ultimi 500 metri.

 

Sabato 29 aprile - 4a tappa: Saillon – Leysin (159.2 km)

Altimetria 4a tappa

Il percorso della tappa regina propone varie salite sparse qua e là per il tracciato, senza però mai creare una vera concatenazione, fatto che dovrebbe privilegiare uno scontro diretto solo sull'ascesa finale, a onor del vero non durissima. La frazione è comunque tosta ed accumula 3400 metri di dislivello in meno di 160 km. Apre le danze la durissima salita di Ovronnaz (9.2 km al 9.3%, max 15%; ultimi 5 km all'11.5% di media), a cui seguono però 30 km di pianura rotti solo dalla breve salita di La Rasse (2 km all'8.6%). Inizia quindi un nuovo blocco veramente impegnativo, con la salita di Les Rives (9.8 km al 5.4%; ultimi 2 km al 9%, max 13%) immediatamente seguita da quella di Les Giettes (4 km all'8.5%, max 12%). Qui ci si potrebbe già inventare qualcosa avendone il coraggio, perché la successiva discesa è molto tecnica e termina a meno di 20 km dai piedi dell'ultima ascesa; peraltro in questo tratto si incontra il duro strappo di Antagnes (circa 1 km al 10%), dunque non si tratta di un unico fondovalle. Resta quindi l'ascesa che porta in 14 km al 6% all'ultimo GPM: la salita inizia con un primo troncone di 6 km al 6.5%, seguito da 3.5 km più pedalabili (media 4%); qui si svolta a sinistra verso la stazione sciistica per affrontare il tratto più duro di 3 km all'8.3% (max 12%) piuttosto irregolare; infine la strada torna al 4/5% per un km abbondante fino al GPM. Mancheranno soltanto 1100 metri all'arrivo, inizialmente in lieve discesa, poi di nuovo in salita fino al traguardo (max 9%).

 

Domenica 30 aprile - 5a tappa: Vernier - Vernier (150.8 km)

Altimetria 5a tappa

L'ultima tappa dovrebbe essere anche la più semplice, anche se di fatto non presenta nemmeno un metro di pianura e potrebbe riservare qualche sorpresa. Si corre quasi interamente su un circuito di circa 35 km da ripetere 4 volte che prevede ad ogni tornata un GPM sull'asperità principale del percorso, Dardagny (1.5 km al 4.4%, max 8%). Il percorso oltre ad essere sempre ondulato (seppur senza grandi pendenze) e anche molto tortuoso e non può essere preso sottogamba. Si esce dal circuito a soli 11 km dal traguardo, per raggiungere Vernier su strade decisamente più ampie e lineari. Si segnala un ultimo tratto in lieve ascesa a Lancy, che termina a poco più di 4 km dall'arrivo.

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Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.