Giro d'Italia

Giro d'Italia 2024, 6a tappa: un assaggio di polvere

Dopo tre volate si torna a fare sul serio, con una tappa nervosissima che presenta 3 settori di sterrato. Il percorso, le nostre previsioni, orari e appuntamenti tv

08.05.2024 19:30

Dopo un primo blocco di tre volate, la 6a tappa del Giro d'Italia torna effettivamente ad essere una frazione esigente, trattandosi della tappa degli sterri, anche se la sua realizzazione - lo abbiamo detto in tutte le salse - è piuttosto sottotono. Ad ogni modo dopo i primi 70 km pianeggianti il tracciato troverà pochissima pianura (quasi 2000 metri di dislivello in 110 km) e sarà condito da 11.6 km di strada bianca (anche se distanti dal traguardo) e potrebbe regalare spettacolo almeno per il successo di tappa. Inaugura le danze la lunga salita a Volterra (8.6 km al 4.7%, con un primo tratto di 3 km al 5%, 2 km di falsopiano e gli ultimi 3.5 km più tosti al 6.3%, max 10%). Qui inizia un tratto di montagne russe, con un primo strappo già a Volterra ai piedi della Fortezza (700 metri al 5%), quindi quello di Monte Terzi (circa 1.5 km al 5%) e i due verso la Bertesca (in tutto 4.5 km al 3%). Con tracciato sempre mosso e tortuoso ci si diriga a Casole d'Elsa, con una prima dura rampa verso Corsina (1 km all'8%) e un ulteriore rinzillo (400 metri al 9%) che porta al traguardo volante. Con la successiva discesa si entra in una fase più lineare di fondovalle, con tratti di salita verso il Poggiaccio (1 km al 5%) e la Colonna di Montarrenti (500 metri al 5%). Al termina della successiva discesa si arriva a Rosia e in breve tempo si entra nel primo settore di strada bianca di Vidritta, 4.4 km completamente pianeggianti, spezzati da un breve tratto in asfalto poco dopo metà. La strada torna a salire subito dopo nel secondo settore che da Bagnaia (con un primo strappo di 600 metri al 5%) porta al GPM di Grotti (ignorando i dati ufficiali, circa 3 km al 5.4%, max 15%). Questa è forse la principale asperità di giornata ed è posta a 40 km dal traguardo; sono forse tanti per aspettarsi battaglia, ma va detto che da qui in avanti il percorso non concede alcun respiro e se affrontato di petto potrebbe fare più danni di quello che l'altimetria dà a vedere. Al termine della discesa si susseguono tre tremendi risciacqui con punte fino al 20% per superare Radi e raggiungere l'Intergiro di Monteroni d'Arbia. Il gruppo si deve accontentare di 3 km pianeggianti, poi la strada torna complicata: si rincorrono lo strappo del Taglione (1 km al 5%) e la salita a gradoni (in tutto 4.5 km al 2.5%, dato molto ingannevole) verso Rofeno, dove inizia lo sterrato ondulato di Pievina di 2.4 km. Mancano adesso solo 15.5 km, ma le difficoltà non sono terminate: a fine discesa inizia lo strappo di Asciano (1.1 km al 5.5%, con una punta in doppia cifra all'inizio e tratto in lastricato di 400 metri), che non sarà seguito da alcuna discesa, ma da un tratto di falsopiano che conduce fino ai piedi dell'ultima asperità delle Serre di Rapolano (1 km al 10.2%, max 20%) con scollinamento a soli 4.2 km dall'arrivo. Il percorso non incontrerà pianura nemmeno nelle ultime battute, con continui saliscendi e strade tortuose: si segnala uno zampellotto di 400 metri al 6% in vista della flamme rouge e il rettilineo finale di 450 metri esso stesso in lieve ascesa (max 6%).

Finale 6a tappa

Fari puntati su…

Interpretare una tappa di questo tipo è assai difficile. Il percorso nervoso consentirebbe movimenti anche tra gli uomini di classifica, ma c'è da dire che tra i big proprio Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) sarebbe il più agevolato da un percorso di questo tipo e potrebbe anche scegliere saggiamente di cogliere sulle ruote avendo di fronte ancora ¾ di Giro, nonché un intero Tour de France. Molto dipenderà dall'andamento della corsa e soprattutto da quanti e quali uomini cercheranno di entrare nella fuga del mattino, vero fattore determinante di una tappa di questo tipo. Se infatti da un lato è una tappa in cui ad una fuga potrebbe essere concesso spazio per giocarsi il successo parziale e magari, da parte dell'UAE, anche per cedere la maglia rosa qualche giorno, dall'altro lato bisogna vedere chi cercherà di entrarci in questa fuga e quanta lotta ci sarà per tirarla via. Sappiamo benissimo che quando la fuga tarda a sganciarsi la velocità media può essere altissimi e i 70 km che precedono la prima asperità di giornata potrebbero anche volare.

Sia che entrino in fuga sia che la corsa procede in modo più tradizionale, gli uomini da classiche in grado di giocarsi la tappa potrebbero essere a campione, Mikkel Frølich Honoré (EF Education - EasyPost), Andrea Bagioli (Lidl-Trek), Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step), Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), il solito jolly Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) e il trio della Decathlon AG2R La Mondiale Team formato da Andrea Vendrame, Aurélien Paret-Peintre e Alex Baudin. Per questi ultimi due - soprattutto Baudin - si pone però il problema di essere forse troppo vicini a Pogacar in classifica generale, situazione condivisa con altri classicomani che difficilmente avranno spazio per entrare in fuga e dovranno confidare in una corsa controllata; è il caso del già vincitore Jhonatan Narváez (INEOS Grenadiers), Maximilian Schachmann (BORA - hansgrohe), Nicola Conci (Alpecin-Deceuninck), ma soprattutto Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) che si trova addirittura in top10.

Senza stare ad elencarli, dovranno logicamente rimanere attenti tutti gli altri uomini di classifica, che dovranno evitare tranelli o se possibile approfittare delle distrazioni degli avversari. Poi magari se la gara fosse controllata e la fuga non avesse margine potranno provare anch'essi a giocarsi il successo di tappa e cercare di guadagnare qualcosa.

Giro d'Italia 2024, gli orari della sesta tappa

Il via ufficiale sarà dato a Torre del Lago Puccini alle 12:55, mentre l'arrivo è previsto tra le 17:00 e le 17:30. La tappa sarà trasmessa in tv sia dai canali in chiaro Rai (su Rai Sport dalle 12:10 alle 14:00, poi su Rai 2 dalle 14:00 alle 18:00), sia su Eurosport, Discovery+ e GCN+ (dalle 12:30 alle 17:45).

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Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.