
Il Tour inizia col botto: Philipsen vince a Lille, Pogacar e Vingegaard guadagnano su Evenepoel
Il vento fa la differenza negli ultimi 16 km: la Visma lancia un attacco che mette in difficoltà Remco e i due velocisti più attesi, Merlier e Milan. Battuti Girmay e Wærenskjold. 40" di ritardo per il belga all'arrivo. Ganna ritirato per una caduta
Non tutto, ma di tutto: lo slogan che consente di riassumere al meglio l'incipit del Tour del France 2025. Tutti o quasi tutti avevano scommesso sui ventagli. E, dopo una logorante attesa, hanno avuto ragione: un attacco della Visma-Lease a Bike - spalleggiata da un brillante Matteo Trentin - ai -16 dal traguardo di Lille Métropole ha rovesciato i propositi di gran parte dei velocisti (su tutti i favoriti Tim Merlier e Jonathan Milan), ma soprattutto ha distanziato quasi tutti gli uomini di classifica, in primis Remco Evenepoel e Primoz Roglic, che hanno perso 40" da Jonas Vingegaard, Tadej Pogacar e un attento Enric Mas. Volata per pochi intimi, dunque, interpretata in maniera esemplare dalla Alpecin-Deceuninck: Mathieu van der Poel e Kaden Groves hanno pilotato alla perfezione Jasper Philipsen, che riscatta una stagione fin qui in ombra con una volata perfetta, che gli ha regalato il successo e la prima maglia gialla. Ad eccezione di Matteo Trentin - 5° sul traguardo - giornata negativa per gli italiani: se il velocista friulano (e l'intera Lidl-Trek) sono stati sorpresi dalla rasoiata dei Visma, Filippo Ganna ha dovuto salutare la compagnia per una caduta a 133 km dal traguardo. Nubi nere anche sul Tour di Lenny Martinez e Simon Yates, entrambi gravemente attardati dai primi.
La cronaca della 1ª tappa del Tour de France
L'università del ciclismo ha finalmente aperto le sue porte: il 112° Tour de France si apre con una tappa per velocisti, che si giocheranno il successo e la prima maglia gialla sul traguardo di Lille, che ha ospitato anche il via ufficiale della corsa per la terza volta nella sua storia. I 184,9 km del percorso sono disegnati su misura dei velocisti, ma i capricci del vento potrebbero stravolgere il copione. Il menu propone tre Gran Premi della Montagna di 4ª categoria: la Côte de Notre Dame de Lorette (1000 metri al 7,6% medio che superano il 10% in vetta) dopo 41 km e - nella seconda parte della frazione - il Mont Cassel, poco meno di 2 km al 3,5% con punte al 6%, e il Mont Noir, altri 1300 metri al 6,4% di media che superano l'8% nel tratto iniziale, posizionato ai -45 dalla linea bianca. Nel mezzo una lunga serie di saliscendi che, in teoria, non dovrebbero fare selezione al contrario dei 40 km conclusivi, sui quali incombono i capricci di Eolo. Una volta rientrati in città, la carovana affronta un percorso cittadino al solito tortuoso fino ai 1400 metri dal traguardo, dov'è posizionata l'ultima curva.
Non appena il direttore di corsa, Christian Prudhomme, sventola la bandierina per annunciare il via ufficiale della tappa, si avvantaggiano cinque corridori: i francesi Bruno Armirail (Groupama-FDJ), Mathis Le Berre (Arkéa-B&B Hotels), Benjamin Thomas (Cofidis) e Matteo Vercher (TotalEnergies) e il tedesco Jonas Rutsch (Intermarché-Wanty). Il gruppo concede immediatamente il via libera agli attaccanti, che accumuleranno un vantaggio massimo di 2'20" circa (-179) sul resto della compagnia, pilotata in un primo tempo dagli Alpecin-Deceuninck, cui si aggiungerà lo statunitense Quinn Simmons (Lidl-Trek). Gli uomini di testa pedaleranno stabilmente sopra i 2' per almeno una quarantina di chilometri, rivaleggiando soltanto sulla Notre Dame, dove transiterà per primo Thomas.
La minaccia del vento convince le corazzate del Tour - in testa la Visma-Lease a Bike e la UAE Emirates-XRG - a schierarsi nelle prime posizioni del gruppo, dimezzando così il divario dai primi quando mancano poco più di 130 km all'arrivo. Il cambio di passo coincide con la caduta dell'italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), finito a terra al pari del britannico Sean Flynn (PicNic PostNL). Il verbanese resta a terra per circa 1' prima di tornare faticosamente in sella. Poco più avanti, si registrano la caduta dello svizzero Stefan Bissegger (Decathlon AG2R La Mondiale) e un incidente meccanico che attarderà il belga Thibau Nys (Lidl-Trek).
Mentre il vantaggio della fuga è ormai sceso al di sotto del 1' (56" ai -117), la tensione in gruppo ha superato il livello di guardia: Visma, Red Bull-BORA-Hansgrohe, Jayco-AlUla, Lotto e Soudal Quick-Step viaggiano a ritmo particolarmente sostenuto. Una situazione di corsa che non complica soltanto il rientro di Ganna - che si accoderà soltanto ai -112 - ma anche la rincorsa del tedesco Florian Lipowitz (Red Bull-BORA-Hansgrohe), attardato da un problema meccanico. Nel frattempo, almeno 5 corridori si staccano dal gruppo principale: tra di essi, l'australiano Lucas Plapp (Jayco-AlUla), il francese Lenny Martinez (Bahrain-Victorious) e il campione nazionale svizzero Mauro Schmid (Jayco). Con loro anche Lipowitz e Nys, che dureranno non poca fatica per recuperare i 40" di ritardo dal gruppo. Le continue accelerazioni obbligano i corridori di testa alla resa: Vercher si rialza ai -110, gli altri quattro superstiti si consegneranno a 105 km da Lille.

La situazione si assesta nei chilometri successivi, nonostante la minaccia dei ventagli. Per intanto, i velocisti si testano allo sprint intermedio di La Motte au Bois: l'italiano Jonathan Milan (Lidl) precede facilmente il belga Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) e l'eritreo Biniam Girmay (Intermarché-Wanty). Subito dopo, riparte in contropiede il redivivo Vercher, al quale si accoderà poco più avanti Thomas. La coppia d'Oltralpe guadagna subito un margine superiore al minuto: quel che serve per giocarsi l'unico punto in palio sul Mont Cassel, interamente in pavé. Vercher imbocca per primo il breve rettilineo, ma subisce il sorpasso di Thomas che, tuttavia, non riesce a controllare la sua bici, travolgendo in questo modo il connazionale. Di lì a poco, il gruppo li riprenderà per la seconda (e ultima) volta. In fondo al gruppo, invece, proseguono le difficoltà di Ganna, evidentemente appesantito dalla caduta, e dello stesso Martinez, che viaggerà per alcuni chilometri in compagnia del britannico Simon Yates (Visma) e del campione nazionale tedesco Georg Zimmermann (Intermarché), ambedue appiedati da una foratura. Se il francese riuscirà comunque a riaccodarsi, Ganna desisterà definitivamente ai -68 da Lille: il suo Tour è durato poco più di 100 km. Un vero peccato. Stessa sorte per Bissegger, costretto al ritiro ai -44.
A parte la rincorsa del vincitore dell'ultimo Giro d'Italia, che riprenderà le ruote del gruppo ai -53, la corsa procede senza particolari motivi di interesse fino a quando non si affronteranno gli ultimi 40 chilometri di corsa. Le formazioni dei big - in testa la Visma e la INEOS - tornano a presidiare le prime file del gruppo per prepararsi a una fiammata che sembra non arrivare mai. Persi nuovamente (e definitivamente) per strada Martinez e Simon Yates, la carovana si lancia verso il finale, con la Alpecin ancora davanti. Tuttavia, ai -16 dalla fine, i gialloneri - spalleggiati dall'italiano Matteo Trentin (Tudor) - riescono finalmente a pungere, portandosi dietro una trentina di corridori, su tutti Girmay, Philipsen, l'australiano Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), il danese Jonas Vingegaard (Visma-Lease a Bike, che aveva peraltro vinto l'ultimo GPM), l'olandese Mathieu van der Poel (Alpecin), lo spagnolo Enric Mas (Movistar) e lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Emirates-XRG). Fuori dalla mischia, invece, i belgi Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) e Tim Merlier (Soudal), il danese Mattias Skjelmose (Lidl), Milan, l'olandese Dylan Groenewegen (Jayco), l'altro sloveno Primoz Roglic (Red Bull-BORA-Hansgrohe) e Lipowitz. Nello spazio di pochi chilometri, gli uomini all'attacco accumulano un vantaggio superiore ai 30" sul resto della compagnia, prevedibilmente pilotata dai Soudal.
Dopo un'accelerazione di van der Poel, gli uomini al comando viaggiano a ritmo leggermente più blando. Tocca così agli Alpecin - che possono sfruttare la superiorità numerica - rilanciare l'azione e stabilizzare il vantaggio intorno ai 40". Ancora un episodio da segnalare ai -5: contatto in fondo al gruppo dei migliori tra gli olandesi Marijn van den Berg (EF EasyPost) ed Elmar Reinders (Jayco). Seppure malconci, entrambi raggiungeranno il traguardo. Prima di affrontare l'ultima curva, gli Uno-X Mobility - al servizio del norvegese Soren Wærenskjold (Uno-X Moblity) - prendono il comando delle operazioni. Tuttavia, la squadra olandese entra in azione quando serve: van der Poel cede il testimone a Groves, che lancia Philipsen con tempismo perfetto. Partito ai 250 metri dalla linea bianca, il vincitore della Sanremo 2024 lancia una progressione irresistibile per l'ormai ristretta concorrenza, che deve accontentarsi di prendere la targa al belga. 3° successo stagionale per il concittadino di Tom Boonen (il 53° in massima serie), che indossa di riflesso anche la prima maglia gialla del Tour. Giù dal podio di tappa il francese Anthony Turgis (TotalEnergies) e Trentin. A 40" il gruppo dei battuti, regolato da Milan.
Il velocista di casa Alpecin veste le insegne del primato con 4" su Girmay e 6" su Wærenskjold. Pogacar, Vingegaard e Mas guadagnano subito 40" su tutti gli altri uomini di classifica, in testa Evenepoel, Roglic e Skjelmose.
Finale esplosivo a Boulogne-sur-Mer
Il Tour de France proseguirà domenica con la tappa più lunga dell'edizione 2025: partenza da Lauwin-Planque, arrivo a Boulogne-sur-Mer dopo 209,1 km nervosi e vallonati fin dalla partenza. Un saliscendi via l'altro, si arriva al primo GPM del percorso, la Côte de Cavron-Saint-Martin (km 104,9), un 4ª categoria di 1100 metri al 5,9% di media che si spingono fino al 9%. Il terreno continua a essere accidentato anche nella seconda parte, che propone il meglio negli ultimi 30 km: si comincia con la Côte du Haut Pichot (3ª categoria, altri 1100 metri al 9,4% medio) per poi proseguire con la Côte de Saint-Étienne-au-Mont - un altro 3ª categoria che misura 1 km, la cui pendenza media supera la doppia cifra (10,6%) - e la Côte d'Outreau (4ª categoria), 900 metri all'8,8% che toccano il 10% esattamente a metà, posizionata ai -6 dall'arrivo. Il terreno ideale non solo per i colpi di mano, ma anche per assistere a un prologo della sfida tra i favoriti.
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