Il podio del Baltic Chain Tour ©️ Maloja Pushbikers
Mondo Continental

E la catena umana contro l'Unione Sovietica divenne una corsa ciclistica

Il Baltic Chain Tour è nato per commemorare la grande protesta contro l'URSS da parte delle Repubbliche Baltiche. Focus su Colin Stüssi, vincitore della Volta a Portugal, e sulla ABTF Betão-Feirense

24.08.2023 22:00

Ventinovesimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: GP Kaisareia, Baltic Chain Tour, Colin Stüssi che fa la storia alla Volta a Portugal e la ABTF Betão-Feirense, sul podio finale della corsa di casa.

Le corse della settimana

GP Kaisareia

Il podio del GP Kaisareia ©️ Terengganu Polygon

In settimana si è disputato il GP Kaisareia, un’altra prova del vastissimo calendario di corse turche di quest’anno. Al via si sono schierate le Continental locali Spor Toto, Beykoz Belediyesi e Konya Buyuksehir, le kazake Vino SKO e Almaty Astana Motors, la giapponese VC Fukuoka, la malese Terengganu Polygon, le selezioni nazionali di Algeria e Uzbekistan, due formazioni dilettantistiche e l’uzbeka Tashkent City, il cui status attuale non è chiaro, dato che dovrebbe aver perso la licenza UCI diversi mesi fa. Ancora una volta assente la Sakarya BB, ormai ferma da diversi mesi.

Tecnicamente si trattava della prima edizione della corsa, che, in realtà, è andata a sostituire il GP Kayseri. Il percorso di gara, lungo 133 km, era caratterizzato dalla scalata del Mount Erciyes, una salita di 13 km. La vetta era situata a poco più di 3 km dal traguardo e il finale presentava una leggera discesa, con l’arrivo posto all’Erciyes Ski Center.

La lunga ascesa ha fatto grande selezione: Anatoliy Budyak (Terengganu Polygon) è riuscito a staccare tutti e a presentarsi tutto solo sul traguardo. L’ucraino ha conquistato, così, il primo successo stagionale, confermandosi imbattibile su queste strade: aveva, infatti, vinto entrambe le edizioni del GP Kayseri e ha proseguito la sua striscia vincente anche con la nuova denominazione.

Il kazako Anton Kuzmin (Almaty Astana Motors) non è arrivato lontano dal ventisettenne, ma si è dovuto arrendere e ha chiuso al secondo posto con 7” di ritardo. Il podio è stato completato da un corridore di casa, Halil İbrahim Doğan (Beykoz Belediyesi), che ha terminato la prova a 48” dal vincitore. Più lontani gli altri, con Ahmet Örken (Spor Toto), quarto a 1’50”, davanti a Maximilian Stedman (Beykoz Belediyesi).

Baltic Chain Tour

I vincitori delle maglie e dell'ultima tappa del Baltic Chain Tour ©️ Baltic Chain Tour

Nel weekend è andata in scena la trentatreesima edizione del Baltic Chain Tour, corsa a tappe di tre giorni che si svolge tradizionalmente fra Estonia, Lettonia e Lituania. La gara nacque con l’intenzione di commemorare la Catena Baltica (Baltic Chain appunto), una grande manifestazione di protesta tenutasi il 23 agosto 1989: circa due milioni di persone, tenendosi per mano, formarono una catena umana di 690 km per protestare contro l'occupazione delle tre Repubbliche Baltiche per mano dell'Unione Sovietica.  Al via della gara, quest’anno c’erano venticinque squadre: undici Continental, le selezioni nazionali di Estonia, Lettonia e Germania, undici formazioni dilettantistiche e due rappresentative regionali norvegesi.

La prima tappa, quella estone, presentava un tratto di sterrato a poco più di 30 km dal traguardo, che rappresentava la principale difficoltà di giornata. Un attacco di una ventina di uomini ha caratterizzato la gara, condizionando anche la classifica generale. A festeggiare è stato uno dei corridori di casa, Rait Ärm. Il corridore della Van Rysel-Roubaix Lille Métropole, in gara con la nazionale estone, è andato via nel finale insieme a Daniel Årnes (Uno-X Dare Development), per poi batterlo in volata. Henri Uhlig (Alpecin-Deceuninck Development) ha regolato i primi inseguitori, arrivati a 11”.

La seconda frazione, che aveva luogo in Lettonia, trovava la sua difficoltà principale nell’ultimo chilometro e mezzo, quasi totalmente in salita, anche con pendenze non semplici. Il gruppo è arrivato sostanzialmente compatto nel finale, prima di frazionarsi sullo strappo che portava all’arrivo. Henri Uhlig è stato il più esplosivo nel tratto più impegnativo ed è riuscito a fare la differenza. Il tedesco ha tagliato il traguardo con 3” di margine su un gruppetto regolato da Malte Hellerup (Aalborg-Sparekassen Danmark) su Mads Landbo (Uno-X Dare Development). Rait Ärm, settimo, ha conservato la maglia gialla.

L’ultima tappa, quella lituana, era in assoluto la più semplice altimetricamente e, come da pronostico, si è conclusa in volata. L’esito non è stato scontato perché un gruppo di attaccanti ha provato a mettere nel sacco i velocisti e Siim Kiskonen (Tartu2024) è stato ripreso soltanto a 30 metri dall’arrivo. La vittoria è andata, quindi, a Mads Landbo, che ha preceduto il duo della Maloja Pushbikers composto da Filippo Fortin e Roy Eefting-Bloem. Alle spalle dei tre hanno chiuso Pavel Kelemen (ATT Investments) e Kiskonen, andato vicinissimo al colpaccio.

Rait Ärm ha conquistato il successo finale, con 2” di vantaggio su Henri Uhlig, che si è consolato con il titolo di miglior giovane e la vittoria nella classifica a punti, e 14” su Filippo Fortin, che ha portato per la prima volta l’Italia sul podio del Baltic Chain Tour. Siim Kiskonen è stato premiato come re degli sprint intermedi e la Uno-X Dare Development si è imposta nella graduatoria a squadre.

Le Continental tra i big

Noah Hobbs con la maglia di leader dell'Arctic Race of Norway ©️ La Conti Groupama-FDJ

Grande spazio per le Continental alla Volta a Portugal: alle nove formazioni locali si sono unite l’angolana BAI-Sicasal-Petro de Luanda, l’austriaca Vorarlberg, la neerlandese Universe, la neozelandese Global6 e la tedesca Bike Aid. A fare festa è stata la Vorarlberg, che si è imposta in una tappa e nella classifica generale con Colin Stüssi. Il terzo posto finale di António Carvalho ha portato sul podio finale anche la portoghese ABTF Betão-Feirense. Buoni risultati anche per altre squadre lusitane: Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua ha vinto sia con Leangel Linarez (due volte) che con João Matias (entrambi hanno anche indossato la maglia gialla), la APHotels and Resorts-Tavira ha festeggiato un successo con Delio Fernández e lo stesso ha fatto la Kelly/Simoldes/UDO con Adrián Bustamante. Si è tolta una bella soddisfazione anche la Rádio Popular-Paredes-Boavista: César Fonte ha conquistato la maglia di miglior scalatore ed è salito sul podio finale nella sua città natale.

Un discorso a parte va fatto per la Glassdrive Q8 Anicolor, che ha conquistato della graduatoria a squadre con ben tre uomini in top ten (Artem Nych quarto, Frederico Figueiredo settimo, e James Whelan ottavo), si è imposta in due tappe, con Rafael Reis e lo stesso Whelan, e ha guidato la classifica prima con Reis e poi con Nych. Questi risultati sarebbero eccellenti per quasi tutte le formazioni al via, ma non per la compagine diretta da Rúben Pereira, che partiva con i favori del pronostico dopo la clamorosa tripletta del 2022.

Le formazioni di terza divisione hanno avuto decisamente meno spazio alla Vuelta a Burgos, che presentava al via soltanto la Electro Hiper Europa. Gli uomini di Rafael Casero hanno lottato contro corridori di livello altissimo e non sono riusciti a lasciare il segno: José Maria García è stato il migliore, con un diciassettesimo posto nella terza tappa e il ventiquattresimo in classifica generale.

Il Tour of Denmark ha invitato cinque Continental: le quattro locali e la polacca HRE Mazowsze Serce Polski. Dopo una grande prima parte di stagione, Mathias Bregnhøj ha continuato la sua striscia di ottimi risultati, regalando alla Leopard TOGT un buon ottavo posto in classifica generale. Anche la Restaurant Suri-Carl Ras ha centrato la top ten finale, grazie al decimo posto di Magnus Bak Klaris. La Coloquick ha, invece, ottenuto i migliori risultati di tappa, grazie agli ottavi posti di Sebastian Nielsen e Tobias Svarre, rispettivamente nella prima e nella terza frazione, e il successo nella classifica dei GPM con Nicklas Amdi Pedersen.

Erano otto le Continental al via del Tour du Limousin: oltre alle quattro locali (esclusa, come al solito, la Groupama-FDJ Continental), è stato dato spazio alla belga Tarteletto-Isorex, alla britannica Trinity, alla neerlandese ABLOC e alla tedesca Bike Aid. Il miglior rappresentante del ciclismo di terza divisione è stato Jordan Jegat: il corridore della CIC U Nantes Atlantique ha chiuso sesto in classifica, con un quinto e un ottavo posto di tappa all’attivo. Top ten finale anche per la St.Michel-Mavic-Auber 93, grazie alla nona posizione di Joris Delbove. La Continental che è andata più vicina al successo parziale è stata la Trinity, con il secondo posto del giovanissimo Paul Magnier nell’ultima frazione.

L’Arctic Race of Norway ha dato spazio a tre formazioni di terza divisione: la locale Coop-Repsol, la britannica Trinity e la francese Groupama-FDJ Continental. Tutte e tre si sono comportate bene: la Coop-Repsol ha centrato la top ten finale con il decimo posto di Cedric Bakke Christophersen, la Trinity l’ha sfiorata con l’undicesimo posto di Liam Johnston e la Groupama-FDJ Continental ha indossato la maglia di leader con Noah Hobbs, che era andato anche vicino al successo parziale con il secondo posto della prima tappa. Michele Gazzoli, corridore dell’Astana Qazaqstan Development in prestito al team WorldTour, è riuscito addirittura a vincere una tappa.

In settimana si sono disputate due corse in Belgio che hanno dato ampio spazio alle Continental: la Druivenkoers Overijse e la Egmont Race. La locale Tarteletto-Isorex, le neerlandesi ABLOC, Jumbo-Visma Development e TDT-Unibet e le tedesche Saris Rouvy Sauerland e Lotto-Kern Haus hanno preso parte ad entrambe le prove, la belga Materiel-Velo.com ha corso solo ad Overijse, mentre l’Egmont Race ha visto al via anche le neerlandesi BEAT, Metec-SOLARWATT e VolkerWessels e la tedesca Storck-Metropol. La TDT-Tietema ha fatto ottime cose, centrando il decimo posto con Jordy Bouts alla Druivenkoers, appena dietro Timo Kielich, corridore della Alpecin-Deceuninck Development in gara con il ramo WorldTour del team, e il quinto con Hartthijs De Vries alla Egmont. Nella stessa gara ha fatto bene anche la VolkerWessels, con il sesto posto di Thimo Willems.

Il corridore della settimana: Colin Stüssi

Colin Stüssi vince la Volta a Portugal ©️ Team Vorarlberg

Conquistando la Volta a Portugal, Colin Stüssi ha messo fine ad un’era, riportando una squadra non lusitana a trionfare nella Grandissima a diciassette anni dal primo successo di David Blanco, all’epoca tesserato per la Comunidad Valenciana. In seguito lo spagnolo vinse la corsa altre quattro volte, ma sempre correndo per formazioni di casa. Addirittura dal 2010, anno del terzo posto di Sergio Pardilla, le compagini non lusitane non erano più salite sul podio. 

Il corridore del Team Vorarlberg ha riportato la Svizzera sul gradino più alto del podio della Volta a ventidue anni dal primo (e fino a quest’anno unico) successo rossocrociato, firmato da Fabian Jeker. Nel 2001, l’ex corridore della Festina era stato anche l’ultimo svizzero a vincere una tappa e, con il successo nella frazione di Montalegre, il trentenne ha posto fine anche a questo digiuno.

Nel 2023 lo svizzero si era già dimostrato competitivo nelle corse a tappe: è, infatti, arrivato a ridosso della top ten sia al Tour of Austria, che ha chiuso undicesimo, sia al Tour of Slovenia, in cui è stato dodicesimo, dovendo scontrarsi, in entrambi i casi, con alcuni squadroni WorldTour. In corse di livello inferiore ha centrato buoni risultati come l’ottavo posto al Tour of Rhodes e il quarto all’Oberösterreich Rundfahrt.

Colin Stüssi ha iniziato a farsi notare da junior, disputando alcune delle corse più importanti gare del calendario internazionale e ottenendo la convocazione in nazionale per il GP Général Patton. Si tolse le maggiori soddisfazioni su pista, sfiorando la medaglia ai Campionati d’Europa e chiudendo al sesto posto lo Scratch ai Campionati del Mondo.

Al primo anno tra gli under 23 disputò le prime corse UCI di categoria 2, senza riuscire ad ottenere risultati particolarmente importanti. Le cose andarono meglio nella stagione successiva, quando sfiorò il titolo nazionale di categoria: fu, infatti, preceduto da Simon Pellaud, ma batté Stefan Küng nella volata per il secondo posto. In seguito si confermò fra i migliori talenti del suo paese e si conquistò la convocazione in nazionale sia per i Campionati Europei che per il Tour de l’Avenir.

Nel 2014, con la maglia della Roth-Felt, una squadra dilettantistica, lo svizzero fece bene soprattutto nel calendario italiano: fu ottavo al Trofeo Città di San Vendemiano e chiuse nella top ten ben tre tappe del Giro della Regione Friuli. L’anno successivo la sua squadra, che prese il nome di Roth-Skoda, salì di categoria e Stüssi poté debuttare nel mondo Continental. Ancora una volta fece vedere le cose migliori al Giro della Regione Friuli Venezia Giulia, chiudendo terzo in classifica generale e conquistando la maglia di miglior giovane.

Nel 2016 l’ulteriore salto di categoria della Roth portò il corridore svizzero tra i professionisti. Chiuse al sesto posto il campionato nazionale e conquistò la maglia di miglior giovane al Giro della Toscana, terminato in dodicesima posizione. Si tolse, inoltre, una grande soddisfazione: disputò il Tour de Romandie, esordendo, così, in una corsa WorldTour.

L’anno successivo la Roth tornò tra le Continental e Colin Stüssi disputò la miglior stagione della carriera: conquistò le prime vittorie UCI, imponendosi in una tappa e nella classifica finale del Tour of Rhodes, e terminò nella top ten di tante corse a tappe. Fu quinto al Tour de Savoie Mont Blanc, ottavo al Tour d’Alsace e al Tour du Gévaudan Languedoc-Roussillon e quarto al Tour of Almaty. Al Sibiu Tour fu autore di grandissime prestazioni: chiuse al secondo posto di due tappe e della classifica finale, battuto in tutti e tre i casi solo da un grande campione come Egan Bernal. La sua stagione terminò con il miglior risultato in una gara in linea, il quarto posto alla Famenne Ardenne Classic.

Nel 2018 firmò con l’Amore & Vita-Prodir, ma non riuscì a ripetersi. I migliori risultati furono i sesti posti del campionato nazionale e del Tour of Almaty. Debuttò alla Volta a Portugal, ma la prima esperienza in terra lusitana non si concluse nel migliore dei modi: dopo due top ten di tappa, cadde nella nona tappa e fu costretto al ritiro. All’epoca non sapeva che cinque anni dopo avrebbe lasciato il Portogallo con uno stato d’animo molto diverso.

L’anno successivo passò alla Vorarlberg-Santic, la squadra in cui corre tuttora. Dopo aver conquistato la maglia dei GPM del Tour of Rhodes, risultato replicato quest’anno, tornò al successo, imponendosi in una tappa del Tour de Savoie Mont Blanc. In seguito andò vicinissimo alla vittoria in una tappa del Tour of Austria e al GP Gratwein-Strassengel, ma in entrambi i casi dovette accontentarsi del secondo posto. La sua stagione si chiuse con un bel quinto posto alla Paris-Bourges. Prima del successo in terra francese conquistò anche una corsa del calendario nazionale austriaco, il GP Vorarlberg, gara non UCI, ma importantissima per la squadra.

Nel 2020 partì bene, con il sesto posto finale al Tour of Rhodes, ma, dopo lo stop per la pandemia, non riuscì a centrare grandi risultati. Anche l’anno successivo fu abbastanza avaro di soddisfazioni per lo svizzero, il cui unico sorriso fu rappresentato dalla vittoria della maglia di miglior scalatore al Tour of South Bohemia.

L’anno scorso è andato vicinissimo al titolo nazionale in linea: è entrato, insieme a Robin Froidevaux e Sébastien Reichenbach, nell’azione che ha deciso la corsa, ma nella volata finale non è andato oltre il terzo posto. In seguito ha disputato un buon Tour Alsace, chiuso in tredicesima posizione, con un quarto posto di tappa.

È impossibile dire quali porte si apriranno davanti a Colin Stüssi dopo la vittoria della Volta a Portugal. Di certo non gli mancherebbero offerte dalle formazioni lusitane, ma la Vorarlberg è una delle Continental più attrezzate e può offrirgli un calendario più ampio e adatto alle sue caratteristiche. Non è da escludere neanche un ritorno nel mondo Pro, dopo che la prima esperienza è capitata forse nel momento sbagliato e in una squadra non troppo solida.

La squadra della settimana: ABTF Betão-Feirense

La ABTF Betão-Feirense al via di una tappa della Volta a Portugal ©️ ABTF Betão-Feirense

A differenza di quello che accade nel resto del mondo, in Portogallo non è raro che le squadre ciclistiche facciano parte di polisportive: è, ad esempio, il caso della ABTF Betão-Feirense, ramo ciclistico dello storico Clube Desportivo Feirense. La squadra ciclistica è stata fondata nel 1983 e ha gareggiato tra i professionisti tra il 1987 e il 1993, prima di abbandonare l’attività. Nel 1990 arrivò anche a vincere la Volta a Portugal con Fernando Carvalho.

Nel 2017, in occasione dei festeggiamenti per il centenario della polisportiva, fu annunciato il ritorno del ramo ciclistico del club, fissato per l’anno successivo. Nel 2018 la neonata Vito-Feirense-Blackjack ottenne eccellenti risultati, soprattutto con Edgar Pinto e Xuban Errazkin, ma, per via della partenza verso la W52-FC Porto del primo e dei problemi di doping del secondo, negli anni successivi non si ripeté a quei livelli. Gli ingaggi di grossi nomi del panorama locale come Rafael Reis e Vicente García de Mateos confermarono le grandi ambizioni della squadra, ma non cambiarono le cose a livello di risultati. È andata un po’ meglio l’anno scorso, con il settimo posto di André Cardoso alla Volta a Portugal, ma il cambio di passo c’è stato quest’anno.

La formazione portoghese ha fatto grandi investimenti, riportando a casa il campione nazionale under 23 Afonso Eulálio, schiacciato da compiti di gregariato alla Glassdrive, e, soprattutto, ingaggiando António Carvalho, reduce dal terzo posto alla Volta 2022, e la star locale Amaro Antunes, anche se quest’ultimo, in realtà, non è mai arrivato in squadra perché squalificato per anomalie del passaporto biologico. Alla fine il grande mercato ha portato in dote l’agognato podio alla Grandissima, il primo del nuovo corso, grazie ad António Carvalho.

Il roster del 2023 è composto da undici corridori, otto portoghesi e tre stranieri.

La stella è indiscutibilmente António Carvalho, che è salito sul podio della Grandissima per la seconda volta consecutiva. Il trentatreenne, che prima di approdare alla ABTF Betão-Feirense era stato relegato spesso al ruolo di gregario, ha dimostrato di essere in grado di reggere la pressione del ruolo di leader e ha chiuso al terzo posto la corsa più iconica del paese, nonostante un infortunio ad un mese dal via che avrebbe potuto compromettere tutto.

Il corridore che ha dato il maggiore appoggio a Carvalho in salita è stato Afonso Eulálio. Il ventunenne è stato straordinario soprattutto nella tappa di Montalegre, ma poi ha ceduto, anche a causa di una caduta, nelle ultime frazioni, perdendo nella crono finale la maglia bianca di miglior giovane. Quest’anno si è fatto notare anche a livello internazionale nelle gare della Coppa delle Nazioni under 23.

Ha fatto bene nelle tappe più impegnative anche Pedro Andrade, figlio del direttore sportivo Joaquim. Il ventitreenne, che da under è stato campione nazionale sia a cronometro che in linea, ha corso per due anni nella prestigiosa Hagens Berman Axeon di Axel Merckx, prima di tornare in patria lo scorso anno. È nato a Santa Maria da Feira, quindi la ABTF Betão-Feirense è per lui la squadra di casa.

Ivo Pinheiro è stato un altro dei protagonisti sulle salite portoghesi: ha corso in appoggio a Carvalho, ma nella tappa che terminava a Mondim de Basto ha avuto la sua chance e ha ottenuto il suo miglior risultato in carriera a livello UCI, un quarto posto. Ha tenuto bene anche in classifica, concludendo al ventesimo posto. Ha solo venticinque anni e potrebbe fare ancora meglio in futuro.

Santiago Mesa ha caratteristiche completamente diverse: il colombiano è, infatti, un velocista e la sua Volta a Portugal non è stata esaltante. Il venticinquenne non è mai stato protagonista, nonostante i bei segnali lanciati nel corso della stagione: vincitore di due gare nel calendario nazionale, si era ben difeso anche a livello UCI, con un terzo posto di tappa alla Volta ao Alentejo e un quarto al GP Beiras e Serra da Estrela.

Fábio Oliveira è un apprezzatissimo gregario: il ventottenne è al quarto anno in squadra ed è sempre stato schierato al via della Grandissima. Anche nella sua esperienza biennale alla LA Aluminios ha sempre corso la Volta a Portugal. In una carriera avara di soddisfazioni a livello individuale, il corridore portoghese può vantare come miglior risultato un quinto posto nel campionato nazionale 2021.

L’altro corridore ad aver disputato la Volta a Portugal di quest’anno è Francisco Pereira. Il ventitreenne è al secondo anno nel team ed è stato quarto lo scorso anno nel campionato nazionale under 23. Tra i grandi è ancora a caccia di risultati di rilievo.

Lo scorso anno, lo statunitense Barry Miller era stato la grande sorpresa della Volta a Portugal con la maglia della BAI-Sicasal. Chiuse, infatti, al sedicesimo posto la corsa, lottando con i migliori in salita. Ingaggiato dalla ABTF Betão-Feirense quest’anno, il trentaquattrenne non è riuscito a trovare il colpo di pedale giusto ed è rimasto fuori dalla selezione per l’evento più atteso.

Il sudafricano Tiano Da Silva era rimasto appiedato alla fine del 2022 a causa della chiusura della ProTouch. Sfruttando le sue origini portoghesi, il ventiduenne aveva iniziato la sua stagione in una formazione dilettantistica lusitana, la Santa Maria da Feira-Segmento d'Época. Nel mese di luglio è stato promosso alla ABTF Betão-Feirense, ma non è stato convocato per la Volta, anche perché impegnato con i Campionati del Mondo, in cui ha disputato la prova in linea under 23.

Completano il roster due corridori portoghesi che non hanno ancora conquistato risultati di rilievo in carriera: si tratta del ventiquattrenne Francisco Moreira e del diciottenne Diogo Oliveira.

Con la Volta a Portugal sono finite le corse UCI in Portogallo. La ABTF Betão-Feirense proseguirà l’attività nelle corse del calendario nazionale, ma, stando a PCS, non è esclusa la partecipazione al Tour de Vendée, in programma ad inizio ottobre.

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