Il testa a testa tra Kaden Groves, sulla sinistra, e Filippo Ganna, al centro © INEOS - Getty Sport
Professionisti

Solo Groves batte un Filippo Ganna divenuto velocista

Il piemontese conferma anche ad alti livelli il suo spunto veloce, ma è l'australiano della Alpecin ad imporsi nella quinta tappa della Vuelta a España. Quarto Dainese, Evenepoel mantiene e rafforza la leadership

30.08.2023 18:12

Nel giorno in cui Kaden Groves conferma di essere il velocista più forte di questa Vuelta anche l'Italia può festeggiare, perché finalmente Filippo Ganna ha dato a propria volta prova di grandi doti da sprinter, tanto da impensierire il fortissimo australiano della Alpecin, il quale, da quando è approdato alla squadra belga è cresciuto ulteriormente (e non solo in volata). 

Per Pippo testarsi in uno sprint di gruppo non è una novità, ci aveva già provato in gennaio alla Vuelta a San Juan e poi ancora a febbraio nella Volta ao Algarve, sempre però provando ad anticipare i velocisti, come aveva anche deciso di fare alla Milano-Sanremo, quando partendo ben oltre i canonici duecento metri seppe battezzare due fenomeni del calibro di Wout van Aert e Tadej Pogacar. Ora però è giunta da parte di Filippo una conferma ancor più convinta: in volata Ganna è un fattore e lo è persino negli sprint a ranghi compatti. Questa evoluzione segue quella che in primavera l'ha visto per la prima volta in carriera coinvolto negli attimi decisivi di alcune grandi classiche, ampliando così i suoi orizzonti. Al di là delle vittorie, che pure sono arrivate (anche nella sua cara pista), questo 2023 verrà ricordato come l'anno in cui Ganna da “semplice cronoman” si è trasformato in corridore a tutto tondo con grande successo e ottimi risultati.

La cronaca della quinta tappa della Vuelta a España 2023

La Vuelta a España 2023 cerca di trovare finalmente un po' di calma nel clima che circonda la corsa dopo che anche ieri, oltre alla caduta nel finale che ha costretto alla non ripartenza odierna alcuni corridori, c'è stato spazio per le polemiche legate al tentato sabotaggio della gara spagnola nella tappa di Barcellona a cui hanno fatto seguito gli arresti operati dalle forze dell'ordine. In gruppo la tensione prima del via non è certo delle più elevate, visto che questa quinta tappa, la Morella - Burriana di 186.2 chilometri, sembra arridere nuovamente alle ruote veloci, attesi alla rivincita dopo il primo sprint di ieri vinto da Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck). L'unico elemento che potrebbe sparigliare le carte e mettere in crisi le squadre dei velocisti è il GPM di seconda categoria del Collado de la Ibola (11.4 km al 3.9%) che scollina però a oltre cinquanta chilometri dal traguardo, una distanza forse troppo grande perché qualcuno possa tentare il colpo di mano.

L'avvio non è tranquillissimo, ma dopo una quindicina di chilometri si forma la fuga buona: uno solo il battistrada, l'uruguagio Eric Antonio Fagundez (Burgos-BH). Data la sua scarsa pericolosità il gruppo gli concede un vantaggio massimo di circa 5'20", procedendo con grande calma tirato dalla squadra del favorito per il successo parziale, la Alpecin di Groves. Da segnalare in questa prima fase solamente l'abbandono di Eddie Dunbar (Team Jayco-Alula) a causa della caduta in cui era rimasto coinvolto durante il tratto neutralizzato; un altro possibile uomo di classifica che non lotterà sino a Madrid per un piazzamento di rilievo. Una settantina di chilometri più tardi, mentre il gap di Fagundez è sceso sotto i 2'30", si ritira per problemi di stomaco anche l'ex campione italiano Filippo Zana, l'altro grande protagonista del Giro d'Italia (con vittoria di tappa annessa) per la Jayco, già sfortunato nel mese di giugno quando si ruppe la clavicola non potendo difendere il tricolore.

Giunti alle pendici del Collado de la Ibola il margine del fuggitivo è di appena 1'50", ma nessuno nel plotone sembra intenzionato ad accelerare per mettere in crisi gli sprinter più deboli in salita. Solo Eduardo Sepúlveda (Lotto Dstny) mette il naso fuori a 5 km dalla vetta per riprendere Fagundez prima del GPM e guadagnare altri preziosi punti nella classifica della maglia a pois. L'argentino riprende il battistrada a tre chilometri dalla cima e poco più tardi se ne va in solitaria aggiudicandosi i cinque punti in palio sul Collado de la Ibola. Fagundez transita a 40", il gruppo a 1'10" con accelerazione in vetta di Mattia Cattaneo per guidare Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) lungo la discesa insidiosa.

Finita la discesa termina anche l'avventura di Fagundez e un paio di chilometri più tardi, ai -38, anche quella di Sepúlveda, che oggi ha seguito l'adagio “minimo sforzo, massimo risultato”. Missione, molto semplice, compiuta alla perfezione dalla Alpecin, sarà volata. Con l'avvicinarsi del traguardo iniziano a portarsi davanti un po' tutte le squadre, interessate a difendere i propri capitani nelle fasi più frenetiche della tappa.
Al traguardo volante di Nules (-11), che oltre ai punti per la maglia verde assegna anche 6", 4" e 2" ai primi tre, Evenepoel è l'unico dei big a disputare la volata e la vince, battendo persino Groves. Terzo transita Casper Pedersen (Soudal). Per il belga del Wolfpack altri 6" messi in saccoccia in vista delle prossime frazioni.

Gli ultimi dieci chilometri presentano diverse rotonde e alcuni restringimenti, risultando pertanto particolarmente pericolosi. Una caduta sembra inevitabile, eppure i corridori riescono ad evitare tutti i rischi fino ai -4. Nell'ultima rotonda prima dei tre chilometri però, quindi ancora fuori dalla zona neutralizzata, finiscono a terra vari atleti, tra cui Tobias Bayer (Alpecin), Mattia Cattaneo (Soudal) e alcuni sprinter potenzialmente pericolosi per la vittoria di tappa: Milan Menten (Lotto), Samuel Watson (Groupama-FDJ), Hugo Hofstetter (Arkéa-Samsic) e Juan Sebastián Molano (UAE Emirates). Gli Alpecin, rimasti in quattro, prendono in mano la situazione e grazie all'eccellente lavoro di Samuel Gaze (oro nell'XCC e argento nel XCO ai Mondiali di Glasgow nella MTB), di Edward Planckaert e soprattutto dell'ultimo uomo Robbe Ghys (ottimo pistard), lanciano alla perfezione la maglia verde Groves. L'australiano deve però vedersela con un sorprendente Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che facendo tutto da solo riesce prima a posizionarsi abbastanza bene e poi a tirare fuori una rimonta degna dei migliori spinter. Groves riesce a difendere il primo posto per meno di mezza bicicletta, resistendo al ritorno del piemontese, bissando il successo di ieri e ampliando il proprio margine nella classifica della maglia verde. Completa il podio di tappa Dries Van Gestel (TotalEnergies), che precede Alberto Dainese (Team DSM-firmenich) dopo aver fatto a spallate con Edward Theuns (Lidl-Trek) prima di lanciare la propria volata. Jacopo Mosca (Lidl) finisce appena fuori dalla top ten, undicesimo.

In classifica generale Remco implementa il proprio margine grazie agli abbuoni dello sprint intermedio: adesso ha 11" su Enric Mas (Movistar), 17" su Lenny Martinez (Groupama), 37" su Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), 39" su Aleksandr Vlasov e Cian Uijtdebroeks (BORA-hansgrohe), 43" su Primoz Roglic (Jumbo), 44" su Juan Ayuso (UAE), 48" su Marc Soler e João Almeida (UAE). Perde invece ben 5'29" Romain Bardet (DSM), uscendo quindi di classifica.

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Domani si torna a far sul serio con la sesta tappa da La Vall d'Uixó al Pico de Buitre, Observatorio Astrofísico de Javalambre per un totale di 183.1 km. Due gran premi di terza categoria posti nella prima metà di gara non influiranno eccessivamente nell'andamento di quella che alla fin dei conti è una vera e propria classica frazione “unipuerto” della Vuelta. La salita conclusiva misura 11.1 chilometri al 7.8% medio. La volontà di Evenepoel sarebbe quella di cedere la maglia rossa ad un corridore poco pericoloso in ottica classifica generale finale in modo togliere un po' di lavoro dalle spalle della propria squadra, ma questo non esclude un faccia a faccia tra i big nel finale.

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