L'urlo festante di Dainese sul traguardo di Íscar © La Vuelta - SprintCycling
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Ganna la lancia lunga, Dainese la prende giusta

Doppietta italiana sul traguardo della diciannovesima tappa della Vuelta a España: Alberto sorpassa nel finale il verbanese. Terzo Van den Berg, quarto Cimolai a completare il trionfo italiano

15.09.2023 18:02

Preso atto dell'impossibilità italiana di lottare per la vittoria finale di un grande giro, durante le tre settimane di Giro, Tour e Vuelta l'obiettivo è ormai divenuto quello di vincere quante più tappe possibili e negli ultimi anni le maggiori speranze e i più importanti successi sono giunti per mano di Filippo Ganna, che anche oggi è riuscito a terminare sul podio in volata, confermando quanto di buono avesse palesato già nella prima settimana. Per il piemontese questo è il terzo piazzamento sul podio di questa Vuelta; su tutti spicca la vittoria contro il tempo di Valladolid, dominata come raramente è successo contro una concorrenza di un certo calibro. 

Oggi, a separarlo da un clamoroso successo allo sprint è stato un altro italiano, il veneto Alberto Dainese. E proprio in tema di vittorie parziali, bisogna prendere atto che questo ragazzo è ormai divenuto la seconda forza nei GT proprio alle spalle di Ganna (anzi, se dobbiamo guardare in numeri è addirittura la prima nell'ultimo biennio!) e che per ulteriori successi azzurri nelle corse a tappe di tre settimane bisognerà guardare alla maglia Tudor (sì, perché Dainese cambierà squadra nel 2024) del padovano, capace di esaltanti rimonte al fulmicotone, in particolare nelle ultime settimane dei grandi giri, a cui spesso arriva più fresco dei rivali grazie alle sue ottime doti in salita che non lo rendono prettamente un velocista puro.

La cronaca della diciannovesima tappa della Vuelta a España 2023

Dopo essersi messi alle spalle tutte le grandi salite di questa Vuelta a España 2023 è nuovamente tempo di volata a ranghi compatti, con gli sprinter che torneranno a sfidarsi, dopo una frazione di 177.4 chilometri con partenza da La Bañeza, sul traguardo di Íscar. Non saranno solamente le doti pure di velocità a determinare il vincitore, bensì anche le energie rimaste nel serbatoio al termine di tre settimane dure e tirate, in cui i corridori più pesanti han dovuto talvolta soffrire dall'inizio alla fine della giornata, puntando esclusivamente a portare la bici sulla linea d'arrivo. L'altimetria non nasconde alcun trabocchetto, quest'oggi per tre quarti del gruppo sarà un piacevole trasferimento prima delle ultime fatiche di domani.

La logica vuole una fuga di comprimari facilmente controllabile dal gruppo e il copione è quanto di più scontato possa esserci: dopo una decina di chilometri si è già formato il drappello che farà da battistrada per la maggior parte della tappa. Ne fanno parte in quattro, tre francesi e un ceco: Clément Davy (Groupama-FDJ), Paul Lapeira (AG2R Citroën Team), Mathis Le Berre (Arkéa-Samsic) e Michal Schlegel (Caja Rural-Seguros RGA). Il gruppo concede loro un vantaggio massimo di circa tre minuti, raggiunto dopo una ventina di chilometri, proprio per non rischiare di dover aumentare di colpo il passo nel finale.

Controllano le squadre dei due favoriti, cioè Alpecin-Deceuninck per Kaden Groves e UAE Emirates per Juan Sebastián Molano. Sono tre in particolare i corridori ad impegnarsi nell'inseguimento: Jason Osborne e Jimmy Janssens per la formazione belga e Domen Novak per quella emiratina. Tutti gli altri seguono a ruota in quella che risulta una lunga processione verso gli ultimi chilometri che ripresenteranno grande bagarre. A partire dai -60 il gruppo aumenta il passo e si riporta vicinissimo ai fuggitivi, tenendoli per diversi chilometri ad una ventina di secondi per poi andarli a recuperare ai -19 km dall'arrivo. Davy però fa ancora in tempo a prendersi i 20 punti in palio allo sprint intermedio di Mojados, precedendo la maglia verde Groves per pochi metri. 

Approfittando della momentanea confusione successiva al TV, Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team) prova ad anticipare i tempi ed andarsene da solo, mentre dietro di lui si posizionano nelle prime file del plotone le squadre degli uomini di classifica, con la Jumbo-Visma della maglia di Sepp Kuss in testa. Queste non hanno chiaramente intenzione di inseguire l'azzurro, che guadagna così una quindicina di secondi in poco tempo; è nuovamente la Alpecin a dover tornare in testa ed occuparsi dell'inseguimento, terminato con successo sotto lo striscione dei meno dieci.

A questo punto non possono che entrare in azione i treni delle varie compagini, con Jonathan Castroviejo (INEOS Grenadiers) e Oier Lazkano (Movistar) a dettare il passo e tenere davanti i propri compagni. Geraint Thomas (INEOS) prende il comando delle operazioni ai -5, portando i compagni Omar Fraile, Kim Heiduk e Filippo Ganna in perfetta posizione dopo la curva a destra dei -2. UAE e Alpecin sono un po' troppo indietro, ma i belgi rimontano abbastanza bene tra i -2 e i -1.5, con Tobias Bayer che si piazza in seconda posizione dietro a Fraile, perdendosi però per strada i compagni. 

Proprio nel tentativo di ritrovarli, l'austriaco si volta indietro e, sbilanciandosi leggermente a sinistra, tocca gli EF Education-EasyPost che stanno risalendo a forte velocità per scortare lo sprinter Marijn van den Berg, cadendo. Finiscono a terra insieme a lui anche i due DSM-firmenich Sean Flynn e Max Poole, ma soprattutto il favorito Kaden Groves, che seppur non cadendo è ugualmente costretto a mettere il piede a terra e a rinunciare alla volata.

I treni si riorganizzano velocemente ed Heiduk porta Ganna in testa ai 250 metri. Il verbanese parte lungo e nonostante il vento contrario resiste alla rimonta di Iván García Cortina (Movistar), ma non a quella di Alberto Dainese (DSM), che risalendo dal centro della strada con una progressione delle sue si porta a casa la prima vittoria in carriera alla Vuelta, la terza in totale nei grandi giri. Secondo Ganna che potrà però riprovarci a Madrid, terzo Van den Berg e quarto un altro italiano: Davide Cimolai (Cofidis). Nulla cambia nella generale: Kuss rimane in testa con 17" su Jonas Vingegaard (Jumbo) e 1'08" su Primoz Roglic (Jumbo). Juan Ayuso (UAE), quarto a 4'00", Mikel Landa (Bahrain-Victorious) quinto a 4'19".
 

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Domani ultime asperità, ma nessuna salita veramente impegnativa. La frazione, anche considerando che è l'ultima prima della passerella a Madrid, è perfetta per imboscate e attacchi da lontano, pertanto la Jumbo-Visma sarà chiamata a prestare grande attenzione in ogni momento, in modo da non farsi sfuggire il doppio risultato storico che hanno messo nel mirino (tripletta nei GT e tripletta alla Vuelta). Ben dieci i GPM in programma nei 208.4 chilometri da Manzanares El Real a Guadarrama. Da ripetere due volte il trio formato da La Escondida (9 km al 4%), Alto de Santa María de la Alameda (5 km al 6%) e Alto de Robledondo (4.2 km al 6%). Negli ultimi quaranta chilometri da affrontare Puerto de la Cruz Verde (7.2 km al 4%), già scalato nella primissima parte della frazione, e infine Alto San Lorenzo de El Escorial (4.6 km al 6%), alla cui cima sono posizionati i secondi bonus e il traguardo volante.

 

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