Alex Molenaar, vincitore della classifica a punti del GP Beiras e Serra da Estrela © Grande Prémio Internacional Beiras e Serra da Estrela
Mondo Continental

Alex Molenaar, il neerlandese che sogna una corsa sola: la Volta a Catalunya

Per il corridore della Illes Balears Arabay, che da bambino ha vissuto per anni a Girona, la Volta a Catalunya è la corsa di casa. Ritiratosi alla prima partecipazione, spera di potersi riscattare in futuro

08.05.2024 22:10

Tredicesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Tour de Bénin, Vuelta Bantrab, Grande Prêmio Internacional Beiras e Serra da Estrela, Ronde van Overijssel, Sundvolden GP, Ringerike GP e Alex Molenaar, trascinatore della Illes Balears Arabay.

Le corse della settimana

Tour du Bénin

Achraf Ed Doghmy vince il Tour du Bénin per la seconda volta consecutiva
Achraf Ed Doghmy vince il Tour du Bénin per la seconda volta consecutiva © Tour du Bénin

La scorsa settimana, ad un mese e mezzo di distanza dagli African Games, il ciclismo UCI è tornato in Africa per il Tour du Bénin. La BIKE AID, unica Continental via, ha affrontato due formazioni dilettantistiche e nove selezioni nazionali.

La prima tappa presentava le principali difficoltà altimetriche nella prima parte, anche se l’ultimo chilometro era in leggera salita. Dieci uomini hanno staccato nettamente il gruppo e sei di loro si sono giocati il successo in una volata che ha visto prevalere Yoel Habteab (BIKE AID). Il corridore eritreo è stato, però, declassato, anche se inspiegabilmente i giudici lo hanno retrocesso al secondo posto e non in fondo al gruppetto. La vittoria è andata, così, ad Azzedine Lagab (Nazionale Algeria). La nazionale marocchina ha gestito male il finale e ha piazzato i suoi corridori dal terzo al sesto posto.

La seconda frazione era molto semplice, senza alcuna salita di rilievo. Come da pronostico si è deciso tutto in uno sprint di gruppo, che ha premiato Hamza Amari (Nazionale Algeria). Il ventunenne si è messo dietro Clovis Kamzong (SNH Vélo Club) e Leslie Lührs (BIKE AID). Nessuno dei primi della classifica generale ha conquistato abbuoni e, quindi, Azzedine Lagab ha conservato la maglia di leader.

Anche la terza tappa era abbastanza facile e presentava un’unica difficoltà a metà percorso. A differenza del giorno precedente, però, la volata di gruppo è stata scongiurata dall’attacco di alcuni corridori. Si è imposto Victor Lebon (Born’Heures), che ha superato allo sprint Islam Mansouri (Nazionale Algeria) e Wahabou Bouda (Nazionale Burkina Faso). Grazie all’abbuono conquistato in occasione di uno sprint intermedio, Yoel Habteab è passato in testa alla classifica generale.

La quarta frazione era ancora più semplice delle precedenti e nessuno è riuscito a evitare la volata di gruppo. A vincere è stato Yacine Hamza (Nazionale Algeria), che dopo i diciotto successi del 2023, ha conquistato la prima vittoria stagionale a livello UCI. Alle sue spalle si sono piazzati Leslie Lührs e Achraf Ed Doghmy (Nazionale Marocco). Yoel Habteab ha conservato la maglia di leader.

L’ultima tappa presentava diverse asperità nella prima parte, per poi diventare molto più facile, ma si è rivelata comunque molto selettiva. Solo otto corridori sono rimasti in testa fino al traguardo e il più veloce è stato Achraf Ed Doghmy, che ha preceduto Zaki Boudar (Nazionale Algeria) e Azzedine Lagab.

L’abbuono conquistato nell’ultima frazione ha regalato il successo finale ad Achraf Ed Doghmy, già vincitore lo scorso anno. Sul podio con lui sono saliti Azzedine Lagab e Yoel Habteab, staccati rispettivamente di 7” e 9”. L’eritreo della BIKE AID ha perso la maglia di leader proprio l’ultimo giorno, ma si è parzialmente consolato imponendosi nella classifica a punti. Oltre alla vittoria nella generale, la nazionale marocchina si è aggiudicata sia la graduatoria a squadre che quella degli sprint intermedi, andata a El Houcaine Sabbahi.

Vuelta Bantrab

Jonathan Caicedo vince la Vuelta Bantrab
Jonathan Caicedo vince la Vuelta Bantrab © Federacion Guatemalteca de Ciclismo/Nery Ajsivinac

In Guatemala è andata in scena la terza edizione della Vuelta Bantrab, corsa a tappe di cinque giorni entrata nel calendario UCI lo scorso anno. Al via erano presenti sette Continental, dieci formazioni dilettantistiche e le selezioni nazionali di Costa Rica ed El Salvador.

La prima tappa era nettamente la più semplice in programma: dodici giri di un circuito di circa 10 chilometri nelle vie della capitale guatemalteca. Come prevedibile è stato uno sprint di gruppo a decidere il primo vincitore e il più veloce è stato Wilmar Paredes (Team Medellín), abile a mettersi dietro Cristian Velez (GW Erco Shimano) e Daniel Muñoz (Nu Colombia).

La seconda frazione era del tutto diversa: prevedeva ben otto GPM e si disputava quasi totalmente oltre quota 2000 metri. Jonathan Caicedo (Petrolike) si è imposto in solitaria, con 18” su Julián Cardona (Team Medellín) e 20” su Byron Guamá (Best PC). Il finale è stato condizionato da un clamoroso incidente: Daniel Mendez (Nu Colombia), che era in testa insieme a Caicedo, è finito a terra a poche centinaia di metri dal traguardo, a causa di uno scontro con una donna che stava attraversando la strada senza guardare. L’ex corridore della Kern Pharma ha poi tagliato il traguardo in quinta posizione ed è stato classificato con lo stesso tempo del vincitore.

La terza tappa era meno impegnativa della precedente, anche se l’altitudine poteva rappresentare una grande difficoltà: lungo tutto il percorso non si scendeva mai sotto quota 2200, arrivando a sfiorare i 3000 nel punto più alto. Staccato di oltre 2’30” in classifica, Rodrigo Contreras (Nu Colombia) ha approfittato di un po’ di libertà per andare a vincere in solitaria. Il leader della generale Jonathan Caicedo non ha corso rischi e ha chiuso secondo a 6”, mentre Javier Jamaica (Team Medellín) ha completato il podio di giornata a 10”.

La quarta frazione presentava l’unico vero arrivo in salita della corsa, che seguiva una salita molto lunga, ma abbastanza pedalabile. Per una volta non c’era il problema dell’altitudine. Il più forte è stato nuovamente Jonathan Caicedo, che ha tagliato il traguardo con 2” su Javier Jamaica e 5” su Daniel Mendez. L’ecuadoriano ha, ovviamente, conservato la leadership in classifica.

L’ultima tappa era caratterizzata da una salita di ben 41 km, che portava i corridori da una quota di poco superiore ai 300 metri a circa 2300 metri. Robinson Lopez (GW Erco Shimano) è riuscito a partire da solo ed è andato a conquistare il primo successo UCI in carriera, staccando di 1’01” Wilmar Paredes e di 1’09” un gruppetto regolato da Daniel Bonilla (Nazionale Costa Rica).

Jonathan Caicedo ha regalato un'altra grande gioia a Gianni Savio, conquistando il successo finale (e la maglia di miglior scalatore). L'ex corridore della EF ha preceduto di 35” Daniel Mendez e di 2’43” Javier Jamaica. Gabriel Pacheco (Nazionale Costa Rica) si è aggiudicato il titolo di miglior giovane, mentre Franklin Archibold (Panamá es Cultura y Valores) ha vinto la classifica degli sprint intermedi. La Nu Colombia, infine, si è imposta nella graduatoria a squadre.

Grande Prêmio Internacional Beiras e Serra da Estrela

Artem Nych festeggiato dai compagni dopo la vittoria del GP Beiras e Serra da Estrela
Artem Nych festeggiato dai compagni dopo la vittoria del GP Beiras e Serra da Estrela © Grande Prémio Internacional Beiras e Serra da Estrela

In Portogallo è andata in scena la sesta edizione del Grande Prêmio Internacional Beiras e Serra da Estrela, tornato alla durata di classica durata di tre giorni, dopo che lo scorso anno era stata aggiunta una tappa. Al via si sono schierate diciotto squadre: due Pro Team (Caja Rural Seguros RGA e Kern Pharma), dodici Continental e quattro formazioni dilettantistiche.

La prima tappa presentava un percorso piuttosto impegnativo, con tanti strappi e anche alcune salite più lunghe: l’ultima, lunga 4,5 km, si concludeva a poco più di 1000 metri dal traguardo. Con un attacco nel finale, Artem Nych (Sabgal/Anicolor) ha staccato tutti e ha tagliato il traguardo in solitaria. Un gruppo di tredici uomini ha chiuso con 10” di ritardo ed è stato regolato da Alex Molenaar (Illes Balears Arabay) davanti a Jordi López (Kern Pharma).

La seconda frazione era la più semplice in programma, anche se qualche asperità c’era. Nel finale era presente una salita di 9 km, anche se la pendenza non era eccessiva. Sul traguardo è arrivato compatto un gruppo di una quarantina di unità e il più veloce è stato il grande favorito Iúri Leitão (Caja Rural-Seguros RGA), che ha battuto abbastanza agevolmente Luís Mendonça (Sabgal/Anicolor) e Sergi Darder (Illes Balears Arabay). In classifica generale non ci sono stati cambiamenti.

L’ultima tappa partiva con la scalata verso Torre, il punto più alto del Portogallo, e presentava altre difficoltà, fra cui la salita finale, lunga 5 km, con l’ultimo tratto in ciottolato. Alex Molenaar ha regalato la prima storica vittoria alla Illes Balears Arabay, superado il duo della Sabgal/Anicolor composto dal leader della generale Artem Nych e da Mauricio Moreira, terzo a 3” dai primi due.

Artem Nych ha conquistato il successo finale per il secondo anno di fila, precedendo di 10” Alex Molenaar, vincitore della classifica a punti, e di 25” Mauricio Moreira. La Kern Pharma si è portata a casa sia la maglia di miglior scalatore, con Carlos García Pierna, che quella di miglior giovane, con Jorge Gutiérrez. La graduatoria a squadre, invece, ha premiato la Sabgal/Anicolor.

Ronde van Overijssel

Declan Trezise batte Oded Kogut e vince la Ronde van Overijssel
Declan Trezise batte Oded Kogut e vince la Ronde van Overijssel © Ronde van Overijssel/Herbert Huizer

Nei Paesi Bassi è andata in scena la Ronde Van Overijssel, storica corsa in linea, giunta quest’anno alla settantesima edizione. Al via erano presenti ventiquattro squadre: un ProTeam (la TDT-Unibet), sedici Continental e sette compagini dilettantistiche locali.

Il percorso, lungo più di 200 km, prevedeva qualche strappetto, ma poteva essere considerato sostanzialmente pianeggiante. Come spesso accade nelle corse dei Paesi Bassi, però, nonostante un percorso non esigente, ci sono stati innumerevoli scatti in gruppo, iniziati ancora prima che venissero raggiunti i fuggitivi di giornata Max Nijhuis (OWC Oldenzaal) e Chiel Schulten (Sensa-Kanjers voor Kanjers). Quest’ultimo è riuscito anche a tenere la ruota di sei corridori partiti all’attacco ai -45. L’azione dei sette è terminata a 15 km dal traguardo, quando Jelle Johannink (TDT-Unibet) ha tentato, senza fortuna, un nuovo allungo. Dopo altri tentativi, il gruppo è tornato definitivamente compatto a 7 km dall’arrivo.

La VolkerWessels ha, quindi, preso in mano la situazione per Coen Vermeltfoort, a caccia del terzo successo consecutivo. Negli ultimi 3 km anche la TDT-Unibet si è portata davanti, ma le due squadre che sembravano più attrezzate per la volata sono state beffate: Declan Trezise (ARA|Skip Capital) ha giocato d’anticipo, partendo ai 300 metri, e ha colto tutti di sorpresa, andando a centrare il suo secondo successo UCI in carriera. Oded Kogut è stato il più lesto a inseguire l’australiano, ma è rimasto dietro per mezza ruota. Coen Vermeltfoort è riuscito almeno a salvare il terzo posto, relegando giù dal podio il compagno di squadra Timo de Jong e Sebastian Nielsen (TDT-Unibet).

Sundvolden GP e Ringerike GP

Il podio finale del Sundvolden GP
Il podio finale del Sundvolden GP © ColoQuick Cycling

Nel weekend, in Norvegia, si sono disputate due gare: il Sundvolden GP e il Ringerike GP. Entrambe le corse vedevano al via le stesse ventisette squadre: tredici formazioni dilettantistiche, undici Continental e tre selezioni regionali.

Il Sundvolden GP, nato nel 2013 con il nome Hadeland GP, è una gara dal percorso ondulato, con l’arrivo situato in cima ad una salita di 5 km. L’anno scorso il successo andò ad Ådne Holter, unico professionista in gara, prestato per l’occasione dal ramo Pro a quello Development della Uno-X e quest’anno la storia si è ripetuta: si è imposto Idar Andersen, che era esattamente nella stessa situazione del compagno di squadra. Il vincitore ha preceduto di 5” il compagno di squadra Simon Dalby e di 8” Tobias Svarre (ColoQuick). Ai piedi del podio hanno chiuso il sempre più convincente Marcin Budziński (Mazowsze Serce Polski), staccato di 14”, e il giovanissimo Peter Øxenberg Hansen (ColoQuick), che ha pagato 19”.

Il Ringerike GP è stato creato nel 1975 e, in passato, è stato anche una corsa a tappe. Dal 2013 è rientrato nel calendario UCI come gara di un giorno. Il percorso è ondulato, ma è meno impegnativo di quello del Sundvolden GP, anche perché l’arrivo non è in salita. Idar Andersen ha sfruttato al meglio il fatto di essere l’unico professionista in gara, completando un weekend da sogno. Il venticinquenne ha vinto nuovamente in solitaria, con 28” su Henrik Teslo Fjellheim (Sandvika). A 31” Anton Stensby (Coop-Repsol) ha completato un podio tutto norvegese, vincendo la volata per il terzo posto davanti al solito Marcin Budziński e al compagno di squadra Storn Ingebrigtsen.

Le Continental tra i big

Pierre Barbier conquista il terzo gradino del podio all'Elfstedenronde Brugge
Pierre Barbier conquista il terzo gradino del podio all'Elfstedenronde Brugge © Pierre Barbier

Le quattro Continental “pure” transalpine hanno preso parte alle due corse professionistiche disputate in Francia nel weekend. Al Grand Prix du Morbihan si è distinta la CIC U Nantes Atlantique, che ha visto il suo corridore più rappresentativo, Clément Braz Afonso, chiudere a ridosso della top ten, in dodicesima posizione. Al Tro-Bro Léon, invece, c’è stata la strepitosa prova del sudafricano Morné Van Niekerk: il corridore della St.Michel-Mavic-Auber 93, faceva parte della fuga di giornata ed è riuscito a restare davanti fino alla fine, raccogliendo un eccellente sesto posto in volata.

All’Elfstedenronde Brugge c’è stato spazio per dieci formazioni di terza divisione: le belghe Philippe Wagner/Bazin, Soudal Quick Step Devo e Tarteletto-Isorex, le australiane ARA|Skip Capital e BridgeLane, le neerlandesi Diftar, Parkhotel Valkenburg e VolkerWessels, la ceca AC Sparta Praha e la macedone Novapor Speedbike. In una corsa in cui una caduta nel finale ha lasciato davanti solo nove corridori, il miglior Continental è stato Pierre Barbier, che ha chiuso terzo, regalando alla Philippe Wagner/Bazin un podio importantissimo.

Il ritratto della settimana: Alex Molenaar

Alex Molenaar vince l'ultima tappa del Tour de Langkawi 2022
Alex Molenaar vince l'ultima tappa del Tour de Langkawi 2022 © Burgos-BH/SprintCycling

Nell’ultima tappa del GP Beiras e Serra da Estrela, la Illes Balears Arabay ha conquistato il primo successo stagionale, andando a coronare un inizio di stagione molto brillante, ma l’ottimo esordio nella categoria della formazione delle Isole Baleari si deve praticamente a un solo uomo: Alex Molenaar. Può sembrare strano che il corridore di punta dell’unica Continental spagnola sia uno straniero, ma in realtà il neerlandese può essere considerato a tutti gli effetti iberico: sua madre è di Barcellona e lui stesso ha vissuto a Girona per sei anni da bambino, avvicinandosi proprio lì al mondo delle corse. Curiosamente alla Burgos-BH, con cui è passato professionista nel 2020, non erano a conoscenza delle sue origini e, nel primo colloquio prima di firmare il contratto, i dirigenti del ProTeam si stupirono molto nel trovarsi davanti un ragazzo perfettamente padrone della lingua.

Quest’anno il ventiquattrenne ha iniziato la stagione con un bel quarto posto in una frazione della Vuelta a la Comunitat Valenciana e sesto in una de O Gran Camiño. In seguito ha chiuso ottavo, sesto e settimo nelle tre tappe della Vuelta Asturias, arrivando settimo in classifica, e al GP Beiras e Serra da Estrela, corsa di livello inferiore, ha migliorato i propri piazzamenti, concludendo la corsa in seconda posizione e portandosi a casa il successo parziale nell’ultima giornata e la maglia verde della classifica a punti. 

Continuando così potrà certamente tornare tra i professionisti e disputare nuovamente la gara dei suoi sogni, la Volta Ciclista a Catalunya, che considera la corsa di casa. L'unica volta che ha potuto partecipare, nel 2022, non è riuscito a lasciare il segno ed è stato costretto al ritiro da problemi di salute.

Alex Molenaar iniziò a farsi notare a livello internazionale nel 2017, al secondo anno fra gli juniores. Dopo una prima stagione di ambientamento nella categoria, infatti, riuscì a fare il salto di qualità, aggiudicandosi la classifica generale della SPIE Internationale Juniorendriedaagse. In seguito arrivò a vestire la maglia della nazionale per due prove della Coppa delle Nazioni: il Trofeo Karlsberg e, soprattutto, il GP Général Patton, in cui ottenne un buon ottavo posto finale.

Già al primo anno da under 23 fece il suo esordio a livello Continental, firmando con la DESTIL-Parkhotel Valkenburg. Dopo alcuni risultati interessanti in gare dilettantistiche nei Paesi Bassi, trovò i primi piazzamenti di spessore a livello UCI al Tour of Szeklerland. Nella corsa rumena chiuse ben tre tappe nella top ten e raggiunse un ottimo quarto posto in classifica, arricchito dalla conquista della maglia di miglior giovane.

La squadra non proseguì l’attività come Continental e il corridore nativo di Rotterdam approdò alla Monkey Town-à Bloc. Con il nuovo team conquistò subito la maglia di miglior giovane al GP Beiras e Serra da Estrela e, circa due mesi dopo, centrò il primo successo internazionale tra i grandi, aggiudicandosi una frazione dell’Oberösterreich Rundfahrt. In seguito andò a prendersi un’altra vittoria importantissima, imponendosi in una tappa del Tour of Qinghai Lake, e terminò la stagione alla grande, portandosi a casa anche la classifica finale del Turul Romaniei.

Convinta dagli ottimi risultati, la Burgos-BH scelse di offrirgli un contratto da professionista. Lo scoppio della pandemia non fu certo d’aiuto per un corridore che doveva ambientarsi in una nuova categoria, ma Molenaar colpì positivamente i dirigenti del team spagnolo: nonostante non fosse andato oltre un decimo posto in una tappa della Settimana Coppi e Bartali, Molenaar fu selezionato per la Vuelta a España, il grande obiettivo stagionale della squadra, e ripagò la fiducia con due belle fughe, una delle quali gli regalò il titolo di combattivo di giornata.

Nel 2021 mostrò un graduale miglioramento e iniziò la stagione con un promettente settimo posto in una frazione della Volta a la Comunitat Valenciana. In seguito fece le cose migliori in Portogallo, centrando due top ten alla Volta ao Alentejo e, soprattutto, sfiorando il successo alla Volta a Portugal: nella prima tappa della Grandissima, infatti, chiuse secondo, vincendo la volata del gruppo, a soli 2” da Rafael Reis, che aveva attaccato nel finale.

Confermato dalla Burgos-BH anche per la stagione seguente, il neerlandese contrasse la mononucleosi a marzo e non trovò mai la forma migliore, ottenendo solo un quarto posto in una frazione della Volta a Portugal. Riuscì, però, a riscattare un’annata molto opaca nell’ultima gara della stagione, il Tour de Langkawi. In Malesia centrò due top ten e, proprio all’ultima tappa, ritrovò la gioia del successo con una lunga fuga, resistendo al ritorno del gruppo insieme a Jason Osborne, che poi batté in volata.

Nonostante il suo fosse stato il successo più importante della Burgos-BH, l’anno scorso è stato costretto a cambiare casacca perché non confermato. Non avendo trovato una sistemazione tra i professionisti, ha scelto di proseguire a livello Continental, rimanendo in Spagna, alla Electro Hiper Europa. Gli è mancata la vittoria, ma non i buoni piazzamenti: ha chiuso, infatti, al terzo posto sia la Volta ao Alentejo che una gara di categoria superiore, la Vuelta a Castilla y Leon.

Quest’anno Alex Molenaar ha trovato una splendida continuità di risultati, ma non si conosce ancora il suo calendario per il resto della stagione: la Illes Balears Arabay ha disputato tutte le gare di casa non WorldTour (ad eccezione della Vuelta a Andalucia) e tre prove in Portogallo, ma le prossime corse nella penisola iberica sono previste fra due mesi ed è possibile, quindi, che il team decida di organizzare qualche trasferta nelle prossime settimane.

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