Professionisti

Cunego ritrova le gioie del protagonismo

10.05.2016 20:10

Non solo Damiano e la Lampre di Ulissi: giornata positiva per tutti i team italiani


Uno dei budget più ristretti (forse il più ristretto) tra le 18 formazioni del World Tour e un divario che aumenta anno dopo anno con le corazzate più ricche che possono spendere anche tre o quasi quattro volte tanto: non ruota tutto attorno ai soldi, ma bastano questi pochi dati per capire come la Lampre-Merida sia impossibilitata a lottare per tutta la stagione, su tutti i traguardi e contro tutte le squadre più importanti al mondo. La formazione di Giuseppe Saronni è ben conscia dei propri mezzi e per questo motivo negli ultimi anni sta concentrando le attenzioni su pochi obiettivi mirati: il risultato è che negli ultimi sette grandi giri disputati (dal Giro 2014) sono arrivate la bellezza di 12 vittorie di tappa con un solo passaggio a vuoto al Tour 2014.

La Lampre-Merida non sbaglia nulla
Spesso criticata per alcuni atteggiamenti tattici in corsa non molto comprensibili, la Lampre-Merida sembra essere molto migliorata anche su questo aspetto, soprattutto da quando presta molto meno attenzione alla classifica generale delle gare a tappe, e oggi nella prima tappa nello stivale di questo Giro d'Italia è stata assolutamente perfetta. Anziché andare a giocarsela in un difficile confronto diretto con i migliori, gli uomini blu-fucsia hanno interpretato bene il percorso correndo sempre all'attacco e giocando d'anticipo al momento giusto.

La Lampre ha forzato fin dai primi chilometri mettendo lo sloveno Matej Mohoric nel quartetto di fuggitivi fin dal chilometri 11, ma è negli ultimi 35 chilometri che la squadra italiana non ha sbagliato nulla: Valerio Conti è stato lesto ad inserirsi in un gruppetto di contrattaccanti e poi quando dopo Scalea anche Diego Ulissi è rientrato sulla testa della corsa, il 23enne romano ha dato tutto per il compagno di squadra portandolo allo strappo di Via del Fortino con un margine interessante sul gruppo dei big. Ulissi poi ha completato l'opera riuscendo a resistere agli inseguitori regalando alla squadra la quinta vittoria del 2016.

Finalmente ritroviamo Cunego protagonista
Anche le altre squadre italiane iscritte a questo Giro d'Italia non hanno la classifica generale come obiettivo principale, ma tutte hanno trovato il modo di farsi notare nell'impegnativa tappa di oggi. Di sicuro non è passata inosservata la Nippo-Vini Fantini che, soprattutto nei primi chilometri, ha destato più d'una perplessità per come si è mossa nel gruppo ma che alla fine è stata l'unica assieme alla Lampre che è riuscita a portare a casa qualcosa di concreto: mancata la fuga iniziale, il team italiano giapponese si è messo a tirare in blocco e riavvicinare il quartetto di battistrada e provare ad inserire un uomo, operazione riuscita solo in parte perché il distacco dei corridori di testa era sì crollato, ma il romeno Eduard Grosu non è riuscito a chiudere il gap dal solo e si è trovato a lungo a cuocersi a metà strada tra la fuga ed il plotone.

Per la Nippo-Vini Fantini sembrava quindi una giornata disastrosa viste le tante energie sprecate a vuoto e la tattica che potrebbe aver irritato qualche squadra rivale, ma alla fine a rendere positivo il bilancio della tappa ci ha pensato Damiano Cunego che è transitato per primo sul gran premio della montagna di San Pietro ed è andato a vestire la maglia azzurra di leader della classifica degli scalatori. Il 34enne di Cerro Veronese si era presentato al via di questo Giro d'Italia chiamandosi apertamente fuori dalla lotta per la generale: in Olanda ha corso tranquillo, cercando di stare fuori dai pericoli e accumulando subito un bel distacco per avere più libertà per le fughe, oggi invece alla prima occasione utile ha fatto capire quale sia il suo obiettivo in questa corsa rosa, un obiettivo che può finalmente ridargli visibilità dopo anni di anonimato.

Pirazzi attacca, sfortuna Colbrelli: la Bardiani c'è
Con 7 punti Cunego guida la classifica dei gpm in coabitazione con Nicola Boem della Bardiani-CSF che era passato per primo sull'altra salita di giornata, quello di Bonifati: purtroppo sull'ascesa di San Pietro, il forcing della Giant-Alpecin ha fatto sì che la fuga venisse ripresa prima dello scollinamento, e così la maglia azzurra è sfumata dopo che Cunego ha battuto in volata Stefano Pirazzi. Proprio il corridore laziale si è visto poi all'attacco nell'ultima parte della tappe ma si è dovuto inchinare allo scatto di Diego Ulissi sul muro di Via del Fortino, il cosidetto Praienberg per le sue pendenze che ricordano gli strappi fiamminghi: nonostante gli sforzi, Pirazzi ha avuto ancora la forza di mettersi a disposizione di un grandissimo Sonny Colbrelli negli ultimi chilometri per provare a chiudere, senza successo su Diego Ulissi.

Dopo il podio all'Amstel Gold Race risalente a più di tre settimane fa, ci si poteva aspettare un Sonny Colbrelli al via di questo Giro d'Italia con una condizione fisica un po' in calo, invece il corridore bresciano (che compirà 26 anni la prossima settimana) è stato l'unico degli uomini veloci a resistere con i più forti al termine di questa durissima tappa: per qualche attimo ha forse sperato di riuscire ad arrivare a giocarsi anche la vittoria di tappa, anche con Ulissi davanti il risultato sarebbe stato molto importante per lui e per la squadra dei Reverberi ma la rottura di un pedale gli ha impedito di lanciarsi nella volata per il piazzamento alle spalle del corridore toscano.

Si vede anche la Wilier con Busato
Chiudiamo la panoramica delle squadre italiani con la Wilier-Southeast, squadra costruita per mettersi in evidenza soprattutto nelle tappe meno complicate e negli arrivi a ranghi compatti. I ragazzi di Luca Scinto non erano in fuga oggi, ma nel finale si è visto un pimpante Matteo Busato che ha attaccato un paio di volte sulle ultime salitelle ed è riuscito a fare la volata al traguardo ottenendo un buon ottavo posto: quest'anno Busato ha dimostrato una buona continuità di rendimento nelle corse italiane ed è arrivato al Giro d'Italia in ottime condizioni di forma come testimoniano il quinto posto al Giro dell'Appennino ed il successo sfiorato nell'ultima tappa del Giro del Trentino; il suo è un nome da tenere d'occhio perché da qui a Torino potremmo ritrovarlo spesso in fuga, specialmente quando il percorso non è troppo piatto né troppo montagnoso.
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