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Tim building: di come Wellens si costruì il successo (su Quintana) al Tour du Var

19.02.2022 17:11

Si corresse solo nel mese di febbraio e si ripetessero in loop gare ondulate di media montagna, Tim Wellens sarebbe uno dei più grandi fenomeni del ciclismo mondiale e al contempo uno dei più vincenti. Lo strapotere che il belga della Lotto (formazione partita a mille in questo primo scorcio di stagione) mette in atto nelle prime competizioni dell'anno, unito all'atavica incapacità di affermarsi in contesti più competitivi, è da anni un must della disciplina e il 2022 non si discosta dalla recente tradizione.

La Puget-Théniers – La Turbie, 150km di continui saliscendi, è la frazione regina del brevissimo Tour des Alpes-Maritimes et du Var; un solo traguardo volante in programma, ma ben 4 GPM, due dei quali, il primo (il Col de Vence) e l'ultimo (il temibilissimo Col d'Éze, 7.3km al 5.8% di pendenza media con un primo tratto di tremila metri molto duro), di seconda categoria. Dallo scollinamento del Col d'Éze al traguardo vi sono 7km perlopiù di discesa, utili per ampliare o chiudere eventuali gap. Già in partenza si percepisce l'importanza della giornata e infatti la fuga impiega ben 19km prima di prendere il largo; dal chilometro zero si susseguono gli scatti con svariati atleti che tentano di agganciare il treno buono. Ai -131 fuoriescono finalmente dal plotone Lewis Askey (Groupama-FDJ), Lilian Calmejane (AG2R Citroën Team), Jonas Rutch (EF Education-Easypost), Jonathan Couanon e Maxime Urruty (Nice Mètropole Côte d'Azur). Anche Mark Donovan (Team DSM) cerca di unirsi ai battistrada, ma senza successo.

I cinque in avanscoperta raggiungono ai -118 il vantaggio massimo: appena 3'00", risicatissimo. Cofidis, Lotto Soudal (nella persona del leader Caleb Ewan) e Arkéa Samsic soffocano quasi sul nascere l'azione dei fuggitivi, riportando rapidamente il gap sotto il minuto. Lungo la discesa dalla Côté d'Aspremont la carreggiata umida miete un paio di vittime; finiscono a terra Victor Lafay (Cofidis), discreto scalatore francese giunto alla ribalta dopo il successo nell'ottava tappa al Giro 2021, e Simon Carr (EF), altro grimpeur. Poche centinaia di metri dopo, in un tratto di salita non contraddistinto come GPM (Levens, 4.6km al 4.8%), Rutch sgancia la prima accelerata e a farne immediatamente le spese sono Askey e Couanon, riassorbiti dal gruppo. La resistenza di Calmejane e Urruty risulta vana quando, dopo aver ripreso Rutch, il gruppo tirato e sfaldato da Thibau Pinot (Groupama) balza anche su di loro, annullando l'attacco ai -45.

Cinque settimi della Lotto resistono al forcing e i soli Arnaud De Lie e Brent Van Moer (il quale rientrerà successivamente) abbandonano le ruote del plotone, guidato da Florian Vermeersch nel segmento tra i -40 e i -35. La maglia bianca Alexis Renard e l'intera Cofidis imprimono un'andatura elevata sul Col de Châteauneuf, preparando il terreno per un attacco annunciato di Guillame Martin sul Col d'Éze. Nella discesa seguente Ewan prende addirittura il comando delle operazioni scortando il capitano Tim Wellens e candidandosi ad un ruolo da attore protagonista nella Classicissima che si terrà esattamente tra un mese. In terra, senza accento, ci finisce Mikaël Cherel (AG2R), senza conseguenze gravi.

Il tasmaniano riduce in brandelli il gruppo e, una volta tornati in pianura, Kevin Geniets (Groupama) e Lukasz Owsian (Arkéa) sono costretti ad uno sforzo extra per rientrare. Imboccata la salita finale parte secco Nairo Quintana. Tim Wellens (Lotto) e Alexis Vuillermoz (TotalEnergies) non lo tengono, mentre Martin lo riprende in un attimo. A -11.4 Quintana ci riprova e stavolta l'attacco ha esito: il portacolori della Cofidis cede e viene raggiunto anche da Wellens, evaso dal quartetto con Bauke Mollema, Amanuel Ghebreigzabhier (Trek-Segafredo), Valentin Madouas (Groupama) e Vuillermoz. Quest'ultimo ha esaurito le energie, così come Martin, il quale, dopo non aver dato nemmeno un cambio a Wellens lo lascia andare per poi agganciarsi al treno di Madouas e dei due Trek. 10" separano Quintana e Wellens allo scollinamento; le maggiori doti da passista del belga prevalgono sullo scalatore puro colombiano che ai -3 si deve arrendere al ritorno dell'alfiere della Lotto.

In volata non c'è partita, Wellens vince quasi per distacco e incasella il secondo successo stagionale; Quintana giunge con lo stesso tempo del trionfatore, mentre Madouas, terzo a 25", regola allo sprint Mollema e Martin, entrambi a 27"; Ghebreigzabhier chiude sesto a 30", Andreas Kron (Lotto) è settimo a 1'27", ma lancia ottimi segnali in vista delle classiche vallonate; ai margini della top ten di tappa Vuillermoz, ottavo a 1'27", James Shaw (EF), nono a 1'31" e Mathias Bregnøj (Riwal Cycling Team) decimo a 1'33". La generale è identica alla classifica di tappa, con l'eccezione di Kevin Geniets, decimo a 1'33".

La tappa di domani, in chiusura della cinquantaquattresima edizione del Tour du Var, lascia spazio a chi non è soddisfatto della classifica attuale. La Villefranche-sur-Mer – Blausasc sarà una frazione breve ma esplosiva, appena 113km, un mix letale che funziona sempre nelle piccole corse a tappe e meno nei grandi giri. Il Col d' Éze verrà scalato da un altro versante rispetto a quello odierno e rappresenterà il trampolino di lancio per i coraggiosi che andranno alla caccia di una complicata rimonta. Ad attendere i corridori, poi, altri due GPM di seconda categoria: il Col de Saint Roch è posizionato a meno di 35 chilometri dal traguardo e sarà l'ultima asperità della corsa. Con questa Lotto in versione deluxe pare impossibile per chiunque beffare Tim Wellens.

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