
Il Nico d'Italia: Denz beffa gli altri fuggitivi a Cesano Maderno. Ritirato Juan Ayuso
Terzo successo in carriera al Giro per il tedesco della Red Bull. Battuti Maestri, Planckaert (e gli sprinter puri, che erano riusciti a entrare in fuga). Giornata tranquilla per Isaac Del Toro e gli altri uomini di classifica
La vittoria doveva essere alla portata dei velocisti. Che, in effetti, erano riusciti a entrare nella fuga monstre decollata dopo quasi un'ora di aspra battaglia. Tuttavia, i favoriti annunciati - Kaden Groves, Mads Pedersen e Wout van Aert, tutti presenti sul treno buono - sono stati sorpresi da una masnada di audaci, che hanno anticipato le intenzioni degli sprinter con un attacco ai -35 dall'arrivo di Cesano Maderno. Dal mazzo è spuntato uno specialista delle fughe, Nico Denz. Dopo aver agganciato in extremis il gruppo che si era avvantaggiato poco prima dell'ingresso nel tortuoso circuito finale, il tedesco di origini italiane - i nonni materni vivono a Marsicovetere, in provincia di Potenza - si è lanciato in un'azione solitaria a 18 chilometri dall'arrivo, colpevolmente sottovalutata dagli altri 10 uomini che erano in sua compagnia. La situazione tattica ideale per il 31enne della Red Bull-BORA-Hansgrohe, che ha così centrato il suo 3° successo in carriera al Giro d'Italia (il settimo tra i professionisti), lasciandosi alle spalle Mirco Maestri ed Edward Planckaert. In attesa delle ultime due sfide alpine, gli uomini di altissima classifica si sono concessi una giornata di quiete, tagliando il traguardo a circa 11' dal vincitore.
La cronaca della 18ª tappa del Giro d'Italia
Almeno in teoria, questa dovrebbe essere l'ultima opportunità per le ruote veloci prima del gran finale sui Fori Imperiali a Roma. Eppure, la 18ª e quartultima tappa del 108° Giro d'Italia (Morbegno-Cesano Maderno, 144 km) si presta anche alle imboscate da lontano: dopo un breve tratto pianeggiante sulla sponda orientale del Lago di Como, la carovana punta in direzione della salita di Parlasco, un 2ª categoria di 7,6 km al 5,8% di media. Qualche chilometro di discesa prima di un breve falsopiano che precede il secondo GPM di giornata: Colle Balisio (3ª categoria), poco più di 4,5 km che salgono abbastanza regolari (pendenza media del 3,3%) fino all'ultimo chilometro, in cui si sfiora il 7%. Raggiunto l'abitato di Lecco, la corsa sale ancora per affrontare il Ravellino, 9 km al 4,4% medio, piuttosto impegnativi nella prima parte. Conclusa quest'ascesa, il gruppo procede verso Sirtori - dov'è posizionato il consueto Red Bull KM - prima di planare sulla Brianza per gli ultimi 46 km di corsa, completamente pianeggianti. Una volta raggiunta la sede d'arrivo, il menu propone un circuito (piuttosto scorbutico) di 12,5 km da ripetere per due volte. Ultima curva a 800 metri dalla linea bianca.
Com'era nelle previsioni della vigilia, la corsa si accende poco dopo il via ufficiale per portare via una fuga: il primo a provarci è il francese Enzo Paleni (Groupama-FDJ), seguito dall'italiano Mirko Maestri (Polti VisitMalta). Entrambi saranno presto raggiunti dal gruppo, ma la sarabanda degli scatti è appena cominciata: ci prova l'australiano Christopher Harper (Jayco-AlUla), che cederà il passo al danese Mads Pedersen (Lidl-Trek) e al tedesco Felix Engelhardt (Jayco). Situazione molto effervescente fino ai piedi di Parlasco (-120), dove si avvantaggeranno 12 corridori: l'australiano Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), il belga Dries De Bondt (Decathlon AG2R La Mondiale), il francese Rémy Rochas (Groupama), gli italiani Edoardo Affini (Visma-Lease a Bike), Francesco Busatto (Intermarché-Wanty), Mattia Cattaneo (Soudal Quick-Step), Maestri, Matteo Moschetti (Q36.5), Luca Mozzato (Arkéa-B&B Hotels), Andrea Vendrame (Decathlon) ed Edoardo Zambanini (Bahrain-Victorious), Pedersen e lo spagnolo Jon Barrenetxea (Movistar). Poco più avanti, i 12 attaccanti saranno raggiunti da altri 24 uomini: l'australiano Alex Edmonson (PicNic PostNL), i belgi Stan Dewulf (Decathlon), Edward Planckaert (Alpecin), Wout van Aert (Visma) e Fabio Van den Bossche (Alpecin), il britannico Ben Turner (INEOS Grenadiers), il ceco Mathias Vacek (Lidl), il francese Dorian Godon (Decathlon), gli italiani Mattia Bais (Polti), Nicola Conci (XDS-Astana), Davide De Pretto (Jayco), Giovanni Lonardi (Polti), Filippo Magli (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), Martin Marcellusi (VF Group), Stefano Oldani (Cofidis), Christian Scaroni (XDS), Manuele Tarozzi (VF Group), Diego Ulissi (XDS) e Alessandro Verre (Arkéa), gli olandesi Daan Hoole (Lidl), Rick Pluimers (Tudor) e Dylan Van Baarle (Visma), lo statunitense Larry Warbasse (Tudor), lo svizzero Yanis Voisard (Tudor) e il tedesco Nico Denz (Red Bull-BORA-Hansgrohe). Il gruppo - trainato dalla UAE Emirates-XRG - tiene sotto tiro i fuggitivi per tutta la salita di Parlasco, concedendo loro non più 1'20". Un'assenza pesantissima nel pacchetto di mischia dei bianconeri: lo spagnolo Juan Ayuso (UAE Emirates-XRG) - partito regolarmente nonostante le conseguenze della puntura di un calabrone, che gli impedisce di tenere l'occhio destro aperto - si sfila anzitempo dal gruppo principale. Dopo aver provato a tenere duro per qualche chilometro, il catalano scende dalla bicicletta ai -110 dal traguardo: il suo Giro d'Italia - iniziato con i gradi di capitano, proseguito in apnea dopo la caduta sulle crete senesi e l'agguato teso dal suo compagno di squadra, il messicano Isaac Del Toro (UAE Emirates) - si chiude con un ritiro neppure così inaspettato dopo il rovescio subito sul Santa Barbara.

Nel frattempo, cosa succede davanti? Il gran passo imposto dagli Alpecin sulle rampe di Parlasco schianta la resistenza di Affini, Moschetti e Mozzato. Poi, nei pressi dello sprint intermedio di Primaluna, esce di scena anche Turner, tradito da un problema meccanico. A questo punto, i 34 al comando ricevono il via libera dagli inseguitori, che concedono loro un margine sempre crescente: dai 3'00" circa registrati ai piedi del GPM di Colle Balisio, il vantaggio arriverà a superare con agio i 10' (10'33" ai -54). A questo punto, non ci sono più dubbi: il successo di tappa sarà un affare ristretto (si fa per dire, viste le proporzioni della fuga) agli uomini di testa.
Al netto di un allungo poco più che simbolico di De Bondt, De Pretto e Pedersen dopo lo sprint intermedio di Galbiate e di un'altra sortita di Busatto, l'accordo regge fino al traguardo volante sponsorizzato (-57 km), dove entrano in azione Marcellusi, Rochas e Tarozzi. Il terzetto tocca i 40" di margine sul resto della compagnia, che rilancia l'azione quando la corsa è ormai arrivata in pianura: vantaggio più che dimezzato ai -45 dal capolinea. Quel che basta per riaccendere la lotta tra i corridori al comando che, di accelerazione in accelerazione, riagganciano la testa della corsa, dalle quale si era peraltro già sganciato Marcellusi, a meno di 20 chilometri dal primo passaggio all'arrivo. Ciononostante, Tarozzi decide comunque di tirare dritto, approfittando di un nuovo rallentamento alle sue spalle. Tuttavia, l'emiliano rientrerà nei ranghi a 36 km dalla fine.
Neppure il tempo di prendere fiato che davanti ci provano in 9, capeggiati da Dylan Van Baarle. Con l'ex campione nazionale belga ci sono anche Conci, De Bondt, De Pretto, Hoole, Maestri, Magli, Planckaert e Warbasse. Alla nuova testa della corsa si aggiungeranno anche Denz ed Edmondson, che si accoderanno ai primi nei chilometri iniziali del circuito. In gruppo, invece, prevale l'incertezza. E il cronometro lo conferma: circa 1' ai -3 dal primo passaggio sul traguardo, poco più di 1'30" all'inizio della seconda tornata. Tendenza chiara e inequivocabile: gli 11 corridori al contrattacco - agevolati dai loro compagni di squadra che presidiano il gruppo inseguitore - non potranno più essere raggiunti.
Dopo aver durato non poca fatica per riagganciare i primi, Denz allunga ai -18 dall'arrivo, accumulando subito una decina di secondi sulla concorrenza, fin troppo impegnata a studiarsi. La sua azione prosegue spedita anche nella seconda tornata, tant'è vero che l'orologio segna 25" di margine al suono della campana. La collaborazione tra gli inseguitori sboccia fin troppo tardi: Denz viaggia con più di mezzo minuto di margine sugli altri 10 inseguitori, ai quali non resta che giocarsi la piazza d'onore in una volata piena di rimpianti: Maestri (attardato di 1'01") precede Planckaert, Magli ed Edmondson. 8° De Pretto, 9° Conci. A 3'40" il resto della fuga, regolato da Pluimers. Il gruppo - pilotato dai VF Group - sfila sotto il traguardo a 11'30".
Classifica immutata in vetta: Del Toro conserva la maglia rosa con 41" sull'ecuadoriano Richard Carapaz (EF EasyPost) e 51" sul britannico Simon Yates (Visma). A seguire il canadese Derek Gee (Free Palestine, a 1'57") e l'italiano Damiano Caruso (Bahrain, a 3'06").