Ben Healy in fuga verso la vittoria sul traguardo di Vire Normandie © Profilo X Le Tour de France
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Tour de France, è il giorno dell'Irishman: Ben Healy trionfa a Vire Normandie

Ritmo serrato fin dai primi chilometri: la fuga decolla dopo quasi 80 km di battaglia. L'irlandese - all'attacco con altri 7 uomini - saluta e se ne va ai -41. Battuti Simmons e Storer. Van der Poel si riprende la maglia gialla per un solo second

10.07.2025 17:25

Nato per le fughe: Ben Healy conferma la sua fama di implacabile cacciatore di traguardi anche sulle strade del Tour de France. All'attacco fin dai primi chilometri, il corridore britannico di passaporto irlandese è stato molto bravo a inserirsi nell'attacco che ha scandito la seconda parte della corsa, a cui è stato accordato il via libera dopo quasi 80 chilometri di battaglia senza respiro. In compagnia di altri 7 uomini - tra i quali Mathieu van der Poel e Simon Yates - il 24enne della EF EasyPost ha risolto la partita alla sua maniera, avvantaggiandosi a 41 km dal traguardo. Inutile aggiungere che il tentativo di rimonta degli avversari - a cominciare da Quinn Simmons e Michael Storer - è stato vano: Healy aveva già accumulato un vantaggio incolmabile, che ha conservato brillantemente fino a Vire Normandie, sede d'arrivo della 6ª tappa. Van der Poel - letteralmente crollato nel finale - si è ripreso per la miseria di 1" la maglia gialla che aveva ceduto il giorno prima a Tadej Pogacar, ben felice di aver lasciato (per il momento) il trono della generale e il primato nelle classifiche a punti e degli scalatori. 

La cronaca della 6ª tappa del Tour de France

Un'altra chance per gli scattisti di professione o - in alternativa - per i romantici delle fughe: la 6ª frazione del 112° Tour de France (Bayonne-Vire Normandie, 201,5 km) propone 5 GPM di 3ª categoria e un'altra salita di 4ª in prossimità del traguardo, anch'esso in costante ascesa. Andiamo con ordine, però: superato il traguardo volante di Villers-Bocage, è legittimo pensare che la fuga possa salpare sulle mille rampe disseminate lungo il percorso, a cominciare dalla Côte de Mont Pinçon (3ª categoria, 5600 metri al 3,7% di media con un breve tratto all'8%), seguita dalla Côte de la Rançonnière (3ª categoria, 2,2 km con una pendenza media del 7,9% e punte in doppia cifra a ridosso della vetta). Benché le altre salite valide per la classifica degli scalatori siano concentrate nella seconda parte della corsa, il percorso non concede alcuna requia ai corridori. Che, come detto, dovranno affrontare altre 4 salite valide per la classifica degli scalatori: la Côte de Mortain Cote 314, ancora un 3ª categoria di 1600 metri al 9,5% di media; la Côte de Juvigny-le-Tertre (3ª categoria, poco più di 2 km al 7,3% con un pezzo che si arrampica all'11%); la più agevole Côte de Saint-Michel-de-Montjoie (3ª categoria, 3,7 km al 4,5% medio) e - in conclusione - l'unica salita di 4ª categoria: la Côte de Vaudry (1200 metri con una pendenza media del 7,2%), che dista poco più di 4 km dall'arrivo. Tuttavia, le insidie non sono ancora finite: la tappa si concluderà infatti su uno strappo che supererà anch'esso la doppia cifra. 

La Intermarché-Wanty - spalleggiata dalla Lidl-Trek - prende subito il comando del gruppo per scortare l'eritreo Biniam Girmay (Intermarché-Wanty) fino allo sprint intermedio, dove transita nettamente per primo l'italiano Jonathan Milan (Lidl-Trek). Subito dopo il traguardo volante, scatta la prima di un'infinita serie di attacchi: i primi a provarci sono l'irlandese Ben Healy (EF EasyPost) e il campione nazionale statunitense Quinn Simmons (Lidl). Alle loro spalle, si muovono il belga Victor Campenaerts (Visma-Lease a Bike) e il colombiano Harold Tejada (XDS-Astana), che raggiungeranno la coppia al comando nel tratto che precede la prima salita di giornata. Il quartetto riuscirà a guadagnare non più di 20" sul gruppo, che ricucirà lo strappo in cima alla salita. Ai -160 ci provano il belga Wout van Aert (Visma) e lo spagnolo Pablo Castrillo (Movistar), inseguiti per qualche chilometro dal francese Ewan Costiou (Arkéa-B&B Hotels) e dal norvegese Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility). Il primo gruppo inseguitore lascerà un margine poco più che simbolico (10") ai due battistrada, che saranno poi raggiunti ai piedi del GPM della Rançonnière (-147). La successiva discesa favorisce il contrattacco di cinque uomini: l'olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck) e i redivivi Healy, Tejada e Simmons, sui quali si riporterà lo statunitense Will Barta (Movistar). Dopo un estemporaneo blitz dello statunitense Matteo Jorgenson (Visma), stoppato in prima persona dallo sloveno Tadej Pogacar (UAE Emirates-XRG), dal gruppo si muove il francese Guillaume Martin Guyonnet (Groupama-FDJ) che, tuttavia, non riuscirà ad agganciare il treno buono. In vista di un nuovo strappo (-134), un altro terzetto prende l'iniziativa: a ruota dell'irlandese Eddie Dunbar (Jayco-AlUla) si portano l'australiano Michael Storer (Tudor) e il britannico Simon Yates (Visma). Dopo una breve rincorsa, i tre uomini si aggiungeranno al gruppo di testa, ma non avranno vita facile per guadagnare sugli uomini che fanno parte del gruppo maglia gialla: il braccio di ferro, infatti, durerà all'incirca per 20-25 km, nei quali gli otto al comando difenderanno non più di mezzo minuto. Il margine è così esiguo che altri 5 uomini tenteranno il colpaccio: il francese Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies), l'olandese Pascal Eenkhoorn (Soudal Quick-Step), lo spagnolo Raúl Garcia Pierna (Arkéa) e i ripescati Campenaerts e Hoelgaard. I cinque inseguitori, però, dovranno rassegnarsi ai -119 dal traguardo.

A questo punto, la situazione si cristallizza: Barta, Dunbar, Healy, Simmons, Storer, Tejada, Yates e van der Poel riescono a guadagnare un discreto vantaggio (1'27" a 92 km da Vire Normandie) sulla prima parte del gruppo, pilotata dagli uomini della UAE Emirates-XRG. Di contro, tutte le ruote veloci - da Milan al belga Tim Merlier (Soudal) - viaggiano con più di 10' di ritardo dalla testa. Con il passare dei chilometri, gli uomini al comando superano la soglia dei 2' (2'05" a 77 km dalla linea bianca), consolidando il loro vantaggio ai piedi del terzo GPM (2'55" ai -66). La sensazione è che Pogacar voglia cedere nuovamente la maglia gialla, lasciandola al figlio e nipote d'arte, che non può affatto impensierire il campione del mondo quando si salirà sul serio. L'impressione trova conferma nei chilometri successivi, in cui il divario salirà fino a 3'44" (-48).

L'accordo tra i fuggitivi si interrompe a 41 km da Vire Normandie, dove entra nuovamente in azione Healy. Nello spazio di 5 chilometri, l'irlandese accumula subito un margine di di 30" sul resto della compagnia. Man mano che passano i chilometri, Healy rafforza il suo margine, che toccherà i 46" sulle prime rampe del Saint-Michel-de-Montjoie. Alle sue spalle, l'inseguimento si trascina senza troppa convinzione finché ai -28 non prova ad allungare Simmons, a cui si accoderà Storer. Tuttavia, la tendenza sembra ormai delineata in vista del finale: Healy in testa con un margine di poco inferiore al minuto (56", per l'esattezza) sui primi contrattaccanti, 1'27" sul gruppo della maglia gialla in pectore a 24 chilometri dal capolinea.

Gli ultimi chilometri verso l'arrivo si trasformano in una dolce passerella per Healy, che conquista così il suo secondo successo stagionale (il 10° in massima serie) con un margine di 2'44" su Simmons e 2'51" su Storer. A seguire Dunbar (a 3'21"), Simon Yates (a 3'24"), Barta (a 3'29") e Tejada (a 3'52"). Van der Poel - staccato sull'ultima cote al pari del colombiano - chiude all'ottavo posto con 3'58" di ritardo. Gli uomini di classifica - regolati da Pogacar - hanno chiuso a 5'28" da Healy.

La nuova classifica generale: van der Poel torna in giallo, seppure con 1" su Pogacar. A seguire il belga Remco Evenepoel (Soudal, a 43") francese Kévin Vauquelin (Arkéa, a 1'00") e 1'14 sul danese Jonas Vingegaard (Visma).

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Mathieu van der Poel all'attacco con altri 7 uomini nella tappa di Vire Normandie © Profilo X Le Tour de France

L'ordine d'arrivo

Appuntamento a Mûr-de-Bretagne

Dalla Normandia alla Bretagna per la 7ª tappa: partenza da Saint-Malo, arrivo a Mûr-de-Bretagne (Guerdélan) dopo 197 km che si sviluppano su un percorso abbastanza morbido per 2/3. Il succo della corsa è chiaramente concentrato nel finale, che propone la scalata alla Côte de Village de Mûr-de-Bretagne (4ª categoria, 1,6 km con una pendenza media del 4,1%) prima dell'ingresso nel circuito conclusivo di 15,3 km da ripetere per una volta, con la doppia scalata a Guerdélan (3ª categoria, 2 km al 6,9% che salgono fino al 16% nel tratto centrale). Sarà quasi certamente un affare ristretto ai grandissimi, che hanno solitamente primeggiato su quest'arrivo. 

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Carmine Marino
<p>Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre '23.</p>