La commozione di Matej Mohorič dopo il traguardo ©Bahrain Victorious-SprintCycling
Professionisti

Mohorič a cuore aperto dopo un'altra vittoria al Tour: "A volte è crudele essere un ciclista"

Lo sloveno dedica la vittoria a Gino Mäder e a tutta la Bahrain dopo giorni difficili. Giornata in fuga imprevista per Asgreen e O'Connor, mentre Politt è tradito dalla sfortuna

21.07.2023 19:35

Ecco le dichiarazioni post-gara di alcuni dei protagonisti di questa diciannovesima tappa del Tour de France 2023.

Matej Mohorič: “Sul Col de la Loze ero vuoto, ma ho trovato la forza per continuare”

“Una vittoria che significa molto. A volte è difficile e crudele essere un ciclista professionista, si soffre molto nella preparazione, si fanno sacrifici per la propria famiglia, si fa tutto il possibile per arrivare qui pronti, e poi dopo pochi giorni ci si rende conto che tutti sono incredibilmente forti, e a volte diventa difficile stare al passo. L’altro giorno sul Col de La Loze ero completamente vuoto, ma sapevo di dover arrivare fino in cima e poi al traguardo, e poi farlo di nuovo il giorno dopo. Poi penso ai membri dello staff, che si alzano alle sei di mattina e finiscono di lavorare alle undici di sera o a mezzanotte, ai meccanici che lavorano per noi tutti i giorni tutto il giorno, ai fisioterapisti, ai massaggiatori, e a volte sento di non essere nel posto giusto. Tutti sono talmente forti che a volte si fa fatica a seguire le ruote: anche oggi per tutto il giorno ci pensavo, e sapevo che anche chi tirava stava facendo la stessa fatica che facevo io, ma a volte è dura riuscire a seguire l’azione decisiva. Quando è partito Kasper (Asgreen) è stato veramente forte, e a pensare che già ieri era all’attacco e ha vinto la tappa e oggi era di nuovo aveva ancora la forza e la determinazione per riprovarci, mi sono sentito di non essere all’altezza. Sono riuscito a seguirlo, sapevo di dover fare tutto alla perfezione e ho fatto del mio meglio, non solo per me stesso ma anche per Gino e per la squadra, e sentivo quasi che stavo per tradire la loro fiducia. Lo sport è questo, tutti vogliono vincere, e ovviamente per vincere dovevo seguire la ruota di Kasper e batterlo negli ultimi 50 metri, ma ora che l’ho fatto provo tante emozioni diverse". 

“Vorrei che tutti potessero vincere una tappa al Tour”

Non voglio mai avere rimpianti quando salgo sul bus: non vinco spesso perché non sono forte come altri, ma riesco a mantenere la calma nei momenti decisivi. Quando Kasper ha attaccato in salita stavo soffrendo, ma sapevo che era la mossa decisiva e ho trovato in qualche modo la forza per seguire e continuare a spingere fino in cima. Sono stato molto generoso per portare a termine l’azione, perché sapevo che altrimenti non ce l’avremmo fatta; a un certo punto mi è dispiaciuto per Ben (O’Connor), che continuava a tirare per potersi comunque giocarsi la vittoria, anche se era improbabile che vincesse. Negli ultimi metri quando è partito sapevo che era la sua unica chance e che Kasper lo avrebbe seguito, perché era nettamente il più veloce, così ho preso la sua ruota e mi ha praticamente tirato la volata. Non ho un buono sprint, ma sapevo che dopo una giornata così dura non si può mai sapere. Sono veramente felice per me e per il team dopo tutto quello che ci è successo nell’ultimo mese. Ho pensato solo a dare il massimo: ho già vinto due tappe al Tour, quindi so di essere abbastanza forte per rifarlo, ma ci sono altri centocinquanta corridori che possono vincere. So che tutti a questo punto meritano una vittoria, perché vedendo le facce nel gruppetto sul Col de la Loze capivo la fatica che stavano attraversando tutti, e considerando quanto cambia la vita una vittoria al Tour vorrei che tutti potessero farcela, ma non è possibile purtroppo, ed è ingiusto. Tutta la squadra ci credeva, e dopo i momenti difficile che abbiamo passato con quello che è successo sono veramente felice e orgoglioso”. 

Kasper Asgreen: “Non avevo buone gambe, ma mi sono trovato davanti”

“Una tappa molto dura, non avevo le gambe migliori nella prima parte dopo le fatiche di ieri. Pensavo di prendermi una giornata di riposo in gruppo, ma così non è stato. Anche quando è andata via la prima fuga l’andatura in gruppo è rimasta alta, e dopo lo sprint intermedio che un gruppo stava andando a chiudere e ho cercato di esserci, e di colpo mi sono trovato di nuovo davanti, e a quel punto me la sono giocata al massimo. Sull’ultimo gpm ce ne siamo andati in tre, e con Ben e Matej era il gruppo giusto per continuare a collaborare e a spingere fino alla fine”.

Ben O'Connor: “negli ultimi giorni sono tornato a sentirmi bene”

“Sono contento per come è andata. Non avrei dovuto essere in fuga, dovevo prendermela con calma in vista di domani, ma alla fine è stata come una corsa di un giorno. Sono riuscito a cogliere l’opportunità per entrare in fuga dopo lo sprint intermedio, e nel finale contro Kasper e Matej, che sono due migliori passisti del gruppo, sapevo che avrei sempre perso e non potevo fare molto di più. Magari da fuori non si è visto, ma non è stato semplice cambiare approccio dopo essere uscito di classifica. Avevo grandi aspettative ma nelle prime due settimane è andato tutto male, tranne nella tappa di Issoire in cui sono arrivato terzo come oggi. Negli ultimi giorni sono tornato a sentirmi bene: ora cercheremo di capire cosa sia successo nelle prime due settimane, ma almeno posso essere contento di essere tornato competitivo come mi aspettavo all’inizio”.

Nils Politt: “Ho rotto la catena e non avevo l'ammiraglia dietro”

“Mentre ero in fuga ho rotto la catena e non avevo l’ammiraglia dietro e ci è voluto parecchio tempo. C’era la macchina di Shimano ma la bici non andava bene, e sono finito di nuovo in gruppo. Ero molto motivato per la tappa di oggi, avevo ottime gambe ed è un peccato che queste cose succedano proprio in una giornata in cui volevo fortemente essere in fuga".

Dilettanti e Under 23, tutti gli appuntamenti di agosto
Mohoric evita la doppietta di Asgreen con il colpo di reni