Mads Pedersen © Lidl-Trek
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L'UCI ferma il test sul rapporto massimo al Tour of Guangxi per un’indagine dell’autorità belga

L’autorità belga per la concorrenza blocca la sperimentazione del “Maximum Gearing Test Protocol” in Cina. La UCI protesta e promette modifiche

Non si terrà il test del limite al rapporto massimo previsto la prossima settimana al Tour of Guangxi (che si correrà dal 14 al 19 ottobre), ultima prova WorldTour della stagione. A bloccare l’esperimento è stata un’indagine della Belgian Mededingingsautoriteit (BMA), l’Autorità belga per la concorrenza, che ha imposto alla UCI la sospensione del protocollo. L’Unione Ciclistica Internazionale ha annunciato che presenterà ricorso.

L’idea della UCI era quella di introdurre un limite ai rapporti utilizzabili in gara, con l’obiettivo dichiarato di aumentare la sicurezza nel ciclismo professionistico. Il Tour of Guangxi, la corsa a tappe di sei giorni che si tiene nella regione autonoma del Guangxi, in Cina, e chiude il calendario del World Tour, avrebbe dovuto rappresentare il primo banco di prova della misura, ma l’intervento della BMA ha costretto l’ente con sede ad Aigle a fermarsi.

Olav Kooij conquista la terza tappa del Tour of Guangxi 2023
Olav Kooij conquista la terza tappa del Tour of Guangxi 2023 © Tour of Guangxi

Il comunicato dell'UCI

La UCI ha diffuso una nota in cui "prende atto delle misure provvisorie ordinate dalla Belgian Competition Authority (BCA), che sospendono il “Maximum Gearing Test Protocol”, il quale avrebbe dovuto essere applicato per la prima volta al Tour of Guangxi, in programma dal 14 al 19 ottobre.

A causa delle misure imposte dall’autorità belga, il test non potrà svolgersi e l’intero protocollo è al momento sospeso.

L’Unione Ciclistica Internazionale ha espresso nel suo comunicato sorpresa per l’intervento di un’autorità della concorrenza su un tema voluto da tutti gli attori del ciclismo, il cui scopo era limitato ad analizzare gli effetti che la riduzione dei rapporti può avere sulla velocità e quindi sulla sicurezza dei corridori”.
La UCI sottolinea inoltre che la decisione proviene da un’autorità belga che risponde a un reclamo di un’azienda statunitense contro un’associazione sportiva svizzera, riguardante un test da svolgere in territorio cinese”. L'azienda qui citata è SRAM, che aveva protestato contro questa sperimentazione dell'UCI.

Nel comunicato si aggiunge:
“La UCI deplora profondamente che la sicurezza dei corridori non sembri essere un obiettivo condiviso da coloro che hanno contestato l’attuazione del protocollo di test davanti alla suddetta autorità. Tuttavia, la UCI continuerà ad agire nell’interesse della sicurezza dei corridori, degli altri membri del gruppo e degli spettatori.”

La battaglia legale proseguirà

Da Aigle confermano l’intenzione di impugnare la decisione:
“L' UCI presenterà ricorso contro la decisione menzionata. Potranno inoltre essere apportate modifiche al protocollo di test per consentirne l’attuazione, come desiderato da tutte le parti interessate del ciclismo su strada professionistico.”

L’organizzazione conclude la nota precisando che "non rilascerà ulteriori commenti in questa fase."

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