
Dries De Bondt a Wielerflits: «Ho lavorato per Carapaz, ma soprattutto per me stesso»
Il belga della Decathlon AG2R La Mondiale è in scadenza di contratto a fine anno
Molti si sono chiesti per quale motivo Dries De Bondt - uno dei 31 corridori all'attacco nella penultima tappa del Giro d'Italia - abbia dato una mano a Richard Carapaz sul Colle delle Finestre. Il motivo è presto svelato: il belga della Decathlon AG2R La Mondiale ha badato anzitutto a sé stesso.
De Bondt: «Mi sono messo a tirare sul Colle delle Finestre per mettermi in mostra»
In un'intervista al portale specializzato Wielerflits, il 33enne fiammingo ha ammesso di aver offerto i suoi servigi all'ecuadoriano della EF EasyPost per provare a strappare un contratto per il 2026: «Non ho avuto alcuna garanzia dalla mia squadra per la prossima stagione», ha esordito De Bondt. «Dunque, ho pensato che fosse una buona idea mettermi in mostra durante il Giro d'Italia». E non si può certo dire che l'ex campione nazionale in linea sia rimasto sotto coperta: 6 giornate trascorse all'attacco e un 6° posto a Cesano Maderno come miglior risultato della sua campagna tricolore. Qualcuno avrà preso appunti? Chissà. Per intanto, De Bondt ha seguito la migliore strategia di marketing applicata al ciclismo: attaccare. «In questo modo, ho fatto capire a molte squadre di essere pronto a sedermi un tavolo per discutere di un contratto. E l'ho fatto anche con il team manager della EF, Ken Vanmarcke, a cui ho detto: “Se sei alla ricerca di corridori per la prossima stagione, sappi che sono sul mercato”». A questo proposito, De Bondt ha svelato un retroscena piuttosto interessante: «Prima che si aprisse il foglio delle firme, Vanmarcke si è avvicinato a me, dicendomi: “Cos'hai in mente per oggi? Sai, sarà molto difficile per noi avere uomini in fuga. Tuttavia, se dovessi trovarti davanti e recitare un ruolo importante nella corsa alla vittoria finale del Giro, può scaturirne qualcosa di serio”. Le sue parole mi hanno convinto a mettermi al servizio di Carapaz».
Ciononostante, la maglia rosa è finita sulle spalle di Simon Yates, spalleggiato da un sontuoso Wout van Aert. L'ex Alpecin ha assistito da vicino al primo tempo del ribaltone che ha consegnato la vittoria finale al britannico: «Simon è andato fortissimo. Del Toro e Carapaz avevano 22" di ritardo quando mi hanno raggiunto. Li ho trascinati fino a un passo dal riaggancio, ma dopo aver dato tutto per tre minuti, non ne avevo più, naturalmente. Entrambi hanno sperato che li riportassi sotto. A quel punto, i giochi si sarebbero riaperti, ma non ne avevo più». Benché non sia riuscito a chiudere su Yates, De Bondt è comunque soddisfatto per la sua prestazione sulla salita-manifesto del 108° Giro d'Italia: «Nonostante il mio peso sia di 73 chilogrammi, ho espresso un numero di watt leggermente superiore a quello degli scalatori puri».

«L'imminente arrivo di Kooij e Benoot mi ha penalizzato»
Ora che la corsa rosa è finita, l'interrogativo resta sempre lo stesso: dove correrà De Bondt nel 2026? «Se qualcuno analizzasse la situazione dall'esterno, penserebbe che la Decathlon mi abbia già proposto il rinnovo. Ma il problema è proprio questo: non ho ricevuto alcuna proposta dal team». Che annuncerà a breve l'accordo con Olav Kooij e Tiesj Benoot, in uscita dalla Visma-Lease a Bike. La vera motivazione della rottura con la formazione World Tour francese, secondo l'esperto corridore belga: «Penso di essere la vittima dell'arrivo di altri uomini, compresi i loro gregari più fidati. Questo significa che i posti ancora disponibili sono pochissimi e che la Decathlon dovrà pensarci a lungo prima di decidere a chi assegnarli».
Il suo impegno a favore di Carapaz ha sollevato non poche domande dentro e fuori dal gruppo, alle quali De Bondt ha risposto con apprezzabile franchezza: «Era esattamente quello che volevo fare: mi interessava far sapere a tutti che sono sul mercato. Non so se, alla fine, firmerò per la EF EasyPost. In ogni caso, per me sarà comunque un successo se mi siederò al tavolo con loro. Ove mai ritenessero che io possa essere d'aiuto alla squadra, non dovranno fare altro che offrirmi un contratto». Ne sarà valsa la pena? Non ci resta che attendere l'estate alle porte. Per intanto: bonne chance, Dries.