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Nizzolo (e Cassani), l'estate scalda ancora i cuori

14.09.2016 17:40

L'Italia domina la Coppa Bernocchi: controlla la gara e poi lancia al successo il capitano di giornata. Ruffoni e Simion sul podio


dal nostro inviato


La prima da Campione Italiano, ottenuta a due passi da casa nel giorno in cui viene presentata la "grande partenza" del Giro d'Italia 2017 (che chiamerà a contendersi la maglia rosa d'apertura proprio i velocisti in grado di tenere sugli strappetti), e perdipiù vestendo i colori azzurri della nazionale di Davide Cassani a un mese dai Mondiali in cui potrebbe essere il capitano dell'Italia: non sono mancate insomma le suggestioni per Giacomo Nizzolo, vincitore oggi a Legnano della Coppa Bernocchi numero 98.

Il brianzolo della Trek ha piegato due uomini della Bardiani-CSF, Nicola Ruffoni e Paolo Simion, con una volata limpida e netta, al termine di una gara combattuta anche più di quanto il percorso consentisse (nonostante le sette scalate al Piccolo Stelvio, l'ultima a 30 km dalla fine).

Quella di oggi è per Nizzolo la quinta vittoria stagionale, dopo le due al Tour of Croatia, quella di Gippingen e il campionato nazionale di Darfo Boario Terme; oltre a questo, la solita marea di piazzamenti e la seconda maglia rossa consecutiva al Giro d'Italia, entrambi segni di notevole continuità per un velocista che ha forse raccolto meno di quanto avrebbe meritato, in carriera, ma che ha ancora molti anni davanti a sé per rimpinguare un palmarès che comincia a prendere contorni interessanti.

Il caldo, la fuga e... Alafaci
Gran caldo a Legnano, ritmo di gara intenso e Coppa Bernocchi 2016 che è vissuta lungamente su una fuga a 8 partita intorno al km 25. Dion Beukeboom (Parkhotel), Vitaliy Buts (Kolss), Matthias Krizek (Roth), Óscar Pelegrí (Amore&Vita), Ricardo Vilela (Caja Rural), Alessandro Fedeli (Unieuro), Niccolò Salvietti (Norda) e Giacomo Berlato (Nippo) gli uomini avvantaggiatisi; 5' il vantaggio massimo, toccato al km 50.

Il gruppo è stato tirato in gran parte dalla nazionale italiana, o meglio, da un unico azzurro, Eugenio Alafaci, che da solo o quasi è stato in grado di tenere la fuga entro limiti urbani, prima che la corsa entrasse realmente nel vivo nel sesto e penultimo giro del circuito della Valle Olona.

A circa 60 km dalla fine (nel sesto giro, appunto), il gruppo era ormai a un passo dai fuggitivi; sicché tra questi ultimi hanno rilanciato in contropiede Vilela e Buts; dal plotone erano usciti a loro volta Francesco Gavazzi (Androni), Matteo Busato (Wilier) e Sonny Colbrelli (Bardiani), a formare un terzetto di gran pregio all'inseguimento della coppia al comando (gli altri 6 fuggitivi del mattino erano stati ripresi proprio in quei medesimi frangenti).

Colbrelli scatenato prima che il gruppo azzeri tutto
Gavazzi, Busato e Colbrelli sono rientrati facilmente su Buts e Vilela, e il loro apporto si è subito fatto sentire, visto che il margine sul gruppo è risalito rapidamente da 10" a 45" (limite toccato a 45 km dal traguardo).

L'ultima scalata al Piccolo Stelvio, ai -35, ha visto un tentativo di contrattacco da parte di altri 8, ovvero Rodolfo Torres e Franco Pellizotti (Androni), Filippo Pozzato (Wilier), Danilo Celano (Amore&Vita), Marco Tizza (D'Amico), Lorenzo Rota (Bardiani), Carlos Barbero (Caja Rural) e Davide Rebellin (CCC), ma ancora una volta l'Italia di Cassani ha ricucito, annullando l'azione di Pozzato e soci.

Anche il quintetto al comando era nuovamente vicinissimo, sicché ai -30 Colbrelli ha giocato la carta dell'azzardo, ripartendo secco con l'inesauribile Vilela al mozzo. La nuova coppia ha preso margine, mentre su Gavazzi, Busato e Buts rientravano - in una fase di gara molto fluida Marco Zamparella (Amore&Vita) e Antonio Di Sante (GM Europa Ovini).

Quindi dal gruppo sono usciti anche Mauro Finetto (Unieuro), Mirko Selvaggi (Androni), Maciej Paterski (CCC) e di nuovo Rota, andando a chiudere nuovamente sui battistrada. Ma in genere quando la corsa scappa via a rotta di collo da tutte le parti, è perché un volatone si intravede all'orizzonte: in tanti ci provano, nessuno è destinato a riuscirci, a parte il plotone pronto a ricucire ogni cosa.

Nizzolo vince benissimo davanti a due Bardiani
Puntualmente, la legge del gruppo è stata applicata a 15 km dal traguardo di Legnano: troppa pianura dall'ultimo passaggio sul Piccolo Stelvio al traguardo; troppo folto il plotone inseguitore; troppo forte la voglia da parte della nazionale di Cassani di mettere il suo capitano di giornata nelle condizioni migliori per sprintare: le gerarchie tra gli azzurri erano state fissate prima della partenza, Giacomo Nizzolo sarebbe stato il capitano unico malgrado la presenza in squadra di Elia Viviani.

Nippo-Fantini, Lampre-Merida e Androni-Sidermec hanno affiancato l'Italia negli ultimi chilometri in attesa del volatone. La cui storia è presto detta: l'Italia l'ha preso in testa, ma all'ultima curva Simone Consonni ha quasi seguito le moto (che svoltavano al bivio per i mezzi della carovana), causando un breve disorientamento di cui quasi approfittava il treno Bardiani.

Nizzolo, che per sua stessa ammissione aveva innestato un rapporto troppo lungo ("dietro avevo l'11, e davanti... non ve lo dico!"), ha faticato un tantino più del previsto per contenere l'anticipo di Nicola Ruffoni, nonostante un ottimo lancio ricevuto da parte di Jacopo Guarnieri; ma quando Giacomo ha potuto sprigionare tutta la falcata messagli a disposizione proprio da quell'11, è emerso prepotentemente e nessuno ha più avuto modo di contrastarlo.

Alle sue spalle la coppia Bardiani-CSF (Ruffoni e poi Paolo Simion), quindi Carlos Barbero, Filippo Pozzato (Wilier), Davide Viganò (Androni), Ryan Gibbons (Dimension Data Continental), Gian Marco Di Francesco (Norda), Roman Maikin (Gazprom) e Arman Kamyshev (Astana).

Domani la seconda prova del Trittico Lombardo, la Coppa Agostoni, presenterà un percorso più duro di quello odierno, caratterizzato dal Lissolo che verrà affrontato 4 volte (in un circuito in cui si scaleranno anche le salite di Sirtori e di Colle Brianza). Attese altre indicazioni preziose in vista dell'Europeo di domenica per un Cassani che - possiamo dirlo - ha cominciato la settimana ciclistica decisamente col piede giusto.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!