
Diego Camargo, l'ex promessa ha imparato a vincere
In tre anni da professionista, il colombiano non è mai riuscito a lasciare il segno, nonostante le grandi aspettative. Tornato a livello Continental, ha finalmente trovato le prime vittorie internazionali
Diciannovesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Tour du Cameroun, Tour de Beauce, Yellow River Estuary (Dongying) Road Cycling Race, Campionati Nazionali e Diego Camargo, che ha conquistato le prime vittorie internazionali in carriera.
Le corse della settimana
Tour du Cameroun

In Africa è andata in scena una delle corse più lunghe del calendario UCI: il Tour du Cameroun, giunto quest’anno alla ventunesima edizione. Una Continental (la Storck-Metropol), cinque nazionali (Algeria, Benin, Burkina Faso, Camerun e Costa d’Avorio) e quattro formazioni dilettantistiche si sono date battaglia nelle dieci giornate di gara.
La prima frazione non presentava grandi asperità, ma ha comunque avuto un impatto importante sulla corsa: Michel Boris Tientcheu (Nazionale Camerun) ha staccato tutti ed è andato a prendersi il primo successo internazionale in carriera. Il trentaduenne ha staccato di 58” un gruppo di una quindicina di uomini, regolato da Isiaka Cissé (Nazionale Costa d’Avorio) davanti a Clovis Kamzong (SNH Vélo).
Anche il percorso della seconda tappa era tutt’altro che difficile. A differenza del giorno precedente, non c’è stata selezione ed è stata volata. Il successo è andato al grande favorito Lucas Carstensen (Storck-Metropol), che ha battuto Clovis Kamzong e Jannes van Weele (Global). Michel Boris Tientcheu ha conservato la testa della classifica generale.
La terza frazione aveva un profilo simile alle precedenti, senza particolari difficoltà altimetriche. È stata nuovamente volata e Lucas Carstensen si è confermato il velocista più forte in gruppo. Il tedesco ha avuto la meglio su Islam Mansouri (Nazionale Algeria) e Isiaka Cissé. In assenza di abbuoni, la classifica generale non ha visto cambiamenti significativi.
Dopo il primo giorno di riposo, si è disputata la quarta tappa, che presentava la principale asperità a metà percorso. Nonostante un profilo un po’ più accidentato, non c’è stata selezione, ma la volata ha regalato una sorpresa: Mohamed Nadjib Assal (Nazionale Algeria) ha costretto Lucas Carstensen ad accontentarsi del secondo posto. Terzo ha concluso David Brinkman (Global), mentre Michel Boris Tientcheu è rimasto leader.
Anche la quinta frazione non era semplicissima, ma il fatto che gli ultimi 30 km fossero quasi totalmente in discesa non favoriva la selezione. Il gruppo è rimasto sostanzialmente compatto, ma due uomini sono riusciti a beffarlo: la Storck-Metropol ha conquistato un altro successo grazie a Jan Münzer, che ha staccato di 4” Slimane Badlis (Nazionale Algeria). A 35” dal vincitore, Mohamed Nadjib Assal ha regolato il gruppo. In classifica non ci sono state novità.
La sesta tappa era abbastanza impegnativa, con un paio di strappi negli ultimi venticinque chilometri. C’è stata una certa selezione e tre uomini si sono giocati la vittoria: la Storck-Metropol non è riuscita a sfruttare la superiorità numerica e, così, Dominik Merseburg e Campo Schmitz sono stati beffati in volata da Islam Mansouri. Michel Boris Tientcheu è riuscito a salvare la maglia di leader, ma ha visto i rivali avvicinarsi sensibilmente.
Dopo l’annullamento, a causa delle pessime condizioni delle strade, della settima frazione, il gruppo è tornato a disputare una tappa priva di asperità. È stata una giornata buona per la fuga e Jan Münzer ha potuto festeggiare il suo secondo successo parziale: il tedesco ha avuto ragione di Abdallah Benyoucef (Nazionale Algeria), con Kouadio Emmanuel Adebayor Ande (Nazionale Costa d’Avorio) che ha completato il podio di giornata, con 2” di ritardo. In classifica generale non ci sono stati cambiamenti.
Dopo il secondo giorno di riposo, è andata in scena una delle tappe più dure, con diverse salite a caratterizzare il percorso. Otto uomini hanno fatto la differenza e si sono giocati la vittoria allo sprint: rimasto a sorpresa nel gruppo di testa, Lucas Carstensen ha fatto valere il suo spunto veloce e ha preceduto Moucaila Rawende (Nazionale Burkina Faso) e Isiaka Cissé. Islam Mansouri è passato in testa alla classifica generale.
L’ultima frazione era abbastanza semplice, pur non essendo completamente pianeggiante. Non c’è stata, però, la volata di gruppo: è andata via, infatti, una fuga di uomini importanti e ricucire il gap si è rivelato impossibile. Lucas Carstensen si è imposto per la quarta volta, davanti al duo della nazionale del Burkina Faso composto da Saturnin Yameogo e Moucaila Rawende.
Islam Mansouri ha conquistato il successo finale, con 42” di margine su Moucaila Rawende e 1’16” su Campo Schmitz. Lucas Carstensen ha vinto la classifica a punti, mentre il re degli scalatori è stato Slimane Badlis. Soumaila Ilboudo (Nazionale Burkina Faso) si è preso il titolo di miglior giovane e la Storck-Metropol si è aggiudicata la graduatoria a squadre.
Tour de Beauce

In Canada è andato in scena il Tour de Beauce, unica corsa a tappe canadese del calendario UCI, giunta alla trentasettesima edizione. A darsi battaglia nei cinque giorni di gara sono state sei Continental e dodici formazioni dilettantistiche, per un totale di diciotto squadre.
La prima tappa presentava un percorso abbastanza ondulato, anche se nessuna salita era particolarmente impegnativa, e si è rivelata subito decisiva. Nove corridori hanno fatto la differenza e sono arrivati al traguardo con un ampio margine su tutti gli altri. La volata dei battistrada ha premiato Sean Christian (Skyline), bravo a mettersi alle spalle Hugo Scala jr (Project Echelon) e Jérôme Gauthier (Marni-N’side). Il ventitreenne ha indossato anche la prima maglia di leader.
Anche la seconda frazione proponeva un profilo ondulato, con l’ultima salita che terminava a circa 10 km dal traguardo. La Skyline ha conquistato la seconda vittoria consecutiva, grazie a Conn McDunphy, che si è imposto in solitaria. A 1’17” dall’irlandese, Wilmar Paredes (Team Medellín-EPM) ha regolato Joel Plamondon (Marni-N’Side) nella volata per il secondo posto. Mattia Gaffuri (Swatt Club) è passato in testa alla classifica generale.
La terza tappa era la più impegnativa, con l’arrivo sul Mont Mégantic, dopo una salita lunga e anche molto impegnativa. La scalata ha premiato Diego Camargo (Team Medellín-EPM), che ha preceduto di 2” Owen Cole (Winston Salem-Flow) e di 22” Mattia Gaffuri. Per l’ex corridore della EF, che è passato anche a condurre la generale, si è trattato della prima vittoria internazionale in carriera.
La quarta frazione consisteva in un classico criterium americano, con un circuito di 2 km nelle vie di Québec City da ripetere trentacinque volte. Dalla volata finale è uscito vincitore Philippe Jacob (Cannondale Echelon). Il canadese ha avuto la meglio su Ben Oliver (MitoQ-NZ Cycling Project) e Sean Christian. Diego Camargo ha conservato la maglia di leader.
L’ultima tappa era composta da dodici giri di un circuito di circa 10 km, con all’interno una salita lunga poco più di un chilometro. La giornata si è rivelata buona per una fuga e, dopo il secondo posto del giorno precedente, Ben Oliver è riuscito a vincere. Il neozelandese si è imposto con 3” su Carson Miles (Marni-N’Side) e Laurent Gervais (Project Echelon).
Diego Camargo ha conquistato il successo finale, con 22” su Mattia Gaffuri, miglior scalatore della corsa, e 42” sull’immarcescibile Óscar Sevilla (Team Medellín-EPM). Joel Plamondon ha vinto la classifica a punti, mentre il suo compagno di squadra Jérôme Gauthier si è preso quella riservata ai giovani. Il Team Medellín-EPM, infine, si è aggiudicato la graduatoria a squadre.
Yellow River Estuary (Dongying) Road Cycling Race

In Cina si è disputata la Yellow River Estuary (Dongying) Road Cycling Race, corsa a tappe di due giorni che faceva quest’anno il suo esordio nel calendario UCI. Al via erano presenti venti squadre: diciotto Continental e le selezioni nazionali di Mongolia, che schierava anche il professionista Jambaljamts Sainbayar (Burgos Burpellet BH), e Thailandia.
Le due tappe erano molto simili: entrambe non prevedevano alcuna asperità (non erano presenti GPM) e avevano praticamente la stessa lunghezza (138,7 km la prima e 137,8 km la seconda). Come prevedibile, considerata l’altimetria, entrambe sono terminate in volata e la classifica è stata disegnata dagli abbuoni (oltre a quelli al traguardo c’erano, in entrambe le frazioni, due sprint intermedi).
La prima tappa ha visto vincere Alexander Salby (Li Ning Star). Il ventisettenne danese, professionista per due anni con la Bingoal-WB, si è imposto per la sesta volta in stagione, mettendosi alle spalle il malese Wan Abdul Rahman Hamdan (Terengganu) e il neerlandese Roy Eefting-Bloem (FNIX-SCOM-Hengxiang).
Sul podio della seconda frazione, invece, sono saliti altri tre corridori: si è imposto l’ecuadoriano Cristian Pita (Huansheng-Vonoa), quarto il giorno precedente. Il trentenne si è messo alle spalle il russo Sergey Rostovtsev (Shenzhen Kung) e l’estone Martin Laas (Quick).
Grazie alla somma dei piazzamenti (primo e quarto), Cristian Pita ha conquistato il successo finale (e la classifica a punti). Alexander Salby (primo e sesto) si è dovuto accontentare del secondo posto, nonostante lo stesso tempo. Il podio è stato completato dal mongolo Tegsh-Bayar Batsaikhan (Roojai Insurance), staccato di 1”: il ventisettenne è arrivato a un passo dal colpaccio, grazie alla vittoria in tre sprint intermedi. La graduatoria a squadre ha visto tutti i team con lo stesso tempo: i piazzamenti hanno sorriso alla HKSI.
Campionati Nazionali

In questa settimana sono in programma quasi tutti i campionati nazionali, ma alcuni paesi hanno anticipato di qualche giorno rispetto alla maggioranza. È il caso di paesi come Finlandia, Romania, Serbia, Albania e altri extraeuropei.
In Finlandia, Trond Larsen ha confermato il titolo della cronometro conquistato dodici mesi fa. Il trentacinquenne si è imposto con 38” su Mikhail Utkin (la cui posizione non è chiara, in quanto dovrebbe avere nazionalità russa), 47” su Sampo Malinen (Monzon-Incolor) e 51” su Vladyslav Makogon, vincitore della prova nel 2023. In realtà il miglior tempo è stato di Matias Ahtosalo, che, era, però, iscritto fra gli under 23. Il ventunenne, 47” più veloce di Larsen, ha vinto la sua prova con 2’32” su Alex Sundstedt.
Nella prova in linea, in cui era assente il campione uscente Jaakko Hänninen (Nice Métropole Côte d'Azur), élite e under 23 hanno corso insieme, con un’unica classifica. La vittoria è andata al non più giovanissimo Johan Nordlund (già vincitore del titolo a cronometro nel 2018). Il quarantacinquenne ha staccato tutti e ha tagliato il traguardo con 1’01” su Aku Nevalainen e 1’49” su un gruppo di una decina di uomini, regolato in volata da Vladyslav Makogon.
Anche in Romania, la cronometro ha visto la conferma del campione uscente: Emil Dima ha fatto registrare il miglior tempo, con 17” di margine su Cristian Raileanu (Li Ning Star) e 49” su Iustin-Ioan Văidian (MENtoRISE Teem CCN). Solo quarto, staccato di 54”, Eduard-Michael Grosu (Huansheng-Vonoa), tre volte vincitore della prova in passato. Il titolo under 23 è andato a Ovidiu Dorcu (Monzon-Incolor), con un tempo che gli sarebbe valso il terzo posto nella gara élite. Il diciottenne si è imposto con 12” su Catalin Buta e 1’22” su Horea-Stefan Precup, entrambi della MENtoRISE Teem CCN.
Risultato a sorpresa nella prova in linea: Gerhard-Cristin Moldansky (MENtoRISE Teem CCN) ha staccato tutti e, agevolato anche dal fatto che i suoi inseguitori hanno trovato chiuso un passaggio a livello, ha conquistato il successo. Il venticinquenne ha preceduto di 15” il compagno di squadra Catalin Buta, e di 2’58” Cătălin-Luca Câmpean (United Shipping) e Horea-Stefan Precup. I due hanno accompagnato Buta sul podio degli under 23.
Come in Finlandia e Romania, la cronometro in Serbia ha premiato il campione uscente: Dušan Rajović (Solution Tech-Vini Fantini) si è aggiudicato la prova per la quinta volta in carriera, superando di 11” il tre volte vincitore Ognjen Ilić (Borac Cacak). Sul terzo gradino del podio è salito l’altro professionista in gara, Đorđe Đurić (Solution Tech-Vini Fantini), che ha pagato 1’14” al compagno di squadra. La prova under 23 si era disputata un mese fa su un altro percorso e aveva visto la vittoria di Mihajlo Stolić (United Shipping).
In assenza di Rajović, volato in Danimarca per la Copenhagen Sprint, la United Shipping ha dominato la prova in linea: l’ex professionista Veljko Stojnić ha conquistato il titolo per la prima volta in carriera, arrivando insieme al compagno di squadra Mihajlo Stolić (che un mese fa aveva vinto la prova under 23). Sul terzo gradino del podio, staccato di ben 5’03”, è salito Jovan Divnić.
Anche in Albania il campione uscente della prova contro il tempo si è confermato: Olsian Velia ha vinto il suo titolo consecutivo, con 33” di margine su Lukas Sulaj Kloppenborg e 3’59” su Mateo Balaj. Kloppenborg si è preso la rivincita dominando la prova in linea: il corridore di origine danese ha staccato di 7’34” Henri Hysa e di 7’35” Velia.
A Mauritius, in assenza del campione uscente Christopher Rougier-Lagane, il titolo a cronometro è andato ad Alexandre Mayer, fresco di contratto con la Burgos Burpellet BH. Il ventisettenne ha dominato la prova, rifilando 1’31” a Jeremy Raboude e 1’59” a William Piat. Il titolo under 23 è andato a Noah Ong Tone, con un tempo di oltre 2’ superiore a quello del vincitore della gara élite. Il ventenne ha battuto Samuel Quevauvilliers e Jeremie L’Aiguille, staccati rispettivamente di 24” e 50”.
Nella prova in linea, il neocorridore della Burgos Burpellet BH si è ritrovato a dover affrontare un’alleanza dei suoi avversari contro di lui. A sfruttare il tutti contro uno è stato Torea Celestin, che è riuscito a battere il ventisettenne in volata. Hanson Matombé ha completato il podio a 4". Lascia un po’ sconcertati l’immagine di quest'ultimo che esulta, nonostante non fosse compagno di squadra del vincitore.
La cronometro in Costa Rica ha visto una lotta serratissima: dopo aver vinto tra gli under 23 lo scorso anno, Donovan Ramírez è riuscito a far suo il titolo élite, con soli 7” di margine su Dylan Jiménez e 8” sul campione uscente Jason Huertas. Fra gli under 23 si è imposto José Pablo Sancho, con un tempo che gli sarebbe valso il quinto posto tra gli élite. Il diciannovenne ha dominato nella sua categoria: Kendall Fernandez ha chiuso secondo con ben 2’22” di ritardo, mentre terzo è stato Luis Aguilar, a 2’41”. La prova in linea élite è stata dominata da Gabriel Rojas, che ha rifilato ben 4’52” a Rodolfo Villalobos e 5’47” a Daniel Bonilla.
A Hong Kong il titolo contro il tempo è andato a Chu Tsun Wai (HKSI), che ha detronizzato Vincent Lau Wan Yau (Roojai Insurance). Il vincitore delle ultime tre edizioni si è dovuto accontentare della seconda posizione, a 11” dal vincitore, mentre in terza si è piazzato Ng Sum Lui, staccato di 26”. La HKSI ha vinto anche tra gli under 23 con Wu Chun Yin, che sarebbe arrivato quinto se avesse corso tra gli élite. Il diciottenne ha battuto di 41” Lee Chin Long e di 48” il compagno di squadra Yau Ping Cheung. Nella prova in linea la HKSI ha dominato: Ng Pak Hang si è imposto davanti ai compagni di squadra Mow Ching Yin (campione uscente, arrivato insieme a lui) e Liang King Hung (staccato di 3'57").
La cronometro a Bermuda ha regalato una grande sorpresa: dopo due anni da terzo incomodo, Nicholas Narraway ha fatto il salto di qualità, centrando il primo titolo in carriera. Staccato di 59”, Conor White ha centrato il sesto secondo posto negli ultimi sette anni, mentre Kaden Hopkins, vincitore di cinque titoli nelle sei edizioni precedenti, ha deluso pesantemente e si è fermato al terzo posto, con ben 3’23” di ritardo. Senza sorprese, i tre si sono giocati anche la prova in linea: in questo caso è stato White a prevalere, con Hopkins secondo e Narraway terzo.
In Bolivia la Pío Rico ha centrato la doppietta, vincendo la cronometro con Freddy Gonzales e dominando la corsa in linea con Eduardo Moyata e Alexander Donaire, che hanno tagliato il traguardo insieme, con oltre 7' di vantaggio su tutti i rivali. A Grenada nessun problema per Red Walters, unico corridore di livello del paese: il ventiseienne ha centrato la quarta doppietta consecutiva, aggiudicandosi la prova contro il tempo con oltre 4' di vantaggio e rifilando 23' al più vicino dei rivali nella gara in linea.
In Lituania si è disputata solo la cronometro, mentre la prova in linea andrà in scena nel weekend. La prova contro il tempo ha visto il dominio del favorito della vigilia, Aivaras Mikutis (Tudor). Rokas Kmeliauskas (Energus) ha concluso secondo, staccato di ben 2’53”, mentre sul terzo gradino del podio è salito Lukas Talačka, con 4’01” di ritardo. Nella prova under 23 la Energus ha messo a segno la tripletta: Aironas Gerdauskas ha conquistato il successo con un tempo che lo avrebbe portato sul terzo gradino del podio fra gli élite. Il ventenne ha preceduto di 58” Dovydas Bružas e di 1’03” Titas Laurinavičius.
Anche in Estonia è andata in scena solo la prova contro il tempo e il successo è andato a una vecchia conoscenza del grande ciclismo: Rein Taaramäe (Kinan) ha conquistato il nono titolo in carriera (il quinto consecutivo). Il trentottenne ha staccato di 1’17” Rait Ärm (Van Rysel-Roubaix) e di 1’36” Norman Vahtra (China Anta-Mentech). Non era prevista una prova under 23.
Tempo di cronometro anche in Guatemala, dove Manuel Rodas ha abdicato dopo dodici titoli consecutivi. Il quarantenne ha chiuso addirittura quinto, a 3’02” dal vincitore Sergio Chumil. Il professionista della Burgos Burpellet BH, visto anche il flop del favorito, ha vinto abbastanza agevolmente la prova, lasciando a 1’01” Alex Julajuj e a 2’33” Julio Ispache.
Pure in Cina si è disputata la prova contro il tempo: Xue Ming si è ripreso il titolo (aveva già vinto nel 2020 e nel 2023), superando di soli 4" l'unico professionista del paese, Su Haoyu (XDS Astana). Il campione uscente Miao Chengshuo (Camp) ha completato il podio, staccato di 21".
In Giappone, invece, si è disputata solo la prova in linea. Marino Kobayashi (JCL Team Ukyo) ha confermato il titolo del 2024, imponendosi in solitaria. Il trentenne, che due giorni dopo ha annunciato, a sorpresa, il suo ritiro dalle competizioni, ha preceduto di 30” Genki Yamamoto (Kinan) e di 56” Sohei Kaneko, che nel weekend dovrà difendere la sua maglia di campione nazionale a cronometro. Gli under 23 hanno gareggiato su un percorso più breve e Toa Morita ha conquistato il successo, sconfiggendo in una volata a due Jo Hashikawa (Aisan). Un altro corridore della Aisan, George Matsui, ha completato il podio a 1’12”.
Anche a Portorico si è disputata la corsa in linea e il successo è andato all'unico professionista del paese, Abner González. Il portacolori della Caja Rural-Seguros RGA, rientrato alle corse da un paio di settimane, dopo essere rimasto fuori per mesi a causa della mononucleosi, si è imposto senza particolari problemi, staccando di 6'22" Christopher Morales e di 8'47" Elvys Reyes.
Le Continental tra i big

Otto Continental hanno partecipato al GP Gippingen: l’austriaca Vorarlberg, la francese St.Michel-Preference Home, l’italiana Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente e le tedesche Benotti Berthold, MYVELO, REMBE|rad-net, Run & Race-Wibatech e Lotto Kern-Haus. A ottenere il miglior risultato è stata la St.Michel-Preference Home, grazie al ventesimo posto di Nicolas Breuillard.
La belga Tarteletto-Isorex e le neerlandesi BEAT e Metec-SOLARWATT hanno partecipato a Dwars door het Hageland, Elfstedenronde Brugge e Belgium Tour. A Bruges sono state raggiunte dall’australiana Atom 6-Decca, dalla francese Van Rysel-Roubaix e dall’altra neerlandese VolkerWessels. Alla Dwars door het Hageland le Continental non sono riuscite a essere competitive, con la Tarteletto-Isorex che ha ottenuto il miglior risultato, ma si è fermata al trentatreesimo posto di Robbe Claeys. Le cose sono andate decisamente meglio alla Elstedenronde Brugge, con la VolkerWessels che ha sfiorato il podio, con Joes Oosterlinck che ha chiuso quinto. Al Belgium Tour, la Tarteletto-Isorex ha centrato il miglior risultato di tappa con Timothy Dupont, quindicesimo nelle prima frazione, mentre la Metec-SOLARWATT ha centrato una sorprendente top ten in classifica generale, grazie ad Axel van der Tuuk, decimo.
Le quattro Continental storiche francesi, la colombiana Sistecredito e la tedesca BIKE AID hanno preso parte alla Route d’Occitanie. La CIC-U-Nantes ha centrato un bel settimo posto in classifica con Yaël Joalland. Il miglior piazzamento di tappa, invece, è stato della St.Michel-Preference Home: nell’ultima frazione, infatti, il sudafricano Morné van Niekerk si è piazzato sesto.
Ben dodici formazioni di terza divisione hanno partecipato al Giro dell'Appennino, ma una in particolare si è fatta notare: la messicana Petrolike. Il merito va soprattutto dato ad Andrii Ponomar, che, grazie a uno scatto nel finale, è riuscito a centrare uno splendido secondo posto.
Tra le notizie di ciclomercato degli ultimi giorni, la novità più eclatante è quella che riguarda Aleix Espargaró. Oltre all’ex motociclista catalano, la Lidl-Trek Future ha ufficializzato anche l’ingaggio del biker australiano Jack Ward, visto lo scorso anno in maglia BridgeLane. Da segnalare anche l’arrivo di due corridori greci in seno alla Roojai Insurance: si tratta del trentaseienne Polychronis Tzortzakis, che aveva già corso nella formazione thailandese nelle ultime due stagioni, e del ventiduenne Nikolaos Michail Drakos, che aveva vestito la maglia della Novapor Speedbike nell’ultimo anno e mezzo.
Il ritratto della settimana: Diego Camargo

Diego Camargo si è finalmente sbloccato: il colombiano era passato professionista nel 2021 con grandi aspettative, ma non aveva mai davvero lasciato il segno ed era ancora a secco di successi internazionali. Al Tour de Beauce è riuscito a trovare la prima vittoria in carriera, battendo tutti nella terza tappa, quella più impegnativa, con arrivo in cima al Mont Mégantic. Rimasto con i migliori nelle prime due insidiose frazioni e controllando le ultime due, inoltre, si è imposto anche nella classifica generale.
Trasferitosi quest'anno al Team Medellín-EPM, il ventisettenne aveva già flirtato con la vittoria in più di un'occasione prima del Tour de Beauce. Nella prova in linea dei campionati nazionali, per esempio, era stato l'unico a tenere le accelerazioni di Egan Bernal, ma alla fine aveva ceduto anche lui e si era dovuto accontentare della seconda posizione. Anche alla Vuelta Bantrab era stato grande protagonista, con un secondo e un terzo posto di tappa e il podio finale. Questi risultati gli avevano dato la consapevolezza di essere vicino all'agognato successo, poi diventato realtà nella corsa a tappe canadese.
Diego Camargo iniziò con il ciclismo abbastanza tardi, disputando le sue prime gare di mountain bike nella sua città natale, Tuta, soltanto nel 2015. Fu notato da Ricardo Mesa, che diventò suo allenatore e lo convinse, a fine anno, a unirsi al Club Evolución Tutense, formazione ciclistica locale, che gli diede la possibilità di gareggiare su strada nel calendario nazionale.
Nel 2017, al primo anno da under 23, il colombiano ottenne i primi risultati interessanti, piazzandosi al sesto e al settimo posto in due impegnative tappe della Vuelta de la Juventud e al quarto nella cronometro della Vuelta a Boyacá. Nella stagione successiva fece il suo esordio nel mondo Continental, con la maglia della Coledportes Zenù, e migliorò leggermente i suoi risultati: alla Vuelta de la Juventud riuscì a fare classifica, chiudendo settimo, e tornò dalla Vuelta a Boyacá con la maglia di miglior scalatore.
Confermato dalla Coldeportes Zenù, nel 2019 fu decimo alla Vuelta de la Juventud e partecipò per la prima volta alla Vuelta a Colombia, in cui chiuse al quarto posto la cronometro finale. Il grande exploit della sua stagione fu, però, rappresentato dalla Vuelta a Boyacá, in cui riuscì a conquistare il successo finale, dopo aver vinto la prova contro il tempo.
Nell'anno seguente, Camargo approdò alla Colombia Tierra de Atletas-GW Bicicletas, con cui prese parte a diverse gare internazionali: nei primi mesi dell'anno disputò la Vuelta a San Juan e il Tour Colombia 2.1, in cui centrò un promettente undicesimo posto finale. Alla ripresa delle competizioni dopo lo stop per la pandemia, partecipò a diverse gare in Italia, senza grossi risultati, ma a fine stagione vinse a sorpresa la Vuelta a Colombia (all'epoca gara del calendario nazionale), battendo corridori molto più esperti e quotati come Óscar Sevilla e Juan Pablo Suarez.
Nel 2021, quindi, la EF Education-Nippo lo portò nel WorldTour e il colombiano si ritrovò ad affrontare un calendario di altissimo livello: fece il suo esordio in un GT, la Vuelta a España, e prese parte anche alla sua prima Classica Monumento, Il Lombardia. Nelle gare più importanti non riuscì a essere protagonista, ma chiuse in seconda posizione il campionato nazionale a cronometro.
Con un anno di esperienza ai massimi livelli alle spalle, ci si aspettava un salto di qualità nella stagione successiva, ma così non fu: si confermò sul podio nella cronometro dei campionati nazionali, ma non riuscì a lasciare il segno nelle altre gare. Si tolse, però, la soddisfazione di correre il suo secondo GT, il Giro d'Italia.
Ancora in maglia EF Education-EasyPost nel 2023, Camargo continuò a soffrire le corse europee e ottenne ancora una volta il miglior risultato stagionale al campionato nazionale a cronometro, in cui fu quarto (poi diventato terzo dopo la squalifica di Miguel Ángel López). Per la prima volta centrò la top ten nel Vecchio Continente, chiudendo al nono posto la CIC-Mont Ventoux, ma si trattò dell'unico vero acuto della sua stagione.
Lo scorso anno è sceso nel mondo Continental e ha firmato con la Petrolike. Ha fatto le cose migliori alla Vuelta a Colombia, che ha concluso in seconda posizione, con tre podi di tappa. In Europa si è ben comportato alla Volta a Portugal, in cui ha chiuso sesto, e alla Vuelta Asturias, che ha terminato al decimo posto.
Quest'anno Diego Camargo sta mostrando una continuità di rendimento che non ha mai avuto in carriera e il fatto di correre nel Team Medellín-EPM, una delle squadre di riferimento del continente americano, potrà dargli altre occasioni di mettersi in luce. Nell'ottica di un possibile ritorno fra i professionisti, però, pesano i tre anni senza risultati di spessore nel WorldTour e il calendario poco internazionale della formazione colombiana.