Tadej Pogacar al Lombardia 2023 © Getty Images
Giro d'Italia

Giro d'Italia 2024, dove sono gli sfidanti di Tadej?

Lo sloveno della UAE è l’unico tra i big dei grandi giri a puntare alla Corsa Rosa. Ma nella startlist mancano quasi tutti i seri contendenti per il podio, il rischio che corre il Giro è serio: sarà “Tadej contro nessuno”?

10.01.2024 16:49

La stagione ciclistica 2024 non è ancora ufficialmente iniziata, ma proprio in queste settimane i grandi protagonisti del gruppo stanno programmando, insieme alle rispettive formazioni, l’annata ormai alle porte. Tra i principali nodi da sciogliere in questo periodo c’è la scelta delle corse a tappe a cui partecipare ed in particolar modo l’attenzione ricade sui 3 grandi giri. Proprio in questi giorni le varie formazioni organizzano cosiddetti “media-day” in cui incontrano la stampa e dichiarano ufficialmente i principali obiettivi dell’annata ciclistica, e la situazione che emerge nel complesso non sembra volgere particolarmente a favore del Giro d’Italia

Per evitare sin dall’inizio incomprensioni, occorre precisare che la startlist provvisoria della Corsa Rosa non è affatto disastrosa, anzi, se si considerano i numerosi velocisti e cacciatori di tappe di livello che hanno già annunciato la propria partecipazione, il quadro che ne esce è assolutamente dignitoso e in linea con le passate edizioni. Però si sa, nonostante un parterre velocisti affollato e di qualità possa animare le pianure e far vivere volate mozzafiato, e nonostante la presenza di campioni come Wout Van Aert, Filippo Ganna e anche Julian Alaphilippe sia garanzia di un duello di altissimo livello nelle cronometro e spettacolo assicurato nelle frazioni intermedie, in una corsa a tappe di 3 settimane l’attenzione dei media e dei tifosi si riversa in gran parte sulla lotta per la classifica generale. In tal senso sia RCS Sport che la maggior parte degli addetti ai lavori era convinta di aver risolto tutti i problemi con il grande colpo della ufficializzazione, lo scorso 17 dicembre, della partecipazione di Tadej Pogacar.

Le pesanti assenze

Superato l’entusiasmo iniziale, bloccato il nome che ha il talento e il carisma per fare da sponsor ad un’intera corsa, però, viene naturale guardare oltre, e domandarsi “chi saranno gli sfidanti di Tadej al Giro?” viene quasi automatico. La necessità di costruire una narrazione che prevede una grande sfida è reale. Una prima risposta in tal senso si conosceva già, e non era proprio positiva: nessuno degli altri 3 “grandi” delle corse a tappe (Jonas Vingegaard, Primoz Roglic e Remco Evenepoel) correrà sulle strade italiane a maggio. Se per gli ultimi due la decisione è comprensibile e tutto sommato logica (nonostante il percorso del Giro 107 si addica perfettamente alle loro caratteristiche), non avendo potuto puntare di recente al Tour de France; nel caso di Vingegaard le speranze di doppietta potevano sembrare più fondate. Evidentemente però il “tour-centrismo” del ciclismo attuale impone alla sua Jumbo-Visma di voler essere sicura di avere il proprio capitano al 100% della forma per tentare la tripletta in Giallo.

Accettata, seppur con dispiacere, l’assenza di questi componenti dell’ipotetica “prima fascia” dei grand tour sarebbe stato però legittimo aspettarsi la presenza in massa dell’altrettanto teorica “seconda fascia”, che senza 3 dei primi 4 potrebbe avere un podio ampiamente alla propria portata: ne fanno parte ottimi corridori come Richard Carapaz, Jai Hindley, Enric Mas, Simon Yates e Carlos Rodríguez, per non citare chi, come João Almeida, Adam Yates e Juan Ayuso, andrà al Tour a lavorare proprio per Pogacar. Salvo clamorosi ribaltoni, nessuno tra i 5 nomi citati in precedenza ci sarà. Le ragioni delle loro assenze sono diverse, tra chi non verrebbe favorito dal percorso ricco di chilometri a cronometro (non saranno un po’ troppi?) e chi invece avrebbe voluto esserci ma per ordini di squadra dovrà andare in Francia. 

Emblematico, e a tratti inspiegabile, è il caso della Bora-Hansgrohe: compresa la volontà di Roglic di tentare un ultimo assalto alla Grand Boucle ci si aspettava al Giro una formazione a più punte, che potesse raccogliere i potenziali leader soffocati in Francia dalle ambizioni dello sloveno. E invece? E invece andranno tutti al Tour de France: Jai Hindley, Aleksandr Vlasov, Daniel Martínez e pure Lennard Kämna, l’unico che sarà anche al Giro, con il ruolo di capitano. Una decisione che sembra ricordare quelle del Team Sky degli anni d’oro, quando al Giro veniva spedito a cercare una top10 il Leopold König di turno mentre al Tour i potenziali capitani si sacrificavano per la causa di squadra, detto chiaramente con il massimo rispetto degli atleti coinvolti. La domanda sorge spontanea: “Che senso ha mandare 3/4 capitani al Tour e nessuno al Giro? Sarà colpa del percorso? Sarà la presenza di Tadej ad allontanare i rivali? Sarà il solito stra-potere mediatico del Tour?” Domande a cui probabilmente non ci sarà mai risposta.

Chi ci sarà

Per onore di cronaca, citiamo ora chi invece fortunatamente ci sarà, ovvero gli espertissimi Geraint Thomas e Damiano Caruso, che grazie alla grande costanza hanno nel podio un obiettivo alla portata. Per quanto riguarda i colori italiani ci si attende grandi cose da Giulio Ciccone, giunto in questo 2023 alla sua definitiva maturazione e desideroso di testarsi in classifica generale, così come dovrebbe fare anche Ben Healy, autentica rivelazione dell’ultima annata e capitano designato della sua EF. La Jumbo-Visma, come detto, gioca il proprio asso al Tour, ma con la coppia formata da Cian Uijtdebroeks e Wilco Kelderman porta comunque uomini di peso per un posto nei 5. Grandi ambizioni potrebbero a questo punto nutrire anche i non più giovanissimi Romain Bardet e il rientrante Nairo Quintana per la Movistar (che però difficilmente tornerà sui livelli del passato) mentre l’australiano della AG2R Ben O’Connor cerca ardentemente riscatto.

Geraint Thomas è attualmente lo sfidante più temibile per Pogacar © Getty Images

In conclusione, quindi, non resta che stare a guardare l’evolversi della situazione, che però non sembra proprio destinata a riservare sorprese e colpi di scena che possano ribaltare il nostro giudizio (che cerca di essere il più possibile oggettivo) e la preoccupazione per una corsa che, sì, può contare finalmente sulla grande stella, ma una stella sola, senza rivali su cui primeggiare. Chiaramente sappiamo bene che in una grande gara a tappe i colpi di scena di ogni natura sono all’ordine del giorno, ma in questi quattro mesi che ci separano dall’inizio della Corsa Rosa lo sloveno rischia di arrivare alla partenza non solo con i gradi di unico favorito, ma che pure nessuno abbia la credibilità per partire quantomeno un gradino sotto.

Siamo solo a gennaio, ma ciò che poteva essere un fantastico “Tadej contro tutti”, rischia invece di diventare un “Tadej contro nessuno”
Uomini di classifica, capitani in cerca di un podio in un grande giro, sappiate che state perdendo una grande occasione.

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