Francesca Tommasi © Paolo Dalla Costa
Sogni in Bicicletta

Born to run

Nata con l'atletica leggera, addirittura già arrivata in nazionale, all'ennesimo infortunio Francesca Tommasi decise di dedicarsi al ciclismo. Nel giro di sei mesi ha bruciato le tappe e ha appena esordito al Giro Donne

10.07.2023 16:15

Il mattino a Fidenza è già caldo. Dopo settimane di tempo incerto il sole fa finalmente sentire tutto il potere dei propri raggi, donando all'estate il suo tipico vigore, allietato da voli di rondine e canti di cicale. Nell'ampio parcheggio le squadre allestiscono i preparativi per la quarta tappa del Giro Donne, che andrà ad inoltrarsi nell'Appennino parmense verso Borgo Val di Taro. In mezzo ai sempre più frequenti torpedoni superaccessoriati, tra gli emblemi di un World Tour che anche al femminile va prendendo sempre più piede, il Gruppo Sportivo Mendelspeck, squadra di riferimento altoatesina che dalle categorie giovanili è arrivata nel tempo a competere anche ai livelli internazionali, offre un quadretto dal sapore antico: attorno al camper le ragazze sedute in cerchio ad ascoltare con attenzione le indicazioni del team manager Renato Pirrone (padre di Elena, ora in forze alla Israel Premier Tech), dando una di quelle immagini che ancora sopravvivono al ciclismo ultratecnologico e specializzato di questi tempi.

Tra coloro che ascoltano con particolare attenzione ed interesse una ragazza bionda, dal fisico snello, cercando di captare minuziosamente i passaggi chiave. Per Francesca Tommasi questo è il primo Giro Donne in assoluto e oltre al comprensibile pieno di emozioni ogni occasione è utile per apprendere come affrontare al meglio certe situazioni. Del resto per chi corre in bicicletta ad alti livelli da neppure un anno c'è praticamente da imparare tutto per poter riuscire a mettersi in bella evidenza in un contesto in cui la concorrenza si fa sempre più spietata.

Come mai la ragazza veronese, originaria di Palazzolo di Sona e che compirà 25 anni il prossimo 8 agosto, si è affacciata al ciclismo solamente in tempi così recenti? Semplicemente perché la sua passione per le corse per anni si è limitata appunto alle corse... a piedi. Un amore letteralmente sbocciato nel 2011 quando l'allora undicenne Francesca, dopo aver praticato un po' di pallacanestro e pallavolo, rimase letteralmente conquistata dall'atletica dopo aver guardato le Olimpiadi in televisione. Una passione che è andata di pari passo col talento, visto che in pochi anni era riuscita a sviluppare una certa abilità nel mezzofondo, praticando la corsa campestre e soprattutto i 5000 metri sulle piste. I suoi tempi erano ragguardevoli (nel 2020, in occasione di una gara mista che non rese possibile l'omologazione del primato, stabilì anche il record italiano Under 23), tanto da permetterle di conquistare titoli italiani e di partecipare anche ai campionati europei. 

Una carriera che sembrava avviata ad essere veramente promettente e che avrebbe potuto magari permetterle di coronare il sogno di una partecipazione olimpica, se non fosse che le sollecitazioni della corsa, oltre che del costante allenamento, possono comportare infortuni frequenti e microfratture alle articolazioni. La situazione si era fatta talmente complicata e difficile da sostenere anche a livello mentale da spingere Francesca a dire basta e a cercare nuove motivazioni per poter riuscire ad essere ancora un'agonista. Il perfetto assist, sotto questo punto di vista, le è venuto proprio dall'attività riabilitativa: per poter guarire dagli infortuni le venne consigliato di pedalare e con il passare del tempo, seguendo un'evoluzione che ha visto protagonisti anche altri atleti in passato, il ciclismo ha cominciato a piacerle al punto da diventare una nuova e affascinante sfida.

Convintasi a provare, dallo scorso gennaio Francesca aveva deciso di tentare l'avventura dell'agonismo, entrando a far parte del Club Ciclistico Corridonia che, in occasione del Trofeo Ponente in Rosa a tappe d'inizio stagione, la prestò momentaneamente al Club Ciclistico Canturino. Già in quell'occasione i percorsi impegnativi parevano esserle particolarmente congeniali, tanto che si mise in mostra proprio in occasione della tappa più dura. Il suo fisico infatti potrebbe permetterle di fare le cose migliori in salita e così, nelle prime settimane di corse, è riuscita a farsi vedere spesso proprio quando la strada saliva. Le sue qualità non sono passate inosservate e così il G.S. Mendelspeck ha deciso di darle subito l'opportunità di mettersi alla prova non solo nelle gare Open del nostro calendario ma anche in alcuni importanti appuntamenti internazionali.

Dopo un buon esordio con la nuova casacca al Giro di Campania, per Francesca Tommasi è arrivata un'ottima prestazione nel Tour de Feminin, impegnativa corsa a tappe ceca portata  a termine con un bel settimo posto nella generale. Nel mese di giugno, prima di prendere parte agli italiani, la veronese ha gareggiato anche nel duro Tour de Pyrenées nel sud della Francia. Grazie alle prestazioni convincenti, i suoi tecnici si sono persuasi anche di farle fare subito un nuovo passo importante, vale a dire il debutto nel Giro Donne al cospetto di alcune tra le più forti campionesse in circolazione.

A ripensare solo a pochi mesi fa sembra incredibile quanta strada sia stata già fatta, pur nella consapevolezza di dover migliorare soprattutto nei movimenti in gruppo e nell'approccio alle discese, ma per Francesca questa scommessa sembra essere già stata vinta, in considerazione di una pregressa abitudine a determinati sforzi intensi e nella prospettiva di migliorare continuando anche a divertirsi. Il suo percorso agonistico le ha già dato enormi soddisfazioni, senza neppure impedirle di trascurare gli studi (sta infatti portando a termine brillantemente il suo percorso universitario in Medicina) e lei stessa non esclude che in futuro tanti altri fra ragazze e ragazzi possano decidere di operare una scelta simile alla sua, specie se si è reduci da seri infortuni.

L'ora della partenza si avvicina e Francesca Tommasi si avvia con le compagne verso la piazza del comune da dove verrà poi dato il via della frazione. Nel mattino parmense, in quella calma che si accompagna all'afa, pare però di risentire le parole e la melodia di quella nota canzone di Bruce Springsteen, che magistralmente sembrerebbe descrivere il tutto: 

...Oh, baby this town rips the bones from your back
It's a death trap, it's a suicide rap
We gotta get out while we're young
'Cause tramps like us, baby, we were born to run...

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