Nona vittoria in carriera per Van der Haar nella CDM © UCI Cyclocross
Ciclocross

Continui cambi di fronte a Maasmechelen, alla fine vince Van der Haar

Il neerlandese della Baloise la spunta su Iserbyt e Sweeck al termine di una gara, la seconda tappa di Coppa del Mondo, molto combattuta ed incerta. Nys cade nel finale e perde il podio, Bertolini lontano

29.10.2023 16:54

La Coppa del Mondo approda in Belgio per la prima delle sei tappe che si terranno nel paese del ciclocross durante questa stagione. Il tanto chiacchierato tracciato di Maasmechelen, oggetto l'anno passato di numerose critiche a causa del fondo particolarmente ricco di pietre e ghiaia che secondo tanti atleti metteva a rischio l'incolumità degli stessi crossisti, si è rinnovato e si presenta persino più impegnativo che nel 2022, con la presenza di un terreno fangoso che può creare più di qualche grattacapo ai crosser presenti, oltre alla sabbia importata e soprattutto ai terrapieni che caratterizzano le reali difficoltà intrinseche del circuito insieme alla contropendenza posizionata in avvio. Tecnica e capacità di rilanciare che sono le doti fondamentali richieste per emergere quest'oggi.

Buona la partenza dei Pauwels Sauzen - Bingoal, con Michael Vanthourenhout ed Eli Iserbyt subito alle spalle di Niels Vandeputte (Alpecin-Deceuninck), anche ieri a Ruddervoorde tra i protagonisti di giornata. Molto attento anche Lars van der Haar (Baloise Trek Lions) con il compagno Joris Nieuwenhuis, mentre Pim Ronhaar e Thibau Nys (entrambi alla corte di Sven Nys come LVDH e Nieuwenhuis) non sono scattati benissimo e da subito hanno dovuto slalomeggiare per accodarsi ai migliori. Stesso discorso, ma ancora più estremizzato, per Gerben Kuypers (Circus-Reuz-Technord), Laurens Sweeck (Crelan-Corendon) e Cameron Mason (Cyclocross Reds), soliti partire piano per poi rimontare in seguito. Ronhaar ha presto saltato diversi avversari per poi allungare proprio in prossimità del passaggio al primo giro, inseguito da Vanthourenhout e Iserbyt alla testa di un drappello ancora molto numeroso seppur sfilacciato.

Il campione europeo ha chiuso da solo il buco sul campione iridato under 23 di Ostenda (Mondiale 2021) e in due hanno proseguito per quasi la totalità del secondo giro, inseguiti a circa 5" da un quartetto guidato da Iserbyt e composto anche da Vandeputte, van der Haar e Nys. I quattro sono tornati sotto appena prima della conclusione della seconda tornata, portandosi appresso anche Nieuwenhuis, Felipe Orts Lloret, Sweeck e - un po' staccati - un'altra decina di atleti. Ronhaar non si è però arreso e ha continuato come suo solito a martellare senza indugi con il proprio ritmo asfissiante, cercando di spezzare sul passo la resistenza dei Pauwels, in particolare quella di un Vanthourenhout rallentato da un piccolo problema alla catena in avvio di terzo round. Iserbyt non ha voluto però lasciare spazio al neerlandese, costringendo tutti i big a mantenere un ritmo molto alto e continuando ad allungare un gruppetto che però non si spezzava ancora in tronconi ben evidenti.

Pim ha deciso di proseguire con la stessa tattica di gara anche il giro seguente, rispettando evidentemente un copione pensato dai DS per favorire il successo di Nys, attentissimo alla ruota di un Iserbyt costretto a spendere già molto nella prima metà di gara per non lasciarsi scappare Ronhaar; ripreso il neerlandese Eli ha deciso di insistere e, rotti gli indugi, ha fatto esplodere il drappello di testa, staccando tutti meno Thibau e lo stesso Ronhaar, apparso però alla canna del gas in occasione dell'allungo del folletto belga della Pauwels.

Nys a metà della quarta tornata ha rilevato Iserbyt e grazie all'aiuto di Ronhaar, entrato sporco (ma da regolamento!) su Eli in curva prima di una collinetta, ha immediatamente preso qualche secondo di vantaggio sull'avversario, obbligato per l'ennesima volta a chiudere il buco nei confronti di un alfiere della Baloise. Prendendolo come punto di riferimento, è rientrato sotto pure Van der Haar e con lui ancora Ronhaar, Nieuwenhuis (per una Baloise sovrarappresentata), Sweeck, Orts LLoret, Mason, Vandeputte e Vanthourenhout. Tutto ancora da decidere a metà gara, terminato il quarto degli otto giri in programma i big erano ancora insieme.

LVDH ha deciso di tirar dritto, isolando del tutto un Iserbyt non capace di rimanergli subito a ruota e rallentato dalla strepitosa entrata di Nys nello stessa curva in cui Eli aveva subito l'agguato di Ronhaar il giro precedente. Thibau ha poi commesso un errorino che gli è costato il rientro sul compagno, costringendolo a rifarsi superare dal solito Iserbyt, deputato all'inseguimento in quanto unico non Baloise rimasto nelle primissime posizioni (proprio nel giorno del ritiro inaspettato di Vanthourenhout alla penultima uscita in maglia di campione d'Europa). L'azione di Eli si è però fatta sempre più pesante metro dopo metro, condita da errori e sbavature di tutti i tipi, che palesavano l'aumentare della stanchezza del folletto belga, alfiere di spicco del team di Jurgen Mettepenningen. 

È toccato dunque a uno Sweeck in forte ripresa coadiuvare il rivale ed ex compagno di squadra nell'inseguimento di Van der Haar; il suo forte ritmo ha subito mietuto vittime, compreso lo stesso Iserbyt, autore dell'ennesimo errore tecnico della giornata all'inizio della contropendenza. Rimasto con il solo Nys a ruota, Laurens è stato colpito dalla sfortuna, manifestatasi in forma di foratura al posteriore. Thibau ha potuto lanciarsi da solo dietro al compagno, ma non è stato capace di riportarsi sulla testa della corsa, anzi, all'inizio del settimo giro è stato addirittura ripreso da Eli, al solito il crossista più grintoso del circuito mondiale. Un po' più indietro Sweeck, che dopo aver cambiato bici ai box è ripartito con un forte ritardo ma gasato da un'altrettanto forte cattiveria agonistica. 

A due tornate dal termine Iserbyt (che nonostante i mille errori è riuscito a rimanere a galla) doveva chiudere 20" a Van der Haar: un compito arduo e quasi impossibile da adempiere, soprattutto con un osso duro come Nys a ruota pronto ad infilzarlo nel finale in caso di successo dell'inseguimento. La lotta per il podio sembrava chiusa a questi tre, mentre dalla quarta piazza in poi erano almeno in quattro chiusi in un fazzoletto di secondi: Nieuwenhuis, Orts Lloret, Sweeck e Vandeputte, con Mason un pochino più attardato.

Il colpo di scena è giunto nell'ultimo giro: proprio mentre il quartetto succitato si ricompattava, Thibau, alle prese con il ritmo forsennato di Iserbyt, è scivolato in una semplice curva a sinistra a causa del fondo molto scivoloso, che ha fatto emergere tutte le fatiche accumulate da un Nys ben poco brillante nel finale di gara, come già si poteva intuire guardando le smorfie del viso del figlio d'arte. Menomato dalla forte botta subita, Thibau è stato ripreso e poi saltato via da Sweeck, che con un grande scatto è andato a prendersi il podio, da Vandeputte (amante di questo tipo di terreni particolarmente scivolosi), da Orts Lloret, autore del fine settimana migliore della sua intera carriera e da Nieuwenhuis. Ciò è costato a Nys diversi punti che rischieranno di pesare molto nella rincorsa alla vittoria della classifica generale di Coppa del Mondo, soprattutto considerato che il suo principale rivale è un costantissimo e inossidabile Iserbyt, alla fine buon secondo dietro al meritatissimo vincitore Van der Haar (nuovo leader della generale, anche se ha ammesso di non voler disputare tutte le gare di quest'anno). Gioele Bertolini ha chiuso la prova in ventottesima posizione.

Se nelle scorse settimane, dopo le vittorie di Nys a Beringen e Waterloo e quella di Kuypers ad Ardooie avevamo parlato di possibile rovesciamento dello status quo, dopo le corse di Overijse, Ruddervoorde e Maasmechelen è già tempo di rimoderare un po' i termini, dato che come prevedibile la generazione di Iserbyt, Van der Haar, Sweeck e Vanthourenhout (a cui dovremmo aggiungere anche Van der Poel e Van Aert, il cui dominio però verrà messo in discussione solamente nel momento del loro ritiro) non ha nessuna intenzione di abbandonare il proprio ruolo egemone nella disciplina. Con l'addentrarsi della stagione e il susseguirsi di gare, infatti, un po' alla volta sta uscendo fuori tutta l'esperienza e tutto il talento dei fab four, il cui dominio, dopo esser stato messo in discussione, si è ripreso almeno temporaneamente il proprio spazio. 

È impossibile credere che Thibau in primis, ed altri seppur in tono minore, non ripeteranno le gesta di inizio ottobre anche più avanti nel corso di questo 2023-2024, magari proprio a partire dagli Europei di Pontchâteau. Ma alla luce delle ultime corse è molto più complicato affermare che la vetta del mondo del cross sia stata occupata esclusivamente da lui e che sia riuscito ad espropriare i quattro dal loro terreno. Gli equilibri sono tutti in divenire, ma difficilmente verranno completamente rovesciati da un solo uomo e vedranno la resa di Iserbyt e compagnia.

 

 

 

 

Quale sport per le atlete transgender? Il ciclismo risponde così
Le bici gravel, un pianeta tutto da scoprire