All'arrivo Van Aert è una maschera di fango © Jumbo Visma
Ciclocross

Non c'è uno straccio di possibilità contro Wout!

A Dublino, in un percorso in splendide condizioni fangose, Van Aert porta a casa il primo successo stagionale nonostante diversi inconvenienti. Tanti punti guadagnati da Sweeck, secondo. Terzo Pidcock

11.12.2022 15:51

Dopo aver toccato Stati Uniti, Francia, Italia, Repubblica Ceca oltre alle tradizionali Belgio e Paesi Bassi ed essersi promessa anche alla Spagna (il 22 gennaio si andrà a Benidorm per la prova generale dei Mondiali) la Coppa del Mondo “internazionale” voluta da Flanders Classic, e sul cui reale beneficio ci sarebbe molto di cui discutere, sbarca in Irlanda, più precisamente a Dublino. La sede eletta per ospitare la prova nella capitale è lo Sport Ireland Campus, che si trova a una quindicina di minuti dal centro cittadino. Il tracciato non ha peculiarità degne di nota se non il banco di sabbia posto nella zona solitamente destinata all'ippica, ed è in maggioranza composto da lunghi rettilinei (alcuni in pendenza, seppur leggera) e qualche collina su cui l'esperto tracciatore Chris Mannaerts ha disegnato i punti focali del circuito, complessivamente non troppo esigente altimetricamente.

Detta così sembra quasi una prova simile a quelle di Beekse Bergen, Tabor o Maasmechelen vissute ad inizio stagione, dove insomma ci si può aspettare scarsa selezione e sicuramente non troppo spettacolo e forse in condizioni normali lo sarebbe anche, ma a fare la differenza in questo caso è il meteo. Dopo che intense piogge avevano colpito l'Irlanda nelle scorse settimane, contribuendo a rendere il terreno sempre più fangoso, le fitte nevicate degli ultimi giorni, stanotte compresa, hanno completamente modificato il percorso, rendendolo duro quanto quelli belgi. Da aspettarsi dunque discreta scrematura sin dalle prime battute tra i grandi protagonisti odierni. La startlist è complessivamente migliore rispetto al femminile e, tolto Mathieu van der Poel che rientrerà a Vermiglio sabato prossimo, vede presenti tutti i più forti crossisti del panorama mondiale, partendo dal favorito di giornata Wout van Aert, favorito dalla pesantezza del percorso, e proseguendo con i vari Michael Vanthourenhout, Lars van der Haar e soprattutto con il campione del mondo Tom Pidcock, gasato dalla relativa vicinanza del tracciato alla “sua” Inghilterra. Da non dimenticare poi la sfida tra Eli Iserbyt e Laurens Sweeck che non si limita solamente alla tappa di Dublino ma all'intera classifica generale di CDM.

Partenza incisiva da parte di Iserbyt, Sweeck e Vanthourenhout, bene anche Pim Ronhaar, tornato alle corse dopo un periodo di allenamento, mentre rimangono imbottigliati nel traffico Van Aert e Pidcock. L'iridato riesce a recuperare agilmente svariate posizioni grazie alla propria grande abilità tecnica e velocemente si porta in quarta posizione alle spalle di Eli, Laurens e Pim, mentre Wout fatica un po' di più e riesce a passare alcuni avversari solo sfruttando i lunghi rettilinei fangosi dove può far valere il proprio maggior numero di watt. Al termine del primo giro sono comunque tutti insieme alle spalle di Iserbyt.

La coppia Pauwels Vanthourenhout-Iserbyt prova l'attacco in apertura della seconda tornata e in risposta riceve la reazione di WVA che in un batter d'occhio li riprende entrambi, sempre seguito come un'ombra da Pidcock, ma rimane per tutto il giro alle spalle dell'ex campione europeo che rispetto alle ultime settimane pare avere tutt'altra gamba. Soffrono un po' in questa fase Van der Haar e soprattutto il leader di Coppa Sweeck, il quale accusa l'accelerazione di uno scatenato Iserbyt. Tuttavia, complice la poca collaborazione ricevuta dagli altri, l'azione di Eli si esaurisce insieme al secondo giro e in poco tempo rientrano tutti quanti, compreso uno splendido Cameron Mason, alla prima apparizione stagionale in una cross di questa importanza e noto amante di queste condizioni estreme.

Sorpresa in avvio del terzo round: Van Aert perde il controllo della bicicletta e sbatte su un paletto perdendo una decina di posizioni; nessuno ne approfitta e così Sweeck torna in testa marcato da Pidcock e Vanthourenhout, mentre piano piano WVA si riporta sotto. La tornata prosegue senza scossoni finché Laurens non guadagna metri su tutti verso la conclusione del giro. Pidcock lo prende come punto di riferimento e lo sorpassa appena prima del rettilineo asfaltato rilanciando l'azione e staccando tutti gli altri. 

Wout capisce che è giunto il momento di cambiare passo e sorpassa senza apparente difficoltà il leader di Coppa e il campione europeo riportandosi rapidamente su Pidcock. L'iridato prosegue nel proprio forcing ma non riesce a fare il vuoto e appena capisce di non poter staccare Van Aert si rialza, facendo rientrare Iserbyt, Vanthourenhout, Sweeck e Jens Adams, l'unico ad aver partecipato anche alla tappa dell'Exact Cross di Essen ieri (secondo dietro il superlativo Gerben Kuypers). Sestetto al comando quando mancano ancora tre giri alla conclusione.

Nuovo giro e nuova sfortuna per Van Aert: al campione belga si incastra accidentalmente uno straccio nel cambio proprio mentre passa davanti ai box, dopo nemmeno cento metri dall'inizio del circuito. Fortunatamente (e grazie all'esperienza accumulata in tutti questi anni) Wout comprende immediatamente l'entità del problema e decide dunque di tornare indietro e prendere la via dei box per cambiare bici (il regolamento permette l'inversione di marcia solamente nel tratto delimitato dalle due bandiere gialle, episodio già visto con WVA a Koksijde nel 2017). Questa scelta gli consente di rimanere in gioco per la vittoria, ma solo a patto di una grande rimonta: Wout piomba infatti in nona posizione a 20" dalla testa della corsa, dov'è Pidcock ad alzare il ritmo per cercare di non far rientrare il belga. L'iridato non è però un maestro del fango come Van Aert e non riesce nemmeno e staccare Vanthourenhout, Sweeck e lo straordinario Adams, autore della migliore stagione della carriera. Dietro WVA cambia marcia, anche mentalmente (come ai Mondiali di Heusden-Zolder del 2016, quando dopo esser rimasto attardato a causa del celeberrimo incidente con Van der Poel riuscì a riprendere Van der Haar e staccarlo nel finale), stacca subito Ronhaar e Corné van Kessel, ricuce il gap sul campione dei Paesi Bassi e infine si riporta a ruota di Iserbyt, ultimo vagoncino del treno di testa guidato dalla locomotiva Pidcock, il quale ha speso tanto nei primi cinque giri senza però non combinare nulla.

A dispetto delle condizioni del tracciato infatti, e complici i problemi occorsi a Van Aert, la selezione tra i big è minima, anzi inesistente, e a due tornate dall'arrivo sono ancora in sette a potersi giocare il successo: nell'ordine Pidcock, Vanthourenhout, Adams, Sweeck, Iserbyt, Van Aert e Van der Haar. Eli prende il comando delle operazioni durante il penultimo round marcato stretto prima da Laurens e poi da Wout, mentre in coda soffre Pidcock. Il favoritissimo campione belga decide di operare il sorpasso nei confronti del folletto di Kortrijk proprio prima della sabbia e affronta il segmento in questione con una pulizia eccezionale unita ad una potenza unica nel panorama mondiale. In un batter d'occhio Van Aert fa il vuoto e chiude la partita, mentre da dietro anche Sweeck è capace di staccare gli altri cinque avversari. 

Il ritmo tenuto da Wout nell'ultimo giro è insostenibile per chiunque, tutti continuano a perdere terreno dal miglior crossista del mondo su terreno fangoso. Anche il capoclassifica Sweeck pare irraggiungibile, mentre per il podio la lotta è ancora aperta tra Van der Haar, Vanthourenhout e un ritrovato Pidcock. Il britannico fa il forcing e grazie alla propria sublime tecnica rende sempre difficile ai suoi inseguitori rimanergli a ruota. La sua tattica risulta vincente e al termine di una gara molto complicata Tom può comunque festeggiare il quarto podio stagionale. 

Van Aert trionfa nonostante sia ancora lontano dalla condizione migliore con 14" di vantaggio su Sweeck (per Laurens altri punti messi in cascina per la generale, ora ne ha 266 contro i 249 di Iserbyt; gli unici grossi ostacoli rimasti sono Vermiglio e Besançon, gare in cui WVA, MVDP e Pidcock non potranno portar via ad Eli i tanti punti in palio a chi arriva sul podio), 17" sull'iridato (nemmeno quest'anno pare in grado di dar fastidio ai due cannibali sul fango), 19" su un solido Van der Haar, 22" su Vanthourenhout, 33" su un encomiabile Adams e 35" su Iserbyt. Discreto ottavo posto in rimonta a 37" dal vincitore per Ronhaar, il quale può considerarsi specialista di questi tracciati anche se in stagione non è ancora riuscito a dimostrarlo pienamente. Chiudono la top ten Van Kessel a 46" e un gran Mason a 58". Per il britannico una prova che dà fiducia in vista del periodo natalizio quando tornerà a correre in Belgio. Un po' deludenti invece Joris Nieuwenhuis, dodicesimo a 1'42", e il campione del mondo U23 Joran Wyseure tredicesimo a 1'56".

 

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