Michael Valgren con la medaglia di bronzo conquistata ai Campionati del Mondo 2021 © Michael Valgren
Mondo Continental

Lo strano caso di Michael Valgren

Il danese è ripartito dalla formazione di sviluppo della EF Education per recuperare da un grave infortunio e tornerà nel WorldTour nel 2024. Focus sulla HRE Mazowsze Serce Polski, sempre in lotta, ma meno vincente che in passato

20.09.2023 23:30

Trentatreesimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Tour of Salalah, GP Rik Van Looy, Michael Valgren, pronto a tornare nel WorldTour dopo il grave infortunio dell'anno scorso, e la HRE Mazowsze Serce Polski, attiva anche fuori dalla Polonia.

Le corse della settimana

Tour of Salalah

Grega Bole festeggia la vittoria del Tour of Salalah con i compagni di squadra © Grega Bole

In Oman si è disputato il Tour of Salalah, una corsa a tappe di quattro giorni che esordiva quest’anno nel calendario UCI. Al via erano presenti due Continental (la neerlandese Universe e la tedesca Storck-Metropol), le selezioni nazionali di Emirati Arabi Uniti, Oman, Algeria, Thailandia e Arabia Saudita, cinque formazioni dilettantistiche e la squadra dell’esercito omanita.

La gara si è aperta con una tappa dal profilo prevalentemente pianeggiante, che terminava su una salita che negli ultimi 2 km aveva una pendenza del 4%. Ad imporsi è stato uno dei plurivincitori del 2023, Yacine Hamza (Nazionale Algeria), che ha preceduto di 2” Robin Fischer (Storck-Metropol). In terza posizione si è piazzata una vecchia conoscenza del ciclismo mondiale, Grega Bole (Shabab Al Ahli): lo sloveno ha tagliato il traguardo con 48” di ritardo.

La seconda frazione terminava in cima ad una salita di 20 km, dalla pendenza molto irregolare, con alcuni tratti davvero impegnativi. Il bahreinita Ahmed Naser (Victorious Club) si è imposto in solitaria, con 1’11” di vantaggio su Grega Bole, nuovo leader della corsa, Abdulla Jasim Al-Ali (Nazionale Emirati Arabi Uniti) e Kenny Nijssen (Universe). Tutti gli altri hanno concluso con distacchi nettamente superiori ai 3’.

La terza tappa era caratterizzata da una salita di cinque chilometri, con pendenza media superiore al 10%, che terminava ai -30.  Undici corridori hanno fatto la differenza sul resto del gruppo e si sono giocati il successo in volata: ad imporsi è stato il leader Grega Bole, che ha preceduto Abdulla Jasim Al-Ali e il neerlandese Stefan Verhoeff (Universe).

L’ultima frazione era di gran lunga la più semplice in programma e non presentava alcuna asperità. Otto uomini sono riusciti ad andarsene e a resistere alla rimonta del plotone: la nazionale algerina ha sfruttato al meglio la superiorità numerica nel gruppo di testa e ha lanciato alla perfezione Yacine Hamza, che ha conquistato la quattordicesima vittoria stagionale, battendo sul traguardo Tom Wijfje (Universe) e Dominik Merseburg (Storck-Metropol).

Grega Bole si è portato a casa il successo finale, con un margine di 10” su Abdulla Jasim Al-Ali, miglior giovane della corsa, e 50” su Kenny Nijssen. Sono saliti sul podio anche Yacine Hamza, che si è aggiudicato la classifica a punti, e Tom Wijfje, che si è preso quella degli sprint intermedi. La Universe, infine, si è imposta nella graduatoria a squadre.

GP Rik Van Looy

Il podio del GP Rik Van Looy © Restaurant Suri-Carl Ras

In Belgio è andato in scena il GP Rik Van Looy, corsa di un giorno entrata nel calendario UCI lo scorso anno dopo alcune edizioni come gara dilettantistica. Al via si sono schierate quindici Continental e otto formazioni dilettantistiche, per un totale di ventitré squadre. Assente la VolkerWessels del campione uscente Coen Vermeltfoort. Il percorso di quest’anno non prevedeva alcuna difficoltà altimetrica, ma era reso impegnativo dalla presenza di dodici settori di pavé. 

La gara è stata molto appassionante, con tanti corridori che hanno provato a scongiurare la volata negli ultimi cinquanta chilometri. Tutti i tentativi sono stati vani e alla fine sono stati circa trenta corridori a giocarsi lo sprint per la vittoria. La Lotto Dstny Development ha preso in mano la situazione per lanciare Gianluca Pollefliet, ma Rasmus Bøgh Wallin (Restaurant Suri-Carl Ras) è partito lungo ed è riuscito a resistere fino alla fine.

Il danese ha centrato, così, il sesto successo UCI in stagione, anche se in precedenza si era quasi sempre imposto in solitaria. Gianluca Pollefliet si è dovuto accontentare del secondo posto, con il rammarico di non essere riuscito a dedicare una vittoria al compagno Tijl De Decker, scomparso tragicamente meno di un mese fa. Al terzo posto si è piazzato, a sorpresa, Pieter van Laer (RB Zelfbouw): il ventunenne era all’esordio stagionale a livello UCI, dopo essersi concentrato principalmente sugli studi nella prima parte dell’anno.

L’aver perso di poco la corsa non è stato l’unico problema per la Lotto Dstny Development: il direttore sportivo Carl Roes ha investito un addetto dell’organizzazione che gli aveva impedito di rientrare nel percorso di gara. Il cinquantacinquenne, che non si è fermato a soccorrere il malcapitato, è stato sospeso dalla sua squadra e ha, in seguito, annunciato la decisione di lasciare il mondo del ciclismo.

Le Continental tra i big

Maël Guégan (il secondo da sinistra con il casco bianco) chiude al settimo posto il GP d'Isbergues © CIC U Nantes Atlantique

In settimana ci sono state ben quattro corse professionistiche in Italia: il Giro della Toscana, la Coppa Sabatini, il Memorial Pantani e il Trofeo Matteotti. Quattro Continental hanno partecipato a tutte le gare: la Mg.K Vis-Colors for Peace, la Technipes #inEmiliaRomagna, la Work Service-Vitalcare e la colombiana GW Shimano-Sidermec. Due presenze per la spagnola Electro Hiper Europa, al via di Toscana e Sabatini, e per l’italiana D’Amico-UM Tools e l’austriaca WSA KTM Graz, in gara a Pantani e Matteotti. Hanno avuto una chance nella corsa romagnola la Beltrami TSA-Tre Colli e la General Store-Essegibi, mentre in Abruzzo hanno gareggiato la Colpack-Ballan e la rumena Sofer Savini Due.

Michael Valgren è stato il miglior rappresentante del ciclismo di terza divisione sia al Giro della Toscana, chiuso in tredicesima posizione, che alla Coppa Sabatini, in cui è stato ottavo. Il danese corre con la formazione di sviluppo della EF Education-EasyPost ed era in gara con il ramo WorldTour del team. Tra le formazioni effettivamente in gara sono state la Electro Hiper Europa, grazie al sedicesimo posto di Alex Molenaar al Giro della Toscana, e la Mg.K Vis-Colors for Peace, con Roberto Carlos González ventisettesimo alla Coppa Sabatini, ad ottenere i migliori risultati nelle gare toscane.

La GW Shimano-Sidermec, invece, ha fatto vedere le cose migliori nelle due gare disputate sulla costa adriatica: Alejandro Osorio è stato l’unico rappresentante del mondo Continental a portare a termine il Memorial Pantani (in quindicesima posizione), mentre Santiago Umba è riuscito a chiudere nel gruppo di testa il Trofeo Matteotti, ma in volata non è andato oltre il sedicesimo posto. A Pescara Francesco Busatto ha chiuso undicesimo, ma il corridore della Circus-ReUz era in gara con l’Intermarché-Circus-Wanty.

Anche in Belgio ci sono state quattro gare professionistiche in settimana: il GP de Wallonie, il Kampioenschap van Vlaanderen, la Super 8 Classic e la Gooikse Pijl. Nessuna Continental ha preso parte alla Super 8 Classic, mentre nelle altre tre corse è stato dato spazio alle compagini di terza divisione. Doppio appuntamento per la francese Van Rysel-Roubaix Lille Métropole (in gara a Wallonie e Vlaanderen), Materiel-Velo.com (Wallonie e Gooikse), Tarteletto-Isorex e la neerlandese VolkerWessels (Vlaanderen e Gooikse). Al via del GP de Wallonie c’erano anche la statunitense Hagens Berman Axeon e la britannica Saint Piran, la neerlandese BEAT ha corso il Kampioenschap van Vlaanderen e la Gooikse Pijl ha dato spazio alle altre neerlandesi ABLOC, Metec-SOLARWATT, Scorpions e TDT-Unibet, alla polacca Voster ATS e alla svedese Motala AIF.

Il vicecampione del mondo under 23 António Morgado è stato l’unico rappresentante di una formazione di terza divisione a concludere il GP de Wallonie nel primo gruppo: il portoghese della Hagens Berman Axeon ha raccolto alla fine un discreto quindicesimo posto. Emiel Vermeulen è stato il migliore al Kampioenschap van Vlaanderen: il belga della BEAT ha chiuso diciottesimo. Poco più avanti di lui, in tredicesima posizione, è arrivato Lorenz van de Wynkele, corridore della Lotto Dstny Development, in gara con il ramo Pro del team. L’alto numero di Continental al via non è coinciso con un risultato migliore alla Gooikse Pijl: il migliore è stato, infatti, Alexandre Kess, ma il corridore della Materiel-Velo.com non è andato oltre il ventunesimo posto.

L’altra gara professionistica di un giorno disputata in settimana è stata il GP d’Isbergues, che ha visto al via le quattro Continental francesi (esclusa come al solito la Groupama-FDJ Continental per via della presenza del team WorldTour). A fare le cose migliori nello sprint finale è stata la CIC U Nantes Atlantique, che è stata capace di piazzare ben quattro uomini nei primi quindici, di cui due nella top ten: fra i primi dieci hanno concluso Maël Guégan, settimo, ed Enzo Boulet, decimo.

Nel settore gare a tappe, si è disputato il Tour de Slovaquie. Sono state ben undici le Continental in gara: oltre alle locali Dukla Banska Bystrica e RRK Group-Pierre Baguette, erano presenti le ceche ATT Investments e Elkov-Kasper, le polacche HRE Mazowsze Serce Polski e Voster ATS, l’austriaca Hrinkow Advarics, l’italiana Friuli, la neerlandese VolkerWessels, la slovena Adria Mobil e l’ungherese Epronex-Hungary. Senza sorprese è stata la ATT Investments a piazzare il miglior corridore in classifica generale: Jakub Otruba ha chiuso la corsa in decima posizione. Il Team Friuli ha ottenuto i migliori risultati parziali, con un quarto posto di Alberto Bruttomesso e due quinti di Daniel Skerl. L’americano Colby Simmons, corridore della Jumbo-Visma Development in gara con il ramo WorldTour, ha centrato un terzo posto di tappa e ha conquistato la maglia di miglior giovane.

L’altra gara professionistica disputata in settimana è stata il Tour of Taihu Lake. Al via della corsa cinese erano presenti dodici Continental: le locali Bodywrap LTwoo, China Glory, Giant, Hengxiang, Li Ning Star, Pingtan International Tourism Island e Tianyoude Hotel, l’australiana St.George, l’indonesiana Nusantara, la neerlandese ABLOC, la polacca HRE Mazowsze Serce Polski e la thailandese Roojai Online. I migliori risultati di tappa sono stati centrati dalla ABLOC e dalla Roojai Online Insurance, grazie ai secondi posti di Jesper Rasch e Lucas Carstensen. In classifica generale, invece, il migliore è stato Norbert Banaszek, che è arrivato ad un passo dal podio finale: il polacco della HRE Mazowsze Serce Polski ha chiuso quarto. 

Il corridore della settimana: Michael Valgren

Michael Valgren con la maglia della EF Education © Michael Valgren

L’ottavo posto alla Coppa Sabatini e il dodicesimo al Giro della Toscana, di fronte ad avversari fortissimi, certificano il ritorno ad alto livello di Michael Valgren. Il trentunenne, vincitore dell’Amstel Gold Race 2018 e bronzo mondiale nel 2021, era stato vittima di una bruttissima caduta alla Route d’Occitanie 2022, in cui aveva riportato la frattura del bacino, la lussazione dell’anca e problemi ad un ginocchio. Il corridore danese, che sin dall’inizio se l’era presa solo con sé stesso, spiegando di aver preso troppi rischi in un tratto in discesa, rischiava addirittura di dover mettere fine alla propria carriera.

La EF Education-EasyPost, la sua squadra, aveva deciso di parcheggiarlo nella Continental di sviluppo, per permettergli di gestire il recupero senza pressioni. Dieci mesi dopo l’incidente, Valgren è tornato alle corse, partecipando al Règion Pays de la Loire Tour, e ha subito dimostrato di essere in grado di reggere il gruppo dei professionisti. Un mese dopo il suo rientro, ha centrato il suo primo podio, chiudendo al terzo posto il GP Herning. La formazione statunitense lo ha fatto correre sempre con il ramo WorldTour del team e ha già ufficializzato che, dall’anno prossimo, il danese tornerà a far parte a tutti gli effetti della prima squadra.

Michael Valgren iniziò a correre a dodici anni e si mise in mostra a livello internazionale già al primo anno da junior. Si impose in una tappa del GP Général Patton, una delle corse più prestigiose della categoria, che riuscì anche a chiudere al terzo posto in classifica generale. Si guadagnò la convocazione per i Campionati del Mondo e, a fine stagione, vinse anche una tappa del Giro della Lunigiana. Al secondo anno tra gli juniores, non riuscì a conquistare successi internazionali, ma ottenne diversi buoni piazzamenti in Coppa delle Nazioni e fu decimo nella cronometro valida per i Campionati del Mondo.

Nel 2011 passò fra gli under 23 e fece il suo esordio nel mondo Continental, firmando con la Glud & Marstrand-LRØ Rådgivning. Pur non arrivando mai sul podio a livello internazionale, si dimostrò subito pronto per la nuova categoria, diventando un punto fermo della nazionale, con cui disputò diverse prove di Coppa delle Nazioni e i Campionati del Mondo di casa.

L’anno successivo il danese dimostrò di aver fatto grandi passi avanti, recitando un ruolo da protagonista in alcune delle corse più prestigiose del calendario under 23: si impose nella Liegi-Bastogne-Liegi di categoria, chiuse al secondo posto il GP di Francoforte ed ottenne diverse altre top ten. Si fece notare anche tra gli élite, con il quarto posto in un campionato nazionale dominato a sorpresa dalla sua squadra.

Nel 2013 si confermò uno degli under 23 più interessanti del panorama mondiale, vincendo nuovamente la Liegi di categoria e, curiosamente, replicando anche il secondo posto al GP di Francoforte. A differenza dell’anno precedente, però, il conto delle vittorie non si fermò alla corsa belga: vinse, infatti, una tappa e la classifica della Fléche du Sud e si impose anche in una frazione del Tour de l’Avenir.

Gli ottimi risultati convinsero la Tinkoff-Saxo ad aprirgli le porte del professionismo. Dopo qualche mese di adattamento, a maggio Valgren iniziò ad ottenere i primi risultati di spessore, con il terzo posto finale alla Quattro Giorni di Dunkerque. Nel mese successivo conquistò la prima vittoria, laureandosi campione nazionale e, in seguito, vinse anche la corsa di casa, il Tour of Denmark. Fece poi il suo esordio in un GT, la Vuelta a España, e partecipò al suo primo Campionato del Mondo élite, in cui provò anche ad andare all’attacco. Fu, infine, premiato come ciclista danese dell’anno.

Dopo un primo anno spumeggiante, nel 2015 il danese era atteso a grandi cose e la stagione iniziò subito con la maglia di miglior giovane del Dubai Tour. L’annata fu, però, molto deludente e si concluse senza vittorie e senza podi, ma solo con qualche sporadica top ten. Si tolse la soddisfazione di esordire al Tour de France, ma anche in questo caso non tutto andò per il meglio e si ritirò nella terzultima tappa.

L’anno successivo riuscì a ritrovarsi e ottenne un inatteso secondo posto in una corsa importante come l’Amstel Gold Race. In seguito chiuse al secondo posto sia il campionato nazionale a cronometro che quello in linea e partecipò nuovamente al Tour de France (portandolo a termine). Dopo la Grande Boucle, tornò al successo in occasione della terza tappa del Tour of Denmark, di cui conquistò anche la classifica generale per la seconda volta in carriera.

Nel 2017, a causa della chiusura della Tinkoff, fu costretto a cambiare squadra e si accasò all’Astana. Con la nuova maglia non riuscì a trovare la vittoria, ma ci andò molto vicino, con il secondo posto finale al Tour of Denmark. Nelle corse WorldTour fu sesto al BinckBank Tour e si fece notare anche sul pavé, con il sesto posto all’E3 Harelbeke e l’undicesimo al Giro delle Fiandre. 

L’anno successivo, Valgren fu grande protagonista nelle classiche WorldTour: vinse sia l’Omloop Het Nieuwsblad che l’Amstel Gold Race e conquistò altri risultati di prestigio come il secondo posto alla Bretagne Classic, il quarto al Giro delle Fiandre, l’ottavo al GP de Montréal e il nono al GP de Québec. Si fece notare anche al Tour de France, con un quarto posto in una tappa vinta dal suo compagno di squadra Magnus Cort, e nella prova in linea dei Campionati del Mondo, in cui fu settimo.

Nel 2019 decise di imbarcarsi in una nuova avventura e firmò con il Team Dimension Data. Con la formazione sudafricana non riuscì a ripetersi e fu protagonista di una stagione molto deludente, a causa di problemi di salute che ne compromisero la primavera. Trovò un buon colpo di pedale solo a fine anno e riuscì ad ottenere qualche buon risultato a livello WorldTour: fu decimo al BinckBank Tour, quarto alla Bretagne Classic e quinto al GP de Montréal. Anche nel Mondiale vinto dal suo connazionale Mads Pedersen fece molto bene: chiuse, infatti, al sesto posto.

L’anno successivo il Team Dimension Data cambiò nome in NTT e il danese visse probabilmente la sua peggior stagione da professionista. In un anno particolare, segnato dalla lunga sospensione per la pandemia, centrò soltanto tre top ten, senza mai riuscire ad essere davvero competitivo.

Nel 2021 cambiò squadra e passò alla EF Education-Nippo. La stagione iniziò malissimo, con una caduta (con frattura) al primo giorno di corsa. Rientrato alle corse, Valgren non riuscì a brillare particolarmente, limitandosi a qualche sporadica top ten. A fine luglio si tolse una grande soddisfazione, partecipando per la prima volta ai Giochi Olimpici e nel mese di settembre cambiò improvvisamente marcia: partecipò a due corse italiane, il Giro della Toscana e la Coppa Sabatini, e le vinse entrambe. La sua stagione si chiuse con la medaglia di bronzo ai Campionati del Mondo.

Lo scorso anno ha sfiorato la top ten alla Strade Bianche ed è arrivato ad un passo dal successo nella seconda tappa della Route d’Occitanie. Due giorni dopo è stato vittima della caduta che ha messo fine alla sua stagione.

La prossima corsa di Michael Valgren dovrebbe essere il Tour de Langkawi, corsa a tappa malese che comincerà sabato.

La squadra della settimana: HRE Mazowsze Serce Polski

La zona riservata alla HRE Mazowsze Serce Polski al Tour of Taihu Lake © HRE Mazowsze Serce Polski

In settimana si sono disputate due corse a tappe (il Tour de Slovaquie e il Tour of Taihu Lake) e solo una Continental le ha disputate entrambe, la HRE Mazowsze Serce Polski. Curiosamente la squadra è considerata dall'UCI come un'erede diretta del Team Hurom, formazione polacca che chiuse alla fine del 2019. Effettivamente Dariusz Banaszek, fondatore del team, proveniva da lì e portò con sé cinque corridori, ma, nella sostanza, aveva un ruolo più marginale e costruì il progetto partendo da zero.

La Continental polacca è stata fondata nel 2020 e nei primi tre anni di attività ha sempre vinto più di dieci corse. Quest'anno, invece, nonostante tanti piazzamenti, ha raccolto soltanto una vittoria, ma continua a disputare un calendario esteso, con la partecipazione a diverse corse professionistiche. Nell'ultimo inverno, la HRE Mazowsze Serce Polski ha perso corridori importanti come Alan Banaszek e Marceli Bogusławski, ma è comunque intervenuta per rinforzare la squadra con nomi altisonanti per la categoria. Finora, però, i risultati sono stati al di sotto delle attese. Il roster 2023 è composto da tredici uomini, dieci polacchi e tre stranieri.

Il corridore più noto è sicuramente Eduard-Michael Grosu, vincitore in carriera di venticinque gare UCI. Il trentunenne, che ha corso tra i professionisti dal 2015 al 2022 con le maglie di Nippo-Vini Fantini, Delko e Drone Hopper-Androni, non ha vissuto quest’anno la sua miglior stagione, ma il titolo rumeno a cronometro da lui conquistato è, al momento, l’unico successo del team nel 2023.

Ha corso tra i professionisti anche Jakub Kaczmarek, che ha vestito la maglia della CCC Sprandi Polkowice nel triennio 2015-2017. Il ventinovenne, che in carriera si è imposto per otto volte a livello UCI, è andato vicinissimo alla vittoria del Tour of Poyang Lake, ma alla fine si è dovuto arrendere per un solo secondo al cinese Lyu Xianjing. 

Anche Adam Stachowiak può vantare in carriera un’esperienza nel professionismo: nel 2016 vestiva, infatti, la maglia della VERVA AcriveJet, formazione che chiuse alla fine di quella stagione. Il trentaquattrenne, che in carriera si è imposto per tre volte a livello UCI, si sta ormai trasformando in un uomo squadra e la sua ultima top ten personale risale a due anni fa.

Come Stachowiak, Adrian Banaszek fu uno dei protagonisti della sfortunata avventura professionistica della VERVA ActiveJet. Il ventinovenne, due successi UCI all’attivo, è il figlio di Dariusz, creatore della squadra, e quest’anno non ha mai centrato la top ten. Lo scorso anno, invece, aveva ottenuto due piazzamenti sul podio.

Norbert Banaszek, fratello di Adrian, è un altro dei reduci dell’esperienza in maglia VERVA-ActiveJet. Il ventiseienne, che all’epoca era giovanissimo, si sta imponendo come uno dei leader della squadra. Campione nazionale lo scorso anno, nel 2023 ha conquistato la maglia dei GPM al Tour d’Eure-et-Loir ed è arrivato per diciannove volte in top ten, ma non ha ancora vinto.

Non ha mai vinto a livello UCI, ma quest’anno Marcin Budzinski ha fatto un notevole salto di qualità. Il venticinquenne ha centrato sei podi, ma non avendo dalla sua un grande spunto veloce, non è ancora riuscito ad alzare le braccia al cielo.  La continuità mostrata lungo tutto l’arco dell’anno è sicuramente di buon auspicio in vista di un successo che, di questo passo, arriverà presto.

Tomasz Budzinski, gemello di Marcin, è stato meno efficace del fratello nel 2023, ma la scorsa settimana ha centrato il podio finale al Tour of Poyang Lake. Lo scorso anno, però, il venticinquenne ha conquistato una vittoria, vincendo clamorosamente il Memorial Henryka Łasaka: in quell’occasione, il corridore polacco beffò ben tre corridori della Elkov-Kasper.

Insieme ai fratelli Banaszek e a Jakub Kaczmarek, Tobiasz Pawlak fa parte della Mazowsze Serce Polski sin dal 2020, anno di creazione della squadra. Il ventisettenne non è uno dei leader della squadra e non ha mai vinto a livello UCI, ma ultimamente si è ben comportato nella trasferta cinese del team, con l’undicesimo posto nella classifica finale del Tour of Taihu Lake come risultato di maggior prestigio.

In questa stagione si sta ben comportando il giovane Michał Pomorski. Il ventenne è salito sul podio finale della Course de Solidarnosc et des Champions Olympiques, conquistando la classifica dei giovani. Il corridore polacco ha partecipato al Tour de l’Avenir, in cui ha ottenuto un buon quarto posto nella prima tappa.

Dopo quattro anni con il Team ColoQuick, il danese Jeppe Aaskov Pallesen ha scelto di tentare l’avventura all’estero, ma le cose non stanno andando come sperato. Il ventiseienne, che lo scorso anno aveva vinto una tappa del Tour du Loir et Cher, ha ottenuto come miglior risultato nel 2023 un sesto posto al GP Herning. Al Tour of Denmark ha chiuso al secondo posto la classifica dei GPM.

Un altro straniero che in Polonia non sta rendendo secondo le attese è Viktor Filutás. L’ungherese, campione nazionale nel 2020 e nel 2021, era già reduce da un’annata priva di soddisfazioni in maglia Adria Mobil e quest’anno non è riuscito a ritrovarsi. Il ventisettenne è arrivato settimo nelle due prove dei campionati nazionali, ma per il resto non è mai arrivato nei primi venti. 

Completano il roster due polacchi che non hanno raccolto risultati di rilievo: Maksymilian Radosz e Damian Sławek. Il primo, vent’anni, è il figlio del direttore sportivo Robert Radosz ed è ancora un corridore da scoprire. Il secondo, ventisei anni, ha corso molto poco quest’anno e non è riuscito, finora, a mantenere le promesse dei primi anni di carriera.

La HRE Mazowsze Serce Polski dovrebbe rientrare in gara la settimana prossima alla CRO Race, corsa a tappe in cui la concorrenza è di altissimo livello, ma che in passato ha regalato grandi soddisfazioni ad Eduard-Michael Grosu. Chissà che non possa essere un'opportunità per lui e per la squadra.

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