
Giro del Delfinato, Lenny Martinez si prende il Moncenisio, Tadej Pogacar la maglia gialla
Giornata di relativa quiete tra gli uomini di classifica: il campione del mondo segue Vingegaard nell'ultimo tratto di salita per poi tagliare il traguardo in compagnia del danese. Lipowitz difende agevolmente il 3° posto. Ancora staccato Evenepoel
E il settimo giorno, persino Tadej Pogacar decise che era arrivato il momento di riposarsi. Da vero padrone della situazione, il campionissimo sloveno ha scelto di correre l'ultima tappa del Giro del Delfinato senza strafare, limitandosi a seguire Jonas Vingegaard sulle rampe del Moncenisio (versante francese). Ne hanno giovato gli attaccanti del giorno e, in particolare, Lenny Martinez: il figlio d'arte - in fuga con altri 10 uomini fin dai primi chilometri di corsa - ha risolto la partita in suo favore ai -7 dal traguardo, distanziando Enric Mas (poi raggiunto dagli uomini di classifica), che pure aveva imposto una dura selezione nella prima parte della salita. Per il resto, giornata senza particolari guizzi: Tobias Johannessen e gli Uno-X Mobility hanno cercato di tenere sotto controllo i fuggitivi per difendere il 5° posto finale, facendo indirettamente un favore anche agli UAE Emirates-XRG, che hanno potuto correre di rimessa per quasi tutto il giorno. Dal canto suo, Remco Evenepoel ha anzitutto testato la sua condizione con un attacco in salita, uscendone nuovamente sconfitto, seppure di stretta misura. In ogni caso, il tempo per rifinire la condizione in vista del Tour de France non manca.
La cronaca dell'ottava e ultima tappa del Criterium du Dauphiné
Il 77° Giro del Delfinato si conclude con un'altra tappa di montagna: partenza da Val d'Arc, arrivo al Plateau du Mont-Cenis (il versante francese del Colle del Moncenisio, per intenderci) dopo 133,3 km che salgono di tono nella seconda parte. Strada subito in salita: dopo 4 km si scala la Côte d'Aiton (3ª categoria, 1300 metri all'8,8% di pendenza media con un paio di escursioni in doppia cifra), seguita poco più avanti dalla Côte de Saint-Georges-d'Hurtières, un 2ª categoria che sfiora i 5 chilometri al 7,1%. Strada piuttosto movimentata per una cinquantina di chilometri prima di affrontare il terzo GPM di giornata, il Col de Beaune, un 1ª categoria di 6600 metri al 6,8% medio. Raggiunto l'abitato di Saint-Michel-de-Maurienne, la carovana affronta un lungo tratto di falsopiano che precede la Côte de Saint-André (3ª categoria), molto più impegnativa di quanto non suggerisca la lunghezza: appena 2500 metri al 7,5%. Un breve tratto di discesa prima di arrampicarsi sulla Côte d'Aussois, un 2ª categoria di 6,3 km con una pendenza media del 6,2%. Ai -15,6 dal traguardo, infine, la salita più lunga del percorso: il Col du Mont-Cenis (1ª categoria), 9,6 km che salgono costantemente al 7%. Raggiunta la cima, si affronta un tratto in discesa prima di salire fino ai 2097 metri del Plateau.
Prima del via, il gruppo omaggia il francese Romain Bardet (PicNic PostNL), alla sua ultima apparizione in gruppo, con un vero e proprio picchetto d'onore: disposti su due file parallele, i corridori sollevano le ruote anteriori delle loro bici per scortare il passaggio del 34enne di Brieuve, atteso in fondo al corridoio dalla figlia. Un omaggio toccante per un atleta che, pur avendo vinto meno di quanto avrebbe meritato, ha lasciato un segno profondo nell'ultimo decennio di storia del ciclismo, con un 2° posto finale al Tour de France - dove ha conquistato 4 successi di tappa - un argento iridato, una tappa alla Vuelta di Spagna e un Tour of the Alps.

Subito dopo la partenza ufficiale, infuria la battaglia per portare via la fuga. Il primo a provarci è un altro corridore di casa, Louis Barré (Intermarché-Wanty), seguito dall'olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck). In vista della Côte de Saint-Georges-d'Hurtières, si avvantaggiano 9 uomini: il belga Maxim Van Gils (Red Bull-BORA-Hansgrohe), i francesi Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale), Lenny Martinez (Bahrain Victorious) e Valentin Paret-Peintre (Soudal Quick-Step), l'irlandese Ben Healy (EF EasyPost), il kazako Alexey Lutsenko (Free Palestine), gli spagnoli Enric Mas (Movistar) e Ivan Romeo (Movistar) e lo statunitense Sepp Kuss (Visma-Lease a Bike). Subito dopo lo scollinamento, van der Poel rientra in compagnia del francese Jordan Jegat (TotalEnergies), che non riuscirà però a tenere il passo dei primi. Poco più avanti, entrano in azione altri 4 corridori: il colombiano Sergio Higuita (XDS-Astana), il britannico Jake Stewart (Free Palestine), il danese Tobias Foss (Visma) e il francese Mathys Rondel (Tudor). Soltanto Foss riuscirà ad agganciare la testa della corsa, che guadagnerà un vantaggio massimo di 3'35" sul gruppo, pilotato dalla Uno-X Mobility.

La situazione resta immutata fino allo sprint intermedio di Saint-Michel-de-Maurienne, dove si avvantaggia l'iridato di Glasgow 2023. Sembra un allungo senza pretese. E invece, van der Poel affronta in solitaria il Saint-André e l'Aussois, accumulando un vantaggio di 1'10" circa sugli altri compagni di ventura, che difendono a loro volta un margine di 1'30"/1'40" sugli altri inseguitori, ancora pilotati dai giallorossi norvegesi, alle cui spalle sono già schierati gli UAE Emirates-XRG della maglia gialla, lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Emirates-XRG) L'azione del figlio e nipote d'arte prosegue fino ai piedi del Mont-Cenis, dove si staccano anche Foss e Romeo. Un'accelerazione di Kuss ai -13,5 mette subito fuori causa Armirail, mentre Lutsenko e Van Gils approfittano di un tratto meno impegnativo per rientrare sul gruppo di testa.
Il kazako si arrende definitivamente dopo un allungo di Mas, che rilancia in questo modo l'azione dei fuggitivi: 1'15" da difendere ai -11,5 dal capolinea. Il capitano della Movistar ci riprova poco più avanti, portandosi dietro Healy e Martinez. L'irlandese, però, paga lo sforzo compiuto per tenere il passo di Mas, rimbalzando precocemente all'indietro. Nel frattempo, i bianconeri hanno preso il comando delle operazioni in gruppo, dove si viaggia a passo regolare fino ai -5,5 dalla vetta del Mont-Cenis: allungo del norvegese Tobias Johannessen (Uno-X Mobility), subito rintuzzato dagli altri uomini di classifica. Nelle retrovie, invece, finiscono a terra in quattro: l'emergente francese Paul Seixas (Decathlon), l'irlandese Eddie Dunbar (Jayco-AlUla), il norge Tørsten Traæn (Uno-X) e Higuita.
Mas continua a viaggiare di gran carriera anche nella seconda parte della salita, mettendo alle corde il giovane corridore d'Oltralpe. Situazione sotto controllo in gruppo, nonostante la nettissima selezione: non più di 10 uomini con Pogacar, compresi il belga Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step), il danese Jonas Vingegaard (Visma) e il tedesco Florian Lipowitz (Red Bull). Ai -8 dall'arrivo, il leader del Wolfpack risponde a un nuovo allungo di Johannessen, trascinando con sé anche i primi due della generale. Un'accelerazione che dimezza di colpo il vantaggio dei fuggitivi, cui restano appena 48". Di contro, Lipowitz decide saggiamente di non rispondere all'accelerazione di Evenepoel, cui concede non più di una decina di secondi per poi rientrare poco prima della vetta.
Dopo aver fatto l'andatura per 2/3 della salita, Mas viene sorpreso dal contrattacco di Martinez ai -8 dal Plateau. Alle sue spalle, ecco la sortita di Vingegaard ai -6,5 dal traguardo, cui risponde immediatamente il campione del mondo. Pogacar e Vingegaard riprendono facilmente Kuss, Healy e Mas, ma non si spendono più del lecito per chiudere su Martinez, che arriva in cima al Mont-Cenis con 50" di margine sui primi inseguitori.
Finale in parata per il 21enne originario della Costa Azzurra, che conquista così il 9° successo in massima serie e il terzo dall'inizio del 2025, in cui ha già vinto alla Parigi-Nizza e al Giro di Romandia. Martinez vince con 34" su Vingegaard e Pogacar, seguiti dallo statunitense Matteo Jorgenson (Visma, a 40") e da Evenepoel (s.t.). Mas si piazza 6° (a 45"), davanti a Lipowitz e Johannessen (a 47"). Healy e Kuss completano la top ten con un ritardo di 1'01"dal vincitore.
Lo sloveno conquista la 99ª vittoria della sua carriera da professionista con 51" sul danese e 2'38" sul tedesco. Evenepoel (4° a 4'21") precede il norvegese della Uno-X (a 6'12"), Jorgenson (a 7'28"), Mas (a 7'57") e Seixas (a 8'25").
Le altre classifiche
Pogacar aggiunge alla maglia gialla anche il verde della classifica a punti. Lipowitz legittima il 3° posto finale con il primato tra i giovani, mentre Armirail si è aggiudicato la maglia a pois degli scalatori. La Visma si consola con la vittoria della classifica a squadre.