Sam Welsford vince a Tanunda © Tour Down Under
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Sam Welsford stappa la prima volata del Down Under

L'australiano precede Phil Bauhaus e Bini Girmay sul traguardo di Tanunda. Caleb Ewan ci prova ma rimbalza al quarto posto

16.01.2024 06:50

A Sam Welsford piace partire bene. L'anno scorso conquistò non una ma due vittorie nella prima corsa che fece, la Vuelta a San Juan. Quest'anno timbra direttamente alla prima gara internazionale che disputa, dominando lo sprint d'apertura del Down Under e premiando così l'ottimo lavoro della sua Bora-Hansgrohe.  Non sono tantissimi i velocisti presenti nella prima prova del World Tour 2024, ma batterne pochi è meglio che non batterli, avrà pensato il simpatico baffo alla John Holmes.

Tour Down Under 2024, la cronaca della prima tappa

La prima gara pro' del 2024, la prima fuga, la prima caduta, il primo sprint intermedio… uno bravo saprebbe scrivere un romanzetto su ognuno di questi aspetti. Noi optiamo per la concisione: prima tappa del Tour Down Under 2024, Tanunda-Tanunda di 144 km, la fuga non è partita finché non è stato superato il traguardo con abbuoni di Angaston ai -119 (vinto da Finn Fisher-Black della UAE Emirates), dopodiché i tentatari sono stati solo due, partiti proprio ai -119: Louis Barré (Arkéa-B&B Hotels), che ci aveva provato anche in avvio, e Georg Zimmermann (Intermarché-Wanty); il francese ha vinto il Gpm di Menglers Hill (4a categoria) ai -112, il gruppo si è rilassato, il vantaggio della coppia è giunto fino ai canonici 3'20" (ai -102), poi la spinta soprattutto della Bora-Hansgrohe ha ridotto il gap del plotone.

Al secondo sprint di Angaston ai -70 (Zimmermann su Barré) il gruppo è passato a un minuto, quindi ai -63 Barré s'è preso anche il secondo Gpm di Menglers Hill assicurandosi almeno la maglia verdolina di migliore scalatore, dopodiché i due avventurosi hanno convenuto che sarebbe convenuto rialzarsi, così il plotone li ha ripresi ai -62 e - data l'aria di desistenza che si respirava - s'è concesso una sgambatina di 50 chilometri, una tregua pedalata interrotta giusto al terzo e ultimo Gpm di Menglers Hill, ai -14, con l'allungo di Luke Burns (Nazionale australiana) che ha determinato un aumento dell'andatura.

La velocità ha portato come corollario qualche ruzzolone, ai -11 ha preso una brutta schienata il giovane Jackson Medway (Nazionale australiana), un chilometro più avanti è stato Nicolò Buratti (Bahrain-Victorious) a finire per terra. Nel finale son venuti fuori i treni: quello della Jayco AlUla per Caleb Ewan, quello della Movistar per Iván García Cortina, infine quello della Bora-Hansgrohe per Sam Welsford.

La vittoria di Sam Welsford

Danny van Poppel al servizio di Sam Welsford, da prima dell'inizio alla fine! © Bora-Hansgrohe
Danny van Poppel al servizio di Sam Welsford, da prima dell'inizio alla fine! © Bora-Hansgrohe

Sono stati proprio i gialloverdi a lanciare la volata, il 27enne di Subiaco (la Subiaco australiana, va sempre precisato) aveva alla ruota lo scomodissimo Caleb ma non s'è scomposto, è partito bene ai 150 metri scartando a sinistra mentre il più blasonato connazionale cercava il centro della strada. Ma è stato subito evidente che, più che rimontare Welsford, Ewan avrebbe semmai subìto il ritorno di qualcuno da dietro. E in effetti, al rush, tanto Phil Bauhaus (Bahrain) quanto Bini Girmay (Intermarché) si sono infilati sul podio di giornata.

Quanto a Welsford, nel mentre che si componeva l'ordine d'arrivo alle sue spalle, lui stava già festeggiando, in sincronismo col compagno Danny van Poppel, che più indietro (avrebbe tagliato il traguardo per settimo) alzava le braccia insieme all'altro dopo averlo lanciato in maniera eccellente (del resto negli ultimi tempi DVP è diventato più o meno il più forte leadout sulla piazza).

Indi riepilogo: Welsford (al secondo successo in carriera nel World Tour) primo su Bauhaus, Girmay (che ha qualche rimpianto essendo partito un po' indietro), Ewan e Jhonatan Narváez (INEOS Grenadiers). La classifica è molto simile all'ordine d'arrivo, con Welsford in ocra con 4" su Bauhaus e 6" su Girmay.

Domani la seconda tappa del Tour Down Under 2024 sarà la Norwood-Lobethal di 141.6 km, sulla carta un pelino più difficile di quella di oggi, con un finale che si presterebbe a colpi di mano, ma che lascia comunque intatte le chance per i velocisti più resistenti. Lo snodo focale sarà il muro di Fox Creek, un chilometro e mezzo con tratti in doppia cifra che scollina a 8 km dal traguardo. Verrà affrontato tre volte in circuito, quindi tutti avranno modo di prendergli le misure, sia in prospettiva offensiva che di catenaccio.

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Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!