
Giro d'Italia Women 2025 - Analisi del percorso
Format simile all'anno passato, con una cronometro in apertura e tappe tutte variamente complicate: arrivi in salita ad Aprica, Pianezze e Monte Nerone; il circuito iridato di Imola chiude la partita
Il Giro d'Italia Women 2025, giunto alla seconda edizione targata RCS, presenta un percorso abbastanza simile all'anno passato, ma con una tappa di vera montagna in più e soprattutto coinvolgendo anche le Alpi. Dopo l'avvio a cronometro a Bergamo, si incontra subito il primo arrivo in quota all'Aprica, prima di una strana volata a Trento; segue la prima frazione di montagna con arrivo a Pianezze, seguita dalla seconda ed ultima tappa dedicata alle velociste. Il weekend finale presenza muri verso Orciano di Pesaro al venerdì, la tappa regina di Monte Nerone al sabato e una tappa sul circuito iridato di Imola alla domenica per gli ultimi fuochi d'artificio.
Il percorso

Le tappe nel dettaglio
Domenica 6 luglio - 1a tappa: Bergamo - Bergamo (Cronometro individuale - 14.2 km)

La prima frazione è subito determinante: una cronometro non lunghissima, ma comunque importante, di 14.2 km con partenza ed arrivo a Bergamo. Altimetricamente il tracciato è quasi perfettamente pianeggiante; da un punto di vista planimetrico è molto lineare fino al primo intermedio (percorrendo un viale andata e ritorno), mentre diventa tortuoso nei km finali: negli ultimi 6 km si conta una quindicina di curve.
Lunedì 7 luglio - 2a tappa: Clusone - Aprica (92 km)

La seconda tappa sarà già una frazione importante, visto che si arriva in salita all'Aprica. Dopo i primi 13 km di discesa, inizia la lunga risalita della Val Camonica, spezzata dall'ascesa a Bienno (5.2 km al 3.9%; ultimi 2.5 km al 5.5%) che non dovrebbe significare molto nell'economia della tappa. Usciti da Edolo inizia la salita finale verso Aprica (ignorando il primo km di falsopiano, 13 km al 3.6%): in avvio si incontra un muro di 1300 metri all'11.1% (max 15%), seguito da 1700 metri ondulati (media 3.5% ma con altri passaggi in doppia cifra) che portano a Santicolo; a seguire si incontra una breve discesa e un tratto in salita di circa 1200 metri al 5.5%, quindi 1 km pressoché pianeggiante fino a Corteno Golgi; qui iniziano gli ultimi 7 km di salita pedalabile (media 3.3%), con pendenze un po' più cattive (4-6%) fino a 3 km dal traguardo.
Martedì 8 luglio - 3a tappa: Vezza d'Oglio - Trento (122 km)

La terza tappa è piuttosto strana: anche se in avvio si valica la Cima Alfonsina Strada (la vetta più alta della corsa) il finale pianeggiante la rende fondamentalmente una tappa per velociste. Si parte praticamente in salita, falsopiano per quasi 5 km, poi salita vera per arrivare al Passo del Tonale: l'ascesa inizia un po' prima del punto ufficiale, per un totale di 13 km al 5.5% (max 9%). Nella lunga discesa attraverso le valli di Sole e Non, si incontra un tratto in salita solo dopo Ponte Mostizzolo verso Cles. Non ci saranno altre asperità fino al traguardo di Trento, dove se il gruppo si sarà ricompattato, niente può scongiurare una volatona. Il tracciato sarà anche decisamente lineare, con una sola curva a sinistra per entrare nel rettilineo finale di 350 metri.
Mercoledì 9 luglio - 4a tappa: Castello Tesino - Pianezze (142 km)

Dopo l'antipasto sull'Aprica, è il momento del primo vero arrivo in salita di questo Giro, al termine di una tappa che per tutto il suo svolgimento è estremamente mossa anche se non propriamente di montagna. Va sottolineato che dalla partenza si percorrono ben 14 km di trasferimento, per cui la tappa è ancor più usurante di quanto non possa sembrare. Si parte subito con un dente di 1.5 km al 6%, poi il percorso è costantemente ondulato anche se senza grandi pendenze; un po' più cattiva è la salita al GPM di Cugnan (3.3 km al 6.1%, punte fino all'11%). Segue quella alla Sella di Fadalto (circa 2 km al 4.5%) e quella al traguardo volante di Revine (circa 2 km al 4%) tutti antipasti al ben più arcigno Muro di Ca' del Poggio (1.1 km al 12.3%, max 19%). I successivi 20 km sono i più semplici della tappa e consentono di respirare prima della salita di Santo Stefano (ignorando il dato ufficiale, circa 2.5 km al 6.5%, max 14%) e soprattutto quella finale di Pianezze (11.4 km al 7.2%): sono in falsopiano (2%) le prime centinaia di metri, quindi la strada impenna per quasi 1 km al 9% (max 11%); i restanti 10 km scarsi procedono abbastanza regolari tra il 6% e il 9% fino in vetta. Si sommano alla fine oltre 2500 metri di dislivello.
Giovedì 10 luglio - 5a tappa: Mirano - Monselice (120 km)

Tappa biliardo che prevede soltanto un piccolo strappo verso Arquà Petrarca (circa 600 metri al 6%) nel circuito finale da ripetere 2 volte. Se proprio in quel tratto la planimetria si fa più tortuosa, sono invece abbastanza lineari gli ultimi 4 km: 2 curve a destra si incontrano a circa 2.5 km dalla fine, per entrare in un rettilineo di quasi 2 km. Una doppia curva sinistra-destra immette nel rettilineo finale di 450 metri.
Venerdì 11 luglio - 6a tappa: Bellaria-Igea Marina - Terre Roveresce/Orciano di Pesaro (145 km)

Frazione impegnativa che apre il weekend finale, accumulando in 145 km quasi 2500 metri di dislivello. Dopo 27 km di fondovalle, apre le danze la salita a San Marino (senza però raggiungere il centro sulla vetta del Titano) di 5.5 km al 6.9% di media, con pendenze in doppia cifra negli ultimi 2 km (max 15%). Con alcuni saliscendi si ritorna in Italia per scendere a Mercatino Conca. Una quindicina di km di fondovalle a scendere portano a Morciano di Romagna, dove si affronta uno strappetto prima della salita a Saludecio (5.5 km al 4.7%, max 9%) e Mondaino (1.4 km al 5.2%). Una ripida discesa, spezzata dallo strappetto di Trebbio di Montegridolfo (600 metri al 6%, max 11%) è seguita da soli 6 km pianeggianti prima di imboccare le dure salite a Monteciccardo (6.2 km al 4.9%, ma molto irregolare, con punte al 12%) e Beato Sante (5.3 km al 5.7%, più costante, ma spezzata da una breve discesa; max 13%). Dal termine della discesa mancheranno 35 km, per cui queste due ascese saranno già un punto importante. Dopo 5 km pianeggianti, si incontrano un paio di dentelli che precedono una prima salita a Orciano di Pesaro (4 km al 4.3%, ma anche stavolta a gradoni, max 9%), senza poi passare dal traguardo. Servono 10 km pianeggianti per raggiungere il vero punto decisivo, ovvero il muro di Monte Porzio: in tutto sono 2.8 km al 5.5%, composti da un primo strappo di 400 metri al 6%, un'impennata di 600 metri all'11% (max 16%) e un'altra rampa di 1 km al 7% (max 14%). In vetta mancano 7.5 km tutti ondulati: si incontra subito uno strappo di 400 metri al 7%, poi le ondulazioni si fanno di piccole dimensioni fino alla salitella di Monte delle Stelle (800 metri al 4.5%, max 7%) che termina a soli 1500 metri dal traguardo; un ultimo strappo di 500 metri al 5% termina a 700 metri dall'arrivo.
Sabato 12 luglio - 7a tappa: Fermignano - Monte Nerone (150 km)

La settima sarà la tappa regina del Giro Women 2025, accumulando oltre 3500 metri di dislivello in 150 km: sarà dunque sia la più lunga, sia quella con più salita di tutto il Giro. Già dai primi km la strada tende a salire, fino alla prima vera ascesa di Ca' Marcuccio (3.9 km al 4.9%, max 9%). Dopo una decina di km di falsopiano si incontra la seconda salita che porta al traguardo volante di Acquapartita (7.8 km al 4.9%, pendenze toste nei primi 4.3 km al 6.1%, max 11%). Al termine di una lunga discesa si sale quasi subito al primo GPM di Moria (2.5 km all'8.5%, max 12%), seguito a stretto giro dal Passo La Croce di Chiaserna (in tutto 9 km al 3.3%, ma solo gli ultimi 3.3 km di vera salita al 5.7%, max 10%), dal Valico di Sitria (4 km al 5.1%, ultimi 1.5 km all'8.1%, max 11%) e dalla Forchetta (limando qualche km di falsopiano, 3.4 km al 7.4%, max 12%. Finisce adesso questa serrata sequenza di ascese breve ma arcigne, altamente selettiva, che lascia adesso spazio ad una ripida discesa di 5 km, e una dozzina di km ondulati ma prevalentemente a favore fino a Cagli, dove si incontra uno strappo di 400 metri al 6%. 5 km quasi pianeggianti portano ai piedi della salita di Fosto (3.7 km al 6.1%, max 10%), dopo la quale non si trova la discesa ma 7 km ondulati, chiusi da uno strappo di 800 metri al 6% verso Acquanera. Dopo una ripida discesa su Piobbico, servono circa 8 km di fondovalle prima di iniziare la lunga ascesa finale a Monte Nerone (14.8 km al 6.7%): i primi 7 km fino a Pian di Trebbio sono abbastanza pedalabili (4.9% di media) e alternano tratti al 6/7% ad altri di respiro; poi la pendenza si fa decisamente più arcigna, tenendo una media dell'8.3% negli ultimi 7.8 km; la punta al 12% è posta nell'ultimo km.
Domenica 13 luglio - 8a tappa: Forlì - Imola (134 km)

Se la classifica fosse ancora aperta, ci pensa il circuito iridato di Imola ad offrire il terreno per creare scompiglio all'ultimo giorno. Dopo 23 km pianeggianti si sale il Monticino (3.3 km al 5%, tratto iniziale di 1.8 km all'8%, max 13%), seguito a stretto giro dalla prima scalata a Cima Gallisterna (2.7 km al 6.4%, con una rampa di 1.3 km al 10.9%, max 14%). Si scende fino all'Autodromo (su una strada ricca di contropendenze, tutte buone per i contropiedi) per transitare una prima volta dal traguardo ed iniziare le tre tornate conclusive. Ancora dentro l'autodromo si incontra un primo tratto in lieve ascesa, breve discesa una volta uscita, quindi si sale a gradoni fino a Bergullo (3.5 km al 3%, max 9%); quasi 2 km di ripida di discesa portano ai piedi del Mazzolano (2.8 km al 5.9%; salita vera nei primi 1.5 km all'8.8%, con un tratto di 600 metri all'11.4%, max 13%). Una volta scesi a Riolo Terme bastano 3.5 km di pianura per essere di nuovo ai piedi di Cima Gallisterna. Alla fine si saranno sommati circa 2300 metri di dislivello.