La cattiveria dipinta sul viso di Philipsen che festeggia la terza vittoria in sette giorni © A.S.O.
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Jasper DisasTER

Philipsen centra la terza vittoria al Tour de France vincendo in volata anche la settima tappa. Battuto un ottimo Cavendish e Girmay, buon quarto posto per Luca Mozzato. Risultato sotto analisi del VAR

07.07.2023 18:13

Alla vigilia della partenza di Bilbao erano tantissimi i velocisti pretendenti ad almeno una vittoria di tappa lungo i ventuno giorni più importanti dell'anno ciclistico; il parterre di lusso presente in Francia sta però venendo regolarmente sconfitto da Jasper Philipsen e dalla sua Alpecin, che nonostante la disorganizzazione odierna è comunque riuscita a mettere in piedi il treno migliore, soprattutto grazie ai soliti due fantastici Jonas Rickaert e Mathieu van der Poel. Al miglior supporto per distacco “Jasper Disaster”, com'è soprannominato, unisce un'accelerazione attualmente impareggiabile dagli altri uomini veloci, che, probabilmente, col passare delle tappe e l'accumularsi della fatica nelle gambe potrebbero addirittura perdere ulteriori colpi nei confronti di un Philipsen che è invece tra i migliori velocisti del mondo in salita.

Se l'altro giorno a Nogaro Ewan gli aveva fatto sudare la vittoria fino all'ultimo centimetro, oggi è stato invece Mark Cavendish a sfiorare l'impresa di battere il belga e superarne un altro, di fiammingo: Eddy Merckx. Il record di vittorie parziali al Tour de France (34 a testa) è attualmente in comune al Cannibale e a Cannonball, a cui oggi sono mancati una cinquantina di metri per diventare l'unico detentore del primato. Per lui tante altre possibilità arriveranno nelle prossime giornate, ma per un po' ha sperato anche dopo il traguardo di poter festeggiare ugualmente la trentacinquesima; la giuria infatti ha più volte ricontrollato la volata per appurare che la mossa effettuata da Philipsen negli ultimi 150 metri, e che ha danneggiato Biniam Girmay, fosse effettivamente regolare.

La cronaca della settima tappa del Tour de France 2023

Terminati i Pirenei si ritorna a un paio di tappe pianeggianti prima dell'attesissimo arrivo di domenica sul Puy de Dôme. La settima frazione del Tour de France 2023, la Mont-de-Marsan - Bordeaux, è non molto lunga, 169.9 chilometri, e ben poco impegnativa, adattissima ad un terzo arrivo a ranghi compatti dopo quelli di Bayonne e Nogaro (nella speranza che questa volta non vi siano polemiche o squalifiche). L'unico punto delicato è la Côte de Béguey (1.2 km al 4.4%) a una quarantina di chilometri dal traguardo, un'asperità che però difficilmente scombinerà i piani dei treni degli sprinter.

Se nella quarta frazione la fuga inizialmente non era proprio partita, stavolta è Simon Guglielmi (Arkéa-Samsic) ad evitare uno scenario di totale assenza agonistica nella prima fase, andando da solo ad animare la prima parte di tappa. Al plotone ovviamente un corridore isolato al comando non fa paura e prima di mettersi in testa a tirare, Lotto Dstny e Alpecin-Deceuninck, concedono al francese un vantaggio massimo persino superiore ai sette minuti.

Dopo essersi messe d'impegno, le squadre in testa al plotone iniziano a ridurre il gap nei confronti del fuggitivo, che al traguardo volante di Grignols (-82 dall'arrivo) risulta appena superiore ai 40". Alle spalle di Guglielmi allo sprint intermedio si piazzano Biniam Girmay (Intermarché-Circus-Wanty), Jasper Philipsen (Alpecin), Bryan Coquard (Cofidis), Jordi Meeus (BORA-hansgrohe), Mads Pedersen (Lidl-Trek), Corbin Strong (Israel-Premier Tech), Alexander Kristoff (UNO-X Pro Cycling Team) e Mark Cavendish (Astana Qazaqstan). Ricompostasi la situazione in seguito alla volatina, dal gruppo evadono Pierre Latour (TotalEnergies) e Nans Peters (AG2R Citroën Team), che nel giro di pochi chilometri si riportano sul connazionale dell'Arkéa e ridanno linfa alla fuga, che riprende a guadagnare nei confronti del plotone; ai -60 il margine del terzetto è comunque non cospicuo, appena 1'15". Dietro tirano i soliti Quinten Hermans (Alpecin), Tim Declercq (Soudal Quick-Step) e Maxim Van Gils (Lotto). Intanto Cavendish e Van der Poel cambiano bicicletta in vista del finale.

Dalla Côte de Béguey in avanti Latour e Peters alzano nettamente l'andatura, staccando Guglielmi e obbligando le squadre dei velocisti a sacrificare più uomini del previsto per riprenderli e ottenere così l'arrivo in volata. Il vento a favore è un vantaggio molto importante per i due attaccanti tanto che non basta il lavoro del pur ottimo Declercq per tenerli sotto controllo. A poco più di venti chilometri dall'arrivo si portano già davanti compatti non solo i treni degli uomini di classifica ma anche quelli degli sprinter, preoccupati per il margine accumulato dalla coppia francese in testa alla corsa, che può contare su un bottino di circa 40".

Tuttavia il vero cambio di ritmo avviene solamente ai -12, sotto il nuovo impulso di Declercq. Ai -10 la distanza fra battistrada e plotone è di 27", dietro bisogna andare a tutta se si vogliono recuperare i due in avanscoperta. Grazie alla lotta fra le squadre degli uomini di classifica, INEOS Grenadiers e Jumbo-Visma su tutte, già ai -6 il gap è di 10", tanto che Peters, sfinito, preferisce farsi da parte; solo Latour separa i velocisti dal terzo sprint del Tour. Anche l'alfiere della Total viene però riassorbito ai -3, appena prima che si muovano i treni di Alpecin e Soudal. 

Entrambe le squadre sono però molto corte e in particolare il Wolfpack lascia Fabio Jakobsen da solo già prima dell'ultimo chilometro. Grazie all'ottimo lavoro di Søren Kragh Andersen invece la Alpecin si presenta davanti sul lungo fiume parallelo alla Garonna. Jonas Rickaert e Mathieu van der Poel hanno il compito di lasciare la maglia verde Jasper Philipsen ai 200 metri dal traguardo, ma in due è più difficile che nelle volate precedenti. Alla ruota del belga della Alpecin si fiondano Dylan Groenewegen (Team Jayco-Alula) e Caleb Ewan (Lotto), che però vengono letteralmente scardinati dalla ruota di Philipsen dalla coppia della BORA composta da Danny van Poppel e Meeus. Proprio sfruttando la scia di Van Poppel, Van der Poel riesce a rifiatare un po' prima di lanciarsi con la sua solita devastante accelerazione ai 500 metri. Ai -300 Mathieu non ce la fa più e si sposta sulla sinistra della carreggiata, ma Philipsen non può partire da così lontano e quindi la velocità si abbassa notevolmente. 

Cavendish tenta di approfittarne e sorprendere gli altri sprinter partendo sulla destra. La storia con il record della trentacinquesima vittoria sembra scritto ma Cannonball non ha fatto i conti con Philipsen, che gli prende la ruota e lo salta negli ultimi cinquanta metri, confermandosi imbattibile negli arrivi di gruppo. Alle spalle del belga e dell'uomo dell'isola di Man si piazza Biniam Girmay, che finalmente centra un podio i questa Grande Boucle. Ottimo anche il quarto posto di Luca Mozzato (Arkéa), capace di disimpegnarsi molto bene in un arrivo così caotico.
Per quanto concerne la classifica nessun cambiamento da segnalare, Jonas Vingegaard (Jumbo) rimane in maglia gialla con 25" su Tadej Pogacar (UAE Emirates) e 1'34" su Jai Hindley (BORA).

Results powered by FirstCycling.com

Domani ancora tanta pianura ma l'esito finale non è scontato: la Liburne - Limoges, ottava frazione della Grande Boucle 2023, è di lunghezza di poco superiore ai 200 chilometri e presenta tre gran premi della montagna al proprio interno: la Côte de Champs-Romain (2.8 km al 5.2%, 3^cat.) che termina a circa settanta dall'arrivo e soprattutto Côte de Masmont (1.3 km al 5.5%, 4^cat.) e Côte de Condat-sur-Vienne (1.2 km al 5.4%, 4^cat.) a, rispettivamente, -16 e -9 dall'arrivo di Limoges. Colpi di mano non sono esclusi e comunque tutti i velocisti faranno tanta fatica per seguire le ruote dei migliori e giocarsi le proprie carte allo sprint.

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