Professionisti

Brambilla difende coi denti il diritto di sognare

15.05.2016 19:35

Per solo 1" Gianluca respinge l'assalto di Jungels. Crono a Roglic, a Zakarin la palma degli scivoloni


Terza crono in tre anni dedicata alle terre dei vini, per la terza volta tanta acqua sul percorso. E acqua mescolata al vino non è un connubio positivo: nefasto, oseremmo dire. Però nonostante il montante maltempo la Chianti Classico Stage ha regalato comunque vibrazioni positive agli appassionati e agli atleti, con un sostanziale pareggio tra tutti gli uomini di classifica e la gioia finale per due underdog in evidenza in questo Giro: il primo è Primoz Roglic, che dopo aver sfiorato il successo ad Apeldoorn qui ha potuto meritatamente esultare; il secondo è Gianluca Brambilla, autore completamente a sorpresa di una prova addirittura migliore di tutti gli uomini di classifica, che resta meritatamente in maglia rosa con appena 1" di vantaggio sul suo compagno di squadra Bob Jungels, specialista di queste prove.

 

Cancellara delude, tornerà a casa 
I 40,5 km del percorso odierno possono essere riassunti in una parola: tecnici. Partenza da Redda in Chianti, primo tratto in falso piano verso Castellina in Chanti, poi lunga discesa verso Madonna di Pietracupa e dopo 28 km, l'unica salita lunga del percorso, che porta a Panzano in Chianti, 5 km con tratti anche all'8%, dopodiché picchiata verso Greve in Chianti, dove il trappolone finale, specie per coloro che hanno corso sul bagnato, è una inversione a U a nemmeno 500 metri dall'arrivo. Per due terzi della prova, però, il percorso è completamente asciutto ed è presto chiaro che i passisti fuori dalla classifica hanno un'occasione d'oro per portare a casa una tappa del Giro. Il primo riferimento è già Matthias Brandle: l'austriaco è (era) penultimo nella generale, complice il supporto dato da Matteo Pelucchi per non farlo finire fuori tempo massimo a Benevento, e stacca il tempo di 51'55". Non riesce a far meglio neanche Fabian Cancellara, che si ferma a 52'13": non al meglio, lo svizzero preferisce concludere qui il suo Giro, e non ripartirà martedì da Campi Bisanzio. Ottima prova invece la fa un altro IAM, Vegard Stake Laengen, che si ferma a 52'02", a soli 7" dal suo compagno e coetaneo Brandle. Il sogno dell'austriaco viene però cancellato da un redivivo Primoz Roglic, partito piano e poi capace di ingranare e crederci chilometro dopo chilometro: stacca un 51'45" che già alle 2 del pomeriggio chiude definitivamente il discorso della classifica di tappa.

 

Piove, non se ne accorge solo Amador
Le prime gocce d'acqua cadono quando mancano 70 corridori all'arrivo: chi ne paga maggiormente le spese è l'inseguitore Stefan Küng, candidato al successo ma costretto ad affrontare metà del percorso bagnato; per il passista della BMC settimo posto finale e 58" di ritardo da Roglic. Altro atleta a fare un'ottima prova in questa fase è Manuele Boaro (Tinkoff), che col suo 11esimo posto a 1'31" di ritardo risulterà il miglior italiano di giornata. Col passare delle ore il tempo peggiore e gli ultimi 20 si ritrovano ad affrontare l'intero percorso bagnato. Viene fuori tutta la pericolosità dell'ultimo tornante, ed Evgeni Petrov e Valerio Conti sono i primi a pagarne le non rovinose conseguenze. L'approccio non è identico per tutti: c'è chi ha corso molto prudente nonostante buone gambe, come Tom Dumoulin e Vincenzo Nibali, chi invece è sceso a tomba aperta come Andrey Amador: da applausi la prova del costaricense, decimo finale a 1'19". Meglio di lui tra i primi in classifica solo la maglia bianca Bob Jungels, sesto a 45", che accarezza anche il sogno della maglia rosa.

 

I big molto vicini, sorprende Landa
Parte così la prova dei big, inaugurata da Tom Dumoulin, mazzuolato ben bene ieri e bisognoso di rifarsi. La sua prova sarà migliore di quella degli altri uomini di classifica, ma non esageratamente: chiuderà 15esimo a 1'58" da Roglic, segno che la giornataccia di ieri non è completamente recuperata. Dopo di lui tocca a Mikel Landa, e qui veniamo incontro alla sorpresa di giornata, col basco nettamente migliorato a cronometro e capace di chiudere 20esimo a 2'20"; se la giocherà per tutta la prova sul filo dei secondi con gli altri due grandi favoriti della vigilia, Vincenzo Nibali (19esimo a 2'13") e Alejandro Valverde (22esimo a 2'24"): tra di loro, anche Steven Kruijswijk, 21esimo a 2'23": l'olandese non ha steccato nulla in questa prima settimana di Giro. Chi invece da oggi dovrà rincorrere sono i colombiani: cede sulla distanza Esteban Chaves, che accusa 3'48" da Roglic al traguardo; ancora peggio Rigoberto Urán, l'ombra di colui che aveva vinto la crono del Barolo (e anche caduto in discesa, finito a 4'12"). E non è esaltante neanche la prova di Domenico Pozzovivo, mai in palla e finito a 3'39", nonostante fosse un percorso su misura per lui. A metà strada tra l'infamia e la lode rientra infine Rafal Majka: 2'56" il ritardo finale per il capitano della Tinkoff.

 

Zakarin da rosa virtuale a terra due volte
Un discorso a parte merita Ilnur Zakarin, passato da accarezzare il sogno della maglia rosa ad un cupo disastro. Il primo intermedio, quello meno condizionato dalla pioggia, vedeva il russo virtualmente maglia rosa, a parità di tempo con Roglic e sesto complessivo. Ma una caduta dopo Madonna di Pietracupa ha rovinato il sogno, e la concentrazione del russo, che perde ulteriore tempo cambiando la bici ed infine, a completare il disastro, finisce per terra nell'incriminato tornante finale, perdendo complessivamente 3'54" da Roglic all'arrivo: era l'uomo da GC più in condizione, è finito per essere quello che esce peggio, assieme a Urán, da questa crono, addirittura fuori dalla top ten della generale. Festeggia così Gianluca Brambilla, autore però di un'impresa, considerando che è stato uno dei pochi uomini in classifica a migliorare sensibilmente la sua prestazione coi chilometri: partito dignitosamente col 27esimo tempo ai primi due intermedi, ha recuperato tantissimo tra la salita di Panzano e la discesa finale, chiudendo 17esimo a 2'05": la prova della vita insomma, ed il segno di un momento di forma invidiabile, che potrebbe proiettare il vicentino a questo punto come contendente per la top ten finale del Giro, considerando che l'attitudine a far classifica non gli manca.

 

GC: Nibali, Valverde e Landa tutti in 30"
Dopo nove tappe abbiamo dunque una classifica ancora molto corta, con tre outsider al vertice: la Etixx comanda con Gianluca Brambilla e Bob Jungels ad 1", Andrey Amador segue a 32". Il meglio messo dei capitani è Steven Kruijswijk a 51", ma in meno di 30" troviamo Vincenzo Nibali (53"), Alejandro Valverde (55"), Tom Dumoulin (58") e Mikel Landa (1'18"). Rafal Majka, nono, accusa 1'45" e precede Jakob Fuglsang a 1'51", poi seguono Ilnur Zakarin (2'09"), Domenico Pozzovivo (2'28"), Esteban Chaves (2'31"), Diego Ulissi (2'54") e Rigoberto Urán (2'56"); insomma entro i tre minuti troviamo tutti, o quasi, i favoriti della vigilia: questa prima settimana di Giro non ha fatto emergere particolari equilibri e non ha ancora messo in riga i favoriti. È inutile: il grande giudice saranno le Alpi, non si scappa.
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