
Pedalare per ridare speranza: la Londra Edimburgo Londra di Colin e di tanti altri sognatori
Una sfida di 1.540 km che va oltre lo spot. Le storie di chi sarà al via tra raccolte fondi, ricordi e solidarietà in sella
Domenica 3 agosto prenderà il via la Londra Edimburgo Londra 2025, la Randonnée internazionale che ogni quattro anni, richiama in Inghilterra oltre duemila ciclisti da tutto il mondo per affrontare 1.540 km e oltre 13.000 metri di dislivello tra le due capitali britanniche. Un’impresa sportiva che, come spesso accade, per molti partecipanti si contraddistingue per il suo valore simbolico e sociale. La LEL, infatti, non è una gara, ma un viaggio di resistenza e testa, in cui si incrociano tantissime storie umane e sfide personale che vanno oltre l’impegno sportivo. C’è chi ha scelto di esserci per dimostrare di essersi ripreso da un brutto incidente, chi pedalerà con lo scopo di raccogliere fondi e chi con l’intento di ricordare qualcuno che non c’è più.
Colin Fisher: pedalare per l’amico Gino e la ricerca sul midollo spinale

Per Colin Fisher, 65 anni, la Londra Edimburgo Londra non è solo una sfida ciclistica da 1.540 km: è un viaggio personale, un tributo all’amicizia e un gesto di solidarietà. Undici anni fa, durante una caduta sugli sci, Colin rischiò di restare paralizzato. «Nel 2014 mi ruppi diverse vertebre e dovetti affrontare un’operazione di sei ore: oggi ho una gabbia di titanio e delle barre lungo la schiena che mi sostengono per la vita. Sono stato incredibilmente fortunato: quel giorno sono tornato a camminare, ma il mio amico Gino non ha avuto la stessa sorte», ha raccontato a LEL News, la pagina ufficiale della manifestazione, che raccoglie moltissime storie dei partecipanti all’edizione 2025.
James “Gino” Murphy, amatissimo compagno di squadra dell’Islington Cycling Club, è rimasto paralizzato dalle spalle in giù dopo una caduta in bici durante una discesa. Da allora, Colin e i suoi compagni hanno dato vita al Team Gino, trasformando la loro passione per la bicicletta in uno strumento di solidarietà, grazie al quale hanno già raccolto oltre 12.000 sterline. Anche a partire da Domenica, pedaleranno per raccogliere fondi a favore dello Spinal Research Institute, impegnato nella ricerca per restituire movimento e speranza alle persone con lesioni spinali. «La LEL non sarà solo un’altra randonnée», spiega Colin. «La pedaliamo per Gino e per tutte le persone che lottano con le conseguenze di una lesione spinale. Quando sarà dura, penserò a lui e troverò la forza di andare avanti». Con lui ci sarà anche Mike Maurice-Cohen, 61 anni, testimone diretto dell’incidente di Gino: «Non puoi cancellare certe immagini. Non puoi risolvere tutto, ma questa sfida è il nostro modo di fare qualcosa per lui».
Kate Churchill: pedalare per portare speranza

Tra le tante storie che rendono speciale la Londra Edimburgo Londra 2025, quella di Kate Churchill è un delle più commuoventi. Ciclista di Lowestoft, nel Suffolk, Kate affronterà i 1.540 chilometri tra Londra ed Edimburgo e ritorno non solo come sfida sportiva, ma come viaggio di memoria e solidarietà.
Quattro anni fa, Kate ha perso suo figlio Louis, che si è tolto la vita. Da allora, la sua vita è cambiata per sempre. In questo lungo e difficile percorso di elaborazione del lutto, un ruolo fondamentale lo ha avuto Hope After Suicide Loss, una piccola associazione attiva in Norfolk e Suffolk che offre sostegno alle famiglie colpite da suicidio.
«Il supporto ricevuto da questa charity è stato inestimabile», racconta Kate. «I gruppi mensili a cui partecipo mi permettono di condividere il dolore con persone che capiscono davvero cosa significa affrontare una perdita simile. Senza di loro non so come avrei fatto».
Per questo, Kate, ha aperto una raccolta fondi su JustGiving, con l’obiettivo di dare ad altre famiglie la stessa possibilità di ricevere supporto: «Ogni sterlina raccolta andrà direttamente a Hope After Suicide Loss, perché possano continuare a offrire i loro servizi a chi vive questa tragedia. Voglio che il mio viaggio faccia la differenza e porti un po’ di speranza dove oggi c’è solo dolore».
Nadia Kerr: in bici per la sicurezza delle donne sulle strade
Tra le protagoniste di questa edizione della LEL c’è anche Nadia Kerr, avvocata specializzata nella tutela dei ciclisti e Trustee di Cycling UK, la principale associazione britannica dedicata al ciclismo. Da anni, Nadia lavora per rappresentare chi ha subito incidenti e per promuovere campagne per la sicurezza stradale. Per lei, la LEL non sarà solo una prova di resistenza, ma un’azione concreta a sostegno di una causa importante: la sicurezza di chi pedala, con un’attenzione speciale alle donne e alle ragazze, spesso più esposte a rischi e ostacoli nell’uso della bicicletta. «Voglio che pedalare sia un’esperienza di gioia, libertà e sicurezza per tutti», racconta Nadia. «Quando rendiamo le strade più sicure per le donne, le rendiamo più sicure per tutti».
La sua partecipazione alla LEL è anche una raccolta fondi per Cycling UK e per la campagna “My Ride. Our Right”, che promuove infrastrutture inclusive e una cultura ciclistica accogliente e sicura. L’obiettivo è simbolico: raccogliere 1.530 sterline, un euro per ogni chilometro percorso. Nadia è stata inserita tra le 100 Women in Cycling nel 2021, e da Trustee continua a spingere perché il ciclismo diventi una scelta accessibile, sostenibile e sicura. In sella, durante i lunghi chilometri verso Edimburgo e ritorno, ogni pedalata per lei sarà un messaggio: che la strada può e deve essere di tutti.