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Van Aert stavolta non si fa fregare

09.06.2022 17:37

Wout continua a dominare la scena al Critérium du Dauphiné, dove nella quinta tappa precede Meeus ed Hayter al termine di un lunghissimo inseguimento ai fuggitivi; settimo Bagioli. Il belga rafforza la maglia gialla


Alla vigilia del Delfinato, guardando le cartine con le altimetrie delle varie tappe si potevano scorgere sei frazioni, le prime sei, alla portata di Van Aert. Conoscendo l'attitudine e l'abitudine del belga a vittorie e piazzamenti si aveva la quasi totale certezza di vederlo per tutta la settimana tra i principali protagonisti. Detto fatto, timbro il primo giorno. Lunedì viene beffato dalla fuga, martedì dalla troppa foga nel voler esultare prima del traguardo e ieri dalle straordinarie doti contro il tempo di Ganna. Dopo tre giorni che han messo alla dura prova la pazienza di Wout, ma lui si sa è abituato a certe delusioni, oggi era proprio il tempo della riscossa, giunta nonostante il parere contrario dei bravissimi fuggitivi di giornata, sempre tenuti a tiro dal gruppo ma mai completamente sotto controllo. Da applaudire anche la lucidità con la quale Van Aert ha gestito con sicurezza e consapevolezza i gregari a propria disposizione, in particolare gli "speciali" Vingegaard e Roglic, a cui nel weekend vorrà sicuramente restituire il favore.

Chi deve invece mangiarsi le mani è la BikeExchange che dopo aver ancora una volta sprecato uomini per tenere a bada i battistrada, intorno ai -50 ha gettato alle ortiche tutto il buon lavoro svolto precedentemente. Con 1' di ritardo dalla fuga in quel momento era possibile avvicinarsi ancora e cercare di annullarla prima dei GPM, così da non doverli obbligatoriamente fare a tutta. Al contrario, rallentando come hanno fatto, si sono messi di fronte a un bivio: o riprendere gli attaccanti o tenere in gruppo Groenewegen; Ineos e Jumbo hanno optato per la seconda.

La tappa altimetricamente più semplice del Critérium du Dauphiné ha partenza a Thizy-les-Bourges ed arrivo a Chaintré. Nonostante la frazione non presenti le insidie delle prime tre giornate, i 162.3 chilometri odierni non garantiscono la volata di gruppo compatto, principalmente a causa del nervoso profilo planimetrico e dei quattro gran premi della montagna sparsi nel percorso. Il primo, il Col des Ecorbans (4.2 km al 5.6%, 3^cat.), giunge dopo meno di 30 chilometri ed è rapidamente succeduto dalla Côte de Dun (4.9 km al 6.8%, 2^cat.); infine, dopo un tratto centrale relativamente semplice, i due quarta categoria del Col du Bois Clair (2.7 km al 3.7%) e della Côte de Mont-Brison (1.8 km al 4.8%, scollinamento ai -13) sono chiamati a decidere la corsa prima della probabile volata conclusiva.

Tutti e 149 i corridori rimasti prendono il via da Thizy-les-Bourges ma dopo pochi chilometri il campione olimpico dell'omnium Matthew Walls (Bora-Hansgrohe) si ritira a causa delle conseguenze delle botte subite nei primi due giorni. I tentativi per entrare nella fuga sono molteplici poiché i distacchi ormai piuttosto ampi conseguiti tra terza e quarta frazione consentono alla Jumbo-Visma del leader Wout van Aert di prendersela comoda, non inseguire i fuggitivi e mantenere comunque la maglia gialla. Dunque in tanti cercano di approfittare di questa situazione ed inserirsi nell'azione giusta. In avvio ci provano anche tre ottimi passistoni come Nils Politt (Bora), Dries Van Gestel (TotalEnergies) e Remi Cavagna (Quick-Step Alpha Vinyl Team), ma il gruppo non concede spazio. Dopo una trentina di chilometri trovano invece il via libera del plotone Fabien Doubey (Total), Jan Bakelants (Intermarché Wanty-Gobert Materiaux) e Sebastian Schönberger (B&B Hotels-KTM), presto inseguiti e raggiunti da Pierre Rolland (B&B), alla ricerca di altri punti per rafforzare la propria leadership nella classifica dei GPM, e da Benjamin Thomas (Cofidis), temibilissimo su terreni del genere.

Dietro l'inseguimento è affidato a Chris Harper (Jumbo) e alla squadra di Dylan Groenewegen, la BikeExchange-Jayco, che ancora una volta crede nelle speranze del pitbull neerlandese in volata. Il gap non supera mai i 3', in modo da riprendere presto i battistrada e non dover forzare sulle ultime due salite per riprendere la fuga e rischiare di mandare in difficoltà il capitano del team australiano. Da segnalare in questa calma fase centrale la caduta di Enric Mas (Movistar Team), rientrato presto in gruppo pur con qualche difficoltà. Rolland dopo aver preso i punti della Côte de Dun abbandona la fuga lasciando soli gli altri quattro, il cui margine diventa sempre più risicato fino a toccare il minuto intorno ai -60. In gruppo però non insistono, anzi, si rialzano un po' permettendo al gap di aumentare nuovamente e non riuscendo poi ad abbassarlo.

La situazione dietro si fa sempre più complicata mano a mano che ci si avvicina al traguardo, soprattutto per Groenewegen, perché alla base del terzo GPM il ritardo è di 2' e per la BikeExchange diventa difficilissimo andare a prendere la fuga senza mettere alle corde il suo stesso capitano. Non a caso infatti interviene la Ineos-Grenadiers per cambiare passo con Filippo Ganna che in prima persona si mette in testa a menare le danze in favore del giovane campione Ethan Hayter. Con la collaborazione di Andrey Amador, Laurens De Plus (Ineos) e Steven Kruijswijk (Jumbo) il verbanese riesce a dimezzare il distacco tra salita e discesa e sull'ultima asperità di giornata, la Côte de Mont-Brison, il gruppo scende sotto i 40" di ritardo. Tutto è ancora possibile per Thomas, Bakelants, Doubey e Schönberger, il cui accordo inizia però a tentennare. Negli ultimi dieci chilometri la sfida tra la fuga e il plotone si prende ancora una volta il centro della scena di questo Delfinato. La leggera discesa favorisce gli attaccanti, che preservano un margine di 35" fino ai -6, quando Tiesj Benoot (Jumbo) comincia a collaborare con Ganna e Kruijswijk. La paura più grande per i battistrada è il lunghissimo rettilineo che dai -4.5 accompagna i corridori sino all'arrivo. Nel giro di un paio di chilometri Filippo e Benoot mangiano 15" ai fuggitivi che al cartello dei -3 hanno solo 20 secondi sul plotone. I due però si sfiniscono nella trenata e devono rialzarsi; segue un momento di incertezza nel gruppo, Michal Kwiatkowski (Ineos) si guarda intorno per capire cosa fare. Ancora una volta l'apporto dell'uomo squadra Jonas Vingegaard (Jumbo) si rivela fondamentale per risolvere l'incertezza e proseguire nell'inseguimento. Il polacco e il danese guadagnano altri 10" sui fuggitivi, i quali sotto l'arco dell'ultimo chilometro mantengono però una decina di secondi per potersi giocare lo sprint.

Mentre nel gruppo Primoz Roglic (Jumbo) prende le redini della situazione, davanti iniziano a guardarsi e non è sufficiente lo sforzo di Bakelants per far ripartire la collaborazione tra i quattro. Ai 400 metri parte lunghissimo Thomas, ma da dietro Cristophe Laporte (Jumbo) piomba su di loro e lascia Van Aert nella posizione ideale per la volata. Stavolta il belga mantiene il sangue freddo e di mestiere riesce a contenere il ritorno di Jordi Meeus (Bora) aggiudicandosi il secondo successo nel giro di cinque giorni. Alle spalle della coppia belga trova spazio sul podio, ancora una volta, Hayter, altro corridore estremamente costante e polivalente. Quarto colui che una decina di anni fa aveva in qualche modo anticipato il ritorno dei "corridori totali" come Wout ed Ethan, vale a dire Edvald Boasson Hagen (TotalEnergies). Quinto l'ottimo Hugo Page (Intermarché), sesto Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), il quale non sta sfruttando a dovere le tante opportunità donategli da questa corsa, e settimo il primo degli italiani, Andrea Bagioli (Quick-Step). Chiude ottavo, unico fuggitivo in top ten, Jan Bakelants, nono Matis Louvel (Arkéa-Samsic) e decimo Juan Sebastián Molano (UAE Team Emirates). Nella generale il vantaggio di WVA incrementa ancora grazie agli abbuoni e supera il minuto. Il belga ora vanta 1'03" su Mattia Cattaneo (Quick-Step), 1'06" su Roglic, 1'32" su Hayter, 1'36" su Vingegaard, 1'49" su Damiano Caruso (Bahrain-Victorious), 1'55" su Tao Geoghegan Hart (Ineos), 1'58" su Juan Ayuso (UAE), 2'00" su Matteo Jorgenson (Movistar Team) e 2'10" su Ben O'Connor (AG2R Citroën Team).

Domani un'altra tappa collinare con due GPM di seconda categoria, partenza da Rives e arrivo a Gap dopo 196.4 chilometri. Un'ultima opportunità per i velocisti resistenti e i fuggitivi prima che entrino in gioco gli scalatori nel gran finale del fine settimana con le tanto attese tappe di montagna che probabilmente rivoluzioneranno la classifica generale.
Notizia di esempio
La riscossa degli attaccanti passa per Ferron